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SPECIFICHE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI PER LE ATTIVITA’ INDUSTRIALI ED ARTIGIANALI. Comando Provinciale Vigili del Fuoco Padova. FONTI NORMATIVE. D.P.R. 547/55 D.M. 30.11.1983 D.M. 8.3.1985 D.Lgs 626/96 D.M. 10.3.1998 Norme verticali Linee guida Ministeriali Criteri generali
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SPECIFICHE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI PER LE ATTIVITA’ INDUSTRIALI ED ARTIGIANALI Comando Provinciale Vigili del Fuoco Padova
FONTI NORMATIVE • D.P.R. 547/55 • D.M. 30.11.1983 • D.M. 8.3.1985 • D.Lgs 626/96 • D.M. 10.3.1998 • Norme verticali • Linee guida Ministeriali • Criteri generali • Norme UNI di settore
ACCESSIBILITA’ ALL’AREA Lungo il perimetro del fabbricato sia assicurata la possibilità di accesso e circolazione dei mezzi antincendio dei VV.F.; gli accessi abbiano i seguenti requisiti minimi: • larghezza mt. 3,50 • altezza libera mt. 4,00 • raggio di volta mt. 13,00 • pendenza non superiore al 10% • resistenza al carico almeno 20 tonnellate
RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE • Le strutture portanti (pilastri travi catene) e quelle di separazione (murature solai), devono avere resistenza al fuoco compatibile con le classi antincendio dei compartimenti. • Non devono esistere comunicazioni tra ambienti di pertinenza dell'attività soggetta a controllo con altri locali che non abbiano relazione diretta o indiretta con l'attività stessa.
COMPARTIMENTAZIONI • Separazione (REI 120) reciproca tra uffici depositi e lavorazione • I compartimenti antincendio devono avere superficie massima funzione del carico d’incendio e della eventuale presenza di impianti di spegnimento automatici.
AERAZIONE • I locali ove si effettuano lavorazioni con sostanze che possono dare luogo a miscele infiammabili e/o esplosive abbiano almeno una parete attestata verso l'esterno; • Il rapporto tra superficie di pavimento e superficie di aerazione rispetti la relazione A=1/40 S • Nel caso di utilizzo di gas la cui densità rispetto all'aria è maggiore di 0,8 tale ventilazione dovrà essere equamente suddivisa in alto ed in basso.
aerazione (segue) EVACUATORIDI FUMO E CALORE
IDRANTE A COLONNA IDRANTE INTERRATO IMPIANTI ANTINCENDIO • Almeno un idrante a colonna soprasuolo del tipo UNI 9485 con due attacchi UNI 70 (UNI 10779) • Rete idrica antincendio ad anello chiuso • Alimentazione (UNI 9490) • Prestazioni UNI (10779)
impianti antincendio (segue) • Attacco motopompa • Impianti automatici eventualmente asserviti da impianti di rivelazione
ATTREZZATURE ANTINCENDIO • Estintori portatili e carrellati in funzione della classe di incendio e del livello di rischio del luogo di lavoro. • Eventuale scorta di liquido schiumogeno compatibile con le sostanze infiammabili presenti con corredo d‘uso. • Il numero e la capacità estinguente degli estintori portatili devono rispondere ai valori indicati nella tabella, per quanto attiene gli incendi di classe A e B ed ai criteri di seguito indicati: • il numero dei piani (non meno di un estintore a piano); • la superficie in pianta; lo specifico pericolo di incendio (classe di incendio); • la distanza che una persona deve percorrere per utilizzare un estintore (non superiore a 30 m).
attrezzature antincendio (segue) ESTINTORI
SISTEMA DELLE VIE D’ESODO LUNGHEZZA DELLE VIE DI ESODO • Ogni luogo di lavoro deve disporre di vie di uscita alternative, ad eccezione di quelli di piccole dimensioni o dei locali a rischio di incendio medio o basso • Con almeno due uscite: • 15 ÷ 30 metri (tempo max. di evacuazione 1 minuto) per aree a rischio di incendio elevato; • 30 ÷ 45 metri (tempo max. di evacuazione 3 minuti) per aree a rischio di incendio medio, • 45 ÷ 60 metri (tempo max. di evacuazione 5 minuti) per aree a rischio di incendio basso.
Direzioni da seguire (Segnali di informazione addizionali ai pannelli che seguono) sistema delle vie d’esodo (segue) LUNGHEZZA DELLE VIE DI ESODO • Le vie di uscita devono sempre condurre ad un luogo sicuro • Qualora presenti, i percorsi unidirezionali mai oltre: • 6 ÷ 15 metri per aree a rischio elevato • 9 ÷ 30 metri per aree a rischio medio • 12 ÷ 45 metri per aree a rischio basso • Le vie di uscita devono essere di larghezza sufficiente in relazione al numero degli occupanti (L = A / 50 x 0,60)
Percorso/Uscita di Emergenza sistema delle vie d’esodo (segue) • Le scale devono essere generalmente protette, ad eccezione dei piccoli luoghi di lavoro a rischio di incendio medio o basso. • Il verso di apertura delle porte sempre concorde con quello dell’esodo. LUNGHEZZA DELLE VIE DI ESODO
sistema delle vie d’esodo (segue) • In molte situazioni è da ritenersi sufficiente disporre di una sola uscita di piano. • Eccezioni a tale principio sussistono quando: • a) l'affollamento del piano è superiore a 50 persone; • b) nell'area interessata sussistono pericoli di esplosione o specifici rischi di incendio e pertanto, indipendentemente dalle dimensioni dell'area o dall'affollamento, occorre disporre di almeno due uscite; • c) la lunghezza dei percorso di uscita, in un unica direzione, per raggiungere l'uscita di piano, in relazione al rischio di incendio, supera i valori stabiliti al punto 3.3 lettera e). NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO
sistema delle vie d’esodo (segue) NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO • La larghezza minima di una uscita: 0,80 metri • Con rischi di esplosione o specifici rischi d’incendio: 120 cm ogni 5 lavoratori
sistema delle vie d’esodo (segue) PORTE INSTALLATE LUNGO LE VIE DI USCITA • Le porte installate lungo le vie di uscita ed in corrispondenza delle uscite di piano, devono aprirsi nel verso dell'esodo. • In ogni caso l'apertura nel verso dell'esodo è obbligatoria quando: • l'area servita ha un affollamento superiore a 50 persone; • la porta è situata al piede o vicino al piede di una scala; • la porta serve un'area ad elevato rischio di incendio. • Tutte le porte resistenti al fuoco devono essere munite di dispositivo di autochiusura (anche asservita da sistemi automatici di rivelazione).
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO VERNICIATURA • Il reparto verniciatura con compartimentazione REI 120 • Il rapporto tra superficie di pavimento e superficie di aerazione rispetti la relazione A=1/30 S • Bruciatori all’esterno o in locale ad uso esclusivo opportunamente aerato • Per la parte impiantistica si rammentano le norme UNI-CIG e le norme CEI.
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO verniciatura (segue) • I depositi di vernici e/o solventi infiammabili abbiano le seguenti caratteristiche: • fino a 100 kg in armadio metallico ventilato (0,05 mq); • oltre i 100 kg in locale esterno REI 120; superficie di aerazione A= 1/30 S; • soglia rialzata; porta metallica; eventuale comunicazione REI 120; • oltre i 500 kg, come sopra ma senza alcuna comunicazione.
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO LOCALI DI DEPOSITO • Resistenza al fuoco in funzione del carico di incendio • A=1/40 S con una aliquota permanente o apribile automaticamente • Disposizione delle merci su scaffali o cataste senza ostruire aperture ed a meno di un metro dall’intradosso del soffitto • Nei locali sia vietato tenere in deposito sostanze infiammabili e tossiche nonché fare uso di fiamme libere
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO CONDOTTA DI ALIMENTAZIONE E RETE DI ADDUZIONE GAS COMBUSTIBILE • Nei tratti fuori terra la condotta sia opportunamente protetta contro eventuali danneggiamenti da azioni esterne e contro l’azione del fuoco e lontana da sostanze o materiali con cui potrebbe interagire una eventuale fuga di gas . • La posa in opera a seconda della “specie” sia conforme al D.M. 24.11.1984. • La condotta non sottopassi edifici e li attraversi entrando nel corpo degli stessi secondo il tratto più breve.
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO ASCENSORI E MONTACARICHI • Il vano corsa entro compartimento • Le aperture per il passaggio delle funi e delle catene (se esistenti) nel vano corsa siano le più piccole possibili • Il vano corsa ed il locale del macchinario siano dotati in alto di una apertura o un camino per scaricare, all'aria libera, il fumo che si formasse in essi a causa di un eventuale incendio
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO IMPIANTI TERMICI • L'impianto di produzione calore sia conforme ai disposti della normativa di sicurezza in vigore in particolare per quanto riguarda: accesso; ubicazione; attestazione dispositivi di controllo e sicurezza, automatici e manuali. Per impianti di potenzialità superiore alle 100.000 Kcal/h dovrà essere presentato un progetto completo per la sua preventiva approvazione.
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO DEPOSITI DI OSSIGENO LIQUIDO • L'impianto di stoccaggio dell'ossigeno liquido sia collocato su spazio a cielo libero pianeggiante con cordolo di protezione e messa a terra. • L'impianto sia installato in modo che sia facilmente accessibile per il controllo da parte del personale autorizzato. • Fra i contenitori di accumulo di ossigeno e la zona circostante intercorrano le seguenti distanze minime di sicurezza: • da costruzioni in materiali combustibili, da depositi di materiali combustibili od infiammabili, locali aperti al pubblico, viadotti, depositi di gas compressi o liquefatti metri 15; • da fabbricati con pareti perimetrali incombustibili e resistenti al fuoco metri 7,5. • da strutture incombustibili e resistenti al fuoco metri 3,00.
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO DEPOSITO GAS COMPRESSI INERTI • Entro compartimento REI 180 e con ventilazione su parete attestata verso spazio a cielo libero. • Accesso dall'esterno o dall'interno a mezzo filtro a prova di fumo e impianto di raffreddamento ad acqua nebulizzata con comando manuale esterno.
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO S I L O S • Il silos sia ubicato in posizione isolata rispetto ai fabbricati sia di pertinenza dell'attività che esterni alle stesse e sia garantita la possibilità di avvicinamento dei mezzi di soccorso nonchè la possibilità di intervenire per le squadre VV.F. • Il silos in muratura o calcestruzzo, posto in adiacenza al fabbricato, abbia una parete completamente a cielo libero e di facile cedimento rispetto a quelle che lo isolano dal fabbricato. Le rimanenti pareti abbiano resistenza al fuoco almeno 180' e siano resistenti all'esplosione.
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO s i l o s (segue) Il silos sia dotato dei seguenti dispositivi di sicurezza: • a) Rilevatori di scintille. • b) Rilevatori di incendio termici differenziali e/o velocimetrici all'interno del silos, collegati ad allarmi acustici e visivi. • c) Impianto idrico di irrorazione a pioggia, con comando manuale e ugelli tipo sprinkler a protezione dell'area sottostante. • d) Idonei sportelli antiscoppio • e) Dispositivo di apertura manuale posto a debita distanza dal portellone di scarico. • f) Un idrante UNI 70 a colonna da posizionare nelle sue immediate vicinanze.
AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO CABINE DI DECOMPRESSIONE GAS METANO • La cabina venga collocata in un'area cintata con rete metallica alta almeno 2 mt. ad distanza di protezione non inferiore a 2 mt. • I muri perimetrali della cabina siano costruiti con calcestruzzo (semplice armato) o muratura, la copertura della cabina sia di tipo leggero. • A=1/10S
IMPIANTI ELETTRICI • L'impianto elettrico venga realizzato in conformità alle norme di cui alla legge 1/03/68 N.186. • Il quadro di manovra sia installato in posizione sufficientemente lontano da sostanze combustibili e sia accessibile soltanto al personale addetto. • L'impianto elettrico sia provvisto di interruttore generale installato in prossimità dell’ingresso o comunque in posizione tale che, in caso d'intervento dei Vigili del Fuoco, sia possibile, dall’esterno, porre fuori tensione i circuiti interni.
impianti elettrici (segue) • Le condutture elettriche siano rispettose dei compartimenti • L'impianto elettrico sia dotato di impianto di messa a terra e, qualora necessario, di protezione contro le scariche atmosferiche (CEI 81/1). • Eventuali impianti di trasformazione di energia vengano collocati in apposito locale avente strutture REI ed accesso da disimpegno aerato o meglio dall'esterno
IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA • Tutti i locali siano dotati di impianto di illuminazione d'emergenza del sistema delle vie di esodo tale da garantire 5 lux nelle zone antistanti le uscite di sicurezza e lungo le vie di esodo e 2 lux nelle altre zone ove è richiesto.
DEPOSITI ESTERNI • I materiali siano depositati in cataste disposte regolarmente, entro aree comunque recintate. • Le cataste siano disposte in modo da osservare le seguenti distanze di sicurezza esterna (distanza tra il loro perimetro e quello dei fabbricati esterni; D.S.E.) e le seguenti distanze di sicurezza interna (D.S.I.):