1 / 20

Pier Giovanni Bresciani Coordinatore scientifico Professore a contratto Università di Genova

PROGETTO INTERREGIONALE. LABORATORIO 1 DIALOGO TRA I SISTEMI DI ORIENTAMENTO (L ’ INTEGRAZIONE TRA I SISTEMI) E CONDIVISIONE DI BUONE PRATICHE. Pier Giovanni Bresciani Coordinatore scientifico Professore a contratto Università di Genova e Università di Bologna.

kassia
Download Presentation

Pier Giovanni Bresciani Coordinatore scientifico Professore a contratto Università di Genova

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. PROGETTO INTERREGIONALE LABORATORIO 1DIALOGO TRA I SISTEMI DI ORIENTAMENTO (L’INTEGRAZIONE TRA I SISTEMI) E CONDIVISIONE DI BUONE PRATICHE Pier Giovanni Bresciani Coordinatore scientifico Professore a contratto Università di Genova e Università di Bologna

  2. Il seminario è rivolto a coloro che ai vari livelli (nazionale, regionale, provinciale, comunale) sono a diverso titolo coinvolti (con livelli diversi di responsabilità) nelle funzioni di governo, programmazione, indirizzo, regolazione, supporto/sviluppo, assistenza tecnica in relazione all’orientamento (dirigenti e funzionari della scuola e della istruzione e formazione professionale, dell’università, dei servizi per il lavoro) e intendono approfondire il tema del dialogo e della integrazione tra i sistemi in una prospettiva operativa DESTINATARI

  3. TEMI AFFRONTATI NEL LABORATORIO Il dialogo tra i sistemi con particolare riferimento alla ‘integrazione’ intesa come modalità di assetto e di funzionamento desiderabile e necessaria per affrontare con efficacia le ‘nuove sfide’ che la evoluzione dello scenario pone ai soggetti che hanno responsabilità nell’ambito degli Enti pubblici di ‘governo’ delle politiche e degli interventi di orientamento ai vari livelli L’integrazione non come ‘fine in sé’ ma come ‘strumento’ per il perseguimento degli obiettivi (di efficacia, efficienza, qualità, etc.) propri delle politiche di orientamento

  4. Il tema dell’integrazione verrà affrontato sotto due profili • il profilo della sua ‘definizione’ • - favorendo una riflessione ed una condivisione • sul concetto di integrazione • - così da rendere più efficace il lavoro di confronto sulle esperienze • e di individuazione della tipologia di interventi • che i soggetti istituzionali possono attivare per realizzarla • (prospettiva operativa)

  5. (soprattutto)il profilo della sua ‘implementazione’: • - favorendo una riflessione ed una condivisione • a partire dalla analisi e dal confronto di esperienze significative • e ‘buone pratiche’ • ma anche (se possibile) dalla analisi di esperienze critiche • e di ‘insuccessi’ • relativamente ai diversi tipi di ‘dispositivi’ • in grado di supportare e ‘strumentare’ l’integrazione • pervenendo ad una ‘definizione’ del concetto di integrazione • allo scopo di condividere con i destinatari del laboratorio • l’oggetto e la finalità del lavoro • che si intende svolgere in tale ambito

  6. L’integrazione può essere: ‘orizzontale’ (es. tra sistemi diversi, come accade tra formazione e servizi per l’impiego, o tra scuola e formazione professionale) oppure ‘verticale’ (es. tra i diversi livelli di uno stesso sistema e nelle transizioni tra le sue componenti come accade nell’istruzione tra scuola media e scuola superiore o tra scuola superiore e università)

  7. Può riferirsi ad ‘oggetti’ diversi: le politiche ed i relativi sistemi di riferimento (es. istruzione, lavoro, formazione, orientamento, etc.) oppure i soggetti e le strutture di erogazione dei servizi che operano in un determinato territorio (es. strutture ‘dedicate’ di orientamento e Centri per l’impiego; Enti di formazione e scuole medie superiori; etc.) oppure ancora i servizi stessi e le azioni e relative (es. informazione, consulenza orientativa e tirocini; oppure tirocini e bilancio di competenze e formazione, etc.) sia che essi siano erogati da strutture diverse sia che siano erogati dalla medesima struttura

  8. A seconda del tipo di integrazione cui ci si riferisce differenti saranno le dimensioni di intervento gli strumenti ‘pertinenti’ ed efficaci le ‘leve’ utilizzabili per favorirla i fattori di successo

  9. Il tema dell’integrazione può essere affrontato anche con riferimento alle diverse ‘dimensioni’ che vi si possono riconoscere in una prospettiva di intervento la dimensione ‘istituzionale’ (politiche, programmi, strutture e processi di governo e regolazione, etc.) la dimensione ‘organizzativa’ (assetti organizzativi, organismi di gestione, ruoli, progetti, meccanismi operativi, risorse, sistemi informativi, etc.) la dimensione ‘culturale’ (rappresentazioni, valori, competenze, etc.)

  10. Una strategia efficace volta a ‘favorire l’integrazione’ dovrà considerare il rapporto ‘necessario’ tra queste dimensioni per trarne indicazioni in termini di intervento.

  11. Risultati di ordine ‘conoscitivo’ conoscere, analizzare, valutare e confrontare esperienze e progetti sull’integrazione nell’orientamento approfondire e specificare il tema dell’integrazione e dei concetti ad esso collegati nel dibattito corrente (es. il concetto di ‘rete’), pervenendo ad una condivisione di significato RISULTATI ATTESI

  12. Risultati di ordine ‘operativo’ grazie all’analisi dei contributi di tipo tecnico-specialistico (saggi, documenti, etc.) avere a disposizione un set di ‘indicazioni operative’ per sviluppare l’integrazione (dimensioni di intervento; fattori di successo; elementi di criticità; ‘leve’ e strumenti utilizzabili; processi e modalità; etc.) grazie al confronto di esperienze promuovere iniziative di sviluppo (visite, scambio di materiali e modelli; progetti comuni; benchmarking; etc.)

  13. meta-risultati grazie alla pratica del laboratorio, lo sviluppo del senso di appartenenza alla ‘comunità’ dei soggetti istituzionali di governo e regolazione e di indirizzo del sistema di orientamento e il miglioramento della conoscenza reciproca e delle relazioni tra i partecipanti

  14. Duplice livello di intervento, ‘in parallelo’ livello delle ‘pratiche’ consente il confronto tra i partecipanti al laboratorio a partire dalla analisi delle esperienze di ‘integrazione’ concretamente praticate nei diversi contesti e segnalate dai partecipanti stessi (oggetti, ambiti, soggetti e ruoli, relazioni, processi, modalità, risultati, etc.) MODALITA’ DI LAVORO

  15. livello della ‘teoria-metodologia’ consiste nella analisi di alcuni richiami essenziali di tipo teorico-metodologico sia per avere a disposizione una ‘categorie di analisi’e ‘chiavi di lettura’ delle esperienze e delle ‘buone pratiche’ sia per potere disporre di indicazioni per implementare dispositivi e pratiche di integrazione sempre più efficaci (mediante la definizione delle dimensioni di intervento; dei fattori ‘tipici’ di successo e di criticità; etc.)

  16. Prima fase (in parallelo): a) analisi di alcuni contributi della letteratura tecnico-specialistica sull’integrazione e definizione di una ‘mappa concettuale’ al riguardo b) ricognizione di esperienze e ‘buone pratiche’ di integrazione sulla base di una ‘griglia di analisi’ proposta in avvio e secondo i criteri di valutazione adottati dai diversi partecipanti che le segnalano e/o delle quali sono diretti testimoni c) ricognizione ed analisi di ‘buone pratiche’ anche tramite altre fonti (es. ricerche; specifici programmi UE, etc.) LE FASI DI LAVORO

  17. Seconda fase (in parallelo): a) analisi delle buone pratiche e ‘restituzione’ di una lettura comparativa e di una chiave interpretativa in ordine alla tipologia delle dimensioni-problema alla tipologia delle soluzioni’ proposte ed ai fattori di successo ed agli elementi di criticità b) confronto delle esperienze e delle pratiche analizzate con le indicazioni provenienti dalla letteratura tecnico-specialistica

  18. Terza fase: confronto tra i partecipanti elaborazione di un documento contenente indicazioni operative (‘principi di riferimento e linee guida per lo sviluppo di azioni integrate) elaborazione di proposte di sviluppo (scambio di materiali e modelli benchmarking visite progetti congiunti)

  19. ‘Inquadramento generale’ dell’esperienza (che tipo di integrazione si è realizzata, su quali elementi, in quale contesto e chi ha coinvolto) ambito di realizzazione (livello, sistema) motivazioni e finalità della esperienza di integrazione realizzata promotore/i della esperienza integrata altri soggetti coinvolti ruolo specifico eventualmente svolto da parte di chi segnala l’esperienza Prima ricognizione delle buone pratiche: la griglia di analisi

  20. forme/modalità/dispositivi nei quali si è concretizzata l’integrazione azioni mirate a supporto della integrazione (es. formazione; messa a disposizione di risorse; etc.) elementi distintivi e di successo dell’esperienza ‘lessons learned’(indicazioni operative desumibili dall’esperienza) questioni ancora aperte, o che proprio l’esperienza abbia contribuito a sollevare eventuali proposte di confronto/scambio con altri soggetti in funzione del miglioramento allegati: materiali di documentazione sull’esperienza (relazioni, rapporti, comunicazioni)

More Related