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Le guerre del Novecento. 1914: ‘I lampioni si stanno spegnendo su tutta l’Europa’ E.Grey, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna.
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1914: ‘I lampioni si stanno spegnendo su tutta l’Europa’E.Grey, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna
Le guerre precedenti producevano limitati effetti diretti sulla popolazione degli stati che avevano intrapreso il conflitto.Erano, generalmente, guerre fra eserciti.
Il 1914 inaugura l’età dei massacri:dimensioni mai toccate prima per quanto riguarda il numero delle vittime. Il Novecento conta un numero di vittime di guerra tre volte superiore a quello di tutte le guerre combattute dal primo secolo a. C. fino al 1899.
Lo sterminio della prima guerra mondiale è stato tale che le vittime di singole battaglie superano i caduti di intere guerre del passato. Perdite umane in alcune guerre tra il 1500 e il 1945
La Francia ha perso quasi il 20% degli uomini in età militare e la Germania il 13%. Gli Inglesi persero nel conflitto un’intera generazione. Complessivamente, si stimano a 26 milioni i caduti della Grande Guerra e almeno a 20 milioni le persone menomate, disabili o traumatizzate in modo irreversibile. La metà di questi morti erano civili.
Nella seconda guerra mondiale… …l’impatto della guerra sulla popolazione è stato devastante, come raccontano le statistiche. Si stima che 54 milioni di persone - fra soldati e civili - siano morte al fronte, sotto i bombardamenti aerei, nei campi di concentramento, negli eccidi di massa, nella repressione di rivolte o per malattia o per fame.
Guerra mondiale La prima guerra mondiale coinvolse tutte le maggiori potenze e tutti gli stati europei, tranne Spagna, Olanda, Svizzera e le tre nazioni scandinave. Truppe provenienti dalle colonie vennero inviate a combattere fuori della loro area geografica di appartenenza, per i Paesi colonizzatori.
Quasi tutti i Paesi del globo parteciparono alla seconda guerra mondiale come belligeranti o furono occupati dalle truppe di altri stati.Le colonie delle potenze imperiali non avevano scelta.
Guerra totale Noi diamo per scontato che la guerra moderna coinvolge tutti i cittadini e mobilita la maggioranza della popolazione; che essa è condotta con armamenti che vengono usati in quantità inimmaginabili, per la cui produzione si richiede la riconversione dell’intero apparato economico, che essa causa distruzioni indicibili e che trasforma profondamente la vita dei paesi coinvolti.
Tutti questi aspetti appartengono solo alle guerre dei nostri tempi.
scopi illimitati Guerre con La grande guerra, diversamente da quelle precedenti, che erano condotte per obiettivi limitati e specifici, aveva come posta scopi illimitati. Sia la Germania sia la Gran Bretagna volevano una posizione di predominio politico e marittimo mondiale. Nell’età dell’imperialismo, le ‘frontiere naturali’ erano considerate i confini estremi del globo.
"Il mio motto è distruggere tutto. Il nazismo distruggerà il mondo."
Guerre di massa perché… • mobilitano un’alta percentuale di forza lavoro attiva (nella seconda guerra mondiale attorno al 20 %). • Perciò costringono la forza lavoro rimasta a una forte riorganizzazione; • ad esempio, producono una rivoluzione nell’impiego di personale femminile al di fuori dei lavori domestici.
Si sviluppa la tecnologia bellica Gli eserciti all’inizio del ventesimo secolo erano dotati di armi molto più potenti dei loro predecessori: fucili e cannoni che colpivano a maggior distanza e, per la prima volta, aviazione militare, carri armati e armi chimiche. Durante la prima guerra mondiale, complessivamente, le nazioni belligeranti produssero circa 206.000 aerei militari.
Napoleone era riuscito, nella battaglia di Jena dei 1806, a sconfiggere la Prussia con soli 1.500 colpi di artiglieria. A confronto, la Francia produsse 200.000 proiettili al giorno durante la prima guerra mondiale e considerava questa produzione inadeguata. L'impiego giornaliero di proiettili da parte delle grandi potenze aumentò di cinquanta volte nel corso della guerra.
Nel periodo della seconda guerra mondiale 45 milioni di persone affluirono nelle fabbriche di armamenti: da un terzo alla metà della forza lavoro dei paesi in guerra venne direttamente o direttamente o indirettamente coinvolta nello sforzo bellico. Percentuale di popolazione impegnata nello sforzo bellico nel 1943.
Nella prima guerra mondiale furono usati i gas venefici per la prima volta.Gli ultimi atti di ostilità della seconda guerra mondiale - il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki - significarono il debutto dell'era atomica…
…e della guerra fredda. Enormi quantità di risorse sono state da allora dedicate alla progettazione, costruzione e manutenzione degli arsenali nucleari, armi molto più potenti della totalità di quelle costruite in tutta la storia dell'uomo. Solo gli Stati Uniti hanno speso almeno 5.500 miliardi di dollari (dati 1996); e non si saprà mai quanto hanno speso l'Unione Sovietica e le altre potenze nucleari.
Lo stock globale ha raggiunto il suo apice nel 1986 con 69.000 testate nucleari, contenenti un potenziale esplosivo di 18 miliardi di tonnellate di tonnellate, che equivalgono a 3,6 tonnellate per ogni essere umano
Sono aumentati anche il potere distruttivo, la velocità, il raggio di azione e la manovrabilità delle armi convenzionali.
I governi non hanno lesinato i fondi per la ricerca e la messa a punto di soluzioni tecnicamente innovative per i loro eserciti. La ricerca del settore nucleare ha raggiunto un picco di quasi 124 miliardi di dollari nel 1988 (anche se da allora è scesa a 73 miliardi nel 1993). Estrapolando dai dati degli Stati Uniti, si può calcolare che le risorse dedicate all'innovazione militare nel mondo abbiano quasi raggiunto i 3.500 miliardi di dollari nell'ultima metà del secolo
Mentre le superpotenze e i loro principali alleati si armavano per uno scenario da giudizio universale, continuavano a disseminare sul pianeta una quantità di armi senza precedenti per numero e potenza distruttiva. Dal 1960, il commercio internazionale di armi ha raggiunto un volume di affari pari ad almeno 1.500 miliardi di dollari. Di questo flusso, quasi i due terzi si sono diretti verso i paesi in via di sviluppo, contribuendo a piegare quelle economie sotto il peso del debito e ad assorbire fondi che sarebbero stati orientati ben più opportunamente ad altre priorità nazionali
Questa immissione massiccia di armi ha contribuito a destabilizzare interi paesi e regioni travagliate dai conflitti post-coloniali, da rivalità etniche e lotte intestine che si trascinano ancora oggi. Non ci si può stupire, quindi, che il numero dei conflitti armati sia aumentato dopo la seconda guerra mondiale.Nessuno di questi conflitti, preso singolarmente, ha contato tante vittime quanto le guerre mondiali, ma nel loro insieme hanno causato tanti morti quanti la grande guerra.
La barbarie Con lo sviluppo della tecnologia bellica, uccidere e ferire diventavano conseguenze remote del premere un pulsante o del muovere una leva. La tecnologia rendeva invisibili le sue vittime, mentre ciò non accadeva quando si sventravano i nemici con la baionetta o li si inquadrava nel mirino del fucile
Adolf Eichmann, criminale nazista:“ Erano azioni compiute per ordine superiore”
La reazione umanitaria La barbarie delle guerre del Novecento si tradusse nelle Convenzioni di Ginevra, con le quali tutti gli stati si impegnarono a non ricorrere più alla guerra chimica a non fare uso della tortura e della schiavitù a non effettuare esecuzioni arbitrarie al rispetto delle popolazioni civili a tutelare i prigionieri di guerra a proteggere le donne da stupri e violenze sessuali
O G G I…
Le guerre del Novecento hanno coniato nuove parole Genocidio: “gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso“ (definizione ONU). Il genocidio dei Tutsi in Ruanda
Apolide: persona che non è riconosciuta cittadino di nessuno stato e non ha, quindi, diritti di cittadinanza. Anna Frank fu privata della cittadinanza tedesca nel 1941
Profugo: chi è costretto ad abbandonare la propria dimora a causa di catastrofi naturali, conflitti bellici o eventi di varia natura, più o meno violenti. 1989: profughi dal Kosovo, nei Balcani
Overkill: letteralmente ‘uccisione eccessiva’. Uso della forza ben superiore a quello necessario per eliminare l’obiettivo.
1946,SarajevoQui come a Belgrado vedo nelle strade un gran numero di giovani donne con i capelli ingrigiti o completamente grigi. I loro volti sono tormentati, anche se giovani, mentre i loro corpi rivelano ancor più chiaramente la loro giovinezza.Mi sembra di scorgere in queste fragili creature i segni lasciati dal passaggio dell’ultima guerra…Questa visione non può essere conservata per il futuro; queste teste ben presto diverranno ancor più grigie e scompariranno. E’ un peccato. Niente più di queste giovani teste grigie, dalle quali è stata rubata la spensieratezza della gioventù, potrebbe raccontare con chiarezza alle generazioni future come siano stati i nostri tempi.Che siano almeno ricordate in questa noterella.Segnali sul ciglio della strada, I. Andric, 1990
Gaza, 2009A farne le spese sarà l’umanità(dal sito di Emergency)
Una buona notizia? Il rapporto annuale internazionale per la ricerca della pace di Stoccolma (Sipri) riporta che nel 2011 il volume d’affari dei 100 più grandi produttori di armi nel mondo è diminuito per la prima volta dal 1994 Tenendo conto dell’inflazione, il calo delle vendite globale è stato del 5 per cento. Nella lista del Sipri, che esclude le imprese cinesi per mancanza di dati, è presente anche Finmeccanica, all’ottavo posto come nell’anno precedente. “Politiche di austerità e tagli alle spese militari hanno fatto diminuire la vendita di armi in Nordamerica ed Europa”, ha spiegato il Sipri in un comunicato stampa. “Ma oltre alla crisi economica, tra le ragioni di questa contrazione sono da tenere in considerazione la fine della guerra in Iraq, il progressivo ritiro dell’esercito statunitense dall’Afghanistan e l’embargo sulle armi alla Libia di Gheddafi”. Ma la spesa militare dei singoli governi, oltre a essersi ridotta, sta percorrendo nuove strade. “La protezione contro gli attacchi informatici è diventata una delle priorità per la sicurezza nazionale, per questo anche l’industria delle armi sta investendo per ampliare i servizi in questo settore”, conclude il rapporto.
Fonti: G. De Luna, Il corpo del nemico ucciso, Einaudi, Torino, 2006 E. J. Hobsbawm, Il secolo breve, Rizzoli, Milano, 1997 http://www.presentepassato.it/Dossier/Guerrapace/Documenti2/doc2_3.htm Internazionale: http://www.internazionale.it/