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Politiche sociali per la famiglia

Politiche sociali per la famiglia. Dott.ssa Tonia Favale. Da sempre il costo dei figli e il lavoro di cura degli anziani è argomento che riguarda strettamente la famiglia quale principale agenzia di produzione di welfare.

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Politiche sociali per la famiglia

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Presentation Transcript


  1. Politiche sociali per la famiglia Dott.ssa Tonia Favale

  2. Da sempre il costo dei figli e il lavoro di cura degli anziani è argomento che riguarda strettamente la famiglia quale principale agenzia di produzione di welfare.

  3. La famiglia è direttamente o indirettamente oggetto di regolazione da parte dello stato attraverso la regolazione dei processi di redistribuzione delle risorse.

  4. La questione relativa al rapporto tra Stato e famiglia: • Responsabilità di cura e mantenimento economico ed emotivo dell’individuo; • Responsabilità ripartita ai diversi attori istituzionali (stato, famiglia, parentela, terzo settore).

  5. Nell’ambito del lavoro di cura due sono i tipi di responsabilità e obbligazioni che interferiscono tra pubblico e privato: • Obbligazioni finanziarie • Obbligazioni di cura

  6. Il candidato illustri i principi di politica sociale presenti nella legge 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” e come viene ridefinita nella relativa legge Regionale 19/2006.

  7. Scaletta • Leggi bene la traccia • Introduzione • Obiettivi • Prova a scrivere il testo correttamente e senza asterischi • Alla fine rileggi tutto insieme

  8. Il termine “politica familiare” è stato usato per fare riferimento a : • un ampio spettro di misure legislative; • a sussidi monetari; • servizi a favore delle famiglie.

  9. Paesi francofoni(Francia, Belgio e Lussemburgo) • Demografia (la Francia, insieme alla Svezia, è stato il primo paese a subire un declino della fecondità nel XIX secolo); • Costo dei figli; • Parità dei sessi. Ciò è stato possibile grazie a forme di trasferimenti monetari e di servizi per l’infanzia a sostegno del doppio ruolo della donna: madre e lavoratrice.

  10. I paesi scandinavi • Uguaglianza tra i sessi; • Attenzione rivolta ai bisogni e ai diritti dei bambini

  11. I paesi a lingua tedesca(Germania, Austria) • Priorità alla famiglia “istituzione”; • Alla famiglia “completa” e legittima; Attraverso trattamenti fiscali che incentivavano la figura della moglie casalinga e scarso sviluppo sia di servizi per l’infanzia e di politiche di conciliazione famiglia-lavoro.

  12. I paesi anglosassoni(Gran Bretagna, Irlanda) La famiglia è stata concepita come sfera privata pertanto gli interventi sono stati minimi soprattutto riferiti alle famiglie povere e a rischio.

  13. Paesi del sud Europa(Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) • Alto livello di frammentarietà della politica sociale; • Più basso livello di trasferimenti pubblici a sostegno delle famiglie con figli; • Selettività dei trasferimenti monetari.

  14. Italia e Spagna Non dispongono di un sistema universale di assegni familiari per i figli, di un adeguato sviluppo dei servizi pubblici per la primissima infanzia e di politiche di conciliazione famiglia-lavoro.

  15. In questi l’assenza di politiche familiari è dovuta: • Al peculiare funzionamento del loro sistema di protezione sociale; • Alla loro specifica configurazione politica e ideologica (presenza Chiesa Cattolica); • Alla passata esperienza autoritaria (fascismo in Italia, franchismo in Spagna, solidarietà familiare)

  16. Welfare-mix Stato, volontariato, famiglia e mercato coprono ruoli diversi in un determinato contesto storico.

  17. Male-breadwinner Un modello che si fonda sulla divisione del lavoro tra uomo e donna: l’uomo (adulto) come procacciatore di risorse e la donna impegnata nel lavoro di cura non retribuito.

  18. Dual-breadwinner Compresenza di uomini e donne sul mercato del lavoro e sviluppo di diritti sociali di tipo individuale.

  19. Lavoro di cura - caring Non indica solo il lavoro di cura non retribuito da parte delle donne nell’ambito familiare, ma anche quello svolto in modo remunerato in servizi pubblici e privati.

  20. La questione del caringha messo in evidenza l’importanza per le donne di avere a disposizione servizi per l’infanzia e per gli anziani per favorire l’accesso e la permanenza sul mercato del lavoro.

  21. Costo dei figli In Italia poco studiata e scarsamente riconosciuta nelle politiche sociali e fiscali.

  22. Costo dei figli: • Responsabilità per il mantenimento dei figli (economico-finanziario); • Responsabilità per la cura.

  23. Storicamente la responsabilità per il mantenimento è stato attribuito ai padri: • pensione per i superstiti (vedove e orfani); • detrazione fiscale per membri familiari economicamente dipendenti; • assegni familiari.

  24. Gli assegni familiari furono introdotti: • Per il dilagare della povertà; • Per il timore diffuso della fecondità:

  25. Assegni familiari Francia (Primi ‘900) introduzione da parte dei datori di lavoro di “casse di compensazione” (supplemento sul salario), e nel 1932 si trasformarono in assegni familiari non più dipendenti dal datore; Germania (1935) assunse finalità pronataliste e di conservazione della razza (nel 1939 furono assegnati alle famiglie con più di 3 figli); Italia (1936) per i lavoratori dell’industria per compensare la restrizione di salario dovuta alla crisi economica; Spagna (1938) nelle regioni occupate prima della fine della guerra civile.

  26. Gli assegni familiari in Italia: Dopo il regime fascista persero la finalità demografica e continuarono ad essere concepiti come una prestazione monetaria a sostegno delle responsabilità familiari da parte dell’uomo nei confronti della moglie e dei figli. Nel 1988 si trasforma in “assegno per il nucleo familiare” destinata solo ad una determinata categoria di lavoratori.

  27. Gli assegni familiari sono: • Di tipo universale; • Di tipo selettivo (Belgio, Italia).

  28. Trattamenti fiscali per la famiglia Una forma di compensazione per i costi di mantenimento dei figli: trasferimenti monetari indiretti.

  29. Nei paesi della comunità europea esistono prestazione monetarie che sono sconosciute in Italia: • L’assegno connesso con l’evento nascita è previsto per tutte le famiglie; • Prestazione per le famiglie monogenitore; • Assegni per il mantenimento e la cura dei figli nella prima infanzia o durante l’età scolare; • Sussidi a sostegno delle spese per l’abitazione per le famiglie con figli a carico.

  30. Uguaglianza di opportunità tra i sessi Obiettivo principale per le politiche familiari nei paesi dell’Unione europea da realizzare principalmente attraverso politiche di conciliazione famiglia-lavoro

  31. Servizi per l’infanzia costituiscono il pacchetto di politiche sociali che: • Contribuisce al riconoscimento del costo dei figli in quanto consumatori di tempo; • Favorisce la presenza e/o la permanenza delle donne nel mercato del lavoro e quindi di una maggiore uguaglianza di opportunità tra i sessi.

  32. Iserviziperl’infanzia In Italia la nascita di scuole materne non è avvenuta per consentire alle donne di entrare nel mercato del lavoro, ma per finalità di ordine educativo.

  33. Servizi da 0 a 3 anni Il tasso di copertura dei servizi non è elevato in nessun paese ma è particolarmente basso dove il tasso di occupazione femminile è più debole.

  34. I congedi parentali Nella maggior parte dei paesi le leggi a tutela delle madri lavoratrici furono introdotti alla fine dell’ ‘800 e l’inizio del ‘900. • Svizzera 1879 • Germania 1883 • Italia 1902

  35. Congedo di maternità Indennità per compensare la perdita di salario subita dalla madre durante l’astensione dal lavoro (Italia 1910)

  36. Il congedo genitoriale (facoltativo) è definito in alcuni paesi un diritto individuale e non trasferibile, in altri un diritto familiare. In 4 paesi non è riconosciuto nessun diritto a ricevere un corrispettivo (Olanda, Spagna, Grecia e Portogallo), in Francia a partire dal secondo figlio.

  37. Modelli di servizi di cura: • Paesi con ottimi livelli di servizi di cura per i bambini e anziani (Danimarca, Svezia e Finlandia) • Paesi con uno scarso sviluppo dei servizi di cura per entrambi i settori (Portogallo, Grecia, Spagna, Irlanda e Germania); • Paesi in cui è ottimo lo sviluppo dei servizi per gli anziani ma scarso quello per i bambini (Olanda, Norvegia e Gran Bretagna); • Paesi con buoni servizi per i bambini ma scarsi per le persone anziane (Belgio, Francia e Italia).

  38. Il bisogno di cura degli anziani è cresciuto perché: • Si è assistito ad un invecchiamento della popolazione e ad un allungamento del ciclo di vita; • È diminuito il numero di potenziali prestatrici di cura (caregiver); • È il prodotto di cambiamenti avvenuti nella struttura familiare.

  39. La cura a domicilio (community care) è divenuta la priorità di politiche per gli anziani da realizzare attraverso: • Lo sviluppo o il potenziamento di servizi alla persona (assistenza domiciliare, alloggi protetti, centri diurni); • Gli assegni familiari.

  40. Il termine community care è utilizzato per: • Descrivere il processo di deistituzionalizzazione ponendo l’enfasi sulle cure a domicilio; • Designare la necessità di responsabilizzazione di una rete sociale informale più ampia (famiglia, volontariato, vicinato)

  41. Assegno di cura Pagato direttamente alla persona o a chi presta le cure passando dalla priorità in precedenza attribuita ai servizi alla persona, all’erogazione di contributi monetari.

  42. Germania ha introdotto l’assicurazione sociale obbligatoria contro la non autosufficienza;Finlandia esiste da molti anni un “assegno di cura per il pensionato”;Italia indennità di accompagnamento.

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