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Mosè, condottiero del popolo di Dio. Un Faraone, il re d'Egitto, cominciò a temere i figli di Giacobbe, che ora si chiamavano israeliti. "Gli Israeliti stanno crescendo troppo ", disse, "Se ci fosse una guerra, potrebbero combattere contro di noi e distruggerci.".
E N D
Un Faraone, il re d'Egitto, cominciò a temere i figli di Giacobbe, che ora si chiamavano israeliti. "Gli Israeliti stanno crescendo troppo ", disse, "Se ci fosse una guerra, potrebbero combattere contro di noi e distruggerci."
Per evitare che ciò accadesse, Faraone li rese schiavi e li costrinse a svolgere un duro lavoro. Ma per quanto il loro lavoro fosse diventato pesante, gli israeliti continuavano a crescere di numero; allora Faraone emanò una legge crudele in base alla quale tutti i neonati nati da genitori israeliti dovevano essere annegati nel Nilo.
Avvenne che in una famiglia israelita nacque un bambino. Sua madre sentiva che doveva fare qualcosa per salvarlo. Fece così un grande cesto di canne che crescevano vicino al fiume. Lo sigillò con del catrame appiccicoso in modo che potesse galleggiare. Poi adagiò il bambino nel cestino e lo mise nel fiume vicino alla riva. Sua sorella, Miriam, a distanza, vegliava sul bambino.
Quel giorno, la figlia del faraone scese al fiume per fare il bagno. Notò quella strana cesta galleggiante nel fiume e disse alla sua serva: “Va’ a prendere quel cestino". Quando vide il bambino, lo amò. Miriam allora uscì dal nascondiglio e le chiese: "Vuoi che ti vada a chiamare una donna israelita che si prenda cura del bambino?" "Sì, lo voglio," rispose la principessa.
Miriam corse a casa e raccontò alla mamma tutto quello che era successo. Poi prese la madre e la portò dalla figlia del faraone. “Prenditi cura del bambino e riportamelo quando sarà più grande", disse la principessa. La madre del bambino fu contenta perché si ricongiunse col figlio, sapendo anche che sarebbe stato al sicuro.
Quando il bambino si fece più grande, sua madre lo portò alla figlia del faraone e divenne suo figlio. Lei lo chiamò Mosè dicendo: "Io lo tirai fuori dall'acqua." Mosè divenne molto istruito crescendo nel palazzo del faraone.
Anche se era cresciuto in un palazzo egiziano, Mosè sapeva di essere un israelita di nascita. Un giorno vide che un egiziano picchiava uno schiavo israelita. Nella rabbia, uccise l'Egiziano e ne nascose il corpo nella sabbia. Faraone scoprì ciò che Mosè aveva fatto e dichiarò che Mosè doveva morire. Allora Mosè fuggì dall'Egitto e si rifugiò nella terra di Madian.
Un giorno Mosè pascolava il gregge a Oreb, "la montagna di Dio", quando vide un roveto ardente. Mosè pensò: “che strano! Questo pruno brucia, ma non si consuma”.
Allora Dio parlò a Mosè dal roveto ardente: "Mosè, togliti i sandali, perché sei su un suolo sacro“. "Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Ho ascoltato le preghiere del mio popolo e voglio mandarti per condurli dall'Egitto in una terra che scorre latte e miele". "Chi sono io per condurre il tuo popolo dall'Egitto?" chiese Mosè. Dio rispose: "Io sarò con te“. "Chi devo dire loro che mi manda?" Chiese Mosè. Dio rispose: "Io sono quello che sono. Dirai loro che l’Io sono ti ha mandato“.
Come condottiero scelto da Dio, Mosè vide molti grandi miracoli. Uno di questi miracolo fu quando i figli d'Israele fuggirono davanti all'esercito egiziano attraversando il Mar Rosso. Dio divise le acque per permettere agli Israeliti di giungere in tutta sicurezza sulla terraferma. Quando l'esercito egiziano li inseguì, Dio richiuse le acque su di loro e l'intero esercito annegò nel mare.
Quando Dio lo chiamò a guidare il suo popolo fuori dalla schiavitù, Mosè chiese: "Chi sono io per condurre il tuo popolo?" Dio rispose: "Io sarò con te." Quando Dio ti chiama, ricorda ..... Egli sarà con te!