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Potenziare le competenze pedagogiche per leggere e interpretare la realtà.
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Potenziare le competenze pedagogiche per leggere e interpretare la realtà
Il rapporto educativo richiede all’insegnante competenze pedagogiche intese come capacità di indurre e favorire cambiamenti, trasformazioni sia nell’individuo, sia nei gruppi valorizzando il passato-presente e aprendosi al futuro.
Le competenze pedagogiche riguardano la capacità di pensare e collaborare con gli alunni a realizzare un progetto di crescita e di vita dichiarato e condiviso (niente si può fare per loro, ma solo con loro)
Per attrezzare il ragazzo ad affrontare il futuro la scuola persegue due compiti: Nutrire la mente del bambino/ragazzo con il patrimonio culturale costruito nei secoli (saper saper fare) - alfabetizzazione culturale – • Guidare la persona nella crescita emotiva, affettiva, sociale e morale (saper essere) alfabetizzazione emotiva e affettiva
Il rapporto educativo richiede all’insegnante oltre alle competenze pedagogiche, competenze didattiche disciplinari e competenze relazionali. La competenza disciplinare riguarda la conoscenza della struttura della disciplinache si insegna (l’alunno deve acquisire insieme alle informazioni le categorie logiche che fanno di quella disciplina un sapere organizzato) Chiediamo agli alunni di ragionare non solo di acquisire informazioni, di aumentare la capacità di pensare
Nel processo di insegnamento-apprendimento, il docente deve essere consapevole di quello che insegna e di come lo insegna • È necessaria quindi una competenza didattica (come si insegna) che affianca alla conoscenza della disciplina, le conoscenze sul funzionamento della mente e sulle modalità di apprendimento dell’alunno.
Afferma Rousseau “ per insegnare la matematica a Pierino, bisogna conoscere Pierino e conoscere la matematica ” • All’insegnante si richiedono quindi competenze didattiche disciplinari e • competenze psico-pedagogiche
Se è vero che possiamo paragonare • l’intelligenza ad una macchina e • il pensiero al modo di guidarla appare evidente l’importanza della scuola nel valorizzare o mortificare i talenti degli alunni nell’ aumentare la capacità di pensare
Negli ultimi decenni le scienze psicologiche hanno fornito un notevole supporto alla pedagogia sia per quanto riguarda le conoscenze sul funzionamento della mente e sulle modalità di apprendimento che sulle relazioni interpersonali
Il processo educativo il processo di insegnamento- apprendimento • Inserire tabella
Alcune riflessioni sui nostri alunni adolescenti. I ragazzi sono impegnati nelle problematiche connesse: • Alle trasformazioni fisiche e pulsionali che caratterizzano il secondo decennio di vita • Al modo diverso in cui vengono percepiti e trattati dagli altri • All’allargamento degli interessi cognitivi che li spingono verso il mondo e ad allontanarsi dalla famiglia
L’adolescente è impegnato nella costruzione di una nuova identità radicata nell’infanzia e proiettata nel futuro • Deve affrontare “compiti di sviluppo” legati Ai cambiamenti bio-fisici • Alle richieste della società relative alle competenze comunicative specifiche e • alle competenze sociali
Erikson descrive l’identità come un sentimento di continuità dell’IO che permette di impegnarsi in compiti significativi investendo la propria energia • J.E.Marcia ha messo a fuoco quattro possibili stati dell’identità definiti su due dimensioni: • L’esplorazione di alternative possibili (nel lavoro, religione,ruolo sessuale) • L’impegno verso l’alternativa prescelta
Quattro stadi: • Acquisizione dell’identità si assumono impegni dopo un’esperienza di esplorazione. Si costruisce una nuova identità partendo dalle precedenti identificazioni in un’unica gestalt • 2. blocco dell’identità non si esplora per formarsi una nuova identità originale. L’identificazione con altri significativi resta il solo modo per diventare adulti
3.4. moratoria e diffusione dell’identità • Indicano una mancanza di impegno preciso verso la realtà Nella moratoria c’è un processo valutativo teso alla ricerca di ruoli sociali convenienti alle proprie aspirazioni • Alla diffusione non corrisponde nulla di tutto ciò
S.Lazarus ha aperto lo studio sulla modalità di coping:quanto l’adolescente riesce a investire di sé per costruire la propria identità facendo fronte ai compiti di sviluppo che incontra. • Modalità di far fronte centrate sul problema (sforzi per modificare la situazione) • Modalità di far fronte centrate sull’emozione (prendere le distanze dalla situazione, fuggire dalla situazione, cercare un sostegno sociale)
Importante è il sostegno discreto e non invasivo che trova nell’ambiente sociale ( genitori, docenti, educatori) messi a dura prova dal fatto che le prime ad essere messe in discussione sono le situazioni più abituali e familiari. • Il rapporto con i pari diventa prioritario, come importante è l’allargamento cognitivo ai problemi sociali, politici religiosi dovuto alla comparsa del pensiero ipotetico deduttivo
Oggi esiste il rischio della: • presentificazione degli interessi determinata dall’incertezza del futuro visto come minaccioso (minaccia di degrado sia ambientale che umano) e l’educazione alla sopravvivenza che tende a rimuovere i conflitti e ad una cultura della rassegnazione. • Al desiderio del rapporto con l’altro si sostituisce l’utilitarismo spicciolo e la caduta di interessi epistemici e estetici. Alla curiosità per il mondo si sostituisce la passività (televisione, videogiochi)
Aiutare il ragazzo nel processo di identificazione , • sostenerlo nell’ esplorazione del mondo e delle sue nuove capacità • Riconoscere il suo essere adulto e il suo bisogno di rassicurazione e sostegno • Accettare il conflitto senza scadere nel litigio • Saper dire “no”, ma lasciare sempre aperta la porta al dialogo
Dalla parte dell’alunno • L’apprendimento deve essere • Motivato (motivazioni intrinseche o • estrinseche) • Attivo ( coinvolgente, mette in moto il • pensiero) • Adeguato (alla struttura cognitiva dell’alunno) • Graduale ( nell’acquisizione delle conoscenze)
Apprendimento delle abilità sociali e relazionali • attraverso Il cooperative learningcheaiuta a • sviluppare le abilità relazionali, • migliorare il clima di classe e • riconoscere il gruppo come strumento di crescita. • Il percorso curriculare indicato da Comoglio:
1. Competenze comunicative interpersonalilegate • al momento in cui ascoltiamo un messaggio (come riceventi), • a quello in cui rispondiamo ad un messaggio (come emittenti) • attraverso una comunicazione verbale e non verbale. • Sono comprese nella competenza comunicativa interpersonale: • le abilità di ascolto come il guardare negli occhi l'interlocutore o il parafrasare l'intervento dell'altro o il fare domande di approfondimento; • le abilità di comunicazione non verbale attraverso una postura, gestualità e tono di voce che indicano accoglienza • le abilità di risposta efficace come l'uso di una comunicazione descrittiva e non valutativa, l'utilizzo di espressioni legate al proprio vissuto emozionale , la strutturazione di frasi chiare e sintetiche.
2Competenze di leadershipper la gestione di un gruppo rivolto all'esecuzione di un compito. Tra queste ricordiamo: • le abilità di introduzione del lavoro come ad esempio introdurre l'argomento e scaldare l'ambiente o distinguere i compiti / ruoli nel gruppo o ancora chiarire l'ordine del giorno, • Le abilità di pianificazione e progettazione come definire il problema, chiarire gli obiettivi del lavoro, stabilire una scaletta di priorità o delle azioni da realizzare, • Le abilità di gestione del percorso di gruppo come ad esempio controllare i toni di voce, dare il turno di parola, favorire la partecipazione, dare istruzioni, scandire i tempi di lavoro, condividere i materiali • Le abilità di apprendimento come ad esempio spiegare idee e procedure, prendere appunti, ricapitolare, controllare la comprensione, approfondire.
3. Competenze di gestione dei conflittisono la sommatoria di abilità che permettono di affrontare, gestire e risolvere un conflitto interpersonale • distinguere le proprie/ altrui emozioni, • nominare le proprie/ altrui emozioni, • gestire le emozioni attraverso l'autocontrollo e l'espressione verbale diretta delle stesse, • identificare il terreno comune per creare tutte le soluzioni possibili, • accettare le differenze, riconoscere il valore degli altri, • valutare e scegliere di comune accordo il definire di modalità concrete di attuazione delle soluzioni prospettate.
4. Competenze di soluzione dei problemisomma di singole abilità che permettono di definire il problema, • favorire la generazione di idee e la scelta dell'idea più efficace, • criticare le idee e non le persone, • essere consapevole degli errori, • effettuare correzioni appropriate al livello dei discenti, • sviluppare tecniche di autocorrezione, usare aiuti per la correzione tra pari, raggiungere un accordo.
5. Competenze decisionali sono quella sommatoria di singole abilità che permettono ad un gruppo di persone di prendere delle decisioni insieme. • Possiamo sicuramente affermare che • le abilità sociali devono essere chiaramente identificate ed insegnate
. Variabili importanti per un lavoro di gruppo sono: • i prodotti, • i processi, • il feedback • le azioni dei singoli e del gruppo.
Le funzioni di un gruppo possono essere relative a: i ruoli di gestione • 1. controllo dei toni di voce • 2. controllo dei rumori • 3. controllo dei temi
i ruoli di funzionamento • 1. spiegare idee e procedure • 2. registrare • 3. incoraggiare la partecipazione • 4. osservare i comportamenti • 5. fornire guida • 6. fornire sostegno • 7. chiarire e illustrare
i ruoli di apprendimento • 1. ricapitolare • 2. precisare • 3. verificare la comprensione • 4. fare ricerche comunicare • 5. elaborare • 6. approfondire
i ruoli di stimolo • 1. criticare le idee e non le persone • 2. chiedere motivazioni • 3. distinguere • 4. sintetizzare • 5. sviluppare • 6. verificare • 7. sviluppare opzioni • 8. valutare
“Creare situazioni di apprendimento cooperativo significa considerare e mettere in pratica alcuni principi essenziali, che si differenziano da ciò che tradizionalmente viene considerato lavoro di gruppo” (Comoglio).: • 1. il principio della leadership distribuita; • 2. il principio del raggruppamento eterogeneo; • 3. il principio dell'interdipendenza positiva; • 4. il principio dell'acquisizione delle competenze sociali; • 5. il principio dell'autonomia del gruppo.
1. Dal punto di vista della leadership distribuitaConvinzione: Ogni membro del gruppo è in grado di capire, di imparare e di fornire una prestazione del compito se gli fosse richiesto di completarlo. • Si constata un senso di simpatia di uno verso l'altro, quando il compito è terminato.Comportamento: non si sceglie né si assegna un leader. Tutti i membri del gruppo esercitano le competenze di leadership, quando è necessario e appropriato farlo.
2. dal punto di vista della raggruppamento eterogeneo • Convinzione: i gruppi più efficaci sono i gruppi eterogenei in termini di provenienza sociale di livelli di competenza, di doti fisiche e di sesso. • Comportamento: la selezione dei gruppi è fatta in modo casuale o dagli insegnanti per assicurare l'eterogeneità
3. dal punto di vista della interdipendenza positiva Convinzione:non tutti gli studenti vogliono lavorare in gruppo a meno che non vi sia una ragione per farlo. Comportamento: esiste un risultato prodotto dal gruppo, una responsabilità di gruppo o individuale, materiali condivisi e/o una particolare premiazione di gruppo.
4. dal punto di vista della acquisizione delle competenze socialiConvinzione: l'abilità di lavorare in modo efficace in gruppo deriva dalle competenze che possono essere insegnate ed apprese. Comportamento: le abilità sociali sono definite, discusse, praticate, osservate e controllate
5. dal punto di vista della autonomia del gruppoConvinzione: gli studenti imparano a risolvere i problemi che incontrano per conto proprio, anziché chiedere aiuto all' insegnante.