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LA RELAZIONE EDUCATIVA

LA RELAZIONE EDUCATIVA. LA RELAZIONE. È il legame che unisce due o più persone. MOTIVAZIONE PRINCIPALE. È quella insita nella natura stessa della persona in quanto individuo. LO SCOPO DELLA RELAZIONE. È IL RAPPORTARSI DELL’INDIVIDUO AD ALTRI SUOI SIMILI.

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LA RELAZIONE EDUCATIVA

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Presentation Transcript


  1. LA RELAZIONE EDUCATIVA

  2. LA RELAZIONE È il legame che unisce due o più persone

  3. MOTIVAZIONE PRINCIPALE È quella insita nella natura stessa della persona in quanto individuo

  4. LO SCOPO DELLA RELAZIONE È IL RAPPORTARSI DELL’INDIVIDUO AD ALTRI SUOI SIMILI

  5. PER FAR SI CHE UNA RELAZIONE SIA SIGNIFICATIVA DEVE ESSERCI UNA CONDIVISIONE

  6. LA RELAZIONE EDUCATIVA: Ha la caratteristica di perseguire lo scopo di promuovere lo sviluppo e la crescita

  7. L’EDUCATORE DEVE PRINCIPALMENTE COMPRENDERE Comprensione dei suoi modi di vita, delle sue abitudini di tutti i giorni che fanno da sfondo alla sua esperienza Comprensione dei suoi

  8. OSSERVAZIONE

  9. Una caratteristica principale della relazione è L’INTENZIONALITA’

  10. INTENZIONALITA’ E ciò che permette all’atto educativo di diventare un evento miratoad obiettivi precisi e non improvvisato

  11. QUESTO SI ESPRIME FORMALMENTE NEL PROGETTO DA CUI DOVREBBE PRENDERE L’AVVIO IL LAVORO CON L’UTENTE

  12. Altra caratteristica principale è LA GLOBALITA’

  13. GLOBALITA’ Intesa come senso di considerazione della complessità dell’agire umano

  14. Il comportamento di un individuo non è la risultante di una singola causa, ma di molteplici fattori in costante rapporto tra loro

  15. GLOBALITA’ È considerazione di altri punti di vista per raggiungere una migliore comprensione dell’agire umano

  16. È la necessità di aprirsi al contributo di altri operatori e di arricchirsi con esso

  17. QUESTO E’ IL LAVORO D’EQUIPE

  18. Oltre al lavoro di équipe deve esserci anche un lavoro di RETE

  19. Il lavoro di RETE è la collaborazione con le altre agenzie di educazione (ad es. : famiglia, scuola)e altre istituzioni o enti ed associazioni presenti sul territorio

  20. PERCHE’ CI SIA UN BUON INTERVENTO BISOGNA PORRE ATTENZIONE ALLA DISTANZA

  21. E’ L’EQUILIBRIO TRA IL COINVOLGIMENTO RISPETTO A DETERMINATE SITUAZIONI E LA TROPPA INDIFFERENZA E DISTACCO

  22. Disposizioni personali dell’educatore-animatore • Genuinità o spontaneità • Accettazione incondizionata o considerazione positiva incondizionata • Comprensione empatica • Confronto • Immediatezza

  23. GENUINITA’ O SPONTANEITA’ Essere sempre se stesso, in collegamento con i propri sentimenti e con ciò che nel rapporto si sta svolgendo dentro di lui, senza sentire la necessità di negarlo o distorcerlo. La genuinità implica la congruenza fra i livelli psicologici (fra ciò che si sente,ciò che si pensa, fra ciò che si fa e ciò che si è). Essere se stessi, è necessario ma, è evidente in senso costruttivo.

  24. ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA O CONSIDERAZIONE POSITIVA INCONDIZIONATA Si intende l’atteggiamento di non porre delle condizioni al fatto di “accettare” ,mantenere una positiva disposizione verso la persona a cui ci rivolgiamo. Questa dimensione è legata alla capacità dell’educatore-animatore di interagire senza dare giudizi morali.

  25. COMPRENSIONE EMPATICA Riguarda la capacità di cogliere accuratamente la situazione personale di colui che ci sta di fronte: da ciò che dice e da ciò che è. Corrisponde alla capacità di mettersi al posto dell’altro, di vedere il mondo come lo vede costui.

  26. COFRONTO Inteso come atteggiamento di “contrapposizione” non alla persona in sé, ma ad alcuni aspetti particolari del suo comportamento che appaiono contraddittori o incoerenti dall’esterno. È una competenza tesa ad abbattere, delicatamente, delle barriere interne che si frappongono alla maturazione della persona.

  27. IMMEDIATEZZA Si fa riferimento alla capacità di comunicare all’altro, in modo aperto e diretto, impressioni o rilievi sul modo in cui si sta svolgendo la relazione fra loro in quel momento. Ha lo scopo di offrire un esempio (modeling) di come è possibile parlare, senza sottintesi o reticenze o allusioni indirette, di ciò che si pensa o si percepisce dell’altro.

  28. L’ANIMAZIONEHa una funzione :-socializzatrice-ludica e ricreativa-educativa e culturale-di sostegno nelle situazioni di difficoltà

  29. COMPITO DELL’ANIMAZIONEIl metodo dell’ANIMAZIONE assume il compito di rendere cosciente l’adolescente del mistero che porta dentro e di abilitarlo a rispondere creativamente E un metodo di comunicazione esperenziale“con la persona al centro” È un impegno a dare forma e ordine ai processi di crescita, facendo gli adolescenti soggetti protagonisti attivi, critici e operativi dei processi personali e relazionali in cui sono coinvolti

  30. LO STRUMENTO A DISPOSIZIONE IL GIOCO

  31. IL GIOCO Per migliorare la cooperazione nel gruppo, superare i conflitti, vincere le paure iniziali, mitigare le tensioni, favorire la comunicazione fra i membri del gruppo

  32. Il gioco non è solo un momento per riempire i momenti liberi ma è un’attività fondamentale, indispensabile per la crescita e lo sviluppo di ogni ragazzo.

  33. - Nel gioco il ragazzo prende coscienza del proprio corpo, dei propri limiti e delle proprie possibilità, anche le più nascoste- Il ragazzo tira fuori la sua vera personalità- attraverso il gioco costruisce rapporti con coetanei, impara a stare con gli altri, assume liberamente un ruolo di rispetto nei confronti del gruppo di cui fa parte

  34. Per il ragazzo il gioco è vita: come vive il gioco così si atteggia di fronte alla vita.Attraverso il gioco accresce lo spirito di sacrificio, lo spirito di squadra, il gusto dell’impegno, la capacità di iniziativa, l’assunzione del rischio.Il gioco favorisce lo sviluppo della fantasia, della creatività, dell’espressione, della comunicazione.Il gioco consente al ragazzo di imparare a stare con gli altri, rispettando delle regole

  35. Per il ragazzo il gioco è vita: come vive il gioco così si atteggia di fronte alla vita. • Attraverso il gioco accresce lo spirito di sacrificio, lo spirito di squadra, il gusto dell’impegno, la capacità di iniziativa, l’assunzione del rischio. • Il gioco favorisce lo sviluppo della fantasia, della creatività, dell’espressione, della comunicazione. • Il gioco consente al ragazzo di imparare a stare con gli altri, rispettando delle regole

  36. IL GIOCO E’ EDUCAZIONE

  37. “In concreto perché l’esperienza della fede e dell’amore cristiano sia accolta e vissuta e si trasmetta da una generazione all’altra, una questione fondamentale e decisiva è quella dell’educazione della persona. Occorre occuparsi della formazione della sua intelligenza, senza trascurare quella della sua libertà e capacità di amare.” Papa Benedetto XV°

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