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I COSI’ TANTO AMATI “PRODOTTI LIGHT”.
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I COSI’ TANTO AMATI“PRODOTTI LIGHT” Scegliendo i prodotti “light" crediamo di poterci concedere qualche peccato di gola in più, ma spesso ignoriamo che dietro a questi alimenti si nascondono componenti non sempre sani per il nostro organismo: è il caso degli edulcoranti, l'aspartame e così via…
Con l'espressione inglese “ light " ( "leggero“ ) possono essere contrassegnati, quegli alimenti che presentano un contenuto nutritivo ed energetico diminuito di almeno il 30% (meno calorie). Un esempio di bevanda light è la Coca Cola light. La Coca-Cola Light è una versione della Coca-Cola senza zucchero e senza calorie, conosciuta negli Stati Uniti ed in altri paesi anglosassoni con il marchio di Diet Coke o Diet Coca Cola.
Informazionisulle GDA Ogniporzionedi100 ml contiene: 500ml Bevanda analcolica senza calorie con edulcoranti Ingredienti: acqua, anidride carbonica, colorante E 150d, acidificante acido fosforico, edulcoranti aspartame e acesulfame K, aromi (inclusa caffeina), correttore di acidità citrato trisodico.
In realtà viene riportato sull’etichetta solo ciò che potrebbe colpire l’attenzione del consumatore in quanto vengono utilizzati anche altri componenti che compromettono la genuinità del prodotto e che danno all’alimento un apporto calorico maggiore rispetto a ciò che viene riportato sull’etichetta.
Nel caso della Coca Cola light, ovvero senza zuccheri naturali, vengono usati dolcificanti quali l'aspartame*, sostanza che, secondo alcuni studi, sarebbe potenzialmente tossica o cancerogena. In pratica si sta bevendo, si una bevanda a basso contenuto calorico, ma ricca di dolcificanti artificiali potenzialmente dannosi per l’organismo. *L'aspartame è un dolcificante artificiale. Pur avendo la stessa quantità di calorie dello zucchero il suo potere dolcificante è circa 200 volte maggiore, motivo per cui ne sono necessarie piccole quantità per dolcificare cibi e bevande.
Ci si può fidare davvero della “leggerezza ” dei prodotti light? Salsicce, formaggio, yogurt, bevande gassate, margarina, succhi di frutta, birra e tante altre ancora, il tutto in versione “ light“ dovrebbero teoricamente servire a coloro che amano mangiare tanto, ma che vogliono restare snelli o addirittura dimagrire.
Molte volte le espressioni "light" o "leggero" vengono combinate con altre parole, sembra, si voglia addirittura far credere al consumatore che il contenuto calorico o nutritivo sia ridotto denominandolo "leggero e sano", "leggero e digeribile", "preparato in modo leggero". Poiché i prodotti “ light ” sono di moda, alcuni produttori cercano di pubblicizzare maggiormente i loro prodotti tradizionali aggiungendo la parola “ light ”, senza tuttavia ridurre il contenuto calorico o energetico come ad esempio i biscotti “ leggeri e vaporosi ”,risultati poi invece avere più calorie del prodotto normale, il formaggio a fette "leggero”,che si è visto invece contenere esattamente tanto grasso quanto il normale formaggio a fette, il pane di segale “ leggero e croccante “, nel quale solo il peso delle fette era stato ridotto.
Analisi degli aspetti negativi: La riduzione di calorie nei prodotti “ light ” può avvenire riducendo il contenuto di zucchero, esso infatti viene sostituito da dolcificanti privi quasi completamente di valore calorico. Taluni di questi prodotti vengono tuttavia classificati come dannosi per la salute in quando all’interno sono state trovate tracce di: - Saccarina: alcuni test di laboratorio ne hanno dimostrato la cancerogenità. Negli Stati Uniti ne è ammesso l’utilizzo solo se riporta l'avvertenza di pericolosità. - Aspartame: sospettato di effetti neurotossici come mal di testa, sbalzi di umore, cefalea.
Il problema dell’obesità in America è molto diffuso. L’ aumento della percentuale della popolazione obesa coincide con l’ aumento della diffusione di dolcificanti artificiali non calorico, come l'aspartame (ad esempio, Diet Coke) e il saccarosio (ad esempio, Pepsi One), nei prodotti alimentari. Il problema è che le persone spesso scelgono i prodotti light per perdere peso, quando invece gli studi di ricerca indicano che, ad esempio, i dolcificanti artificiali possono contribuire all'aumento di peso. Nella conferenza del mese di aprile, ispirato da una discussione con il Dr. Dana Small alla Yale's Neuroscience 2.010, ho prima esaminare l'andamento dei dolcificanti artificiali in un contesto storico. Ho poi riassumere le evidenze epidemiologiche e sperimentali circa gli effetti sul peso. Infine, vorrei tentare di spiegare questi effetti alla luce della neurobiologia della ricompensa di cibo. Yang Q., Gainweightby "goingdiet?" Artificialsweeteners and the neurobiologyofsugarcravings, Neuroscience 2010, Yale J BiolMed. 2010 Jun;83(2):101-8. Abstract disponibile all’url: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20589192 (visitato il 17/05/11)
Oggi, uno dei compiti più importanti della tecnologia farmaceutica è quello di ottimizzare la dissoluzione dei principi attivi, perché la maggior parte dei farmaci hanno una scarsa solubilità in acqua e quindi un lento assorbimento. Secondo gli ultimi esami, la biodisponibilità dei farmaci scarsamente solubili in acqua può essere aumentata in modo significativo utilizzando tensioattivi o la miscela di tensioattivi e polimeri. Oggi, l'uso di esteri di saccarosio può essere considerato una soluzione innovativa nella tecnologia farmaceutica. Lo scopo della nostra indagine è stato quello di verificare l'applicabilità dei derivati del saccarosio al fine di influenzare la struttura cristallina e la velocità di dissoluzione di un farmaco poco solubile in acqua (gemfibrosil) con basso punto di fusione. I risultati della diffrattometria ai raggi X hanno mostrato che il saccarosio non ha avuto alcun effetto significativo sul grado di cristallizzazione del farmaco. Sulla base dei risultati degli studi di dissoluzione in vitro, si può concludere che il saccarosio (con minimo 5%) può essere ben applicato in quelle sostanze che hanno un caratteristico punto di fusione (ad esempio, macrogol) per aumentare il tasso di dissoluzione di farmaci scarsamente solubili. Chemicalsweeteners and the neurobiologyofsugarcravings, Neuroscience 2010, Yale J BiolMed. 2010 Abstract disponibile all’url: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20589192 (visitato il 29/05/11)
I nostri consigli sono: • evitate lo zucchero e i dolcificanti. Se volete assolutamente qualcosa di dolce, utilizzate il miele o lo sciroppo di acero. Attenzione però, perché anche questi sono ad alto contenuto calorico; • consumate alimenti con pochi grassi come ad esempio carni bianche e pesce; • mangiate frutta, verdura e prodotti integrali a volontà; • consumate ogni giorno tanti piccoli pasti, mangiate lentamente e masticate bene; • comprate prodotti di stagione preferendo i prodotti di produzione biologica locale; • fate tanto movimento all'aria aperta; • se avete sete bevete acqua e non bevande gassate;
… in conclusione: non limitatevi esclusivamente alla lettura dell’etichetta informativa del prodotto, bensì guardate con occhio critico i prodotti con non si sa qual doti di leggerezza e siate consapevoli che gli unici prodotti dietetici sono frutta e verdura, ma se non ne possiamo fare a meno l’unica via da seguire è la moderazione. Alessia Antonino Ilaria Toti 2° anno - Campus Bio Medico - Roma
BIBLIOGRAFIA Parte delle informazioni riportate in questo lavoro sono state tratte da: http://www.adusbefbasilicata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=12:prodotti-light&catid=5:alimentazione&Itemid=12 Le immagini invece da : http://www.google.it/search?q=prodotti+,light&hl=it&biw=1276&bih=823&prmd=ivns&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=fI2RTZKGPMzVsgb46aTQBg&ved=0CF0QsAQ