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Il mito della biga alata. Il mito del carro e dell'auriga (o della biga alata) tratta dal Fedro di Platone, serve a spiegare la teoria platonica della reminiscenza dell'anima, un fenomeno che durante la reincarnazione produce ricordi legati alla vita precedente.
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Il mito della biga alata Il mito del carro e dell'auriga (o della biga alata) tratta dal Fedro di Platone, serve a spiegare la teoria platonica della reminiscenza dell'anima, un fenomeno che durante la reincarnazione produce ricordi legati alla vita precedente.
Il mito si apre con la presentazione dell’anima come “la potenza d’insieme di una pariglia alata e di un auriga”. L’auriga raffigura la parte razionale, mentre la biga è trainata da due cavalli: uno bianco, nobile e buono, corrispondente al carattere spirituale dell’anima; uno nero, irascibile, volto al mondo sensibile e imperfetto. Quindi gli esseri viventi si dividono in mortali e immortali: l’anima dei primi si crea perdendo le ali e appigliandosi a un corpo, quella dei secondi, alata e quindi perfetta, costituisce le divinità che governano il mondo.
L’anima degli dei va in alto senza fatica, poiché non è corrotta, in quanto i cavalli sono buoni e la pariglia è equilibrata. L’anima dei viventi, invece, è in parte corrotta, infatti uno dei cavalli è maligno e va in basso e, quindi, la biga non riesce a raggiungere l’iperuranio, meta ambita da tutti.
L’iperuranio, o “mondo delle idee”, costituisce “un’essenza incolore, informe e intangibile”,che si raggiunge solo con il lògos e che scaturisce dalla scienza (conoscenza certa): ciò vuol dire che si contempla l’essere e la verità e non il divenire.
Le anime dei mortali contemplano a fatica le verità dell’iperuranio, poiché sono distolte dall’obiettivo a causa del cavallo nero. Le ali di ciascuna anima si nutrono delle realtà dell’iperuranio e non di doxa e, dato che quelle dei mortali non ci entrano in contatto, pian piano si staccano. In realtà, diventeranno uomini solo quelle che hanno contemplato qualche verità e più realtà avrà visto, migliore sarà l’essere reincarnato.
Ogni mille anni avviene il giudizio delle anime: quelle che hanno perseguito una vita filosofica e , quindi, la sapienza , verranno premiate, cioè saranno innalzate alla giustizia; le altre punite, andando nelle “prigioni sotterranee”. Quando un’anima ha superato positivamente il giudizio per tre volte, questa può tornare all’iperuranio prima dei 10mila anni previsti. Coloro che hanno contemplato “il mondo delle idee” possono reincarnarsi in un uomo, le altre in animali. Perciò, l’anima dei filosofi ritorna alata in un tempo minore, in quanto ricordano e contemplano le idee.