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Itinerarium in mentis deum. L’itinerario del visitatore. È eccezionale, unico perché si svolge in condizione di divina illuminazione. Dalla verità dell’illuminazione divina discende la verità del messaggio.
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Itinerarium in mentis deum
L’itinerario del visitatore • È eccezionale, unico perché si svolge in condizione di divina illuminazione. Dalla verità dell’illuminazione divina discende la verità del messaggio. • Questo viaggio non deve essere considerato soltanto una finzione letteraria destinata a rappresentare il viaggio di tutti i cristiani che attraverso quella via si liberano dal peccato. • Piuttosto deve essere paragonato all’esperienze oltremondane assolutamente irripetibili, di Enea e di San Paolo.
Il visitatore • Il nome del protagonista della Commedia, che è al contempo agens e auctor, viene per la prima volta pronunciato nel Purgatorio alverso 55 del XXX canto. • Quando Beatrice lo esorta a non piangere perché Virgilio se ne andato, visto che tra poco verserà lagrime amare per il rimprovero delle sue colpe: «Dante, perché Virgilio ve ne vada, non pianger anco, non piangere ancora, chè piangere ti conven per altra spada»
In termini contenutisticiallude allo vicenda all’inizio horribilis et fetida svolgimento canonico della e alla fine prospera, desiderabilis et grata. In termini linguisticiindica la scelta della locutio vulgaris delle muliercule, di uno stile umile nel senso di realistico, del particolare realismo cristiano presente nelle Sacre Scritture in cui il sublime della Passione di Cristo è raccontato con la massima semplicità
L’AGGETTIVO DIVINA • NON APPERTIENE A DANTE. • FU BOCCACCIO AD ATTRIBUIRLO ALLA COMMEDIA. • NEL 1555 COMPARE PER LA PRIMA VOLTA NELL’EDIZIONE VENEZIANA CURATA DA LUDOVICO DOLCE.
La genesi dell’opera • Le contraddizioni della società comunale, così brucianti nell’amara esperienza dell’exul immeritus, costituiscono l’atmosfera vitale della Commedia.
Il tempo • Narrato è il primo anno giubilare, il 1300, anno in cui si è svolta la vicenda vissuta dall’agens. • Della narrazione è quello dell’autor nell’atto delle scrivere dopo aver compiuto lo straordinario viaggio.
La composizione dell’opera • INFERNO TRA 1304-1309 • PURGATORIO 1310-1313 • PARADISO 1314-1320 (pubblicato postumo)
L’EPISTOLA XIII • Il Paradiso, insieme a questa epistola, è stato inviato da Dante a Cangrande della Scala e spettava proprio a lui il compito di renderlo pubblico. • Gli anni intorno al 1320 non sono stati facili per Cangrande della Scala perché era stato sconfitto da Padova, che si opponeva alle sue mire espansionistiche ed era stato scomunicato dal papa Giovanni XXII. • Il Paradiso per lui era un libro assai scomodo che poteva dar adito a nuove tensioni con la Curia. • Boccaccio scrive nel Trattatello che l’iniziativa della pubblicazione della terza cantica è stata presa dai figli di Dante.
I quattro sensi della Commedia • Letterale • Allegorico • Morale • Anagogico • E l’autore stesso a indicarli nel II, V, 2-5 del Convivio e nella XIII epistola.
Allegoria • Secondo il Singleton, l’allegoria del poema imita il senso dell’allegoria scritturale pertanto l’itinerarium mentis è una conversio animae de luctu et misera peccati ad statum gratiae
Simbolismo • Il poema è strutturato secondo vari e complessi sistemi di rispondenze e simbolismi. • Tutta la composizione è ordinata e modellata sui numeri uno e tre e i loro multipli, che è la rappresentazione numerica dell’Unità e della Trinità divina.
Alcuni esempi dell’occorenza del numero Tre • Il poema è articolato in tre sono le cantiche. • Trentatré sono i canti di ciascuna cantica, ad eccezione dell’Inferno che consta di trentaquattro canti ma, il primo che funge da proemio, è necessario per arrivare al computo finale di 100 canti. • La Commedia è composta in terzine a rime incatenate affinché ogni rima ricorre tre volte.
Dante e il simbolismo medievale • Da Sant’Agostino a Ugo di San Vittore a San Bonaventura la riflessione teologica e mistica invita l’uomo a interpretare, a decifrare oltre la «lettera» il significato analogico dello «spirito», che è sempre connesso al progetto divino sul mondo. • Nacque così l’esegesi allegorica e figurale delle Scritture, che si estende gradualmente anche nell’ambito della cultura profana, come esigenza di comprensione totale di ogni avvenimento del quotidiano.
L’archetipo • Purtroppo non possediamo il manoscritto autografo della Commedia.
L’Inferno • La struttura dottrinale dell'Inferno richiama il costante utilizzo simbolico del numero 3: i dannati sono infatti ripartiti in tre categorie, ciascuna localizzata in una sezione decrescente della cavità sotterranea. • L'ordinamento delle pene, come dice Virgilio nell'Inferno - Canto undicesimo, dipende dall'Etica Nicomachea di Aristotele, e prefigura una gerarchia del male basata sull'uso della ragione. • I peccatori più "vicini" a Dio a alla luce, posti cioè nei primi più vasti gironi, sono gli incontinenti, quelli cioè che hanno fatto il minor uso della ragione nel peccare.Seguono i nolenti, che a loro volta sono stati accecati dalla passione, sebbene a un livello di intelligenza maggiore dei primi. • Gli ultimi sono i fraudolenti e i traditori, che hanno invece sapientemente voluto e realizzato il male. Tutti i peccatori dell'inferno hanno una caratteristica comune, percepiscono la lontananza da Dio come la pena maggiore, Virgilio spesso farà trasparire dalle sue parole e atteggiamenti un senso di nostalgia, un sentimento eterno mai destinato a cessare.
Il Purgatorio • Ha la forma di una montagna suddivisa in sette gironi e la collocazione dei peccatori espianti è regolata dal peccato più grave, punito nel primo girone, al peccato meno grave, punito nel settimo. Rispettando la graduatoria morale dei sette peccati capitali.
Il contrappasso • È il rapporto tra la colpa e pene e Dante stesso a definirlo nell’Inferno(XXVIII, v. 142) • Così s’osserva in me lo contrappasso. • Dante indica una corrispondenza qualitativa tra peccato e castigo.
Il Paradiso • È la sede dei beati che risiedono tutti insieme nell’Empireo, il cielo che comprende tutti gli altri nove, che rappresenta la sede di Dio. • La candida rosa è l’insieme di tutti i beati. • Dante realizza la contemplazione di Dio come “fulgurazione” esperienza ineffabile.
Dante immagina il Paradiso, secondo lo schema tolemaico, suddiviso in nove cieli concentrici (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Cielo delle stelle fisse, Cielo cristallino o Primo Mobile), racchiusi nell’Empireo dove sta Dio. • E’ immobile e gli altri cieli girano più velocemente quanto più sono alti. • L’Empireo è la sede delle anime; qui Dante le vede tutte insieme, ma Dio per fargli comprendere il diverso grado della loro beatitudine (minore quanto più il cielo è lontano da Dio) ha voluto che esse gli si mostrassero nei vari cieli: Cielo della Luna, spiriti che mancarono ai voti; Cielo di Mercurio, spiriti attivi; Cielo di Venere, spiriti amanti; Cielo del Sole, spiriti sapienti; Cielo di Marte, spiriti guerrieri; Cielo di Giove, spiriti giusti; Cielo di Saturno, spiriti contemplanti; Cielo delle stelle fisse, spiriti trionfanti; Primo Mobile, gerarchie angeliche.
A cura di Teresa Cunsolo
Riferimenti Bibliografici: • C. S. Singleton, Studi su Dante. I . Introduzione alla Divina Commedia, Napoli, Scalabrini, 1965; • T. Di Salvo, Lettura critica della Divina Commedia, Firenze, La Nuova Italia, 1969.