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Università di Pavia

IL SISTEMA ISTITUZIONALE DELL’UNIONE EUROPEA. Università di Pavia. ESERCIZIO DI ALCUNI POTERI DIRETTAMENTE IN CAPO AI CITTADINI CENTRALIT À DEGLI STATI MANCANZA DI UNA RIGIDA DIVISIONE DEI POTERI. LE ISTITUZIONI DELL’UNIONE. Università di Pavia.

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Presentation Transcript


  1. IL SISTEMA ISTITUZIONALE DELL’UNIONE EUROPEA Università di Pavia ESERCIZIO DI ALCUNI POTERI DIRETTAMENTE IN CAPO AI CITTADINI CENTRALITÀ DEGLI STATI MANCANZA DI UNA RIGIDA DIVISIONE DEI POTERI

  2. LE ISTITUZIONI DELL’UNIONE Università di Pavia ART. 13 TUE: PARLAMENTO EUROPEO, CONSIGLIO, CONSIGLIO EUROPEO, COMMISSIONE, CORTE DI GIUSTIZIA, BANCA CENTRALE EUROPEA, CORTE DEI CONTI GLI ORGANI NON ELENCATI NELL’ARTICOLO 13 SONO ISTITUZIONI? (LA QUESTIONE DELLE AGENZIE) IL CARATTERE SOSTANZIALMENTE ACEFALO DELLA STRUTTURA ISTITUZIONALE DELL’UNIONE

  3. GLI ORGANI DI STATI Università di Pavia CONSIGLIO EUROPEO CONSIGLIO COREPER DIMENSIONE INTERGOVERNATIVA

  4. IL CONSIGLIO EUROPEO (ARTT. 15 TUE E 235, 236 TFUE) Università di Pavia NASCE DA UNA PRASSI ED È MENZIONATO NEL TRATTATO SOLO A PARTIRE DALL’ATTO UNICO ART. 15 TUE: È COMPOSTO DAI CAPI DI STATO O DI GOVERNO DEGLI STATI MEMBRI, DAL SUO PRESIDENTE E DAL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE. L’ALTO RAPPRESENTANTE DELL’UNIONE PER GLI AFFARI ESTERI E LA POLITICA DI SICUREZZA PARTECIPA AI LAVORI. … SE L’ORDINE DEL GIORNO LO RICHIEDE, I MEMBRI DEL CONSIGLIO EUROPEO POSSONO DECIDERE DI FARSI ASSISTERE CIASCUNO DA UN MINISTRO E, PER QUANTO RIGUARDA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE, DA UN MEMBRO DELLA COMMISSIONE. PRIMA DI LISBONA LA COMPOSIZIONE ERA DIFFERENTE

  5. LA DECISIONE IN SENO AL CONSIGLIO EUROPEO Università di Pavia SOLITAMENTE DECIDE PER CONSENSUS, MA IL TRATTATO PREVEDE IPOTESI NELLE QUALI SI DEVE PROCEDERE A VOTAZIONE (IN QUESTO CASO NON PARTECIPANO AL VOTO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO E IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE) IN CASO DI VOTAZIONE, CIASCUN MEMBRO PUÒ RICEVERE DELEGA DA UNO SOLO DEGLI ALTRI MEMBRI. L’ASTENSIONE NON OSTA ALL’ADOZIONE DELLE DELIBERAZIONI ALL’UNANIMITÀ

  6. LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO Università di Pavia IL PRESIDENTE È ELETTO A MAGGIORANZA QUALIFICATA DAL CONSIGLIO EUROPEO PER DUE ANNI E MEZZO (MANDATO RINNOVABILE UNA VOLTA). ATTUALE PRESIDENTE: VAN ROMPUY FUNZIONI DEL PRESIDENTE: ASSICURA LA PREPARAZIONE E LA CONTINUITÀ DEI LAVORI DEL CONSIGLIO EUROPEO, IN COOPERAZIONE CON LA COMMISSIONE E CON IL CONSIGLIO AFFARI GENERALI, PRESIEDE IL CONSIGLIO EUROPEO E SI ADOPERA PER FACILITARE LA COESIONE E IL CONSENSO AL SUO INTERNO, PRESENTA UNA RELAZIONE AL PE, ASSICURA LA RAPPRESENTANZA ESTERNA DELL’UNIONE, FATTE SALVE LE ATTRIBUZIONI DELL’ALTO RAPPRESENTANTE

  7. LE FUNZIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO Università di Pavia INDIRIZZO POLITICO PROPOSTA O NOMINA DI ALCUNE CARICHE (ES. PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE, ALTO RAPPRESENTANTE) DECISIONI SU COMPOSIZIONE (ES. FORMAZIONI CONSIGLIO: ART. 236 TFUE) E FUNZIONAMENTO DI ISTITUZIONI RUOLO FONDAMENTALE NELLA REVISIONE DEI TRATTATI (PROCEDURE SEMPLIFICATE: ART. 48 TUE, PARR. 6 E 7) ORGANO DI SECONDA ISTANZA RISPETTO AL CONSIGLIO (FRENO DI EMERGENZA: ARTT. 48, 82 E 83 TFUE) DECISIONI SULLO STATUS DI MEMBRO DELL’UNIONE (ARTT. 49 E 50 TUE)

  8. IL CONSIGLIO (ARTT. 16 TUE E 237-243 TFUE) Università di Pavia È UN ORGANO COLLEGIALE DI STATI, COMPOSTO DA UN RAPPRESENTANTE PER OGNI STATO MEMBRO A LIVELLO MINISTERIALE ORGANO A COMPOSIZIONE VARIABILE: L’ELENCO DELLE VARIE FORMAZIONI (SALVO IL CONSIGLIO AFFARI GENERALI E IL CONSIGLIO AFFARI ESTERI, PREVISTI DIRETTAMENTE DAI TRATTATI E COMPOSTI DAI MINISTRI DEGLI ESTERI) È DECISO DAL CONSIGLIO EUROPEO LE FORMAZIONI SONO 16, MA IN REALTÀ DI FATTO SOTTO UNA MEDESIMA DENOMINAZIONE SI POSSONO SVOLGERE RIUNIONI DI MINISTRI DIFFERENTI LA COMMISSIONE PUÒ ESSERE INVITATA A PARTECIPARE ALLE RIUNIONI DEL CONSIGLIO. LA BCE PARTECIPA QUANDO SI DISCUTE DI MATERIE DI SUA COMPETENZA

  9. ART. 16 PAR. 6 TFUE Università di Pavia IL CONSIGLIO SI RIUNISCE IN VARIE FORMAZIONI, IL CUI ELENCO E’ ADOTTATO CONFORMEMENTE ALL’ART. 236 DEL TFUE. IL CONSIGLIO «AFFARI GENERALI» ASSICURA LA COERENZA DEI LAVORI DELLE VARIE FORMAZIONI DEL CONSIGLIO. ESSO PREPARA LE RIUNIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO E NE ASSICURA IL SEGUITO IN COLLEGAMENTO CON IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO E LA COMMISSIONE. IL CONSIGLIO «AFFARI ESTERI» ELABORA L’AZIONE ESTERNA DELL’UNIONE SECONDO LE LINEE STRATEGICHE DEFINITE DAL CONSIGLIO EUROPEO E ASSICURA LA COERENZA DELL’AZIONE DELL’UNIONE.

  10. LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO Università di Pavia PER ASSICURARE MAGGIORE CONTINUITÀ AI LAVORI DEL CONSIGLIO (PRIMA DI LISBONA LA PRESIDENZA RUOTAVA OGNI SEI MESI), LA PRESIDENZA È ESERCITATA OGNI 18 MESI DA TRE STATI. OGNUNO DEI TRE STATI ESERCITA LA PRESIDENZA PER SEI MESI, MA DEVE COORDINARSI CON GLI ALTRI DUE. HA UN RUOLO ESSENZIALE NELLA RICERCA DI COMPROMESSO, QUANDO NON VI È ACCORDO IN CONSIGLIO SU UNA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE. SVOLGE UGUALMENTE UN RUOLO DI RICERCA DEL COMPROMESSO CON IL PE NELLA PROCEDURA LEGISLATIVA ORDINARIA CONSIGLIO AFFARI ESTERI: PRESIEDUTO DALL’ALTO RAPPRESENTANTE DELL’UNIONE PER GLI AFFARI ESTERI E LA POLITICA DI SICUREZZA

  11. I METODI DI VOTAZIONE IN SENO AL CONSIGLIO Università di Pavia UNANIMITÀ (UTILIZZATA IN CIRCA 70 CASI. SETTORI CRUCIALI) MAGGIORANZA SEMPLICE (GENERALMENTE PER ADEMPIMENTI PROCEDURALI) MAGGIORANZA QUALIFICATA (METODO DI VOTAZIONE APPLICATO SE IL TRATTATO NON DISPONE ALTRIMENTI)

  12. L’UNANIMITÀ Università di Pavia METÀ DEGLI ANNI ’60: COMPROMESSO DI LUSSEMBURGO: CRISI DEL SEGGIO VUOTO DOVUTAALL’OPPOSIZIONE DI DE GAULLE A MODIFICHE RELATIVE ALLA POLITICA AGRICOLA POSSIBILITÀ PER UNO STATO DI FAR VALERE PROPRI INTERESSI ESSENZIALI: LA DISCUSSIONE PROCEDE FINO A QUANDO NON SI RAGGIUNGE UN COMPROMESSO UNANIME ASTENSIONE COSTRUTTIVA (ART. 31 TUE): POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA COMUNE. NON IMPEDISCE L’ADOZIONE DELLA DECISIONE, MA QUANDO COINVOLGE UN NUMERO DI STATI CHE RAPPRESENTINO UN TERZO DELLA POPOLAZIONE DELL’UNIONE, LA DECISIONE NON È ADOTTATA.

  13. LA MAGGIORANZA QUALIFICATA NELL’EUROPA A SEI Università di Pavia PESO DEL VOTO E CAPACITÀ DEL VOTO DI INCIDERE SULLA DECISIONE 4 VOTI A FRANCIA, GERMANIA E ITALIA 2 VOTI A BELGIO E OLANDA 1 VOTO AL LUSSEMBURGO IMPOSSIBILITÀ PER IL LUSSEMBURGO DI INCIDERE SULLA DECISIONE

  14. LA MAGGIORANZA QUALIFICATA PRIMA DI LISBONA Università di Pavia PONDERAZIONE DEI VOTI 255 VOTI CHE RAPPRESENTINO IL VOTO FAVOREVOLE DELLA MAGGIORANZA DEGLI STATI, SE L’ATTO È PROPOSTO DALLA COMMISSIONE IL VOTO FAVOREVOLE DEI DUE TERZI DEGLI STATI, SE NON VI È PROPOSTA DELLA COMMISSIONE IL CONTROLLO DEMOGRAFICO (EVENTUALE)

  15. LA MAGGIORANZA QUALIFICATA DOPO LISBONA Università di Pavia ABOLIZIONE DELLA PONDERAZIONE DEI VOTI PROPOSTA DELLA COMMISSIONE ASSENZA DI PROPOSTA DELLA COMMISSIONE 55% DEGLI STATI (MINIMO 15) + 65% POPOLAZIONE UE 72% DEGLI STATI + 65% DELLA POPOLAZIONE UE MINORANZA DI BLOCCO DI ALMENO 4 STATI

  16. LA MINORANZA DI BLOCCO Università di Pavia DEVE ESSERE COMPOSTA DA ALMENO 4 STATI. QUESTO SIGNIFICA CHE, NEL CASO DI MINORANZA DI BLOCCO COMPOSTA DA TRE STATI CHE TOTALIZZINO PIÙ DEL 35% DELLA POPOLAZIONE DELL’UNIONE, LA SOGLIA DI POPOLAZIONE RICHIESTA PER L’APPROVAZIONE DELL’ATTO È DI FATTO INFERIORE AL 65%. DICHIARAZIONE ALLEGATA AL TRATTATO DI LISBONA: SE UN NUMERO DI STATI CHE RAPPRESENTA I ¾ DELLA POPOLAZIONE O I ¾ DEL NIUMERO DEGLI STATI RICHIESTI PER COSTITUIRE UNA MINORANZA DI BLOCCO SI OPPONE ALL’ADOZIONE DI UN ATTO A MQ, IL CONSIGLIO DISCUTE LA QUESTIONE E FA TUTTO IL POSSIBILE PER TROVARE UNA SOLUZIONE CHE TENGA CONTO DELLE PREOCCUPAZIONI DI TALI STATI. DOPO IL 2017: 55% DELLA POPOLAZIONE O 55% DEL NUMERO DEGLI STATI NECESSARI PER COSTITUIRE UNA MINORANZA DI BLOCCO.

  17. LE FUNZIONI DEL CONSIGLIO Università di Pavia FUNZIONE LEGISLATIVA INSIEME AL PE FUNZIONE DI APPROVAZIONE DEL BILANCIO INSIEME AL PE FUNZIONE DI COORDINAMENTO DELLE POLITICHE ECONOMICHE DEGLI STATI CONCLUSIONE DEGLI ACCORDI INTERNAZIONALI RUOLO AFFIEVOLITO RISPETTO AL PASSATO PER QUANTO CONCERNE LA FUNZIONE ESECUTIVA

  18. IL COREPER Università di Pavia GARANZIA DI CONTINUITÀ DEI LAVORI DEL CONSIGLIO PREPARAZIONE DEI LAVORI DEL CONSIGLIO FILTRO TRA COMMISSIONE E CONSIGLIO INSERIMENTO DELLE QUESTIONI IN PARTI DIVERSE DELL’ORDINE DEL GIORNO A SECONDA CHE SI SIA RAGGIUNTO O MENO L’ACCORDO TRA I MEMBRI DEL COREPER

  19. L’ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO Università di Pavia LA PRESIDENZA FISSA UN ORDINE DEL GIORNO PROVVISORIO E LO INVIA ALLA COMMISSIONE E AL COREPER ALMENO 14 GIORNI PRIMA DELLA SESSIONE. L’ORDINE DEL GIORNO DEFINITIVO È ADOTTATO DAL CONSIGLIO ALL’INIZIO DI OGNI SESSIONE. L’ORDINE DEL GIORNO È DIVISO IN: * PUNTI A: L’APPROVAZIONE È POSSIBILE SENZA DISCUSSIONE * PUNTI B: QUESTIONI CHE DEVONO ESSERE OGGETTO DI DISCUSSIONE ED EVENTUALMENTE DI VOTO (QUESTE ULTIME IPOTESI SONO INDICATE CON UN ASTERISCO)

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