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Chiamati da/come Gesù ad essere uomini “ nuovi ”

VIII dom. T.O. - B. Chiamati da/come Gesù ad essere uomini “ nuovi ”. Mc 2,18-22. PREGHIERA INIZIALE

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Chiamati da/come Gesù ad essere uomini “ nuovi ”

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Presentation Transcript


  1. VIII dom. T.O. - B Chiamati da/come Gesù ad essere uomini “nuovi” Mc 2,18-22

  2. PREGHIERA INIZIALE Donaci il tuo Spirito, o Padre, perché possiamo accogliere il tuo Figlio che passa nella nostra storia e così riconoscere Lui, come nostro pastore e maestro. Donaci una vista limpida, un cuore pronto ad ascoltare. Donaci di essere pronti a collaborare alla gioia dei nostri fratelli. Fa’ che ascoltando la tua Parola impariamo ad attendere il tuo Regno e a gioire fin da ora per quanto hai preparato per noi, aiutaci a diventare fratelli e ad annunciare a tutti che sei il Salvatore, lo Sposo dell’umanità chiamata ad entrare con Te alla festa della vita piena.

  3. Sullo sfondo di Mc 2, 1-18resta l’annunzio fatto da Gesù in Mc 1,15: “Il tempo è compiuto [riempito] …”: * è CRISTO (lo SPOSO) , con la sua venuta, a riempire il tempo dell’attesa! Dinanzi a CRISTO, che riempie l’attesa, cosa avviene? * C’è chi continua a digiunare (i Discepoli di Giovanni e i Farisei) * C’è chi dà spazio al NUOVO

  4. NOVITA’ già sperimentata in Mc 2, 12-17 (banchetto in casa di Levi): primo segno di rottura/novità del tempo riempito”/compiuto! Cosa è avvenuto di NUOVO nella casa di Levi? peccatori e pubblicani beneficiano della compagnia di Colui che si presentava come la “pienezza che libera” dai demòni, dalle febbri, dalle lebbre, dalle paralisi (Mc 1, 21 – 2, 12)

  5. Mc 2, 18-22 [18] Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". [19] Gesù disse loro: "Possono forse digiunare i figli della camera nuziale quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. [20] Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. [21] Nessuno cuce una pezza di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo (in greco pléroma) si stacca da esso, il nuovo dal vecchio, e avviene una separazione (in greco schìsma) peggiore. [22] E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino frantumerà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi".

  6. CONTESTO ESISTENZIALE • Gesù, con i “segni” di guarigione(“Sii purificato” – “Alzati”)del lebbroso e del paralitico si presenta come “novità” rispetto alla legge (Lev 1-16). • Si intuisce: • Il violento contrasto causato dall’irruzione del messia in quest’epoca (Mt, 11, 18-19) • La comunità di Marco fa fatica a mettersi sulla strada della “novità”. Ha bisogno di motivare, nel confronto, la necessità di superare l’ambiguo stare tra il “vecchio” (tradizione farisaica;discepoli di Giovanni) e il “nuovo”.

  7. CONTESTO LETTERARIO Siamo allaterza delle controversie: 2,1-12:Gesù ha il potere di perdonare i peccati. 2,13-17:È venuto a cercare i peccatori. 2,18-22:È lo “sposo messianico” atteso che porta la gioia e la novità radicale. 2,23-28:È Signore del sabato. 3,1-16:È colui che dà la libertà.

  8. TESTO • * v. 18a: «Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno…» • Nessuna indicazione di luoghi e circostanze; tutto il peso del racconto è sui personaggi e le loro parole. Si parte da un fatto storico strano e sorprendente, qualcosa che rompe le norme e le usanze di quel tempo; … poi si pone una domanda sul suo senso. • I discepoli di Giovanni (1,9-11) interpretano il cammino di Dio come un “battesimo di conversione” (v.18a) • Digiunare è una tradizione antica, un modo per prepararsi all’incontro col Signore (Es 34,28): i digiuni e le purificazioni sono parte integrante della condotta dei giusti (v. 18b).

  9. * v. 18b: « Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?» • La domanda posta al rabbì è basilare. • Egli deve giustificare l’inosservanza dei suoi amici a una delle tre pratiche che, presso i giudei devoti, strutturavano l’autentica vita di fede: • l’elemosina, • la preghiera , • il digiuno (Mt 6,1-18)

  10. DIGIUNO/1 ... SIGNIFICATO E... Il digiuno è un tratto distintivo dell’essere ebrei, un caposaldo per la conservazione dell’identità, tanto più in una terra mista come la Galilea delle Genti. Troviamo la pratica del digiuno in tutto l’Antico Testamento, dal libro dell’Esodo ai profeti, e anche nel Nuovo, come attestato dagli Atti degli Apostoli (At 13,2-3; 14,23). Esso si pone come una pratica di mortificazione e penitenza (Sir 34,26; Gl 2,12), espressione di lutto (Est 4,3), di distacco, di umiliazione, di supplica (Dn 9,3), ma anche di preparazione e di attesa (Lv 23,14): è il ricordare di non potere bastare a se stessi, fare esperienza di dipendere da Dio sia come popolo (i digiuni comunitari) sia come singoli individui.

  11. DIGIUNO/2 ... SIGNIFICATO E... Per Israele il digiuno rimette i ruoli al loro posto: l’uomo si riconosce indigente e bisognoso, e per questo può cogliere Dio nella sua verità di misericordia e può accorgersi della ricchezza dei suoi doni considerandoli appieno. Unito alla preghiera e all’elemosina esso diventa un aiuto all’ascolto della parola, un fare memoria degli eventi di salvezza (dove tanto spesso è stato Dio a donare il nutrimento), un ritrovare la confidenza col Dio giusto e misericordioso e un aprirsi alla solidarietà.

  12. DIGIUNO... E AMBIGUITA' Ma come ogni pratica umana, essa può diventare ambigua (1Re 21: un digiuno viene utilizzato come contesto per ordire un inganno e fare morire un innocente). * E’ in questa direzione che si pone la denuncia dei profeti:Is 58,1-12: “Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari... digiunate fra litigi e alterchi... Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique... dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo... * Gesù stesso inaugura la sua missione col digiuno di quaranta giorni (Lc 4,2) come gesto penitenziale e affidamento al Padre suo nella lotta contro il Maligno. E’ lui stesso, nella linea profetica, a raccomandare che tale pratica venga purificata dall’ipocrisia delle apparenze (Mt 6,16-18).

  13. * v. 19: «…Finchè hanno lo sposo con loro non possono digiunare» • Gesù non dà torto alla disinvolta trasgressione della norma corrente da parte dei suoi discepoli; li scusa appoggiandosi a un motivo superiore e singolare. • Dopo essersi presentato come “medico” (1,41s) e aver detto di essere “Figlio dell’uomo” (2,10), Gesù si attribuisce un terzo titolo: “Sposo”: titolo divino. (Is 54, 5-6; 62, 4-5) • Se i suoi discepoli non digiunano più, è perché essi sono i primi “invitati alle nozze”. • Lo sposo è con loro: il Vangelo è esperienza di nozze. Con Cristo gli uomini sono chiamati a fare esperienza di gioia. %

  14. % • Peccatori e pubblicani non sono andati da Gesù per digiunare con lui, per piangere e lamentarsi. • Al digiuno non si contrappone il mangiare molto sul piano materiale. Al digiuno si oppone il mangiare insieme: sedersi alla mensa con i pubblicani, accettare il loro invito. • v. 20: «…verranno giorni in cui sarà tolto loro lo sposo e allora digiuneranno» • Gesù fissa e descrive la nuova situazione in cui si trovano i suoi discepoli • Allusione al cammino della croce. Alla scomparsa dello sposo, i discepoli hanno rimesso in onore il digiuno, nell’attesa ardente del suo ritorno. (At 13,1-3)

  15. * v. 21-22: «Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio, altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino ed otri, ma vino nuovo in otri nuovi» Immagini che riprendono e spiegano la situazione (di novità assoluta) che devono vivere i discepoli. Vecchio e nuovo sono contrapposti ecco il progetto alternativo di Gesù, che rappresenta un … “pericolo” per tutto ciò che è “vecchio”… "Vino nuovo" e "Panno nuovo":

  16. Dalle lettere di San Girolamo (22,37) Digiuno incompleto Se digiuni due giorni, non ti credere per questo migliore di chi non ha digiunato. Tu digiuni e magari t’arrabbi; un altro mangia, ma forse pratica la dolcezza; tu sfoghi la tensione dello spirito e la fame dello stomaco altercando; lui, al contrario, si nutre con moderazione e rende grazie a Dio. Perciò Isaia esclama ogni giorno: “Non è questo il digiuno che io ho scelto, dice il Signore ( Is 58,5), e ancora: Nei giorni di digiuno si scoprono le vostre pretese; voi tormentate i dipendenti, digiunate fra processi e litigi, e prendete a pugni il debole: che vi serve digiunare in mio onore?” (Is 58,3-4). Che razza di digiuno vuoi che sia quello che lascia persistere immutata l’ira, non dico un’intera notte, ma un intero ciclo lunare e di più? Quando rifletti su te stessa, non fondare la tua gloria sulla caduta altrui, ma sul valore stesso delle tua azione.

  17. BRANI DI RIFERIMENTO • Sul digiuno nell'AT: Es 34,28; Is 22,12-13; Zc 7,5; 2Sam 12,15-23. • Sul digiuno nel NT: Mt 6,16; At 13,2-3; 14,23. • Sullo sposo nell'AT: Is 54,4-8; Ez 16. • Sullo sposo nel NT: Mt 25,1.5.10; Gv 3,29; 2Cor 11,2; Ef 5,21-33; Ap 21,2.9.

  18. Preghiamo con Mc 2,18-22 Solo Tu, Gesù, puoi darci veramente la misura del nuovo, perché sei Tu l’uomo nuovo, il solo capace di traghettarci verso l’insperato. Signore Gesù, Sposo sempre amato della Chiesa, parla ancora al suo cuore, parla ancora al mio cuore. Risveglia in me la passione del passioni del Vangelo e per il Vangelo. Rendimi audace, dell’audacia richiesta dall’amore e così sarò parte di una Chiesa - Comunità della gioia, che affascina e trascina verso di Te. Amen Signore Gesù, ti ringraziamo per il dono della tua presenza, per la tua tenerezza di Sposo con la quale ti chini sulle nostre miserie e sui nostri formalismi, per aiutarci a comprendere che solo l’amore di cui ci hai dato esempio è gradito al Padre tuo. Tu annunci un mondo radicalmente nuovo e noi pensiamo subito ad un’operazione di facciata, ad un restauro più o meno consistente, alla riparazione di qualche stortura, ad un semplice abbellimento del vecchio edificio. Siamo così vecchi dentro, così affezionati ai mali in cui viviamo, così miopi nel leggere la realtà, che stentiamo addirittura a raffigurarci la novità che Tu porti.

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