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Open data e Province 2.0. Gaetano Palombelli Responsabile area istituzionale dell’UPI. Le Province 2.0: tra storia e innovazione. Le Province sono istituzioni previste dalla Costituzione come elementi costitutivi di una Repubblica che riconosce e promuove le autonomie locali.
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Open data e Province 2.0 Gaetano Palombelli Responsabile area istituzionale dell’UPI
Le Province 2.0: tra storia e innovazione • Le Province sono istituzioni previste dalla Costituzione come elementi costitutivi di una Repubblica che riconosce e promuove le autonomie locali. • La dimensione storica emerge chiaramente dal saggio che è nella cartella di lavoro e dall’Atlante delle province italiane del Cuspi. • Da molte parti emergono spinte a semplificare l’ordinamento territoriale per rendere più facile il rapporto tra istituzioni e cittadini. • Ma la semplificazione non può diventare una “tabula rasa”. I mercati e la rete sono “flat” ma devono fare i conti con gli assetti costituzionali e la storia di ogni Paese. • Le Province devono affrontare in modo aperto queste sfide e non chiudersi a riccio su se stesse. • Gli Open Data come prima vera risposta alla complessità amministrativa. • Le Province 2.0 per trasformare l’immagine delle Province da problema a risorsa, ma soprattutto per mettere in campo un progetto di rinascita delle Province. Gaetano Palombelli
La Province in Italia • E’ evidente che le Province del primo Regno d’Italia non sono “province naturali”, ma rispondono piuttosto all’esigenza di accentramento e di uniformità nell’amministrazione che la monarchia sabauda eredita dal modello francese, dando centralità ai Prefetti nel rapporto fra potere centrale e potere locale. • Con il passare del tempo, la Province si consolidano come il livello territoriale intorno al quale si articola l'organizzazione sociale, politica, economica del paese sono valorizzate come corpi morali autonomi e non soltanto come sedi di decentramento del potere statale . • Le Province allora diventano il luogo di snodo tra il potere locale e il potere statale anche dal punto di vista rappresentativo. • I partiti politici, le associazioni sindacali e imprenditoriali, le diocesi, i vari gruppi di interesse, si daranno un’organizzazione strutturata nel territorio quasi sempre a livello provinciale. • Più in generale, sulle province si è costruita l’identità profonda del Paese: la cultura, la letteratura, il cinema, l’arte hanno spesso attinto ad essa per raccontare le diversità che insieme fanno la ricchezza dell’Italia. • Gli articoli 5 e 114 della Costituzione riconoscono questo dato di fatto. Gaetano Palombelli
Le Province raccontate • Molte ricerche recenti sottolineano questo dato strutturale delle Province italiane: “L’Atlante statistico delle Province italiane” e la “Ricerca Bocconi” ne sono una testimonianza evidente. • Se si guardano i dati del Sondaggio IPSOS questo dato strutturale non viene riconosciuto dall’opinione pubblica in modo evidente. • Su questa distanza tra il dato strutturale e il giudizio dell’opinione pubblica si sono inserite le iniziative che chiedono l’abolizione delle Province e ne fanno un argomento per dare una risposta alla crisi della politica e dei partiti. • Al di là della demagogia, tuttavia, la BCE, nel segnalare il problema delle Province, pone all’attenzione del nostro Paese il tema della sovrapposizione delle strutture e delle competenze dei diversi enti che operano a livello intermedio tra le Regioni e i Comuni. Gaetano Palombelli
Le riforme in atto • Come sapete, sulla base di queste spinte il Governo Berlusconi aveva approvato un ddl costituzionale che avrebbe comportato la soppressione delle Province. • Il Governo Monti ha inserito la questione dell’abolizione delle Province nelle dichiarazioni programmatiche e ha poi approvato nel decreto “Salva Italia” le disposizioni dell’art. 23, commi 14-20, che prefigurano un sostanziale svuotamento delle Province e la loro trasformazione in enti di secondo livello (con organi di derivazione comunale). • Contro queste disposizioni, ben 7 Regioni hanno proposto ricorso alla Corte costituzionale, mettendo in evidenza il contrasto con i principi e le disposizioni della Costituzione che riconoscono le Province come elementi costitutivi della Repubblica con funzioni e poteri definiti. • Anche nella società sono cominciate ad emergere posizioni critiche rispetto alla scelta compiuta dal Governo come dimostra il documento congiunto elaborato dai Sindacati confederali insieme all’UPI. Gaetano Palombelli
La proposta dell’UPI • L’Unione delle Province d’Italia, in alternativa all’intervento del Governo, ha proposto una riforma degli enti di area vasta che consente di riallocare 5 miliardi a favore dello sviluppo dei territori, attraverso: • la razionalizzazione delle Province con la riduzione del loro numero effettuata in ambito regionale, con la previsione di accorpamenti tra Province, mantenendo comunque saldo il principio della rappresentanza democratica delle comunità territoriali; • l’istituzione delle Città metropolitane come enti per il governo integrato delle aree metropolitane; • la ridefinizione delle funzioni delle Province, in modo da lasciare in capo alle Province esclusivamente le funzioni di area vasta; • l’eliminazione degli enti intermedi strumentali (agenzie, società, consorzi) che svolgono impropriamente funzioni che possono essere esercitate dalle istituzioni democratiche previste dalla Costituzione; • il riordino delle amministrazioni periferiche dello Stato, legato al riordino delle Province; • La destinazione dei risparmi conseguiti con il riordino degli enti di area vasta ad un fondo speciale per il rilancio degli investimenti degli enti locali. Gaetano Palombelli
La situazione attuale • Di fronte alle critiche emerse rispetto all’assetto delle province delineato dal decreto “Salva Italia”, il Governo e le forze politiche di maggioranza hanno iniziato a capire le difficoltà del percorso intrapreso e stanno tentando di correggere alcune scelte nell’ambito della legge che dovrà riformare le province relativamente a: • la previsione dei nuovi organi di governo; • il nuovo sistema elettorale (di secondo grado); • la definizione delle funzioni fondamentali delle Province nella Carta delle autonomie locali; • la revisione di alcune disposizioni costituzionali sulle Province per dare copertura adeguata alle norme ordinarie che saranno approvate (in particolare gli articoli 114 e 133 della Costituzione). • Al momento attuale non è ancora definito il destino delle Province e siamo ancora in mezzo al guado. Gaetano Palombelli
Superare il gap • Di fronte al gap riscontrato tra il dato storico, funzionale e strutturale delle province e il giudizio dell’opinione pubblica le Province devono mettere in evidenza e rendere trasparenti: • la complessità del tessuto storico e territoriale che sta dietro la dimensione provinciale che non può essere privata di un presidio democratico; • le funzioni che le Province svolgono e che si traducono in un insieme di servizi e prestazioni nei confronti delle comunità territoriali (cfr. il progetto Elistat sulle performance); • la ricchezza dei rapporti con i soggetti pubblici e provati del territorio ed, in primo luogo, con i piccoli comuni, che vedono nella provincia il naturale ente di compensazione territoriale rispetto alle realtà più densamente abitate; • La ricchezza del patrimonio informativo che le Province detengono come istituzioni di area vasta esponenziali delle comunità territoriali provinciali (cfr. il progetto sugli archivi amministrativi). Gaetano Palombelli
L’open data government • Nella costruzione di un ordinamento amministrativo di carattere federale (a livello nazionale ma, ancor più, su scala europea) è essenziale investire sulle potenziali della rete per rendere trasparenti e confrontabili le “prestazioni” delle diverse istituzioni pubbliche. • La condivisione delle conoscenze è in grado di migliorare le relazioni tra le istituzioni e i cittadini. • L’Open data government offre un supporto concreto ai principi costituzionali sull’amministrazione: imparzialità e buon andamento. • La Commissione europea ha evidenziato in una recente comunicazione del dicembre 2011 come i dati aperti siano “un motore per l’innovazione, la crescita e una governance trasparente”: (cfr. http://ec.europa.eu/information_society/policy/psi/docs/pdfs/opendata2012/open_data_communication/it.pdf) Gaetano Palombelli
Le iniziative Open Data in Italia • In Italia una strategia sugli “open data” è partita in ritardo rispetto ad altri paesi, ma comincia a delinearsi come priorità anche dell’Agenda digitale stabilita dal Governo. • Nell’ottobre del 2011 è stato avviato il portale dei dati pubblici gestito dal Formez per conto del Governo italiano: http://www.dati.gov.it/. • Il portale raccoglie le diverse iniziative avviate in Italia tra le quali si segnala quella della Regione Piemonte (http://www.dati.piemonte.it/) e offre una serie di indicazioni su come “liberare i dati pubblici”: (http://www.dati.gov.it/content/voglio-capire) . • L’Istat è stato il precursore di questa strategia adottando una licenza aperta per la pubblicazione dei dati statistici e ripensando complessivamente il suo sito istituzionale (www.istat.it) e, a breve, il portale del Sistan (www.sistan.it). Gaetano Palombelli
Province 2.0 • Le Province stanno avviando diverse iniziative “open data” ma devono affrontare questa sfida dell’innovazione e della condivisione delle conoscenze non da sole, ma come sistema, in quanto elementi costitutivi della Repubblica. • Le Province devono mettersi in rete secondo le logiche del web 2.0 attraverso un sistema che consenta di interagire in modo unitario con: • lo Stato (Governo, Istat, amministrazioni centrali); • le Regioni; • gli altri soggetti istituzionali; • i territori (comuni, enti, associazioni, ecc.); • Le università e egli istituti di ricerca. • La strategia delle “Province 2.0” impone una valorizzazione del patrimonio informativo delle Province e dalla capacità di rendere trasparenti le prestazioni delle Province sulle loro funzioni fondamentali (cfr. l’art. 21 della legge delega sul federalismo fiscale) a partire dai progetti già in atto (Elistat, Archivi amministrativi, Osservatori provinciali su scuola e lavoro). Gaetano Palombelli
Il ruolo centrale del CUSPI • Gli uffici di statistica delle Province e il CUSPI hanno un ruolo essenziale per per il pieno dispiegamento della strategia delle “Province 2.0”. • In base alla direttiva Comstat, tra i compiti degli uffici di statistica provinciali ci sono i seguenti: • L'ufficio di statistica assicura la divulgazione dei dati statistici del territorio provinciale e delle statistiche relative all’attività istituzionale della Provincia, attraverso il sito internet dell’ente e gli altri mezzi di informazione e comunicazione disponibili. • Per lo svolgimento delle funzioni di elaborazione e raccolta dati previste dall'art. 19, lett. L) del D. Lgs. 267/00 gli uffici di statistica delle province promuovono accordi a livello provinciale con gli uffici di statistica delle prefetture, delle camere di commercio, del comune capoluogo e degli altri comuni del territorio interessati. • Con il convegno di oggi il CUSPI rilancia la sua essenziale funzione di coordinamento per raccogliere, mettere a sistema e rendere disponibili i dati statistici delle Province e dei loro territori. Gaetano Palombelli