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Schema riassuntivo

Schema riassuntivo. Le immunodeficienze, patologie della maturazione e differenziazione delle diverse popolazioni linfocitarie. Condizione patologica in cui il sistema immunitario è alterato ed il soggetto ha un alto rischio di contrarre infezioni e sviluppare malattie autoimmuni o tumori.

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Schema riassuntivo

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Presentation Transcript


  1. Schema riassuntivo

  2. Le immunodeficienze, patologie della maturazione e differenziazione delle diverse popolazioni linfocitarie Condizione patologica in cui il sistema immunitario è alterato ed il soggetto ha un alto rischio di contrarre infezioni e sviluppare malattie autoimmuni o tumori. Si distinguono in: primarie o congenite quando derivano da una mutazione di uno o più geni che riguardano il funzionamento dei fattori cellulari o umorali della immunità innata e acquisita. La maggior parte si manifesta alla nascita, ma alcune compaiono dopo (infanzia e oltre). secondarie o acquisite quando insorgono in seguito ad altre patologie o in dipendenza da cause esterne, quali: infezioni virali; tumori (soprattutto del sistema linfopoietico); trattamento con farmaci immunodepressivi; carenze alimentari gravi; stress prolungati; invecchiamento; AIDS.

  3. Immunodeficienze primarie dell'immunità acquisita (I) Le conseguenze di questo tipo di immunodeficienza dipendono dal tipo di cellula maggiormente colpita. Agammaglobulinemia di Bruton: è una malattia a trasmissione recessiva, legata al cromosoma X; causa: blocco maturativo delle cellule B, scarse plasmacellule e pochi centri germinativi nel tessuto linfoide. Ne derivano: infezioni batteriche ricorrenti (IgG, IgM, IgA scarse) infezioni virali poco frequenti (perché i linfociti T sono normali!) Sindrome di De George: si tratta di un mancato sviluppo del timo, malattia rara (aplasia timica). Ne derivano: gravi infezioni virali e fungine nei bambini affetti, ad esito fatale. Forme miste di immunodeficienza: entrambi i tipi di immunità sono carenti

  4. Immunodeficienze primarie dell'immunità acquisita (II) (Le conseguenze di questo tipo di immunodeficienza dipendono dal tipo di cellula maggiormente colpita). Forme miste di immunodeficienza: entrambi i tipi di immunità sono carenti

  5. Immunodeficienze secondarie Anche le infezioni possono causare immunosoppressione. Es. polmonite pneumococcica, la lebbra, la tubercolosi, la sifilide. Tra le infezioni che determinano immunodeficienza va menzionata la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS) AIDS: i primi casi risalgono alla fine degli anni '70 in America, con un quadro clinico che presentava un'associazione di polmonite da Pneumocystis carinii, sarcoma di Kaposi (tumore endoteliale raro) e compromissione del sistema immunitario.

  6. AIDS Agente patogeno: identificato nel 1983, virus dell'immunodeficienza umana (HIV); ne esistono varianti. Vie di trasmissione: attraverso rapporti sessuali, via ematica, uso di emoderivati, trapianti, condivisione di aghi ipodermici e passaggio da madre a figlio). Origine probabile ca 100 anni fa in Africa, virus a RNA, piccolo con scarse informazioni geniche. La rapida riproduzione e l'alto numero di mutazioni rendono difficile il trattamento terapeutico. AIDS conclamata: linfociti CD4+ inferiori a 200/l. Principale bersaglio del virus: linfociti T helper CD4+, ai quali si lega con il suo rivestimento proteico. Dopo la penetrazione, il virus si replica velocemente e distrugge i T helper; di conseguenza, l'immunità cellulo-mediata comincia a ridursi. Tale diminuzione porta ad infezioni opportunistiche (Pnemocystis carinii e la candidiasi), tumori (Kaposi, linfomi). La progressione della malattia porta a morte il paziente per infezioni fungine, virali e batteriche. Dopo la prima infezione il paziente entra in una lunga fase asintomatica (2-8 anni); la prognosi (generalmente infausta) in fase conclamata è migliorata ma in media la sopravvivenza è ca 12 mesi. La conversione verso la forma conclamata non interessa tutti i soggetti infettati: ca il 35 % dei soggetti HIV + può rimanere indenne. Non è noto il motivo per cui alcuni soggetti HIV + sviluppino la malattia prima ed altri dopo. Terapia più efficace si ottiene con i soggetti trattati molto precocemente, ciè quando i ceppi virali sono più omogenei. Si studia per una vaccinazione che deve essere gruppo-specifico perché questo virus è molto eterogeneo.

  7. Reazioni immunopatogene (malattie da ipersensibilità) Reazioni immunopatogene (malattie da ipersensibilità) Ipersensibilità (o allergia): qualsiasi reazione immunitaria capace di produrre un danno nei soggetti predisposti immunopatogene (malattie da ipersensibilità). non significa risposta immunitaria esagerata ma piuttosto una risposta immunitaria che di per sé è capace di danneggiare il tessuto dell'ospite e di provocare malattie da ipersensibilità In base al loro meccanismo patogenetico si distinguono 4 tipi principali (in realtà i processi immunitari delle reazioni d'ipersensibilità sono in parte sovrapposti): di tipo I – Ipersensibilità immediata o anafilassi di tipo II – Ipersensibilità mediata da anticorpi citotossici reazioni di tipo immediato di tipo III – Ipersensibilità mediata da immunocomplessi di tipo IV – ipersensibilità di tipo ritardato o cellulo-mediata reaz. di tipo ritardato, che appare dopo ore o giorni

  8. Ipersensibilità immediata o anafilassi – Reazioni immunoaptogene di tipo I allergene = antigene innocuo • Reazione immediata che avviene in soggetti geneticamente predisposti: • alla prima esposizione all'allergene si ha un'eccessiva produzione di Ab specifici della classe IgE. • Ogni volta che l'organismo incontra di nuovo l'allergene compaiono i fenomeni patologici. • La risposta allergica è guidata dalla secrezione di certe citochine. La sintesi alterata di IgE è innescata nei linfociti B dai linfociti Th2 che rilasciano citochine Th2 (IL-4, IL-5, IL-9, IL-13 e IL-25) • In questo caso, il secondo contatto con l'antigene (anafilattogeno) non rafforza la risposta immunitaria; piuttosto induce la comparsa di manifestazioni infiammatorie. • Aspetti caratteristici delle manifestazioni sistemiche sono: • Brusca insorgenza di un collasso cardiocircolatorio • per vasodilatazione imponente; • Marcata dispnea per edema del laringe • Broncospasmo Shock anafilattico

  9. Tolleranza: meccanismo di sopravvivenza perché implica la non reattività nei confronti dei propri antigeni. Stato di Tolleranza: quando l'entrata di un antigene nel tessuto linfoide non stimola la formazione di anticorpi, giungendo anche ad uno stato di insensibilità per cui nessun antigene evoca la formazione di anticorpi. es. di condizione esasperata: vita fetale e primi anni di vita quando il sistema immunitario non è ancora sviluppato. Meccanismo con cui si sviluppa tolleranza: sono state proposte ipotesi quale la delezione dei cloni di linfociti T e B autoreattivi (l'aborto clonale di cellule B immature, dell'esaurimento clonale) o di attività di cellule T soppressorie. Autoimmunità: si verifica quando si evoca una risposta immunitaria contro i costituenti propri (mancata tolleranza) e danneggia i tessuti dell'ospite.

  10. Risposta immunitaria verso il self: • come causa primaria di malattia numero limitato di casi • Forme organo-specifiche (vengono colpiti principalmente gli organi endocrini) • Tiroidite di Hashimoto • Malattia di Graves (di Basedow) • Miastenia gravis • Diabete mellito insulino-dipendente (cellule  del pancreas) • Forme non organo-specifiche (l'Ab è diffuso) • Lupus eritematoso sistemico • Artrite reumatoide • come causa secondaria più frequente; esempi (anticorpi in circolo): • Ab anti-cuore nei soggetti colpiti da infarto, • Ab anti-cute nei soggetti ustionati, • Ab anti-nucleari nell'epatite A e B

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