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Genitori e figli. La scoperta dell’infanzia e la nascita della genitorialità nella famiglia moderna. Infanzia e genitorialità: due concetti relazionali. Per capire come è cambiata la genitorialità bisogna capire come è cambiata l’infanzia e viceversa
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Genitori e figli La scoperta dell’infanzia e la nascita della genitorialità nella famiglia moderna
Infanzia e genitorialità: due concetti relazionali • Per capire come è cambiata la genitorialità bisogna capire come è cambiata l’infanzia e viceversa • Si fa riferimento ad una certa idea di genitore perché si ha in mente una certa idea di bambino
La centralità dei figli nella famiglia moderna • La famiglia affettiva (moderna) nasce in primo luogo dalla ridefinizione del posto dei figli (e quindi dei genitori) • I figli da anelli della catena generazionale e da forza lavoro in miniatura diventano fini in sé, centro affettivo e simbolo della affettività familiare stessa • Questo cambiamento ha coinciso con la tendenza alla riduzione del numero dei figli per famiglia: il numero dei figli diminuisce man mano che aumenta la loro rilevanza affettiva
La scoperta dell’infanzia: la tesi di Ariès • “Nella società medioevale, che assumiamo come punto di partenza, il sentimento dell’infanzia non esisteva; il che non significa che i bambini fossero trascurati, abbandonati o disprezzati. Il sentimento dell’infanzia non si identifica con l’affezione per l’infanzia: corrisponde alla coscienza delle particolari caratteristiche che essenzialmente distinguono il bambino dall’adulto, anche giovane. Questa coscienza non esisteva” (Ariès 1960. trad. it. 1999 p. 145)
Il processo di nascita della moderna idea di infanzia secondo Ariès • Dall’indifferenza verso l’infanzia del Medioevo (il bambino non appena era in grado di vivere senza l’attenzione costante della madre o della balia entrava di diritto nella società adulta • Al vezzeggiamento dei bambini nel ‘500 e ‘600 (l’infanzia viene considerata un tempo di innocenza e dolcezza, i bambini idolatrati soprattutto dalle donne e considerati fonte di divertimento e di evasione) • Fino alla visione moralistica del ‘700 che vede l’infanzia come un periodo di preparazione e di educazione alla condizione adulta. Questa visione dell’infanzia promuove la creazione di spazi separati per i bambini e sancisce la fine della libertà dei bambini di stare tra gli adulti • L’opera di Ariès è stata criticata per l’eccessiva generalizzazione, e per l’uso di fonti indirette, tuttavia egli mette correttamente in luce il paradosso che l’infanzia è emersa storicamente come categoria sociale alla quale viene negata la libertà in nome della necessità di protezione e di educazione morale.
Le condizioni dell’infanzia nella famiglia premoderna (1) • La normalità del lavoro infantile ma anche del gioco • I dati non sono univoci nell’indicare che i maltrattamenti e le punizioni fisiche fossero la norma, così come non si può sostenere che i genitori fossero meno provati emotivamente dalla morte di un figlio a causa dell’elevata mortalità infantile. Sentimenti di affetto, protezione e preoccupazioni per i bambini sono sempre stati presenti • Irrilevanza dell’età (tra adulti e bambini si pensa esistano delle differenze di tipo quantitativo, non qualitativo) • Bambini e bambine: percorsi fortemente segregati, mondi fortemente differenziati • Manca l’idea che i bambini hanno bisogni specifici in quanto appartenenti ad un gruppo sociale specifico: l’infanzia • I bambini sono adulti in miniatura
Le condizioni dell’infanzia nella famiglia premoderna (2) • Apparente promiscuità (presenza di servi, bambini appartenenti a diversi ceti sociali, ecc.) • Presenza di diverse figure di adulti e di forme di autorità diversificate (non solo i genitori, ma anche i fratelli maggiori, i servitori con gradi diversi di competenze, ecc.) • Diverse figure “allevanti” (balie, servitori, istitutori/istitutrici, ecc.) • Nelle famiglie aristocratiche e borghesi i rapporti con i genitori sono di tipo formale (circoscritti e di tipo cerimoniale)
La scoperta dell’infanzia • L’emergere dell’infanzia come età specifica, caratterizzata da bisogni, ritmi e spazi propri è un processo lento che si realizza completamente nelle famiglie aristocratiche e borghesi nell’Ottocento • Questo processo è legato all’emergere della famiglia nucleare moderna ed stato favorito da alcune condizioni connesse al processo di industrializzazione e all’avvento della modernità: la dipendenza economica della famiglia dal mercato, la separazione delle sfere (pubblica e privata), la minore rilevanza della tradizione, la scolarizzazione di massa. • La scuola svolge un ruolo importante nell’identificare l’infanzia come categoria sociale (creando uno spazio ad hoc per i bambini) e nell’affermare l’idea di sviluppo individuale dei bambini (gradazione dell’infanzia per età, individuazione di bisogni e competenze diversificate) • I bambini divengono oggetto di precise attenzioni e strategie educative
L’emergere della figura della madre educante • La nuova collocazione dei figli all’interno della famiglia determina la nascita di una nuova figura materna costruita intorno ai nuovi compiti educativi verso l’infanzia • Il modello di famiglia moderna, centrato sui sentimenti e sull’educazione produce anche le condizioni per la diffusione dell’idea di maternità ancora oggi dominante. • Il ruolo materno connotato prevalentemente in termini affettivi ed educativi • La madre come soggetto educante e da educare
La figura della madre nelle famiglie aristocratiche e borghesi • Accentramento nella figura della madre di competenze ed attività prima delegate a figure diverse (balie, servitori, istitutori) • L’allattamento al seno dei neonati per creare legami di attaccamento con i figli e come indice di una più elevata moralità e responsabilità materna • La sorveglianza e il controllo delle attività quotidiane (fino ai comportamenti corporei) dei figli e la responsabilità per la loro educazione morale • il ruolo materno come fondamento per l’identità familiare e sociale femminile • Identificazione quasi perfetta tra ruolo materno, identità femminile e sfera privata/della riproduzione • La figura della madre educante sancisce e riproduce quotidianamente l’infanzia intesa come categoria sociale con caratteristiche e bisogni propri differenti da quelli degli adulti e pertanto bisognosa di spazi separati e di forme di controllo a tutela del processo di preparazione dei bambini alla condizione di adulti
La figura del padre nelle famiglie aristocratiche e borghesi • Il ruolo del padre nella famiglia moderna si configura come residuale rispetto alla centralità della figura materna • I contenuti della paternità sono meno chiari e definiti: si pone come ruolo prescrittivo di mete e valori o testimone di successi e piaceri • Il ruolo paterno così definito non richiede la presenza dei padri tra le mura domestiche: si giustifica così la sua totale immersione nel mondo della produzione • Ciò favorisce la riduzione ulteriore delle funzioni e dei compiti paterni e limita le occasioni di interazione con i figli, specialmente se piccoli • Identificazione quasi perfetta tra ruolo paterno, funzione di procacciatore di risorse per la famiglia e sfera pubblica/della produzione
Relazioni tra genitori e figli nelle classi lavoratrici • Quando si diffonde la figura della madre educante nelle classi borghesi, le madri di famiglie operaie facevano l’esperienza di mandare i figli a balia • La figura della madre educante nelle classi lavoratrici emerge dapprima come esito di un processo di imposizione da parte delle classi superiori che aveva la finalità di disciplinare e moralizzare la classe operaia. • L’educazione della madre di classe operaia avviene parallelamente alla sua educazione come donna di casa. La maternità come dovere e come struttura dell’identità è strettamente legata alle attività di lavoro domestico e non è sempre difficile distinguere i due aspetti • Anche la scolarizzazione è dapprima imposta alle famiglie delle classi lavoratrici • Solo in una seconda fase il progetto educativo su bambini e donne verrà interiorizzato dalla classe lavoratrice; quando diventa possibile godere di una vera vita domestica (in seguito all’aumento dei salari che rendono non più necessario il lavoro di bambini e donne) • L’investimento nell’educazione scolastica dei figli diventa una strategia familiare per garantire chances di mobilità sociale • I bambini divengono oggetto delle strategie familiari, si fanno piani per il loro futuro; questo atteggiamento segnala come si investa sulla “qualità della vita” dei singoli bambini e contemporaneamente si riduce la fecondità anche nelle famiglie delle classi operaie
Genitorialità e struttura di genere • Nella famiglia nucleare moderna si pongono le basi per la costruzione sociale della maternità e della paternità come esperienze complementari ed intrinsecamente differenti • Nasce l’idea di maternità come esperienza totalizzante per l’identità femminile • Si consolida la centralità del ruolo di breadwinner per l’identità maschile e paterna
La centralità della dimensione affettiva • L’esperienza della genitorialità nella famiglia moderna si caratterizza per una riduzione dell’autorità dei genitori (soprattutto paterna) a favore di modalità relazionali centrate sull’affettività. • Le aspettative di maggiore vicinanza affettiva verso i figli riguardano sia i padri che le madri • Si assiste ad un processo di de-differenziazione affettiva che definisce aspettative comuni per entrambi i genitori per quel che riguarda l’espressione dell’affettività verso i figli. • Permangono invece forti differenze per quel che riguarda altri aspetti dell’esperienza della genitorialità (la cura dei figli, la loro educazione, ecc.)
I fattori che contribuiscono al cambiamento dei ruoli e delle identità genitoriali • La riduzione del numero dei figli: la genitorialità come scelta • L’erosione delle basi sociali dell’autorità genitoriale: il problema educativo e il rapporto con le agenzie educative esterne • La de-istituzionalizzazione dei corsi di vita maschili e femminili