460 likes | 654 Views
L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali Antonio Golini antonio.golini@uniroma1.it. Convegno Istat su La presenza straniera in Italia Roma, 15-16 dicembre 2005. Prima e seconda globalizzazione migratoria: Europa e nuovi mondi.
E N D
L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionaliAntonio Goliniantonio.golini@uniroma1.it Convegno Istat su La presenza straniera in Italia Roma, 15-16 dicembre 2005
Prima e seconda globalizzazione migratoria: Europa e nuovi mondi Migrazioni nette: Europa occidentale, Giappone e altre aree dell’Occidente, 1870-1998(in migliaia) a) 1922-39; b) escluso 1939-45; c) Include Belgio, Olanda, Norvegia, Svezia e Svizzera. Fonte: Maddison, 2001 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Italiani residenti all’estero in migliaia, al 10 luglio 2005 Europa 2.042 Africa 47 Asia 27 America s. e c. 453 America m. 871 Oceania 134 Antartide e n.d. 20 Totale 3.595 Fonte: Ministero Interno, 2005 Stranieri residenti in Italia in migliaia, al 1° gennaio 2005 Europa 1.122 Africa 642 Asia 405 America s. 17 America c. e m. 214 Oceania 2 Antartide e n.d. 1 Totale 2.402 Fonte: Istat, 2005 L’Italia tuttora crocevia di migrazioni internazionali A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Frontiere aperte o frontiere chiuse?Il punto di vista dei popoli e dei paesi poveri Quale concreta speranza di sopravvivenza, o di promozione sociale o professionale hanno, se non l’emigrazione? • emigrazione interna: specie verso le enormi megalopoli • emigrazione all’estero Interazione e concorrenza fra i due tipi di emigrazione A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Tenendo conto degli squilibri demografici ed economici esistenti ci si deve chiedere non come mai emigrino dal sud del mondo, ma come mai emigrino in così pochi A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Total population (absolute values, in millions, and index numbers, 1950=100) in Northern America, Europe, China, India, Latin America and the Caribbean, and Africa, 1950-2000 and prospects up to 2050 (medium variant) Absolute values Index numbers Source: UN, World Population Prospects. The 2002 Revision, New York, 2003 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Popolazione economicamente attiva al 1990, al 2000 e stimata al 2010. Varie aree e paesi del mondo A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005 Fonte dei dati di base: http//laborsta.ilo.org/
Prodotto interno lordo (PIL) pro-capite a parità di potere d’acquisto (PPA), in dollari internazionali del 1990, in alcuni paesi, 1950-1998 e 1991-1998 Fonte: elaborazione propria su dati Maddison 2001 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
La domanda del perché emigrino in così pochi è più che mai valida tenendo anche conto: • del poderoso, facile e immediato richiamo delle comunità già immigrate che formano catene migratorie straordinariamente più efficienti che nel passato; • della economicità, diffusione, frequenza, rapidità dei trasporti; • dell’alleanza che si crea per favorire l’emigrazione, alleanza che è fortissima per quella clandestina A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
L’immigrazione clandestina infatti contemporaneamente soddisfa le esigenze esplicite o implicite di 5 soggetti: • soggetto che ha necessità di emigrare, nonostante gli altissimi prezzi da pagare, compreso quello di poter perdere la vita; • famiglia del potenziale emigrante; • paese di origine del migrante che ha necessità di scaricare il surplus di manodopera (più che mai se è paese di transito) e di acquisire le sue rimesse; • datore di lavoro – tanto le aziende, quanto le famiglie - nel paese di destinazione, che vuole possibilmente a basso prezzo manodopera quando ne ha bisogno e non quando la burocrazia glielo consente; • trafficante di essere umani disposto a grossi rischi pur di lucrare assai ingenti somme di denaro. Ecco perché è assai difficilmente controllabile e contrastabile, specie in presenza di frontiere marittime. Per di più non si può frenare o controllare del tutto l’arrivo di clandestini da altri paesi Schengen. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
E inoltre l’immigrazione irregolare è assai difficile da frenare perché: • non si può tenere sotto perfetto controllo chi si trova sul territorio e gli è scaduto; • non si può frenare o controllare del tutto la concessione dei visti per turismo, studio, salute; • non si può frenare o controllare del tutto l’arrivo di irregolari da altri paesi Schengen; • non si può frenare o controllare del tutto la politica di concessione dei visti da parte degli altri paesi Schengen; A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Comunque il bilancio che il potenziale migrante fa dei costi e delle difficoltà – fisiche, umane, monetarie, psicologiche, affettive, amministrative - da superare per tentare l’avventura migratoria è così pesantemente negativo che pochi hanno o trovano l’insieme delle risorse necessarie per partire. Ecco perché emigrano in “così pochi”. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Frontiere aperte o frontiere chiuse?Il punto di vista dei popoli e dei paesi ricchi Ci sono almeno 3 tipi di ragioni perché i paesi ricchi, in particolare quelli europei, tengano aperte le frontiere per accogliere immigrati: • di convenienza, per soddisfare le proprie esigenze economiche e demografiche; • di necessità, impossibilità di frenare l’afflusso; meglio avere regolari che clandestini; • etiche, perché l’Europa avrebbe l’opportunità di “restituire” le grandi opportunità storiche che ha avuto o ha preso nel passato (ragioni deboli perché la memoria collettiva tende facilmente a scolorirsi) A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Si sa bene che uno dei problemi chiave per i paesi di destinazione è la difficile, piena e completa accettazione degli immigrati e la fruttuosa convivenza con essi. A proposito delle quali c’è da tenere presente che soltanto il pieno inserimento degli immigrati nel contesto nazionale e locale, per quel che riguarda il lavoro, la casa, l’istruzione, il ricongiungimento familiare, la possibilità di mobilità ascendente, sociale e professionale per se stessi e per i propri figli, può evitare la frustrazione e la emarginazione degli immigrati stessi o, ancora peggio, il fallimento del progetto migratorio, l’autolesionismo, l’aggressività e la devianza sociale. E d’altra parte il pieno e positivo inserimento favorisce nell’immigrato il senso di appartenenza e/o condivisione che è alla base di una convivenza più felice e fruttuosa. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Nei paesi di origine positiva entro certi limiti, secondo il punto di vista dell’economia, della demografia e della società positiva pienamente secondo il punto di vista delle persone e delle famiglie Nei paesi di destinazione positiva moderatamente, secondo il punto di vista dell’economia, della demografia e della società positiva parzialmente, secondo il punto di vista delle persone e delle famiglie Nonostante vari aspetti problematici, alla domanda “frontiere aperte?” è possibile dare una risposta positiva, accettabile da tutti A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
E questo sembra essere anche il punto di vista dei Governi 2003 More developed Regions (Percentage) Less Developed Regions (Percentage) 2003 Source: own elaboration on data in World Economic Survey, 2004. International Migrations, United Nations, New York, 2004 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Government policies on immigration 1976, 1986, 1996 and 2003 2003 2003 More developed Regions (Percentage) Less Developed Regions (Percentage) Source: own elaboration on data in World Economic Survey, 2004. International Migrations, United Nations, New York, 2004 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Government views on the level of emigration 1976, 1986, 1996 and 2003 More developed Regions (Percentage) Less Developed Regions (Percentage) Source: own elaboration on data in World Economic Survey, 2004. International Migrations, United Nations, New York, 2004 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Government policies on emigration… More developed Regions (Percentage) Less Developed Regions (Percentage) Source: own elaboration on data in World Economic Survey, 2004. International Migrations, United Nations, New York, 2004 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Quale e quanta immigrazione per l’Europa e per l’Italia? Un paio di questioni che stanno sullo fondo • “Many in the West believe the world is moving toward a single, global culture that is basically Western. This belief is misguided, arrogant, false, and dangerous” (Huntington, 1996) • “Oggi il modo migliore per aiutarci è aprire i loro mercati alle nostre merci: devono sapere che possiamo esportare beni e non solo emigranti disperati” (Oscar Arias, Presidente del Costa Rica, 2001) A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Gli obiettivi di una politica migratoria Uno dei seguenti o un mix di essi: • favorire l’incontro fra domanda e offerta nei mercati del lavoro, in particolare di quelli relativi ad alcuni settori produttivi; • favorire in generale uno sviluppo economico sostenuto; • favorire uno sviluppo o un risanamento economico di un settore specifico dell’economia, per esempio del settore informatico o del sistema pensionistico; • favorire il risanamento demografico, specie come in paesi come, fra gli altri, Italia, Spagna, Germania, Giappone, caratterizzati da forte e prolungato eccesso di bassa fecondità. Sul primo di questi obbiettivi i paesi europei hanno in genere impostato la loro politica, ma è illusorio pensare che esso possa essere pienamente perseguito con continuità e a lungo nel tempo A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Determinare l’afflusso degli immigrati Problema del governo dei flussi in ingresso. La politica per la determinazione e la selezione degli immigrati regolari deve stabilire: • quanti; • quali; • da dove; • come. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Elementi per l’integrazione degli immigrati regolari • Possibili paradigmi: • Integrazione come uguaglianza • Integrazione come utilità • Integrazione come somiglianza • Modelli teorici di integrazione: • Assimilazionismo • Gastarbeiter o lavoratore ospite • Multiculturalismo A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Un’integrazione “ragionevole” • Salvaguardia dell’integrità della persona Integrità piena per gli immigrati regolari e un “minimo” di integrità garantita per gli irregolari. Rendere praticabile lo status di regolare [Zincone 2000] • Interazione positiva con la comunità nazionale (sicurezza, pluralismo e comunicazione) A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Non conflitti, non assimilazione Dai modelli di integrazione al modello di pacifica e fruttuosa coesistenza, che sembra soluzione meno ardua da praticare. Naturalmente il modello si basa sull’accettazione e il rispetto dell’alterità in generale e dell’altro in particolare e può valere solo se si applica in maniera assolutamente simmetrica e paritetica, e cioè che non soltanto l’autoctono accetti e rispetti l’immigrato e la sua cultura, ma anche che l’immigrato accetti l’autoctono e la società ospitante rispettandone l’identità culturale, che ovviamente comprende anche l’identità dei luoghi. Problema questo particolarmente importante e spinoso in Europa. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Un punto di vista delle comunità immigrate: la stampa etnica Su scala nazionale, si contano almeno 25 testate giornalistiche dirette alle diverse comunità straniere presenti sul territorio. Esempio: alcune testate della casa editrice italiana Stranieri in Italia (circa 250.000 copie al mese) pubblicate nella lingua della comunità • Africa news (mensile; comunità anglofone – Nigeria, Ghana) • Africa Nouvelles (mensile; comunità francofone – Senegal, Costa d’Avorio) • Agora Noticìas (mensile; comunità di lingua portoghese) • Ako Ay Pilipino (quindicinale; comunità filippina) • Al Maghrebiya (mensile; comunità maghrebine e arabe) • Azad (mensile; comunità pakistane) • Forum (quindicinale, comunità russa e ucraina) • Gazeta Romaneasca (settimanale; comunità romena) • Punjab Express (mensile; comunità indiana di etnia punjabi) • Nasz Swiat (mensile; comunità polacca) Considerazioni di sintesi provvisorie: Una prima analisi dell’informazione offerta suggerisce che piuttosto che incoraggiare un atteggiamento favorevole all’integrazione nella società italiana, si persegue un tipo di coesistenza che richiama il modello multiculturale con ridotto interscambio con la comunità italiana (ad esempio, scarsa o assente attenzione alla vita culturale e di intrattenimento in Italia, inclusa ad esempio la televisione). A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Un elemento di particolare criticità in tema di coesistenza Particolare attenzione va posta in tutti i paesi europei alla integrazione delle seconde generazioni, che incrementano e alimentano – in positivo o in negativo - le interazioni sociali e culturali, tra le popolazioni autoctone e quelle immigrate. La società ospitante prende coscienza dell’irreversibile trasformazione che sta vivendo, e la prima generazione di immigrati consolida la propria affermazione quale parte integrante della società ricevente. In Italia, fra il 1994 e il 2004 le nascite straniere denunciate in anagrafe sono cresciute di circa il 500%, passando da 8.028 (1,5% del totale delle nascite in Italia) a circa 48.000 (9% circa del totale delle nascite) e i minori in generale assommano a varie centinaia di migliaia. La riflessione politica e sociale sulle seconde generazioni è invece appena agli inizi (salvo che nel settore scolastico) e comunque secondaria rispetto alla più urgente disciplina del fenomeno immigratorio legato alle prime generazioni. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Problemi attuali, pressanti in tema di integrazione/coesistenza • Definizione degli obbiettivi • Ricerca della coerenza nelle esigenze: locali/nazionali; economiche/sociali • Revisione legge sulla cittadinanza • Esigenze particolari dei minori e dei rapporti con i genitori • Esigenze della seconda generazione • Valorizzazione costante e approfondita, attraverso i media, del contributo economico degli immigrati • E poi, più specificamente: • Rinnovo permessi di soggiorno • Disponibilità di alloggi • Corsi di lingua italiana A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Gli immigrati irregolarmente o clandestinamente presenti sul territorio Tre possibili opzioni politiche: • ignorarli, facendo finta di non sapere e non vedere. • rimandarli a casa, anche con la forza. Pensare a un trasferimento forzato di massa è irrealistico, da un punto di vista etico, produttivo e logistico. • regolarizzarli o sanarne la status. Si possono immaginare molte buone ragioni per una sanatoria riferita sia a singole persone, sia a centinaia di migliaia di irregolari Forse la soluzione accettabile potrebbe essere costituita da un mix delle tre soluzioni, con una preferenza per la terza, insieme con un più stretto ed efficace controllo delle frontiere. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Una delle questioni: i minori irregolari • L’Italia ha previsto una parziale integrazione di fatto attraverso l’istruzione obbligatoria dei minori, presenti sul territorio nazionale in maniera irregolare o clandestina. • Problemi di fondo: - possono tali bambini rimanere in posizione irregolare frequentando per otto anni la scuola italiana? - si possono tenere in posizione irregolare i loro genitori? A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
L’Unione europea, Schengen, e i singoli paesi nel quadro delle migrazioni internazionali A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Il contesto comunitario Comunicazione 3 giugno 2003 della Commissione europea • Necessità di un “approccio multisettoriale”: aspetti economici e sociali, partecipazione civile, diversità culturali e religiose. • Integrazione come un processo di “sviluppo equilibrato di diritti e doveri nel corso del tempo” Cittadinanza civile • La cittadinanza quale mezzo per agevolare l’integrazione. Approvazione risoluzione Moraes (15 gennaio 2004) Il Parlamento europeo si esprime a favore del concetto di cittadinanza civile: diritti e doveri di natura economica, sociale e politica (incluso il diritto di voto alle elezioni municipali ed europee) ai cittadini dei Paesi terzi che risiedono legalmente nell’Unione. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Da una politica migratoria unidimensionale e bilaterale a una multidimensionale e multilaterale • UNILATERAL • SYSTEM Migratory flows ITALY Unilateral migration policies Bilateral relationships and/or agreements origin country 1 origin country n n 200 • INTEGRATED SYSTEM AFTER SCHENGEN EU Schengen zone Country n Bordering and other countries ITALY Integrated migration policies Origin country 1 Origin countries 3 Origin country 2 Bordering and other countries Bordering and other countries Other countries Sources: own elaboration A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Il problema del controllo delle frontiere esterne Con la creazione dell’area Schengen si riscontrano grandi diversità fra paesi appartenenti all’accordo, a seconda che abbiano nei confronti dell’esterno: • solo frontiere aeree: ad es. Francia, Germania • frontiere aeree e terrestri: ad es. Austria • frontiere aeree, terrestri e marittime: ad es. Grecia (ma senza sbocchi diretti nel resto della Ue), Spagna (con le sue enclave in Marocco), Italia; le frontiere marittime sono le più vulnerabili, le più soggette a inevitabili interventi umanitari e le più pericolose per i migranti A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
La internazionalizzazione delle politiche migratorie Le politiche migratorie vanno quindi viste in un sistema integrato che inserisce l’Italia, e i legami che quest’ultima intrattiene con i paesi di origine, nell’area Schengen e quindi nell’area della intera Unione europea, la quale a sua volta dovrà procedere alla regolazione dei suoi rapporti con i paesi di origine e/o di transito dei flussi, confinanti e non. La Commissione europea ha adottato la proposta per un regolamento del Consiglio che istituisce una Agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne. Anche gli stessi paesi di provenienza dei flussi migratori si muovono in un sistema complesso che li lega tanto ai paesi di destinazione quanto agli altri paesi di origine e a paesi terzi quando essi stessi si trovino a essere paesi di transito. Nello stesso tempo, gli interventi da parte di un singolo governo nazionale dovranno considerare particolari condizionamenti, ravvisabili anch’essi in senso lato come “politiche”, A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Politiche migratorie nazionali: un quadro sistematico • relative ai flussi di ingresso • relative ai flussi di uscita • di contrasto o laissez-faire nei confronti di ingresso di clandestini • relative al rimpatrio dei clandestini • nei confronti dei matrimoni misti • relative alla concessione della cittadinanza ai nati in Italia da cittadini stranieri • relative agli accessi riservati/riunificazione famiglia/formazione professionale e-o selezione nei luoghi d’origine • relative ai rientri incentivati e-o forzati • per la concessione della cittadinanza per residenza • di sanatoria/regolarizzazione degli irregolari • per la integrazione immigrati regolari • relative ai diritti di base degli immigrati irregolari o clandestini (scuola, sanità) • per la eradicazione della xenofobia e del razzismo • Politiche migratorie per gli emigrati italiani all’estero • Politiche migratorie bilaterali, multilaterali, in sede comunitaria, A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
La complessità dinamica del processo migratorio e del processo di integrazione A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Alla luce della articolazione degli assai numerosi aspetti, politici e amministrativi, coinvolti nelle migrazioni internazionali e della complessità dinamica dei processi migratori sembra necessario pensare a una autorità politica super partes, per es. un vice-presidente del Consiglio, con pieni poteri di coordinamento rispetto ai vari ministri interessati A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Brevi conclusioni 1/4 Le migrazioni internazionali: alla fine dell’800 e nei primi decenni del ‘900 sono state una delle chiavi di volta per riequilibrare nel mondo i sistemi demografico-economici; alla fine del ‘900 e nei primi decenni del 2000, pur necessarie, non potranno in nessun caso esserlo di nuovo, essendo smisurata l’offerta di lavoro che si avrà nei paesi del Sud del mondo e non essendoci più nuovi mondi da popolare totalmente disponibili. Diventeranno elemento strutturale nei rapporti fra i popoli, ma non potranno risolvere le miserie del mondo A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
• Projected population with and without international migration by region and major area, 2000 and 2050 (in million) ª Figures in brackets represent the effect of migration in reducing negative natural increase Source: World Economic Survey, 2004. International Migrations, United Nations, New York, 2004 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Average population aged 20-39 at 2000/05 and at 2020/25 in major areas of the world (absolute values in million) Source: own elaborations on data in World Population Prospects. The 2002 Revision, United Nations, New York, 2003 (medium variant) A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Popolazione in età lavorativa (di età 15-59 anni e in milioni) in Nigeria, Egitto e Italia, 1950-2000 e proiezioni al 2050 (variante media) Source of basic data: UN, World Population Prospects. The 2002 Revision, New York, 2003 A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Brevi conclusioni 2/4 Le migrazioni internazionali perciò come elemento strutturale e comunque straordinariamente difficili da gestire quando si vogliano salvaguardare, come pure si deve: • le attese e i diritti individuali dei migranti e delle loro famiglie; • i diritti dei gruppi di immigrati in quanto comunità; • i diritti dei paesi di origine a non subire un eccessivo depauperamento delle risorse umane; • i diritti dei paesi di destinazione, a partire da quello della salvaguardia della identità dei popoli, dei luoghi, delle loro culture, di cui gli autoctoni sono e si sentono eredi e depositari. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Brevi conclusioni 3/4 • Si tratta di un puzzle di immensa difficoltà nel quale dover ricomporre tante dimensioni e tanti interessi differenziati. • Nel breve-medio periodo si deve almeno poter contare – a livello comunitario, nazionale, regionale – su quattro strumenti fondamentali: • piena consapevolezza dei processi migratori; • definizione di obiettivi realistici; • procedure efficienti e trasparenti; • informazioni statistiche adeguate riguardo ai flussi, agli stock, ai processi di coesistenza. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005
Brevi conclusioni 4/4 Il puzzle forse, in una prospettiva di medio-lungo periodo, potrà essere completamente e appropriatamente ricomposto se dal punto di vista geo-politico, economico e culturale si arriverà a 4-5 unioni inter-nazionali di dimensione regionale per: • l’area Euro-Africana (eventualmente unita con) • l’area del medio Oriente; • le Americhe; • Il sub continente indiano nel suo complesso • l’area del Pacifico e del lontano Oriente; in ciascuna delle quali si possa avere all’interno una piena e libera circolazione delle persone e delle merci. A. Golini, L’Italia nel quadro dei flussi migratori internazionali, Istat, 15 dicembre 2005