1 / 109

Fascismo

Fascismo. http://youtu.be/eUhoXW7Kx7A?t=52m13s (fine della guerra e avvento del fascismo) Contenuti: del video Conferenza di Parigi, diplomazie, dibattiti interni, questioni territoriali: Fiume, Dalmazia, Istria, Colonie ex-tedesche Vittoria mutilata, dimissioni Orlando Nascita PPI

odelia
Download Presentation

Fascismo

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Fascismo

  2. http://youtu.be/eUhoXW7Kx7A?t=52m13s (fine della guerra e avvento del fascismo) Contenuti: del video • Conferenza di Parigi, diplomazie, dibattiti interni, questioni territoriali: Fiume, Dalmazia, Istria, Colonie ex-tedesche • Vittoria mutilata, dimissioni Orlando • Nascita PPI • Governo Nitti, smobilitazione, tentativo di risanamento economico, tentativo di riprendere il liberalismo moderato giolittiano prebellico • Crisi economica, classi medie le più colpite, inflazione, importazioni più costose (anche grano), aumento deficit pubblico, calo potere salari, disagio dei redditi fissi, arricchimento speculatori di guerra, aggravi per la piccola e media borghesia (che aveva comprato titoli di stato, il cui valore è falcidiato dall’inflazione) • Proteste per disoccupazione e carovita, ex-combattenti e mutilati di guerra • Mondo contadino: arricchiti affittuari, impoveriti braccianti; occupazione terre (guidati non solo da sindacati rossi, ma anche cattolici) • Sviluppo industria, masse operai nel nord, sindacati, scioperi, aumenti salariali, attese di rivoluzione, classe vs patria • Riforma elettorale in senso proporzionale (1919), richiesta da PSI e PPI • D’Annunzio e la «marcia» su Fiume (12 settembre 1919); condanna di Nitti

  3. La situazione dopo la fine della prima guerra mondiale La vittoria mutilata

  4. Le richieste italiane • L’Italia tra i vincitori della Grande Guerra • Al Congresso di Parigi l’Italia si vide riconoscere Il Trentino con il Sud Tirolo fino alla linea del Brennero e Trieste, ma richiese anche la Dalmazia (in nome del Patto di Londra) e Fiume e l’Istria (in nome del principio di nazionalità)

  5. Le promesse del Patto di Londra

  6. La contraddittorietà della linea diplomatica italiana • Da notare la contraddittorietà della linea diplomatica di Orlando e Sonnino: • da un lato l’Italia chiedeva l’applicazione integrale del Patto di Londra, senza considerare il principio di nazionalità (confine con l’Austria al Brennero, includendo il Sud Tirolo – Alto Adige, abitato in prevalenza da popolazioni di lingua tedesca; parte della costa dalmata; l’Istria, a maggioranza italiana nelle città costiere, ma slava nell’interno); • dall’altro, in base al principio di nazionalità rivendicava la città di Fiume (che era prevalentemente italiana ma non era prevista dal patto) • Queste rivendicazioni si scontravano • con la risoluta opposizione del presidente americano Wilson (gli USA non erano legati al Patto di Londra) • e con le pretese del nuovo stato sorto nella penisola balcanica, la Jugoslavia (1º dicembre 1918 fu fondato il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, che successivamente prese il nome di Juogoslavia), che rivendicava la propria sovranità sull’Istria e sulla Dalmazia (alzando la posta sino a chiedere anche Gorizia e Trieste)

  7. La proposta di Wilson e l’abbandono della conferenza • Nell’aprile 1919 Wilson avanzò una proposta che lasciava fuori dai confini italiani non solo la Dalmazia, ma anche parte dell’Istria e faceva di Fiume una città autonoma. Wilson volle illustrare la sua proposta direttamente al popolo italiano con una lettera. • Mentre l’indignazione montava nel paese, il 24 aprile 1919, per protesta, la delegazione italiana abbandonò la conferenza di pace, che però continuò, tanto che i negoziatori dovettero tornare a Parigi pochi giorni dopo, senza più alcuno spazio politico e diplomatico per avanzare ulteriori richieste. Questo gesto non portò alcun vantaggio all’Italia, che fu esclusa dalla spartizione delle colonie tedesche in Africa e dalle zone di influenza in Medio Oriente

  8. Manifestanti nazionalisti a Roma, in attesa dell’arrivo del primo ministro Orlando e della delegazione italiana dalla Conferenza di Parigi. Sono significativi i cartelli esibiti: «L’Italia farà da sé», «Fiume e Dalmazia o morte»

  9. La vittoria mutilata • Cominciò a circolare, per opera di Gabriele D’Annunzio, la retorica della vittoria mutilata

  10. Manifestazione di protesta organizzata dall'"Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra".

  11. L’occupazione di Fiume • settembre 1919: D’Annunzio alla guida di alcuni reparti dell’esercito (soprattutto ex-arditi, nerbo del futuro movimento fascista), si impadronì militarmente di Fiume e ne proclamò l'annessione al Regno d'Italia il 12 settembre. • Il governo italiano, presieduto da Nitti, non seppe opporsi all’atto di forza, che minava il prestigio internazionale del paese e accendeva un campanello d’allarme sulla solidità delle istituzioni liberali

  12. Il trattato di Rapallo • La questione fiumana sarà infine risolta da Giolitti (di nuovo al governo nel giugno 1920), il quale firmerà con la Jugoslavia, il 12 novembre 1920, il trattato di Rapallo, che assegnava all’Italia l’Istria e alla Jugoslavia la Dalmazia (eccetto Zara) e faceva di Fiume uno stato libero indipendente sotto tutela della Società delle Nazioni • Avendo D’Annunzio e i suoi uomini respinto questo accordo, Giolitti liberò Fiume con la forza • Nel 1924, un ulteriore accordo divideràlo stato libero di Fiume fra Jugoslavia e Italia, che ottenne la città

  13. Quello che l’Italia ottenne Dallo smembramento dell’Impero austro-ungarico l’Italia ottenne limitati vantaggi territoriali rispetto alle attese: l’espansione in Dalmazia fu impedita dalla creazione del nuovo stato di Jugoslavia, che limitò la presenza italiana alle basi di Zara e dell’Isola Lagosta

  14. D'Annunzio (al centro con il bastone) con alcuni legionari a Fiume nel 1919

  15. L’ingresso dei legionari di D’Annunzio nella città di Fiume

  16. Mio caro Benito Mussolini, chi conduce un'impresa di fede e di ardimento, tra uomini incerti o impuri, deve sempre attendersi d'essere rinnegato e tradito "prima che il gallo canti per la seconda volta". E non deve addontarsene né accorarsene. Perché uno spirito sia veramente eroico, bisogna che superi la rinnegazione e il tradimento. Senza dubbio voi siete per superare l'una e l'altro. Da parte mia, dichiaro anche una volta che - avendo spedito a Milano una compagnia di miei legionari bene scelti per rinforzo alla vostra e nostra lotta civica - io vi pregai di prelevare dalla somma delle generosissime offerte il soldo fiumano per quei combattenti. Contro ai denigratori e ai traditori fate vostro il motto dei miei "autoblindo" di Ronchi, che sanno la via diritta e la meta prefissa. Fiume d'Italia, 15 febbraio 1920 Gabriele D'Annunzio

  17. La situazione dopo la fine della prima guerra mondiale La questione economica e sociale

  18. …Tornando alla situazione economica e sociale Nell’immediato dopoguerra (1918-20): • Le spese erano alle stelle e il debito pubblico era salito • Svalutazione della lira + rincaro di tutti i generid’importazione (carbone, petrolio, perfino grano, visto che la mobilitazione generale aveva portato al fronte molti contadini) • Inflazione colpì soprattutto i ceti medi (progressiva riduzione del divario con i semplici lavoratori) • Tra gli operai serpeggiava l’idea: «fare come in Russia» + i contadini iniziarono ad occupare le terre in varie regioni (Val Padana e Puglia)

  19. La crisi economica nel primo dopoguerra miliardi

  20. Debito pubblico • Debito pubblico: indica l’insieme dei prestiti che lo stato ottiene dai cittadini, attraverso l’emissione di titoli (come gli odierni BOT: Buoni Ordinari del Tesoro). Grazie a questo denaro, lo Stato può far fronte ai bisogni immediati del paese, che in tempo di guerra erano enormemente cresciuti. Prima o poi lo Stato deve rendere tale denaro con gli interessi ai suoi creditori • Una parte considerevole del debito pubblico era in mano ai ceti medi

  21. La crisi economica nel primo dopoguerra Lire x 1 dollaro

  22. Lelotte contadine avvennero nelle campagne con il maggior numero di braccianti e mezzadri: la Bassa Padana, la pianura veneta e le regioni collinari del Centro Italia. Anche nel Meridione l’occupazione di terre, pur non generalizzata, fu assai significativa. Si può notare che i disordini nelle città per protestare contro il forte rincaro dei generi alimentari furono distribuiti su tutto il territorio nazionale

  23. Biennio rosso Il Biennio rosso è la locuzione con cui alcuni storici indicano il periodo della storia italiana immediatamente successivo alla prima guerra mondiale e protrattosi fino agli inizi del 1921, in cui si verificarono, soprattutto nell'Italia centro-settentrionale, mobilitazioni contadine (sotto la guida della Federterra), tumulti annonari, manifestazioni operaie (sotto la guida della CGL, che nel 1920 arrivò a quasi 2 milioni di iscritti e della CIL, il sindacato di ispirazione cattolica fondato nel 1918), occupazioni di terreni e fabbriche con, in alcuni casi, tentativi di autogestione. Le agitazioni si estesero anche alle zone rurali e furono spesso accompagnate da scioperi, picchetti e scontri.

  24. L’occupazione delle fabbriche • All’interno del PSI spaccatura tra operai «che volevano fare come in Russia» e la dirigenza più cauta (prometteva la rivoluzione ma non faceva nulla per organizzarla) • Settembre 1920 i metalmeccanici occuparono le fabbriche (a cominciare dalle officine Alfa Romeo di Milano). Tra la borghesia si sparse il panico, ma il PSI dichiarò che questi episodi non dovevano essere visti come l’inizio della rivoluzione • Il movimento operaio ne uscì sconfitto: il proletariato ne uscì deluso e la borghesia pronta a opporsi con ogni mezzo ai sovversivi

  25. Biennio rosso settembre 1920 Milano operai armati occupano le fabbriche

  26. Le vittorie operaie • Il governo (prima Orlando, poi Nitti) tenne un atteggiamento abbastanza tollerante. I lavoratori ottennero così significativi risultati: • Nelle fabbriche, aumenti salariali e lo storico accordo del 20 febbraio 1919 per la riduzione della giornata lavorativa a 8 ore • Nelle campagne padane e pugliesi, i braccianti conquistarono aumenti di paga e l’imponibile di manodopera (una quantità minima di assunzioni in proporzione alle dimensioni dell’azienda) • Al sud, con il «decreto Visocchi» del settembre 1919, il governo operò una parziale redistribuzione delle terre incolte che erano state occupate

  27. Disagio dei ceti medi • Il proletariato agricolo e industriale non era l’unico ceto che soffrisse le conseguenze della guerra. Un forte disagio attraversava anche i ceti medi: impiegati colpiti dall’inflazione; ex ufficiali che faticavano a reinserirsi nella vita civile e lamentavano di non ottenere un riconoscimento sociale adeguato

  28. La situazione dopo la fine della prima guerra mondiale La questione politica

  29. Il Partito Popolare Italiano Gennaio 1919 nasce il Partito Popolare Italiano (PPI): • Rientro a pieno titolo dei cattolici sulla scena politica • Ciò accade in concomitanza con la richiesta di sostituire il sistema uninominale (per ogni collegio viene eletto il candidato che ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti) con un sistema proporzionale (i deputati di ogni forza politica sono designati in maniera corrispondente alla percentuale di suffragi ricevuti su scala nazionale). Il proporzionale rischiava di far ottenere ai socialisti una valanga di voti  i cattolici furono finalmente autorizzati dal Vaticano a costituire un loro partito politico, il PPI appunto, il cui era leader era don Luigi Sturzo. • Il PPI si proponeva come forza aconfessionale (benché ispirata ai principi e agli ideali cristiani) e interclassista (mirava cioè ad una pacifica composizione degli interessi delle varie classi sociali, in particolare del proletariato e della borghesia), preoccupata delle esigenze dei ceti deboli

  30. Elezioni 1919: il successo di socialisti e cattolici • Queste elezioni segnarono una svolta, esse furono le prime a tenersi col sistema proporzionale • I risultati furono: una netta sconfitta per i liberali e un grande successo per i partiti di massa (il PPI al 20,6% con 100 seggi; il PSI al 32,4% con 156 seggi) • Per la prima volta le masse popolari godevano di una effettiva rappresentanza sociale e politica. Tuttavia, le divisioni interne minavano la forza di queste organizzazioni popolari: • nei cattolici, quella fra i democratici cristiani, favorevoli a uno sviluppo della solidarietà sociale, e i clericali conservatori; • nei socialisti, quella fra riformisti e rivoluzionari

  31. Le divisioni nel PSI • Divisione tra i massimalisti (espropriazione delle ricchezze dei capitalisti, rivoluzione sociale sull’esempio dei bolscevichi russi, rifiuto di ogni collaborazione con il governo borghese) e i riformisti di Turati e Treves (ottenere riforme sociali importanti per i lavoratori con il lavoro parlamentare e la collaborazione con altri partiti)

  32. L’ultimo governo Giolitti • Rabbia borghesia aumenta per non intervento di Giolitti(tornato alla guida del governo nel 1920) durante gli scioperi, che in effetti sbollirono da sé • Giolitti invece fece intervenire l’esercito per far sì che D’Annunzioe i suoi abbandonassero Fiume, la quale fu dichiarata città libera (l’Italia intanto poteva annettersi l’Istria, in seguito ad un accordo con la Jugoslavia)

  33. L’ultimo governo Giolitti le tre più importanti decisioni prese da Giolitti… • neutralità dello stato di fronte all’occupazione delle fabbriche; • liquidazione della questione di Fiume; • interventi finalizzati al risanamento della finanza pubblica (abolizione prezzo politico del pane; nominatività dei titoli azionari per un maggior controllo fiscale; tassa di successione) … gli costarono l’ostilità della borghesia e dei ceti medi

  34. L’ultimo governo Giolitti • Anche i socialistinegarono il loro appoggio a Giolitti, quindi alle elezioni del maggio 1921 Giolitti formò il Blocco nazionale (liberali, nazionalisti e anche esponenti fascisti): da un lato egli pensava di poter controllare il neonato movimento e sfruttarne i crescenti consensi; dall’altro voleva coagulare le forze conservatrici in funzione antisocialista e antipopolare • Il PSI perse voti ma si confermò partito di maggioranza relativa; il PPI aumentò i propri seggi • Giolitti dopo questo fallimento diede le dimissioni: non solo non aveva indebolito i partiti di massa, ma aveva ormai dato anche legittimità al fascismo (che entrarono in parlamento con 35 deputati) • Il governo passò prima a Bonomi, poi a Facta • http://www.raistoria.rai.it/articoli/fascismo-la-nascita/7154/default.aspx (Fascismo: la nascita; 5 minuti)

  35. L’Italia dopo la prima guerra mondiale

  36. Fascismo Mussolini; la nascita dei fasci di combattimento e la trasformazione in Partito Nazionale Fascista

  37. La marcia su Roma • http://youtu.be/t59zAIW1UB0?t=7m9s • (circa mezz’ora, fino al 40° minuto)

  38. Mussolini • Mussolini fu esponente di spicco dell’ala radicale del Partito Socialista Italiano, e direttore del quotidiano socialista “Avanti!” dal 1912. • Nel 1914, scoppiata la guerra, il PSI si schierò per il non-intervento dell’Italia; Mussolini, invece, fu un convinto interventista e abbandonato l’ “Avanti!”, fondò “Il Popolo d’Italia” (dal 1° agosto 1918 cambiò il sottotitolo da “quotidiano socialista” a “quotidiano dei combattenti e dei produttori”), in seguito a ciò fu espulso dal PSI.

  39. Mussolini mentre viene arrestato a Roma l'11 aprile 1915 dopo un comizio a favore dell'interventismo dell'Italia nella guerra Con l'uniforme dei Bersaglieri (1915) combatte nella prima guerra mondiale. Mussolini e D'Annunzio Mussolini nella veste di direttore dell'Avanti! (1912-1914), quotidiano del Partito Socialista Italiano « Il capo dei fascisti ha due volti in uno: il volto di sopra, dal naso in su; quello di sotto, bocca, mento e mascelle. Gli occhi tondi e vicini; la fronte nuda ed aperta, il naso breve e fremente, formano il suo volto mobile e romantico; l'altro, labbra dritte, mandibole prominenti, mento quadrato, è il suo volto fisso, volontario, diciamo classico. Spesso egli gestisce solo con la destra, tenendo la mano sinistra in tasca o il braccio sinistro al fianco. Talvolta si pone in tasca tutte e due le mani: è il momento del riassunto, il finale (Ugo Ojetti ) » 24 ottobre 1922, Congresso di Napoli, Mussolini e i Quadrumviri

  40. Mussolini fotografato nel 1923. Mussolini in tenuta da aviatore; nell'iconografia ufficiale, il Duce era spesso ritratto alla guida di veicoli o in pose da "conduttore" Mussolini durante un discorso Benito Mussolini in un'immagine tipica della propaganda fascista

  41. Benito Mussolini alle porte di Tripoli (Libia), il 20 marzo 1937, innalza la "spada dell'Islam", la cui elsa è in oro massiccio, e si proclama "protettore dell'Islam", prima di entrare in città alla testa di 2600 cavalieri. Mussolini durante la battaglia del grano Monaco, 28 settembre 1938: Mussolini in parata seduto in automobile al fianco di Hitler, durante il tempo della conferenza di Monaco.

  42. Gran Sasso: Mussolini appena liberato, al centro della fotografia, con cappotto e cappello nero Croce che marca il luogo, presso Giulino di Mezzegra, dove Mussolini venne fucilato I corpi di Mussolini (secondo da sinistra) e di Claretta Petacci (riconoscibile dalla gonna) esposti a Piazzale Loreto. Il primo corpo a sinistra è di Bombacci. Gli ultimi a destra sono Pavolini e Starace. Cinegiornale americano sulla morte di Mussolini nel 1945: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Execution_of_Mussolini_(1945).ogg

  43. Il programma dei Fasci di combattimento • 23 marzo 1919 Mussolini fondò (nel salone del Circolo dell’Alleanza industriale e commerciale, in piazza San Sepolcro a Milano) i Fasci italiani di combattimento • come simbolo il fascio littorio (emblema del potere nella Antica Roma) • Si proponeva come antipartito, con un programma (pubblicato il 6 giugno 1919 su “Il Popolo d’Italia”) decisamente spostato a sinistra, repubblicano e anticlericale, che fondeva insieme i concetti di nazione e socialismo rivoluzionario: • audaci rivendicazioni sociali, come il diritto di voto per le donne, l’abolizione del Senato di nomina regia, la richiesta di una imposta a carattere progressivo sul capitale; • politicaesteraaggressiva per valorizzare l’Italia nel mondo. • Sostenuto dal mito della forza e della violenza rigeneratrice (eredità dell’interventismo): la prima azione pubblica dei Fasci fu l’incendio della sede milanese dell’ «Avanti!» nell’aprile 1919

  44. Fascio littorio • Nell’antica Roma il fascio littorio, di origine etrusca, era l’insegna del potere dei magistrati. Era formato da verghe di betulla e olmo legate intono a una scure, simbolo della potestà di punire. Veniva portato sulla spalla sinistra dai littori, che precedevano il magistrato. • Divenne poi l’insegna del PNF (1921) e insieme all’espressione «duce», rappresentò il richiamo al mito della grandezza di Roma antica

  45. Jacques-Louis David, Il giuramento degli Orazi, 1784 (Parigi, Museo del Louvre). Il soggetto è tratto da una leggenda romana, secondo cui, durante il regno di Tullio Ostilio, per decidere l'esito della guerra tra Roma e Alba Longa, tre fratelli romani (gli Orazi) si dovettero scontrare contro tre fratelli di Alba (i Curiazi). Dei Curiazi non sopravvisse nessuno mentre dei tre Orazi uno riuscì a ritornare sancendo la vittoria di Roma, perché questo, dopo che i suoi due fratelli vennero uccisi dai nemici, incominciò a correre, inseguito dai Curiazi: correndo, riuscì a fare sì che i tre si distanziassero, così che lui, aspettatone uno, lo uccideva e riprendeva a correre inseguito da un altro, lo aspettava e lo uccideva e così via fino ad ucciderli tutti e tre. La donna che piange seduta è una delle sorelle degli Orazi (Camilla), che, destinata sposa a uno dei Curiazi, si rende conto che perderà qualcuno di caro in entrambi i casi.

  46. Il programma di San Sepolcro • Programma dei Fasci italiani di combattimento, pubblicato il 6 giugno 1919 su «Il Popolo d’Italia» • Per il problema politico:Noi vogliamo:a) Suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.b) Il minimo di età per gli elettori abbassato ai I8 anni; quello per i deputati abbassato ai 25 anni.c) L'abolizione del Senato.d) La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell'industria, dei trasporti, dell'igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.

  47. Il programma di San Sepolcro • Per il problema sociale:Noi vogliamo:a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavori la giornata legale di otto ore di lavoro.b) I minimi di paga.c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria.d) L'affidamentoalle stesse organizzazioniproletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limitedi età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.

  48. Il programma di San Sepolcro • Per il problema militare: Noi vogliamo:a) L'istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione e compito esclusivamente difensivo.b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel mondo.Per il problema finanziario: Noi vogliamo:a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.b) II sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell'85% dei profitti di guerra.

  49. Le elezioni del 1919 e la svolta a destra • Alle elezioni del novembre 1919 i fascisti ottennero 4000 voti e nessun seggio (alla fine del 1919 vi erano in tutta Italia solo 31 Fasci con 870 iscritti). Due elementi favorirono il decollo: • L’abbandono, con il congresso del maggio 1920, del «sinistrismo» iniziale, «con una conversione a destra, come organizzazione politica della borghesia produttiva dei ceti medi» (E. Gentile) • L’impiego della violenza su larga scala

More Related