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Corso di Storia delle Relazioni Internazionali. A.A. 2013/2014 Giovanni Bernardini giovanni.bernardini2@unibo.it. Calendario lezioni. Febbraio: 18-19 25-26 Marzo: 4-5 11-12 Aprile: 1-2 8-9 15-16 29-30 Maggio: 6-7 13-14. Libri di testo.
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Corso di Storia delle Relazioni Internazionali A.A. 2013/2014 Giovanni Bernardini giovanni.bernardini2@unibo.it
Calendario lezioni Febbraio: 18-19 25-26 Marzo: 4-5 11-12 Aprile: 1-2 8-9 15-16 29-30 Maggio: 6-7 13-14
Libri di testo • E. Di Nolfo “Dagli imperi militari agli imperi tecnologici” • F. Romero “Storia della Guerra fredda” • M. Campus (a cura di) “Sviluppo, crisi, integrazione” – escluso il primo saggio • Presentazioni delle lezioni (a disposizione degli studenti
Corso diviso in due parti • Dalla prima guerra mondiale alla genesi della Guerra fredda • E. Di Nolfo fino a p. 212 • F. Romero fino a p. 72 • M. Campus saggi 2, 3, 4, 5 • Dalla “globalizzazione” della Guerra fredda alla sua conclusione e oltre • E. Di Nolfo da p. 213 a p. 419 • F. Romero fino a p. 73 a p. 346 • M. Campus saggi 6, 8, 9, 10, 11
Corso diviso in due parti • Le due parti corrispondono a due scritti, riservati solo a chi ha frequentato almeno il 70% delle lezioni • Proposta: relazioni in classe sui saggi del libro “Sviluppo, Crisi, Integrazione”
Argomenti del corso XX Secolo • Prima parte: 1917-1947 • Seconda parte: 1947-1992 Principali chiavi di lettura • La lunga agonia degli imperi tradizionali • La fine della centralità europea • Successi e fallimenti delle istituzioni per la sicurezza collettiva • L’antagonismo geopolitico e ideologico della Guerra fredda • Le radici della nuova “globalizzazione” • Nuovi imperi?
Esame • Scritto • NO integrazione orale • 4 domande aperte • Criteri di valutazione: • Coerenza con la domanda • Capacità di sintesi • Integrazione dei testi e delle lezioni
Storia delle Relazioni Internazionali • Interazioni di soggetti collettivi e popoli, o comunque di raggruppamenti umani che si sono percepiti come distinti, hanno caratterizzato la storia da sempre • Migrazioni, scontri per le risorse, guerre di conquista, esplorazioni geografiche, commerci: tutte manifestazioni relazionali • I concetti e le realtà che definiamo stati e nazioni sono giunte più tardi (non sinonimi!), assieme a fenomeni e processi sovranazionali (es: dibattito degli anni ‘90 sulla fine dello stato nazionale)
Storia delle Relazioni Internazionali • Lo studio autonomo delle relazioni internazionali, in quanto aspetto della vita socio-politica che condiziona l’esistenza dell’umanità, ha assunto una evidenza dominante solo da pochi decenni. Si pensi a termini come decolonizzazione, Guerra fredda, Globalizzazione • Fenomeni che pervadono l’esistenza e quindi richiedono una considerazione in sé e per sé
Storia delle Relazioni Internazionali • Studiare l’ “aspetto internazionale” di ogni tema perché • Ogni tema acquista connotazioni diverse dal punto di vista internazionale
Storia delle Relazioni Internazionali • Esiste una realtà internazionale che richiede di essere guardata come qualcosa che accompagna, e spesso condiziona, anche le vicende interne a ogni gruppo sociale • La spinta a studiare il fenomeno è venuta anche dalla domanda: questo accade nel caos o vi sono norme, valori, interessi e comportamenti che hanno una valenza ripetitiva e quindi strutturale?
Storia delle Relazioni Internazionali • Vi è una differenza tra teorici e storici delle relazioni internazionali: • I primi aspirano a definire nomoteticamente (cioè sotto forma di leggi scientifiche) le costanti che contraddistinguono le relazioni internazionali • Lo storico invece guarda a temi generali o particolari che hanno contorni precisi e per i quali si cercano spiegazioni, comprensioni, narrazioni
Storia delle Relazioni Internazionali • In generale, quando si studia la storia, modelli e teorie hanno una funzione euristica, ovvero consentono l’individuazione di domande significative da rivolgere alle fonti su cui si lavora • Esempio: “Impero” e “Guerra fredda” • Dalla storia diplomatica alla storia delle relazioni internazionali
Storia delle Relazioni Internazionali • L’obiettivo di fondo è raggiungere una maggiore completezza della conoscenza dei fenomeni storici • Per lo studio della storia delle relazioni internazionali, nello specifico, c’è la pretesa che esso sia utile anche per capire la profondità di eventi e processi (le “forze profonde”) che ci circondano e coinvolgono le nostre vite, singolarmente e a livello collettivo • Se non a capire i “perché”, almeno a farsi un’idea del “come”
Il XX secolo • Secolo “breve” o “lungo”? • Fase di enormi cambiamenti, le cui ripercussioni sono ancora troppo vicine: rassegnarsi a tensioni critiche e divergenze di interpretazioni, che sono la vera materia di cui è fatta la storia e che la distinguono dalla semplice memoria (individuale e collettiva)
Il XX secolo • IsaiahBerlin: “Ricordo il ventesimo secolo soltanto come il secolo più terribile della storia occidentale” • Rita Levi Montalcini: “Nel ‘900 ci sono state, nonostante tutto, rivoluzioni positive: penso all’emergere del quarto stato, penso alla donna che dopo secoli di repressione è riuscita a venire alla ribalta”
Il XX secolo • William Golding: “Non posso fare a meno di pensare che questo deve essere stato il secolo più violento nella storia dell’umanità” • Severo Ochoa: “Considero fondamentale il progresso scientifico, che nel XX secolo è stato veramente straordinario. Guardo l’incredibile sviluppo della medicina e penso alla scoperta degli antibiotici. L’evoluzione e il progresso scientifico a mio parere caratterizzano questo secolo” • Franco Venturi: “Cosa è stato il XX secolo? È una risposta impossibile per uno storico. Il XX secolo, per me, è soltanto il tentativo sempre ripetuto di capirlo”
Argomenti del corso Principali chiavi di lettura • La lunga agonia degli imperi tradizionali • La fine della centralità europea • Successi e fallimenti delle istituzioni per la sicurezza collettiva • L’antagonismo geopolitico e ideologico della Guerra fredda • Le radici della nuova “globalizzazione” • Nuovi imperi?
La “Grande Guerra” • 20 milioni le persone menomate, disabili o traumatizzate in modo irreversibile. • La Francia perse quasi il 20% degli uomini in età militare. Se si considerano i “menomati”, non più di un soldato francese su tre superò indenne la guerra. • Gli inglesi persero nel conflitto mezzo milione di uomini sotto i trent’anni, perlopiù appartenenti alle classi elevate, tra cui un quarto degli studenti di Oxford e Cambridge. (“Le tempeste d’acciaio”) • Gli Stati Uniti persero 116mila uomini in meno di due anni di guerra e su un fronte limitato.
La “Grande Guerra” • La coscrizione universale, introdotta per la prima volta in Prussia nel 1814, divenne alla fine del XIX secolo la norma per la maggior parte delle potenze militari, consentendo la creazione di grandi eserciti permanenti. Il treno e il telegrafo, invenzioni della metà del secolo, rivoluzionarono la Iogistica della guerra, permettendo di spostare eserciti smisurati a distanze enormi. • Nella prima guerra mondiale, il 14% della popolazione europea fu chiamata alle armi contro l'1% di arruolati al tempo delle guerre napoleoniche.
La “Grande Guerra” • Gli eserciti dei ventesimo secolo erano inoltre dotati di armi molto più potenti dei loro predecessori: fucili e cannoni che colpivano a maggior distanza e, per la prima volta, aviazione militare, carri armati e armi chimiche. Durante la prima guerra mondiale, complessivamente, le nazioni belligeranti produssero circa 206.000 aerei militari. • Nella battaglia di Jena dei 1806, Napoleone sconfisse la Prussia con soli 1.500 colpi di artiglieria. A confronto, la Francia produsse 200.000 proiettili al giorno durante la prima guerra mondiale e considerava questa produzione inadeguata.
La “Grande Guerra” • La prima guerra mondiale causò una caduta così radicale degli standard di vita europei che solo nel 1924 l'Europa occidentale riconquistò il grado di benessere d'anteguerra. • lo storico militare Martin vanCrefeld affermò: "la guerra, lungi ormai dall'essere strumento al servizio dello stato, minaccia ora di divorarlo, e con esso il popolo, l'economia, la politica e tutto il resto".
La “Grande Guerra” • Cause e conseguenze culturali • Convinzione che la lotta per la supremazia e la sopravvivenza tra le potenze fosse inevitabile • Radicalizzazione dei nazionalismi • Darwinismo diffuso tra le classi dirigenti: la guerra come banco di prova delle nazioni e occasione per “migliorare i popoli” • Coinvolgimento e/o passività delle masse popolari • Autonomia concessa agli Stati Maggiori e alla rigidità dei piani di mobilitazione • Convinzione che la guerra sarebbe stata breve, e che fosse meglio attaccare per primi
La “Grande Guerra” • La Guerra fu il catalizzatore di mutamenti politico-sociali che erano già in corso dalla fine dell’Ottocento: avvento della società di massa • Dopo la guerra, la presenza delle masse nel processo di formazione delle decisioni politiche si sarebbe imposta in modi che avrebbero condizionato forma, sostanza e metodi delle relazioni internazionali • La “guerra di massa” provocò cambiamenti socio-economici destinati a durare ben oltre la sua conclusione • Alla conclusione, emergeranno il nazionalismo estermistico e il socialismo-comunismo
La “Grande Guerra” • La guerra mette in luce l’importanza del controllo delle materie prima per la loro valenza sia economica generale che bellica • Controllo di aree strategiche in tal senso (bacini metalliferi, Medio Oriente) • Guerra rivoluzionaria perché, nella sua conclusione, sembra inscritto l’inizio della fine della centralità europea
La “Grande Guerra” • Cause politiche • Contesto competitivo e conflittuale delle relazioni tra le principali potenze europee • Rottura dell’equilibrio internazionale dopo la nascita del Secondo Reich tedesco • Revanscismo francese • Espansionismo tedesco marittimo e coloniale • Consolidamento dell’alleanza franco-russo-britannica in chiave antitedesca • Stato di crisi degli imperi plurinazionali • Cronica instabilità dell’area balcanica
La “Grande Guerra” • La formazione delle alleanze • Ascesa politica ed economica della Germania in Europa e oltre: colonie e mari, Balcani, Medio Oriente, Asia, ma anche potenza economica industriale che supera ormai anche la Gran Bretagna (la “seconda rivoluzione industriale” porta in primo piano la Germania e gli Stati Uniti) • Sottovalutazione tedesca della necessità di un accordo con la Gran Bretagna • Da 1904, le preoccupazioni britanniche si uniscono a quelle francesi e nasce l’intesa tra i due paesi (rivali storici!)
La “Grande Guerra” • Dall’altra parte, alla Germania rimanevano i rapporti in espansione con l’Impero Ottomano e quello tradizionale con l’Impero Austro-Ungarico (entrambi messi in crisi dall’emergere della “questione nazionale”) • Triplice Alleanza con l’Italia sempre più pregiudicata dagli interessi conflittuali nei Balcani; nel 1909 accordo tra Italia e Russia per il mantenimento dello status quo nei balcani • L’Intesa si allarga anche alla Russia: regimi estremamente diversi, accomunati di fatto soltanto dagli intenti antitedeschi • Nel 1907, se si esclude il caso peculiare dell’Italia, le alleanze in Europa sono passate da una fase di fluidità e una di irrigidimento
La “Grande Guerra” • Le prove generali del conflitto: • Crisi balcaniche: annessione della Bosnia-Herzegovina da parte dell’Impero Austro-Ungarico, forte reazione italiana e russa; la Triplice Alleanza ha un carattere ormai precario • Crisi del Marocco • Guerra italiana per la Libia • 1912: seconda guerra nei Balcani. Tensioni nazionaliste irrisolte, alleanza tra Serbia e Russia, sbriciolamento dell’Impero Ottomano.
La “Grande Guerra” • La “scintilla” e gli sviluppi militari • 28 giugno 1914: assassinio a Sarajevo dell’Arciduca Francesco Ferdinando per mano di un nazionalista serbo di nazionalità austro-ungarica • Azione politica deliberata: l’Arciduca era convinto della necessità di contenere il nazionalismo serbo • Idea di una guerra limitata e “chirurgica” • Ultimatum con clausole inaccettabili (giurisdizione penale austriaca sulla Serbia) • 28 luglio: dichiarazione di guerra austriaca • 30 luglio: mobilitazione russa
La “Grande Guerra” • 1-3 agosto: la Germania dichiara guerra alla Russia e alla Francia • 4 agosto: la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania • 6 agosto: l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Russia • Il 2 agosto l’Italia aveva dichiarato la propria neutralità. Sarebbe entrata in guerra soltanto dopo aver stipulato il patto segreto di Londra con l’Intesa (26 aprile 1915). Entrata in guerra il 24 maggio 1915 con l’Austria-Ungheria e soltanto il 26 agosto 1916 con la Germania.
La “Grande Guerra” • 1 novembre 1914 l’Impero Ottomano entra in guerra a fianco degli imperi centrali. La guerra si estende in Medio Oriente, dove i britannici portano dalla loro parte i potentati locali contro Costantinopoli • In agosto entra in guerra anche il Giappone contro la Germania • Su teatro europeo occidentale in particolare, la guerra “lampo” si trasforma in una logorante guerra di trincea (che diventa il simbolo stesso della prima guerra mondiale) • Tra il 1915 e il 1917 non si verificano progressi significativi su alcun fronte, mentre i costi umani e materiali aumentano vertiginosamente…
La “Grande Guerra” • Sviluppi politici e diplomatici • Miopia degli stati maggiori e di molti leader politici europei: la guerra non è di breve durata e non riguarda soltanto una ridefinizione dei rapporti di forza nella penisola balcanica • Si può attribuire la responsabilità dell’estensione della guerra soltanto agli automatismi delle alleanze o alla volontà dei militari? Evidentemente no. • Semmai essa fu il frutto di spinte espansive che aumentarono con il procedere della guerra: obiettivi sempre più vasti
La “Grande Guerra” • Sottovalutazione delle conseguenze: nessuno pensava né auspicava un mutamento così profondo della mappa e della configurazione del potere in Europa • Ridefinizione degli obiettivi durante il corso della guerra: • Impero austro-ungarico lotta per la propria sopravvivenza e per una limitata revisione a proprio favore nei Balcani • La Germania conta di affermare la propria primazia in Europa e di estendere la propria influenza in Africa e in Medio Oriente
La “Grande Guerra” • Da parte dell’Intesa: larghe concessioni sulla carta alla Russia, di cui si temeva un crollo. Si promette persino il controllo di Costantinopoli • Ampie promesse anche all’Italia per forzarne l’ingresso in guerra: col patto di Londra si garantisce il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia (ma senza Fiume), un terzo della Dalmazia, piena sovranità su Valona e protettorato sull’Albania, piena sovranità sul Dodecaneso, zone di influenza in Turchia e miglioramento dei confini coloniali • Promesse di estensione importante anche alla Romania
La “Grande Guerra” • Ma il caso più eclatante fu il trattamento riservato al Medio Oriente: • Accordi Sykes-Picot del 1916 sulla spartizione della “mezzaluna fertile”: alla Francia influenza su Siria e Libano, alla Gran Bretagna Palestina e Irak. • Ma anche: creazione di uno stato arabo indipendente dai confini ancora incerti, promessa dal Colonnello Lawrence ai custodi della Mecca • E infine: “dichiarazione Balfour”: impegno britannico di fronte al movimento sionista nella quale si esprimeva l’auspicio che il popolo ebreo avesse finalmente una “casa nazionale” in Palestina
La “Grande Guerra” • Al Giappone si promettevano i possedimenti tedeschi nel Pacifico e le concessioni in Cina • Più in generale, per Francia e Gran Bretagna la guerra diventava un momento di ridistribuzione del potere in Europa e nel mondo • Due eventi extraeuropei (più ancora per le caratteristiche che dal punto di vista geografico) cambiarono lo scenario nel 1917
La Rivoluzione d’Ottobre • Dal febbraio 1917 (se non dal 1905) la Russia vive uno stato di rivoluzione, prodotto anche dalla pessima gestione dello sforzo bellico • Caduta dello Zar, governo moderato che prosegue lo sforzo bellico ma con sempre minore capacità di imporre le proprie decisioni • Ritorno di Lenin ad aprile, grazie all’aiuto tedesco • Rivoluzione di Ottobre: il potere ai soviet, appello ai governi e ai popoli per la pace immediata • Trattato di Brest-Litovsk del 3 marzo 1918: clausole durissime
La Rivoluzione d’Ottobre • Benefici molto limitati per gli Imperi centrali: torna a dilagare in Europa la speranza rivoluzionaria, sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria in Russia. • Nel 1914 l’idea di una frattura tra la causa dei regimi imperialisti e quella dei popoli era parsa remota. La maggior parte dei socialisti si era allineata alle “unioni nazionali” dietro paraventi e giravolte ideologiche difficili da digerire. Dall’ottobre del 1917 tutto tornava possibile
La Rivoluzione d’Ottobre • Già in luglio il Reistag chiedeva una pace di compromesso • Appello di Benedetto XV contro “l’inutile strage” • In generale, dopo ottobre 1917 il contenimento del “contagio” rivoluzionario diventa un nuovo obiettivo per la guerra e il dopoguerra
Gli Stati Uniti in guerra: il wilsonismo • Nell’ultimo quarto del XIX secolo, gli Stati Uniti erano entrati in una fase di imponente crescita economica e demografica (popolazione pressoché triplicata) • Nel 1913 la produzione manufatturiera degli Stati Uniti era maggiore di quella di Gran Bretagna e Germania insieme. Sono di fatto una superpotenza economica senza rivali • Fino al 1900 circa non avevano condotto una politica internazionale di grande rilievo: ad esempio, non necessitavano del colonialismo perché avevano in casa le risorse naturali necessarie, e con l’immigrazione anche quelle umane