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Foreste e praterie della fascia temperata. Dr.Luca Belelli Marchesini Laboratorio di Ecologia Forestale Università della Tuscia- Viterbo. Foresta temperata
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Foreste e praterie della fascia temperata Dr.Luca Belelli Marchesini Laboratorio di Ecologia Forestale Università della Tuscia- Viterbo
Foresta temperata La fascia temperata dell’emisfero boreale è l’ambiente nel quale la successione naturale della vegetazione tende alla verso la foresta caducifoglia
Clima con estati calde e piogge abbondanti in tutte le stagioni, periodo siccitose assente. Temperature medie variano tra 7 e 13 °C, le precipitazioni sono comprese tra 500 e 1000mm. Le temperature invernali possono essere anche molto fredde: media mensile del mese più freddo (-11.6°C) a Sapporo (Giappone), minima assoluta (-30°C) a Kiev (Ucraina) Periodo vegetativo di 8-9 mesi e durante la stagione estiva le temperature non sono differenti dall’ambiente tropicale. Il freddo invernale induce pausa della stagione vegetativa - specie caducifoglie
Condizioni favorevoli alla crescita di vegetali, che raggiungono elevata diversità ed abbondante produzione di materia organica. Ciò si riflette nella formazione di suoli profondi e ricchi di humus con elevata fertilità. In condizioni naturali questa fascia climatica sarebbe caratterizzata da un continuum di foreste miste caducifogle distribuite in tutta l’Eurasia ed l’America settentrionale. • Nell’emisfero australe la fascia di foreste temperate è solo incompletamente sviluppata: • in Australia manca del tutto in quanto tutte le specie sono sempreverdi (Eucaliptus spp.). • In Sudafrica ed in Argentina si hanno boschi di Celtis (genere presente con poche specie anche da noi), che però non formano una fascia climatogena • Più significativa la presenza del Nothofagus in Nuova Zelanda, Tasmania e Patagonia, tuttavia limitata a poche aree montane
Oggigiorno la foreste temperate sono estremamente frammentate od occupano i rilievi dove l’uomo non ha esercitato un cambiamento di uso del suolo. ( Pignatti, 1995)
Insediamenti umani in epoca protostorica stabiliti nella fascia della foresta caducifoglia. In l’Italia, questo è avvenuto per opera dei Villanoviani e successivamente per ad opera di Etruschi, Celti e Romani. Il bosco veniva distrutto mediante il fuoco e probabilmente per cercinatura dato che non si disponevano degli strumenti idonei per il taglio di grandi alberi. ( Pignatti, 1995)
Struttura della vegetazione Il bosco misto caducifoglio si presenta con una vegetazione pluristratificata in cui si possono distinguere: strato arboreo (15-30 m) strato arbustivo (1-5 m) strato erbaceo (>1m) ( Pignatti, 1995) Specie sempreverdi presenti nello strato arbustivo ed erbaceo: più abbondanti nell’Asia Orientale ed in Nord America mente relativamente più rare in Europa. Specie legnose hanno crescita lenta, ma possono raggiungere grande longevità (>500 anni per alcuni esemplari di Quercus spp.)
Nell’Eurasia le foreste miste caducifoglie si possono ripartire in due gruppi principali: Foreste a Fagus (faggete) negli ambienti a clima fresco e umido, con elevata oceanicità Foreste a Quercus, Tilia, Acer, Ulmus (querceto misto) in ambienti con clima più mite e generalmente continentale. La foreste caducifoglie in ambiente temperato hanno grande variabilità e costituiscono un numero elevato di associazioni. Tra i tipi più diffusi in Europa e nelle parti d’Italia a clima temperato si possono ricordare: Querco-carpinetum, Fagetum, Carici-Fraxinetum, Quercetum pubescentis, Quercetum cerridi. Quercus, Fagus, Carpinus, Castanea, Ostrya, Acer, Tilia, Ulmus, Fraxinus sono i generi più diffusi, almeno in Europa.
In Giappone il bosco misto equivalente al nostro Querco-carpinetum è floristicamente molto ricco e l’unica quercia presente (Q.mongolica) non è particolarmente significativa. Invece in montagna anche in Giappone si ha una faggeta (Fagetum crenatae) che tuttavia presenta spesso un sottobosco di bambu nani, diversamente dalle faggete europee. Negli Stati Uniti la grande formazione climax che occupava le pianure dalla costa atlantica alla regione dei Grandi Laghi era la foresta a Acer saccharum e Fagus grandifolia, oggi quasi ovunque sostituita da colture foraggere. ( Pignatti, 1995)
Quercus mongolica Acer saccharum Fagus crenata muses.muses.tottori-u.ac.jp
Suolo: Il suolo della foresta mista caducifoglia è tipicamente una terra bruna. Si tratta in generale di terre brune eutrofiche, fertili e ricche di humus di tipo mull oppure si hanno processi di lisciviazione oppure di blanda podsolizzazione. In generale queste foreste hanno però suoli prossimi alla neutralità e ben provvisti di acqua. In condizioni naturali una grande quantità di sostanza organica prodotta dalla vegetazione passa al terreno dove diventa stabile componente di questo, determinandone molte qualità positive: fertilità, tamponamento dell’acidità, ritenzione idrica e intensa attività biotica degli organismi decompositori. www.for.gov.bc.ca
Le praterie sono formazioni costituite da piante erbacee oppure da bassi arbusti la cui altezza generalmente non supera 1 metro. Si sviluppano in zone ad elevata continentalità con clima freddo in inverno e caldo d’estate, povero di precipitazioni. La distribuzione delle formazioni a steppa è strettamente eurasiatica lungo una fascia continua dalla regione caspica alla Siberia e alla Manciuria (Cina). Si sviluppa ulteriormente verso Occidente, sia pure in aree frammentate, nella Russia meridionale e in Ucraina, fino al territorio polacco e in Ungheria (pustza).Solamente nel territorio della Russia il bioma della steppa copre un a superficie di 150-220 Mha. Aree con carattere steppico si trovano anche in Nord America (alle praterie temperate dell’America del Nord ci si riferisce con il termine prairie), in Patagonia e nell’Africa meridionale. Caratteristica comune di tali aree è il freddissimo inverno, ma caldo e secco in estate, tale da impedire la crescita della vegetazione arborea. Le specie vegetali maggiormente adattate a questo tipo di ambiente appartengono alla famiglia delle graminacee.
Il clima della steppa eurasiatica è temperato freddo con un periodo di aridità estiva; le temperature medie annue variano tra 3 e 10°C, le precipitazioni tra 250 e 400 mm. Simili sono le condizioni nella prateria americana, che tuttavia ha piovosità più elevata. Nei biomi di prateria dell’emisfero sud, come la Pampa in Argentina e le grasslands del Transvaal le temperature medie sono elevate (intorno ai 18°C) e le piogge relativamente abbondanti ma con prolungata stagione secca.
La vegetazione steppica è caratterizzata da alcune Graminacee perenni con fusti elevati ( fino a 8-12 dm) dei generi Stipa , Bromus, Chrysopogon, Heteropogon, assieme ad erbe di dimensioni minori appatenenti ai generi: Festuca, Bupleurum, Centaurea, Filipendula, Fumana, Galium, Helianthemum, Linum, Salvia, Teucrium, Thymus, Trifolium, etc.
I suoli della steppa sono in generale basici per la risalita di cationi solubili durante la stagione estiva . Spesso presenti concrezioni di calcare. I suoli di tipo chernozem( dal russo: “terra nera”)sono tipici delle steppe russe e caratterizzati da estrema fertilità, con presenza di un orizzonte organico A molto sviluppato. Spostandosi in direzione sud si passa a zone con clima continentale più arido (200-300 mm pioggia annui), sempre con vegetazione di tipo steppico maggiormente xerofile e presenza di vegetazione arbustiva. Il tipo di suolo più diffuso è il kastanozem(suolo castano), caratterizzato da un orizzonte A di colore bruno –castano in relazione al minore contenuto di humus rispetto al chernozem.