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DUOMO DI PISA L’incarico di costruire il Duomo fu affidato all’architetto Buscheto dal vescovo Guido da Pavia (1064). Il Duomo di Pisa è detto anche chiesa Primaziale da quando al vescovo Daiberto fu conferito il titolo di Primate. Duomo deriva da domus in latino casa, in questo caso casa di Dio. Inoltre, nel caso di Pisa e di altre città che sono sede del Vescovo, la chiesa si chiama anche cattedrale dal latino cathedra, il trono dove sedeva il vescovo. Buscheto s’ispira alle basiliche cristiane che sappiamo, derivano dalle basiliche romane. Ecco perché lo stile di questo periodo è definito romanico. Altri motivi di ispirazione per Buscheto, sono stati di derivazione orientale, arabi e bizantini. In questo momento Pisa era una potente repubblica marinara e aveva vinto molte battaglie con gli arabi portando in città tesori e ricchezze e decise così di dotarsi di una nuova cattedrale.
MATERIALE DI COSTRUZIONE: marmo bianco di San Giuliano Terme e calcare nero di Filettole. I blocchi di pietra venivano trasportati su barconi lungo i corsi d’acqua della zona. Guardiamo i lati del Duomo: la cinque arcate cieche che posano su lesene, vicine alla facciata, hanno colore diverso. Si pensa infatti che la chiesa sia stata prolungata in un secondo tempo. La cattedrale fu consacrata nel 1118 (con la facciata provvisoria) e Buscheto era morto. Il suo successore ne completò la realizzazione e l’edificio raggiunse una lunghezza di circa 100m. L’architetto Buscheto fu sepolto sulla sinistra della facciata, all’interno di un sarcofago romano con una scritta in latino in cui viene paragonato a due famosi personaggi dell’antichità: Dedalo, l’architetto del labirinto di Creta e Ulisse, il protagonista dell’Odissea. Nella parte inferiore della facciata, tra le arcate e nei sottoarchi, ci sono le TARSIE con disegni geometrici o figurativi realizzate con marmi policromi. Venivano realizzate con trapano ad archetto martello e scalpello. Le tarsie originali si trovano al Museo dell’Opera del Duomo.
Nella parte superiore della facciata ci sono le LOGGETTE (gallerie percorribili formate da colonnine e archetti). In cima al timpano c’è la statua della Madonna (perché i Pisani hanno a lei dedicato il Duomo). Arcate cieche e loggette sono state riprese dagli architetti che hanno ripreso l’opera di Buscheto e per questo i monumenti della piazza hanno un aspetto armonioso. Nella parte inferiore ci sono tre porte in bronzo (divise in riquadri e con cornici decorate con fiori, frutta e animali). Sulla porta centrale sono rappresentate le storie della vita della Madonna e su quelle laterali le storie della vita di Cristo. Le porte sono state rifatte dopo l’incendio del 1595 che non distrusse invece la porta di S. Ranieri, quella davanti al Campanile. Chiamata di S. Ranieri perché vicina alla tomba del protettore della città. E’ la più importante, fatta tra il 1170 e il 1180 da BONANNO. L’originale è al Museo dell’Opera del Duomo.
I TETTI Anche i tetti hanno un aspetto uniforme . Il Duomo e il Campanile sono ricoperti con lastre di piombo, il Battistero con lastre di piombo solo nella parte che guarda la piazza mentre il lato esterno è coperto di tegole (costavano meno e resistevano meglio al salmastro del mare). REIMPIEGO Nel Duomo sono stati utilizzati marmi antichi (provenienti da edifici romani in rovina a Pisa o acquistati a Roma). Oltre a questi ci sono anche pezzi provenienti da lontano. Ad esempio il GRIFONE in bronzo, collocato nel 1100 in cima al timpano del coro . Opera d’arte araba che all’origine serviva da getto di fontana. L’originale è al Museo dell’Opera del Duomo. La copia è in cemento.Nella zona abside e transetto di destra si trova un altro elemento di reimpiego:un rilievo romano che rappresenta due barche, un faro e il mare. Ha ispirato lo scalpellino che ne ha scolpito uno simile a destra della porta del Campanile. Ancora nella zona della porta di S. Ranieri c’è un vaso in marmo del II° sec. D.C. Anche questo una copia. E’ detto anche “Il talento di Cesare”. Sul rilievo è rappresentato Bacco, sorretto da fanciulle e Pan, il Dio della natura. Ci sono anche frammenti romani con iscrizioni.
INTERNO DEL DUOMO Ci sono cinque navate. Le colonne provengono dall’isola d’Elba .Prima del presbiterio c’è un AMBONE in marmo e un altare. Sono due opere di epoca moderna realizzate da Giuliano Vangi. Al centro del coro c’è l’altare maggiore del 1700, il più antico è andato distrutto nell’incendio del 1595. L’abside è coperta da una volta a forma di mezza sfera che si chiama SEMICATINO. Decorata con un mosaico che rappresenta Cristo in trono che con la mano destra benedice e nella sinistra tiene un libro aperto con una scritta in latino: “Io sono la luce del mondo”. Ai lati due leoni e due draghi, il Cristo schiaccia sotto i piedi un serpente e un basilisco (rettile favoloso con la testa di gallo, corpo di uccello e coda di serpente). Tutti gli animali rappresentano il male sconfitto da Cristo. A destra di Cristo c’è la Madonna e a sinistra S: Giovanni Evangelista che sembra sia stato realizzato da Cimabue. Le navate laterali hanno un piano superiore che si affaccia alla navata centrale con archi: è il MATRONEO .La copertura originaria della navata centrale e dei transetti era fatta con travi di legno (soffitto a capriate), mentre le navate laterali erano con volte a crociera. Il soffitto che si vede oggi è stato rifatto dopo l’incendio del 1595 ed è a casettoni in legno dorato e smaltato. Dopo l’incendio anche le porte della facciata furono sostituite. Nel Seicento la cupola fu affrescata da due pittori pisani. Questi lavori furono eseguiti per volontà del GRANDUCA FERDINANDO I DEI MEDICI , perché a qul tempo Pisa era sotto il dominio di Firenze e sede della corte granducale durante il periodo estivo.
PERGAMO DI GIOVANNI PISANO E’ a due piani . Il piano inferiore ha alcune colonne semplici a fusto liscio e due che posano su leoni con animali tra le zampe. Ma ci sono anche altri sostegni che sono una novità rispetto ai monumenti del tempo. Ad esempio il sostegno centrale che è formato da tre figure femminili: le tre Virtù; Fede e Speranza e Carità. Un altro sostegno che presenta una madre che allatta due bambini: L’immagine della Chiesa che si prende cura dei suoi fedeli e altre rappresentazioni simboliche Giovanni Pisano era così orgoglioso della sua opera che volle aggiungere, lungo la base e lungo la cornice tra i due piani,due iscrizioni, che contengono il suo nome, la data in cui è finita l’opera, il ricordo delle difficoltà affrontate durante il lavoro e le lodi per la propria bravura nello scolpire in pietra,in legno e in oro.