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Eleonora Duse. Cronologia Anni 1890-99. Arrigo Boito, 1890 circa. Arrigo Boito e Giuseppe Giacosa, 1890 circa.
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Eleonora Duse Cronologia Anni 1890-99
Arrigo Boito e Giuseppe Giacosa, 1890 circa Del drammaturgo piemontese Giuseppe Giacosa (1847-1906), qui ritratto con Boito, suo intimo amico, la Duse mette in scena Tristi amori e La signora di Challant, testo scritto originariamente per Sarah Bernhardt. Librettista di Puccini (è autore, con Illica, di Bohème, Tosca e Madama Butterfly), egli dedica un saggio molto interessante al processo creativo dei grandi attori, fra i quali spicca il nome di Eleonora Duse, dal titolo La suggestione scenica, dove è descritto un metodo di lavoro molto probabilmente attuato anche dall’attrice: “l’attore, nell’atto di studiare il dramma non desidera di immedesimarsi compiutamente nel personaggio che egli deve rappresentare, ma respinge invece tutti gli inviti alla immedesimazione. Egli vuole conseguire la nozione intellettuale del personaggio e farlo agire dinnanzi a sé e starsene per così dire in disparte per notarne ogni moto, ogni gesto, ogni atto, ogni accento. E scrive queste annotazioni sul margine del libro”.
Ermete Zacconi, 1890 circa Ermete Zacconi (1857-1948) è considerato uno dei più grandi esponenti della tradizione italiana del Grande Attore. Fra le sue interpretazioni, celeberrima rimane quella di Oswald in Spettri di Ibsen, in cui Zacconi esprime in termini fortemente naturalistici la degenerazione fisica del personaggio; quando la Duse nel 1922 propone a sua volta questo dramma, verrà meno l’accento sulla malattia di Oswald (nell’interpretazione di Memo Benassi) e in generale il testo troverà il suo perno sulla figura, trascurata da Zacconi, della protagonista femminile, la signora Alving, incarnata dalla Duse. Collaboratore dell’attrice in molte occasione, fra cui La Gioconda, La Gloria e La città morta di d’Annunzio, è proprio con Zacconi che la Duse sceglie di rientrare sulle scene il 5 maggio 1921 con La donna del mare di Ibsen. Nel suo volume di memorie Ricordi e battaglie, Zacconi descrive diffusamente alcuni episodi del sodalizio con l’attrice.
Eleonora Duse, probabilmente Giulia in La moglie ideale di M. Praga, 1890 Il personaggio di Giulia, protagonista del dramma di Marco Praga, fa parte di quella serie di ritratti femminili che rendono celebre la Duse del primo periodo e che l’attrice giunge in seguito a disconoscere, pur continuando a rappresentarli. A questo proposito nel 1898 scrive al direttore della “Tribuna”, Vincenzo Morello: “Magda, la Moglie ideale, la Moglie di Claudio, Camelie. Manco male la Signora dalle Camelie! Vi è ancora un filo d’oro che tien legate le perle false di questo dramma. Ma il resto!… Sono io stessa umiliata nei panni delle persone che sono costretta a raffigurare. E spesso diventa così grande il disgusto e così fiera la protesta della mia coscienza che mi pare debba venir a mancare anche la forza fisica dei miei mezzi di attrice”.
Eleonora Duse, Margherita Gautier in La signora dalle camelie di A. Dumas figlio, 1890 Il personaggio di Margherita Gautier è uno dei ‘cavalli di battaglia’ della Duse e di molte attrici sue contemporanee, prima fra tutte Sarah Bernhardt. Nei panni della cortigiana Margherita Gautier, da cui Giuseppe Verdi trae la trama per La traviata, la Duse conquista le platee di tutta l’Europa, degli Stati Uniti e della Russia. Proprio in Russia, ha inizio l’affermazione internazionale dell’attrice italiana, che si presenta per la prima volta al pubblico russo con La signora dalle camelie a San Pietroburgo nel 1891. Così riporta una recensione: “L’hanno accolta molto freddamente, come una sconosciuta, di cui da noi non si sapeva assolutamente nulla. Ma fin dal primo atto ha catturato la simpatia degli spettatori. È veramente un’attrice straordinaria, che non possiede i mezzi pubblicitari di Sarah Bernhardt, ma la supera decisamente con il suo talento e l’eccezionale verità e semplicità della recitazione. Ho visto in questo ruolo molte attrici francesi … e devo dire che la signora Duse non somiglia a nessuna e tutte le supera”.
Eleonora Duse, Margherita Gautier in La signora dalle camelie di A. Dumas figlio, 1890 La Duse, che rappresenterà La signora dalle camelie dal 1882 fino al 1909, era solita indossare cinque costumi di diverse gradazioni di bianco per il personaggio di Margherita Gautier. La posa molto ‘privata’ (il sedersi sul bordo del letto coi gomiti appogiati sulle gambe leggermente divaricate) ritrae il celeberrimo momento della lettura della lettera di Armando. La Duse, che è infatti qui ritratta con lo sguardo fisso davanti a sé, introduce in questa azione un elemento interpretativo spesso poi acquisito da molte altre attrici. Margherita Gautier è colta nell’attimo non di leggere la lettera, ma bensì di ripeterla a memoria, avendola già letta infinite volte. In questo modo la tensione drammatica risulta ovviamente molto aumentata. Il personaggio di Armando è spesso interpretato da Flavio Andò, che l’attrice predilige in questa parte.
Eleonora Duse, Magda in Casa paterna di H. Sudermann, 1891 La protagonista del dramma è Magda (titolo con cui la pièce è stata spesso rappresentata dalla Duse), una cantante che fa ritorno appunto alla casa paterna dopo anni di lontananza. Come nella commedia-dramma Adriana Lecouvreur di Scribe e Legouvé, anche in questo testo la protagonista interpretata dalla Duse è una donna di teatro. Come spesso le accadeva, la Duse usa lo strumento della scena per riflettere sulla propria vita, così scrive infatti in una lettera diretta a Sudermann: “La vostra Magda ha lavorato dieci anni. Chi vi scrive lavora da venti. La differenza è enorme se si calcola che si tratta di una donna, e di una donna la quale - al contrario di Magda - conta i giorni per andarsene dal teatro. - Magda ha avuto 17 anni a casa sua. - Chi vi scrive, niente di questo. A 12 anni le han messo le gonnelle lunghe - e le han detto: bisogna recitare”.
Lettera di Eleonora Duse alla figlia Enrichetta, Vienna, 1892, primo foglio Il vasto carteggio con la figlia Enrichetta è stato trascritto da quest’ultima in vari quaderni, i cosiddetti “Quaderni di Enrichetta”, corredati da note quasi sempre in inglese e da appunti di vario tipo che lasciano presupporre l’intenzione, non realizzata, della figlia dell’attrice di redigere una biografia della madre.
Eleonora Duse, Santuzza in Cavalleria rusticana di G. Verga, 1893 Il 14 gennaio 1884 al Carignano di Torino va in scena la ‘prima’ di Cavalleria rusticana di Giovanni Verga, con protagonista la Duse nei panni di Santuzza. Lo spettacolo ha successo anche grazie alla scelta coraggiosa dell’attrice che interpreta nel 1886 un altro dramma verghiano: In portineria. Il personaggio di Santuzza entra a far parte, insieme a quello di Mirandolina della Locandiera di Goldoni, del repertorio scelto per le grandi tournée internazionali degli anni Novanta, venendo così a rappresentare la drammaturgia italiana all’estero.
Eleonora Duse a palazzo Barbaro-Wolkoff a Venezia, 1894 (fotografia di Giuseppe Primoli) Dall’autunno del 1893 la Duse affitta a Venezia un appartamento a palazzo Barbaro a San Gregorio sopra casa Wolkoff, il pittore russo (nome d’arte Roussof) che si era fatto promotore della tournée russa del 1891. Nel 1894, in virtù della loro amicizia la Duse concede al conte Primoli (con cui scambierà un imponente carteggio nel corso degli anni) di fotografarla in una dimensione ‘privata’, quale appunto il suo appartamento veneziano. Forse preoccupata rispetto all’uso che il conte-fotografo poteva fare di tali immagini, gli ingiunge però di non divulgare la sua intimità: “sarà forse una puerilità, ma l’idea di copiare, di dipingere, di divulgare qualche cosa della mia casa, mi fa pena, come se perdessi il rifugio, l’a parte dal mondo che ho voluto crearmi”.
Eleonora Duse e Matilde Serao a St Moritz, 1895 circa La giornalista e scrittrice napoletana Matilde Serao (1857-1927), collaboratrice del “Corriere del mattino” di Martino Cafiero, redattrice de “Il Capitan Fracassa”, della “Nuova Antologia”; della “Tribuna”; fonda col marito Edoardo Scarfoglio “Il mattino” e in seguito, separatasi, fonda “Il giorno”. Intima amica della Duse, le dedica l’articolo Mulier apparso sul “Corriere di Roma” il 26 dicembre 1885: “Sul palcoscenico ella trasporta, in tutte le sue forme, la potente attrazione del femminile. Spesso, se domandate a un uomo, perché ami quella tale donna, egli si confonde, poi dice: non so, perché è lei… E per l’artista che tutti ammiriamo è fors’anche così: molti l’ammirano, non sanno perché, non potrebbero dirlo, perché è lei, perché è quella tale donna…”.
Eleonora Duse, 1896 A New York dove l’attrice si trova per la sua seconda tournée americana nel 1896, il pittore Edoardo Gordigiani realizza alcuni scatti fotografici in preparazione del quadro dell’attrice che intendeva dipingere. Edoardo Gordigiani era fratello di Giulietta, intima amica della Duse, che sposerà il banchiere Robert Mendelssohn e che compare nel Fuoco di d’Annunzio sotto le spoglie di Donatella Arvale.
Eleonora Duse e gli attori della Comédie Française a Parigi, 1897 Dopo gli onori ricevuti dagli attori della Comédie Française nel 1897 nel corso delle sue rappresentazioni al Théâtre de la Renaissance, la Duse renderà l’omaggio recandosi a recitare nel marzo 1898 sul palcoscenico della Comédie Française per la serata d’addio di Suzanne Reichenberg. L’attrice italiana si presenta con l’ultimo atto di Adriana Lecouvreur di Scribe-Legouvé.
Eleonora Duse, probabilmente Santuzza in Cavalleria rusticana di G. Verga, 1897
Contratto fra Eleonora Duse e Gabriele d’Annunzio, 27 aprile 1897, primo foglio Il contratto scritto da Adolfo de Bosis stabilisce la cessione per l’Italia e per l’estero del diritto di rappresentazione del Sogno di un mattino di primavera di d’Annunzio a Eleonora Duse. Il Sogno è rappresentato per la prima volta a Parigi il 15 giugno 1897 al Théâtre de la Renaissance. Da un’intervista di Mario Morasso a d’Annunzio: “Noi vorremmo così richiamare l’origine rurale e dionisiaca del dramma, la natività della tragedia del Ditirambo, il creatore impulso delle energie terrestri al ritorno della primavera […] Il teatro sarà edificato alle porte meridionali di Roma sulle magnifiche sponde del lago d’Albano presso i bagni di Diana".
Eleonora Duse, 1898 Questa foto fa parte di una serie di scatti eseguiti con una Pocket Kodak da d’Annunzio nel giardino della Capponcina, vicino a Firenze, dove la coppia amava soggiornare. L’attrice non era ancora riuscita a mettere in scena La città morta che è in grado di realizzare solo nel 1901, lo stesso anno della Francesca da Rimini. Nel giugno 1897 la Duse accetta finalmente (è infatti la prima volta) di esibirsi su un palcoscenico parigino, il Théâtre de la Renaissance di Sarah Bernhardt, che per prima nel 1898 aveva allestito proprio La città morta (La ville morte nella traduzione di Georges Hérelle). Per l’occasione l’attrice chiede al drammaturgo di scriverle un dramma ex novo: sarà il Sogno di un mattino di primavera, cui poi seguirà il Sogno di un tramonto d’autunno. Il personaggio della Demente, protagonista del Sogno di un mattino di primavera, sembra qui ‘ombreggiato’: la Demente, uscita di senno per aver tenuto stretto il suo amante ferito a morte, si perde nel fogliame smarrendosi nella natura. Questa serie di scatti paiono riprodurre l’atmosfera del Sogno.
Eleonora Duse alla Capponcina a Settignano, 1898 circa (fotografia di G. d’Annunzio) È Gabriele d’Annunzio, di cui si vede nettamente l’ombra a terra, a scattare questa foto nel giardino della Capponcina, sulle colline vicino a Firenze, dove la coppia soggiornava in due ville separate, la Porziuncola e appunto la Capponcina. Nel 1897 l’attrice si esibisce per la prima volta a Parigi: per l’occasione chiede a d’Annunzio un nuovo testo, che sarà il Sogno di un mattino di primavera.
Studio di Eleonora Duse alla Porziuncola a Settignano, 1898 circa
Gabriele d’Annunzio alla Capponcina a Settignano, 1898 (fotografia di Mario Nunes Vais)
Ciro Galvani nel suo camerino, 1899 circa Ciro Galvani, insieme a Carlo Rosaspina, a Ettore Mazzanti e a Flavio Andò è uno degli attori più fedeli alla Duse. Abile disegnatore e caricaturista ritrae spesso l’attrice durante le prove.
Eleonora Duse, Silvia Settala in La gioconda di G. d’Annunzio, 1899
Eleonora Duse in Egitto, 1899 Questa fotografia è scattata probabilmente nel corso della tournée effettuata in Egitto e in Spagna dalla Duse.