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PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI. IL BATTESIMO: . RINATI DALL’ALTO . Anno Pastorale 2013-2014. Il sacramento del Battesimo nel Catechismo della Chiesa C attolica.
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PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI IL BATTESIMO: RINATI DALL’ALTO. Anno Pastorale 2013-2014
Il sacramento del Battesimo nel Catechismo della Chiesa Cattolica Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d’ingresso alla vita nello Spirito («vitae spiritualis ianua»), e la porta che apre l’accesso agli altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione. «Baptismus est sacramentum rigenerationis per aquam in verbo – Il Battesimo può definirsi il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l’acqua e la Parola» (n. 1213).
Dai Praenotanda dei nuovi LIBRI LITURGICI La Chiesa, che ha ricevuto la missione di annunciare il Vangelo e di battezzare, fin dai primi secoli ha conferito il Battesimo non solo agli adulti , ma anche ai bambini. In forza della parola del Signore «Se uno non rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5), la Chiesa ha sempre ritenuto che i bambini non debbano essere privati del Battesimo. Essi infatti vengono battezzati nella fede della Chiesa, professata dai genitori, dai padrini e dagli altri presenti al rito: questi rappresentano sia la Chiesa locale sia la società universale dei santi e dei fedeli, la Chiesa Madre, che tutta intera genera tutti e ciascuno (n. 2).
Dalla LUMEN FIDEILettera enciclica sulla fede di Papa Francesco La trasmissione della fede avviene in primo luogo attraverso il Battesimo. Potrebbe sembrare che il Battesimo sia solo un modo per simbolizzare la confessione della fede, un atto pedagogico per chi ha bisogno di immagini e gesti, ma di cui, in fondo, si potrebbe prescindere. Una parola di san Paolo, a proposito del Battesimo, ci ricorda che non è così. Egli afferma che «per mezzo del battesimo siamo […] sepolti insieme a Cristo nella morte, perché come Cristo è stato risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). Nel Battesimo diventiamo nuova creatura e figli adottivi di Dio (n. 41)
I Sacramenti e la Bellezza di DioLettere al popolo di DioBRUNO FORTE Vorrei provare a capire con te che cos’è il battesimo, che cosa significa darlo ai nostri bambini o riceverlo da adulti o riscoprirlo a un certo punto del nostro cammino con gli occhi della fede: se ho scelto di parlartene, è perché sono profondamente convinto che in esso si compia l’incontro con Dio che cambia il cuore e la vita, un incontro decisivo in cui – se tu lo vuoi – Gesù risorto si unisce a te, per accompagnare col suo amore fedele la tua esistenza e inondarla della bellezza che inizia nel tempo e non tramonterà mai.
Che cos’è per me il battesimo? Vorrei dire anzitutto che per me - e penso per la stragrande maggioranza di voi - non è un ricordo personale, perché l’abbiamo ricevuto quando non eravamo in grado di intendere e di volere. Non è un ricordo preciso della nostra vita, che possiamo focalizzare, ma resta avvolto nella nebbia della primissima infanzia.
Tutt’al più è una reminiscenza indiretta, perché ci hanno detto che abbiamo ricevuto il battesimo, ci hanno magari mostrato il fonte battesimale. Riceviamo quindi questo sacramento dai nostri genitori, dai nostri padrini o madrine, dal prete che ci ha battezzato.
Anzi, a questo proposito, vi pongo ancora una volta una domanda: sapete la data del vostro battesimo? Ve la ricordate? Comunque, il battesimo è un evento del passato, di cui non abbiamo coscienza diretta.
Nasce allora l’interrogativo: • Come il battesimo può essere il sacramento-base, l’origine di tutto, la porta della Chiesa, l’inizio della vita cristiana, l’evento su cui tutti gli altri sacramenti si fondano? • Come può esserlo se neppure lo ricordiamo con memoria precisa e personale? • Come posso sperimentare il mio battesimo, non mediante uno sforzo di immaginazione, ma comprendendo che cosa significa per me, adesso, il fatto che sono battezzato?
Per rispondere vi invito a rileggere il testo della Lettera ai Romani: «O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (6,3-4).
Che cosa dice Paolo? Che per lui e per tutti i cristiani, pur se loro erano stati battezzati da adulti, il battesimo è in ogni caso un evento del passato: «Siamo stati battezzati in Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte, siamo stati sepolti insieme con lui».
Anche se i destinatari della lettera dell’apostolo avevano ricevuto il battesimo da adulti e perciò avevano ancora l’impressione viva dell’entrare nel fonte, dell’immergersi nell’acqua, che equivaleva a immergersi nella passione e nella morte di Gesù, dell’uscire dall’acqua tutti bagnati, che era come un uscire dalla tomba e un risorgere, il battesimo è memoria del passato.
Notate però che l’ultimo verbo è al presente; il battesimo è una memoria del passato, operante nel presente: «possiamo camminare in una vita nuova». Camminare oggi, adesso, in una vita nuova.
Ritornando alla domanda fondamentale: Quando rivivo, oggi, il battesimo? Quando sperimento di camminare in una vita nuova? Quando il battesimo significa qualche cosa per me, adesso?
Quattro situazioni nelle quali sperimentiamo il battesimo Individuo, tra le altre, quattro situazioni nelle quali facciamo o possiamo fare l’esperienza del battesimo adesso, sperimentare la vita nuova che ne deriva.
1. Ogni volta che dico a Dio: “Padre”, che lo chiamo “Padre” - in concreto ogni volta che recito il “Padre nostro” -, e lo dico con il cuore, con coscienza, sperimento il mio battesimo come l’essere figlio amato dal Padre, sperimento che Dio mi ama, mi chiama per nome, mi fa suo figlio con amore infinito.
È questo il mio battesimo: Dio che mi ha fatto suo figlio; mi ha fatto perché io lo sia ora. quando invoco Dio come “Padre” attualizzo, professo, vivo il mio battesimo.
2. Ogni volta che scelgo secondo Gesù Cristo nelle realtà quotidiane, ogni volta che scelgo da cristiano, è nella forza del mio battesimo. Per esempio, la partecipazione alla catechesi è una scelta secondo Cristo, è una scelta conseguente al mio battesimo e ho potuto farla perché sono battezzato.
Quando, per portare un altro esempio, spengo la televisione o decido di cambiare canale perché un certo programma non va bene, compio una scelta nella forza e nella coerenza del mio battesimo.
Dunque, in ogni scelta etica, morale, libera, seria, secondo Gesù Cristo, vivo e attualizzo il mio battesimo.
3. Quando trovo la forza di seppellire il mio passato e di guardare avanti, lo posso fare solo radicandomi nel mio battesimo: è questo sacramento che mi dà la forza. E voglio citare un bel testo di Roger Schutz, fratel Roger, fondatore della Comunità di Taizé, un uomo avanti negli anni, che lascia trasparire dalle parole, dagli occhi, dalla preghiera la vita nuova battesimale.
Egli scrive: «Mi chiedi talvolta dove sia la sorgente, dove sia la gioia della speranza. Ti risponderò: tutto il tuo passato, perfino l’istante appena trascorso, è già sepolto, sommerso con Cristo nell’acqua del tuo battesimo. Non volgere lo sguardo indietro; in ciò consiste una parte della libertà del cristiano, che è la libertà di correre avanti. Rinuncia a guardare indietro. Se la tua immaginazione ti presenta l’immagine distruttrice del passato, sappi che Dio non tiene più conto, e questo anzitutto in grazia del battesimo e poi in grazia del sacramento della penitenza, che rinnova in noi la prima grazia di purificazione»1. 1. ROGER SCHUTZ, Dio non può che amare, Elledici, Torino 2003, p. 18.
Quindi, ogni volta che trovo la forza di seppellire il mio passato e di guardare avanti, attualizzo il mio battesimo.
4. Voglio esprimere una quarta situazione con le parole di Paolo nella Prima lettera ai Corinzi: «Siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo» (12,13).
Quando viviamo la comunione nella Chiesa, la solidarietà con i fratelli battezzati, nella certezza che tale legame di solidarietà che ci fa fratelli e figli di Dio è superiore a ogni legame etnico, civile, parentale, e che per esso siamo pronti anche a dare la vita come i martiri di ieri e di oggi, noi proclamiamo il battesimo, confessiamo la sua forza aggregante, che fa di tutti i cristiani un solo corpo con Gesù.
Esemplifico a livello semplice e quotidiano. Quando viviamo esperienze nella comunità e vi vedo uniti, concordi, pronti ciascuno a sacrificare qualcosa di sé per il servizio degli altri e per il bene comune della comunità, comprendo di trovarmi davanti a un effetto soprannaturale del battesimo: il battesimo ha fatto di quegli uomini e di quelle donne di diversa provenienza, origine, carattere, cultura, una sola famiglia.
Abbiamo così individuato quattro situazioni in cui io vivo e sento operante, qui e ora, il mio battesimo, che non è quindi un ricordo lontano, un certificato morto, ma in verità è l’essere amato adesso dal Padre, l’essere fatto a immagine del suo Figlio Gesù, l’essere capace di operare scelte secondo il vangelo, l’avere forza per seppellire il mio passato colpevole e guardare avanti, il sentirmi membro vivodi una comunità per la quale mi sacrifico volentieri.
Il battesimo è vivente per me, sorgente di vita per quest’oggi, per questa sera, per domani e fino all’ora in cui mi incontrerò con te, Gesù, a cui il battesimo mi ha reso simile facendomi una cosa sola con te, membro del tuo Corpo.
Il battesimo è puro dono Ancora un’osservazione. Proviamo a leggere alcuni versetti dal libro degli Atti degli Apostoli, che parlano del battesimo: • «Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito santo» (At 1, 5); • «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati» (At 2, 38); • « Uomini e donne si facevano battezzare» (At 8, 12); • «Improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato» (At 9, 18); • «Ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo» (At 10, 48).
Che cosa notiamo in questi versetti? I verbi sono al passivo. Nessuno, cioè, può battezzare se stesso: è la constatazione unanime di tutta la Scrittura, fin dall’inizio. Anche se mi immergo nell’acqua e dico: io mi battezzo, in realtà non c’è battesimo. Devo chiedere questo sacramento, devo essere immerso nell’acqua da un altro. L’alterità del ministero, la necessità di una persona che me lo conferisca in rappresentanza di Gesù, vuole esprimere che la vita divina conferita nel battesimo non è acquistabile neppure per un centimetro o per un grammo: è puro dono.
La grazia del battesimo mi è data gratuitamente da Cristo. Quando sono cosciente che la vita divina in me è pura iniziativa di Dio, che tutto mi è donato, che tutto ricevo dal Padre il quale, con amore, mi fa figlio in Gesù e da parte mia non posso fare altro che lodare e ringraziare il Signore, allora vivo il battesimo come grazia: «Ti ringraziamo, o Padre, del nostro battesimo».
Ciò che importa perciò non è tanto il ricordare il battesimo come evento del passato (pur se dobbiamo farlo), quanto il prendere coscienza del dono immenso e divino che è in noi adesso e che ci viene gratuitamente dal Padre. Il Padre me l’ha dato per sempre, legandosi a me in Gesù, con perenne fedeltà.
E posso cosi esclamare: «O Dio, tu sei il mio Dio in eterno; questo dono viene da te e tu non me lo toglierai mai più; io sono tuo e niente e nessuno potrà separarmi da te». Tutto questo per la grazia unica, eterna, irrepetibile del battesimo che mi unisce al Corpo di Gesù.
Riferimenti biblici al battesimo Nella sacra Scrittura, troviamo moltissimi riferimenti al battesimo: dalle sue prefigurazioni veterotestamentarie all’istituzione che ne fa Gesù, dagli aspetti dottrinali a quelli pastorali che si trovano nelle lettere degli apostoli.
Prefigurazioni del battesimo San Paolo riconosce nella nube che accompagna gli ebrei nel deserto e nel passaggio del mar Rosso le prefigurazioni del battesimo; san Pietro nell’arca di Noè che salva dal diluvio.
1Cor 10,1-4: Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo.
1Pt 3,18-22: Perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua. Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.
Il battesimo di penitenza(annuncio di quello di Cristo) Giovanni il Battista offre un battesimo di penitenza e di conversione e annuncia che Gesù battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Il battesimo che Gesù riceve dal Battista diventa l’investitura ufficiale della sua missione e per Gesù è come la sua pentecoste.
Mt 3,4-12: Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acquaper la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Mt 3,13-17: Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Il battesimo che ci fa figli di Dio (la novità di Gesù) Gesù è il Figlio prediletto di Dio: con il battesimo da lui istituito, anche noi diventiamo figli di Dio e abbiamo la possibilità di entrare nel regno dei cieli.
Gv 3,1-6: Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non rinasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito».
Mt 28,18-19: Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». At 2,38: E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo».
Nei vangeli, il battesimo di Giovanni Battista, il precursore, è di tipo penitenziale e un’anticipazione di quello di Gesù. «Io vi battezzo nell’acqua... lui... vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Mt 3,11).
Il battesimo di Gesù è rinascita dall’alto, nell’acqua e nello Spirito e, «a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1,12s). Si diventa così figli di Dio e destinati alla salvezza; ecco perché «chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,16), ammonisce il Risorto prima di ascendere al cielo.
San Paolo asserisce che il battesimo ci assimila alla morte e alla risurrezione di Cristo: «O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, conte Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione» (Rm 6,3-5).
Ma perché questo sacramento continui a essere vitale per tutta la vita, è necessario che venga riscoperto nelle sue ragioni e nel suo significato, ricercando tutte quelle possibilità e prospettive che lo rendono più efficace nella propria storia personale.
Momenti e simboli dei battesimo Tutte le religioni ricorrono a gesti simbolici che rivelano il mistero, come pure prevedono la gioia e la responsabilità per una vita che nasce. Anche il cristianesimo, nel rito del battesimo, ha dei simboli che esprimono gioia, appartenenza, accoglienza, insomma la festa per l’aggregazione di nuovi membri.
SCHEMA DEL RITO • Ministro del battesimo: un sacerdote, un diacono, o, in caso di emergenza, qualsiasi fedele, purché abbia intenzione di fare ciò che fa la Chiesa. • Materia del sacramento: l’acqua. • Formula trinitaria: «Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». (Rito del battesimo dei bambini 132; Rito del battesimo degli adulti 220). • Soggetto: i bambini, i cui genitori chiedono il battesimo, e i catecumeni. • Effetti: si diventa figli di Dio, partecipando a una vita nuova, e membri della Chiesa. • I padrini non sostituiscono i genitori, come erroneamente si tende a pensare, ma rappresentano la Chiesa e sono garanti delle rette intenzioni dei genitori.
La struttura del rito prevede diversi momenti: • il rito di accoglienza evidenzia non solo l’atteggiamento accogliente della comunità cristiana, ma anche le motivazioni di fede e gli impegni che ne derivano. Questo momento viene sottolineato con un canto, con il saluto del celebrante ai genitori e ai padrini, con la richiesta ufficiale del battesimo per il bambino di cui viene comunicato il nome;