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LA FILOSOFIA ELLENISTICA. Schemi e mappe. Nel contesto della. LE PRINCIPALI SCUOLE. sono. SCETTICISMO. CRISI DELLA POLIS. EPICUREISMO. STOICISMO. Afferma la. afferma. afferma. Come reazione al . Orienta la filosofia verso la ricerca della. SERENIT Á DELL’ ANIMA (ATARASSIA).
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LA FILOSOFIA ELLENISTICA Schemi e mappe
Nel contesto della LE PRINCIPALI SCUOLE sono SCETTICISMO CRISI DELLA POLIS EPICUREISMO STOICISMO Afferma la afferma afferma Come reazione al Orienta la filosofia verso la ricerca della SERENITÁ DELL’ ANIMA (ATARASSIA) VIVERE CONFORME ALLA NATURA FELICITÁ (ATARASSIA) che consiste nella Proprio del DOGMATISMO basata sulla Che è conformità al FELICITÁ SAGGIO TRANQUILITÁ DELLO SPIRITO NATURALEZZA CORPOREA INTERIORITÁ LOGOS UNIVERSALE LOGOS INDIVIDUALE Attraverso la guida dell’ controlla le AMICIZIA Legata al Afferma l’ Questo accordo inserisce l’individuo nell’ PASSIONI PRINCIPIO DEL PIACERE INTELLIGENZA ricerca l’ Sa scegliere EPOCHÉ (sospensione del giudizio) ARMONIA UNIVERSALE È soddisfazion e Ne deriva Nuovi modelli culturali DESIDERI Ci guida verso la AUTARCHIA INDIPENDENZA Giusti sono quelli COSMOPOLITISMO SOLIDARIETÁ Naturali e Necessari KOINÉ AMICIZIA e SCIENZA SPERIEMNTALE E MATEMATICA L’IDEALE DEL SAGGIO BIBLIOTECA di Alessandría
Attenzione all’esistenza individuale L’etica ripristina i valori naturali guastati dalla società L’esistenza non ha scopo: nessuna etica è possibile Stoicismo: Principio del dovere Epicureismo: Principio del piacere Scetticismo: Sospensione di ogni giudizio Estirpazioni delle passioni Calcolo razionale dei desideri Imperturbabilità, atarassia e autodeterminazione
Fisica Vita Epicuro (341-271 a.C.) Vita sociale teologia Canonica quadrifarmaco etica
Vita • Nasce a Samo nel 341 a.C.; giunge diciottenne in Atene dove si forma alla filosofia conoscendo il pensiero di Democrito; fonda la sua scuola nel 305 detta “Giardino”, dove la sua figura e il suo pensiero sono oggetto di venerazione. Scrive molte opere, ma ci sono giunte solo tre lettere ad Erodoto, Pitocle ed a Meneceo. Morì nel 270 a.C.
La canonica • Come per gli stoici anche per Epicuro tutta la conoscenza ha origine dalla sensazione. Essa avviene per l’incontro fra gli atomi che si staccano dal corpo percepito e gli atomi dell’organo di senso • Il criterio di verità sta nell’evidenza delle sensazioni medesime • Le “prolessi” sono le esperienze già apprese che funzionano come anticipazioni (non idee innate) per le esperienze ulteriori facilitando la conoscenza.
La fisica • La fisica ha il compito di liberare l’uomo dal timore di essere guidato da forze soprannaturali. Epicuro infatti riprende la fisica di Democrito. • In un universo infinito atomi infinti si muovono scontrandosi e formando infiniti mondi, infinite vite, che nascono e muoiono continuamente. • Esiste una differenza importante tra i due filosofi, infatti mentre per Democrito vigeva un determinismo assoluto per Epicuro gli atomi cadono verso il basso casualmente dalla traiettoria retta (clinamen) ed incontrandosi costituiscono tutte le cose secondo un processo che esclude la necessità
Etica • Per Epicuro l’ideale del saggio sta nella ricerca del piacere autentico che si distingue non per intensità, ma per stabilità. Il vero piacere diverso dal piacere cinematico, in movimento, è detto catastematico poiché porta alla quiete e coincide con il semplice stare bene. • Il piacere è assenza di dolore nel corpo (aponia) e di turbamento nell’anima (atarassia) • Il piacere non è abbandono spensierato agli istinti, ma disciplina e autocontrollo, disciplina e senso del limite.
Vivi nascosto • Vi è infatti il rifiuto dei bisogni non naturali e non necessari, rifiuto delle passioni violente come l’amore, e all’opposto degli stoici il rifiuto delle dimensione pubblica e politica ( il motto di Epicuro “vivi nascosto”). • L’amicizia invece viene esaltata poiché è il sentimento che lega gli stessi dei che non debbono essere temuti, ma ammirati
Teologia • Per Epicuro la divinità non si interessa minimamente delle vicende umane ed egli lo dimostra con un ragionamento simile a quello arustotelico: la divinità é una realtà beata , e se si occupasse delle vicende umane come potrebbe esserlo ? Sarebbe un'autodiminuzione occuparsi di tali cose . Ma gli dei dove stanno ? Epicuro é un materialista e quindi deve pur collocarli da qualche parte : egli li colloca negli " intermundia " , ossia gli spazi che separano un mondo dall'altro . Tuttavia dire che gli dei non si curano delle vicende umane non vuol dire che siano irrilevanti : essi sono un modello da imitare per l'uomo ( come Epicuro era per i suoi seguaci ) ; gli dei vivono la migliore delle vite , piena di felicità e l'uomo imitandoli può condurre una vita uguale alla loro : da qui nasce la teoria secondo cui l'uomo é uguale agli dei , può assimilarsi ad essi ( viene ripreso il concetto dell‘imitazione di Dio, il diventare come un Dio , di Platone )
Filosofia come terapia • La filosofia è terapia del male e dei turbamenti, guarisce dalla paura e regola la vita. La filosofia è la strada che porta alla felicità.
Quadrifarmaco • libera l'uomo dalla paura degli dèi; • libera l'uomo dalla paura della morte; • dimostra la brevità e provvisorietà del dolore; • dimostra la facile raggiungibilità della felicità, che consiste nel piacere.
1) Non deve avere paura degli dei • L'uomo non deve avere paura degli dèi perché essi non si preoccupano né del mondo né tantomeno dell'uomo. Ogni preoccupazione sarebbe infatti contraria alla loro beatitudine giacché sarebbe una sorta di obbligo nei nostri confronti, invece essi sono senza obblighi e beati. • D'altra parte, nel mondo vi è il male e ciò indica che gli dèi non intervengono. Infatti -dice Epicuro - "la divinità o vuol togliere i mali o non può, oppure può e non vuole o anche non vuole né può o infine vuole e può. se vuole e non può, è impotente; se può e non vuole, è invidiosa; se non vuole e non può, è invidiosa e impotente; se vuole e può, donde viene l'esistenza dei mali e perché non li toglie?" (fram. 374). • Perciò il saggio, liberato dalle superstizioni, può vivere con pienezza la sua vita terrena e attingere in questo modo la felicità.
2) Libera l'uomo dalla paura della morte • “Il male,dunque,che più ci spaventa,la morte,non é nulla per noi, perchè quando ci siamo noi non c'é lei,e quando c'é lei non ci siamo più noi.” Lettera a Meneceo • Essendo per Epicuro come il corpo anche l'anima materiale,quindi composta da atomi, nel momento della morte, quando gli atomi si separano, ogni sensazione cessa, e noi non 'sentiamo' più nulla, né dolore né piacere. La morte è quindi semplice assenza di sensazioni, ed è dunque sciocco averne paura.
3) dimostra la brevità e provvisorietà del dolore • Se il male è lieve, il dolore fisico è sopportabile, e non è mai tale da offuscare la gioia dell'animo; se è acuto, passa presto; se è acutissimo, conduce presto alla morte, la quale non è che assoluta insensibilità. E i mali dell'anima? Essi sono prodotti dalle opinioni fallaci e dagli errori della mente, contro i quali c'è la filosofia e la saggezza.
4)Dimostra la facile raggiungibilità della felicità, che consiste nel piacere. • La felicità è raggiungibile da tutti, purché se ne abbia la giusta concezione ovvero la felicità come piacere autentico che porta all’atarassia.