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Dr Roberta Comunian Department for Culture, Media and Creative Industries Roberta.Comunian@kcl.ac.uk. Creare sistema : le industries culturali e la cittá creativa. Sommario. Nuova centralitá della cultura nei processi di sviluppo urbano Alcuni miti e falsi presupposti
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Dr Roberta Comunian Department for Culture, Media and Creative Industries Roberta.Comunian@kcl.ac.uk Crearesistema: le industries culturali e la cittácreativa
Sommario • Nuovacentralitádellaculturaneiprocessidisviluppourbano • Alcunimiti e falsipresupposti • Bisognodicomprenderemeglio come le industrie creative funzionano e fannosistema • Un casodi studio: Newcastle-Gateshead • Conclusioni: Crearesistema
Prima Parte Il contestodellaletterature e miti e falsipressuppostisulruolodellacultura
Nuovacentralitádellacultura • Delocalizzazionedeiprocessiindustriali e produttivilascia un vuotodellecittáindustriale • Gia’ daglianni 80 emergononuovitemidiricerca e lavorocheesaltanoilruolodellaculturaneiprocessidirigenerazioneurbana • Moltecittádevono‘re-inventarsi’ e ri-crearela propriaimmaginenelcontesto post-industriale • Il consumo e’ cambiato: piu’ interesse verso ilconsumoculturalee ilvaloresimbolicodeiprodotti Arte & Cultura al centrodeiprocessiurbani
Il ruolodellaculturacresce e ... • Nuovaimportanza del ‘produttoreculturale’. Sviluppodiareediproduzionespecializzata (quartiericreativi o culturali. Gliartistioccupanoglispazi in disusonellacittá • Le cittáinvestono in grandiinfrastruttureculturali(nuovimusei e teatri) per incentivare lo sviluppourbanocentratosulconsumo e turismo. • Emergononuoveopportunitá e catalizzatoriculturaliattraversograndieventi(CapitaleEuropeadellaCultura, GiochiOlimpici, Capitale del Design etc)
...cresce la retoricadella ‘creativitá’ “nessuna area del paese, qualsiasi sia il suo profilo industriale o il suo capitale umano, la sua storia o la sua grandezza, che sia immune dal bisogno di avere un quartiere culturale o un centro creativo“(Oakley, 2004, p.68). Dal1998 c’é un crescente interesse della politiche economiche verso le industrie culturali e creative, visto come un mezzo per‘far uscire la Gran Bretagnadallarecessione’ (Gordon Brown) La crescita della ‘classe creativa é la ‘forza che guida la crescita regionale e della prosperitá’ (Richard Florida)
Ma cos’é la cittácreativa? Bianchini & Landry (1995): un luogo per l’innovazionesociale e culturaledeicittadini Fine deglianni 90: (special. ECoC) cittáchepromuovonorigenerazione e consumoculturale 1998: la cittáchesupporta e sviluppa le industries creative e culturali La cittá in cui vive la ‘classecreativa’ (Florida, 2002)
Due prospettivemolto diverse DIMENSIONE SOCIALE E CULTURALE QUALITA’ DELLA VITA PARTECIPAZIONE CAPITALE UMANO ARTE E CULTURA REGENERATIONE SOCIALE E CULTURALE DIMENSIONE ECONOMICA COMPETITIVITA’ ATTRAZIONE DI INVESTIMENTI ATTRAZIONE DI NUOVE IMPRESE ECONOMIA DELLA CONOSCENZA E DEI SERVIZI • Emerge un nuovomodellocompetitivodicitta’ creativa: assets, classecreativa, competizione (menoattenzioneaiproblemisociali) • RetoricadellaINDUSTRIE CREATIVE come SOLUZIONE DI QUALSIASI PROBLEMA
Contraddizioni e limitidellacittácreativa • Diversita’ di bisogni tra la classecreativa e le industrie creative; • Come preservare le distintivita’ locali in un processodicompetizioneglobale; • Logica di attrazione a breve termine versus logicadiritenzione e sviluppo a lungotermine
I mitidellacitta’ creativa1 NONOSTANTE “la mia preoccupazione e’ che il pubblico comincia a considerare come cultura solo quello che trova in grandi edifici con vetri brillanti ... Ci sono cose fantastiche che succedono nei pub, che succedono in laboratori e officine, lontano da tutto e alcuni di questi grandi lavori non vengono visti dal pubblico” (public sector support manager) Per avere una citta’ creativa c’e’ bisogno di investire in nuove istituzioni culturali e architettureiconiche
I mitidellacitta’ creativa 2 NONOSTANTE “hannounamentalita’ da garage. Non voglionodiventareilnuovoMicrosoft. […] tuttoquellochevedono e’ ilprossimo video game dasviluppe. Non vivonosemplicemente per costruite e crescereunacompagniad’affari” (Leadbeaterand Oakley 2001: 59). 90% dellepiccole e medieimpreseintervistate non hannoobietttivicommerciali[…] menodi meta’ hanno un business plan. […] la maggior parte scegliediusareilpropriotalento per motivisociali e culturaliche per far soldi(Northern Film & Media, 2004, p.7). Le industrie culturali e creative sono un nuovo settore economico che guidera’ la crescitaeconomicafutura
I mitidellacitta’ creativa 3 NONOSTANTE “le politicheculturalitendono ad esserestrumentaliste, sebbene la teoriadellacomplessita’ cidicacheirisultatidi un certointervento non possoessereprevisti con un modellodiprevisionerazionale” (M. Miles, 2005, p.894). “questamoda per interventicultuali e’ circondatadapressioniforti verso ipolitici e i cultural planners affinche’ trovinoilmodelloperfettodaseguire[…] non c’e’ unasoluzioneottimale, non c’e’ un modellochiarodaseguire“ (Garcìa, 2004: 322) E’ possibile pianificare e sviluppare la citta’ creative attraversointerventipubblici e consulentispecializzati
Seconda Parte • Nuovoapproccio: valorizzarela complessita’ del sistema • dellacultura
Nuovoapproccio: valorizza la complessita’ • Capirel’ecologiadellacultura e creativita’ – in modo specifico al contesto • Capire le relazionispecifichefraattivita’ culturali e contestispecifici • Onesta’ riguardo cio’ che le attivita’ culturali e artistichepossonocontribuire a fare
Audience Specialist business services Education and training Projects and venues Creative individuals Creative firms I Associations II III Specialist manufacturing support Local authorities Cultural and creative support agencies Business support agencies Retail Visionedirete e disistema IV 17
Terza Parte Un casodi studio: La regione del Nord-East & Newcastle-Gateshead
Contesto • Contesto post-industriale: usodi arte e cultura per contrastaredeclinosocialeedeconomico • Investimento record in cultura(totale di £400 milions) • MOTIVAZIONE: offrire a tutti la possibilita’ di avere accesso alle arti e alla cultura 19
... ma reti e sinergie • Investimentoneltessurocreativodellacitta’ • Investimentonellereti creative • (artisti, designers, film e video) • Investimentonelledistintivita’ locali (non solo a Londra)
Esplorare i diversi livelli Sensodiappartenenza Qualita’ della vita locale Qualita’ dellacreativita’ locale Creative individuals I “questo e’ un luogo a cui e’ facile attaccarsi (...) ti provoca un senso di appartenza forte e di fedelta’” (Director TV company) 22
Costiinferioridialtricitta’ Distintivita’ locale (non tutte le citta’ devonoessere la nuovaBarcellona) Valorizzare le peculiarita’ locali Considerare vantaggi e svantaggi locali Creative individuals Creative firms Ho trovatopiu’ facile esserecreativo qui che a Londra, a Londraseisempre sotto pressure per sopravvivere (Jewellery Maker) II Se cerchi un set, questaregione ha tutte le locations chetupuoimaivolere (...) in mezz’oracisonocastelli, caverne, il mare etc...” (Director, Film Company) 23
La dimensionesocialedellereti Il ruoledispazipubblici e no profit nell’aiutare lo sviluppodellereti Supportare le sinergie che si creano Audience Specialist business services Education and training Projects and venues III Creative individuals Creative firms Associations Specialist manufacturing support Local authorities Cultural and creative support agencies Business support agencies Retail A livellosocialenelsettoreculturale e creativoprobabilmenteciconosciamotutti e questoavvieneprincipalmente a livellosociale. (Small Publisher) • Se non hai un network come Designed & le altreregioni e ilresto del mondo non saprannomaicosafacciamonoi e cosac’e’ qui (Designer/Maker) 24
(In-degree partition) Il sistemadellacreativita’: non solo industria
105 302 60 137 (1) Private 50 71 (2) Public 48 65 (3) Not for Profit 71 Citta’ creativa: tra pubblico, privato e no profit
31 … è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città creative o tra quelle non creative. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due:quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati… ITALO CALVINO “Le città invisibili” 1972