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Tesina multidisciplinare anno scolastico 2007/2008Maria Chiara Sbragaglia V D. La Luna. 2. Premessa. Fin dall'antichit la Luna una presenza costante nella vita e nell'immaginario degli uomini, il simbolo pi classico e pi affascinante del paesaggio naturale: ci a dimostrazione che la
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1. Oscar Wilde
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2. Tesina multidisciplinare
anno scolastico 2007/2008
Maria Chiara Sbragaglia V D 2
3. Premessa Fin dall’antichità la Luna è una presenza costante nella vita e nell’immaginario degli uomini, il simbolo più classico e più affascinante del paesaggio naturale: ciò a dimostrazione che la parola stessa deriva dalla radice indoeuropea “leuk” e significa “splendere”. Inoltre rientra nel nostro linguaggio con vari modi di dire come “promettere la luna”, “avere la luna di traverso”…
Soprattutto l’uomo l’ha posta al centro dei suoi studi scientifici e l’ha resa immortale in letteratura, arte e musica; anche se ora non è più avvolta nel mistero, prima la luna era presente in miti e leggende, o ne era la protagonista, e i popoli antichi la veneravano in quanto dea.
Studiata attraverso osservazioni durante il corso della storia, venne addirittura formulato un calendario in base alle sue fasi.
La “falce d’argento” (come la definisce Gabriele D’Annunzio) si trova sulle bandiere della maggior parte degli stati islamici, in quanto simbolo dell’antico impero turco.
Nel secolo trascorso, il nostro satellite divenne motivo di contesa tecnologica che si concluse il 20 luglio 1969, quando l’uomo per la prima volta calpestò il suolo lunare. 3
4. Mappa concettuale 4
5. Indice degli argomenti
Lett. Inglese: Percy Bysshe Shelley (To the moon) e William Shakespeare (Romeo and Juliet); John Keats (Endymion)
Lett. Italiana: Giacomo Leopardi (Canto notturno del pastore errante dell’ Asia e Dialogo della Terra e della Luna)
Filosofia: Arthur Schopenhauer
Dante: II canto del Paradiso
Storia dell’Arte: Vincent Van Gogh (Cielo stellato)
Lett. Latina: Petronio (Satyricon)
Scienze: la Luna
Fisica: the magnetosphere (la magnetosfera)
Storia: l’allunaggio sullo sfondo della guerra fredda
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6. William Shakespeare &… Romeo: He jests at scars that never felt a wound. But soft! What light through yonder window breaks? It is the east, and Juliet is the sun! Arise, fair sun, and kill the envious moon, who is already sick and pale with grief, that thou her maid art far more fair than she: be not her maid, since she is envious; her vestal livery is but sick and green, and none but fools do wear it; cast it off. It is my lady; o, it is my love![...]. Lady, by yonder blessed moon I swear, that tips with silver all these fruit-tree tops…
Juliet: O, swear not by the moon, the inconstant moon, that monthly changes in her circled orb, lest that thy love prove likewise variable.
Romeo and Juliet
Second act, second scene
Capulet’s garden
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7. … Percy Bysshe Shelley And, like a dying lady lean and pale,
Who totters forth, wrapp'd in a gauzy veil,
Out of her chamber, led by the insane
And feeble wanderings of her fading brain,
The moon arose up in the murky east
A white and shapeless mass.
Art thou pale for weariness
Of climbing heaven and gazing on the earth,
Wandering companionless
Among the stars that have a different birth,
And ever changing, like a joyless eye
That finds no object worth its constancy?
To the moon
“Posthumous Poems” 7
8. The moon is something negative for both authors.
Shakespeare’s moon, in Romeo and Juliet, is like an envious goddess and Juliet is her maid.
Because of its inconstancy, Romeo can’t swear his love to Juliet by the moon because it is changeable.
Instead, Shelley deals with the moon like an old “dying lady” in the first stanza; this moon recalls Leopardi’s one in the Canto notturno most of all because of the rhetorical question in the second, even if Shelley wrote To the moon ten years before the Italian poet.
Both authors personify the moon as jealous, “companionless” and mysterious.
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9. Endymion – John Keats A thing of beauty is a joy for ever
V. 1 Book I
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10. Endymion is a long poem in four books in rhyming couplets about the love of the shepherd Endymion for the moon goddess Cynthia (called in the mythological Greek world Selene or Diana in the Roman one).
The moon is Beauty, the source of joy.
Beauty could be either physical (women, nature, everything is subject to decay) or spiritual (friendship love, poetry, all things which are immortal and eternal)
The physical Beauty is the expression of the spiritual one through imagination (the creative force of Beauty).
He re-interpreted the ancient Greek art and poetry in Romantic way. 10
11. G. Leopardi - Canto notturno del pastore errante dell’Asia &… Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli? […]
Se la vita è sventura
Perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
È lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale. […]
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore. […]
Forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
È funesto a chi nasce il dì natale.
Chiaro di luna
Edvard Munch 11
12. … Dialogo della Terra e della Luna Terra: Sei tu popolata veramente, come affermano e giurano mille filosofi antichi e moderni, da Orfeo sino al De la Lande? […]
Luna: Io sono abitata. […] Né bestie né uomini; che io non so che razze di creature si sieno né gli uni né le altre. […]
Terra: Almeno mi saprai tu dire se costì sono in uso i vizi, i misfatti, gl’infortuni, i dolori, la vecchiezza, in conclusione i mali? Intendi tu questi nomi?
Luna: Oh cotesti sì che gl’intendo; e non sono solo i nomi, ma le cose significate, le conosco a maraviglia: perché ne sono tutta piena, in vece di quelle altre che tu credevi.
Terra: Quali prevalgono ne’ tuoi popoli, i pregi o i difetti?
Luna: I difetti di gran lunga.
Terra: Di quali hai maggior copia, di beni o di mali?
Luna: Di mali senza comparazione.
Terra: E generalmente gli abitatori tuoi sono felici o infelici?
Luna: Tanto infelici, che io non mi scambierei con il più fortunato di loro. […] Perché il male è cosa comune a tutti i pianeti dell’universo, o almeno di questo mondo solare.
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13. Il Canto notturno (appartenente al ciclo pisano-recanatese) venne composto fra ottobre 1829 e aprile 1830 mentre il Dialogo (compreso nelle Operette morali) venne composto nell’aprile 1824.
La Luna è identificata con la Natura, che è totalmente indifferente alle domande e al destino dell’uomo come di tutti gli esseri viventi.
Dato che la sofferenza è condizione ed essenza della vita, la più grande disgrazia è il giorno della nascita. 13
14. Francesco De Sanctis Giacomo Leopardi Arthur Schopenhauer 14
15. Dialogo fra A. e D. (1858) “Leopardi e Schopenhauer sono una cosa. Quasi nello stesso tempo l’uno creava la metafisica e l’altro la poesia del dolore. Leopardi vedeva il mondo così, e non sapeva il perché[…]. Il perché l'ha trovato Schopenhauer con la scoperta del Wille”.
Il fondamentale elemento di parentela tra il poeta e il filosofo è la metafisica del desiderio.
L’infelicità umana deriva, per entrambi, dall’insuperabile distanza tra l’infinità del desiderio e la finitezza della realtà, e il piacere non è che una momentanea cessazione del dolore.
Per Schopenhauer la soddisfazione di un desiderio o ne suscita altri o fa precipitare l’uomo nella condizione negativa della noia.
Per Leopardi la noia è il peggiore dei mali, perché è la piena consapevolezza dell’uomo della sua infelicità.
Mentre per il filosofo la libertà arriva con il Nirvana, per il poeta non esiste: c’è solo un messaggio di solidarietà per fronteggiare la natura e ridurre il dolore.
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16. Arthur Schopenhauer Ogni individuo, tanto
più è vicino
a una delle fonti dei
dolori della vita umana,
quanto più è
lontano dall’altra
Parerga e
paralipomena 16
17. Schopenhauer distingue i concetti di fenomeno e noumeno.
Fenomeno: illusione che chiama “velo di Maya” (di derivazione indiana).
Noumeno: realtà che si nasconde dietro le illusioni e che il filosofo deve smascherare.
Credere in queste illusioni significa essere schiavi del nostro intelletto che crea queste rappresentazioni soggettive. Per questo “il mondo è una mia rappresentazione” (incipit dell’omonimo scritto).
Il “velo di Maya” si frappone fra l’uomo e il noumeno, la volontà (Wille), che sta alla base del mondo e anche dentro l’uomo stesso.
La volontà è un insieme di impulsi caotici; è irrazionale e cieca, al di fuori di spazio e tempo.
L’uomo ha dentro di sé la volontà di vivere (wille zur leben) che lo porta a rincorrere dei bisogni.
“Per un desiderio che venga appagato, ne rimangono almeno dieci insoddisfatti; inoltre la brama dura a lungo, le esigenze vanno all’infinito; l’appagamento è breve e misurato con mano avara. Anzi la stessa soddisfazione finale è solo apparente” (Il mondo come volontà e rappresentazione).
La vita oscilla perennemente fra dolore (per la mancanza di qualcosa) e noia (temporanea soddisfazione del desiderio).
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18. Non esiste libertà perché l’uomo è schiavo della volontà. Di conseguenza “è funesto a chi nasce il dì natale” (Leopardi-Canto notturno).
Persino l’amore e la passione sono tranelli della volontà contro gli individui per spingerli a generarsi. Il destino di ognuno è già stato deciso da essa, che quindi è alla base anche dei rapporti fra gli uomini, spinti dall’egoismo.
La volontà ha reso la storia teatro della violenza: non esiste perciò il progresso e il dolore è condizione universale!
La liberazione della volontà è nella morte o in un percorso di catarsi.
Le vie di liberazione sono
L’arte e soprattutto la musica (espressione dell’assoluto): sono una sospensione temporanea dalla realtà;
La morale: si divide in giustizia (di carattere negativo, reprime la tendenza a imporsi sugli altri) e in carità (amore disinteressato per gli altri, cioè compassione);
L’ascesi: consiste nella noluntas; questa è il rifiuto della volontà ma non indica il suicidio, che ne è il trionfo. Si intende un percorso di rinuncia, castità, digiuno che riprende dai santi cristiani.
Il Nirvana (dal concetto di Upanishad buddhista): è lo stato assoluto di distacco dalle cose. 18
19. Dante – Canto II (Paradiso) Parev’a me che nube ne coprisse
lucida, spessa, solida, e pulita,
quasi adamante che lo sol ferisse.
vv. 30 – 33
Dove: Nel cielo della Luna
Quando: Tra le 13:00 e le 15:00 del 13 aprile (mercoledì di Pasqua)
Intelligenze angeliche: Angeli
Beati: Spiriti che mancarono ai voti; si presentano come figure evanescenti, quasi fossero immagini riflesse
Incisione di
Gustave Dorè 19
20. La Luna, corpo celeste che caratterizza il primo cielo del Paradiso, viene rappresentata come una nube, non solo luminosa e densa, ma anche solida e liscia, simile a un diamante colpito dai raggi solari. Essa riceve in sé Dante e Beatrice, “com’acqua recepe raggio di luce permanendo unita” e come Cristo è unità di natura divina e umana allo stesso tempo.
Secondo la tradizione popolare, le macchie lunari sono la rappresentazione del fascio di spine portato sulle spalle da Caino, esiliato sulla Luna.
Dante, seguendo la dottrina di Averroè (filosofo di fede musulmana), crede che le macchie derivano dalla maggiore e minore densità della superficie lunare.
Beatrice dimostra perché sia sbagliata l’opinione di Dante. Il cielo ottavo è quello delle stelle fisse, le quali appaiono differenti tra loro per qualità e quantità di luce. Se la differenza fra questi astri dipendesse solo dalla densità, questi eserciterebbero sulla terra la stessa influenza, variamente distribuita. In realtà essi esercitano influenze differenti che dipendono da diversi principi, e non solo dalla densità. Se le macchie dipendessero esclusivamente da quest’ultima si potrebbero formulare due ipotesi: o la luna presenta dei buchi (e durante le eclissi la luce solare passa attraverso essi) o presenta degli strati più o meno densi (e in corrispondenza di quelli a maggior densità la luce che colpisce la superficie lunare si riflette indietro).
La spiegazione delle macchie lunari si estende a tutti i corpi celesti: queste dipendono dall’influenza delle intelligenze angeliche. Ad una maggiore o minore influenza di esse, corrisponde maggiore o minore luminosità di una stella. 20
21. Notte stellata – V. Van Gogh “Spesso penso che la notte sia più viva e più riccamente colorata del giorno”
V. Van Gogh
(lettera al fratello Theo) 21
22. Autore: Vincent Willelm van Gogh (1853-1890)
Titolo: “Notte stellata” oppure “Cielo stellato”
Collocazione: Museum of Modern Art, New York
Dimensioni: 72×92 cm
Tecnica: olio su tela.
Datazione: tra il 23 maggio e il 19 giugno. E’ stato possibile datarla quasi certamente grazie ai riferimenti nelle lettere che l’artista ha inviato al fratello Theo e con lo studio dell’ allineamento astronomico: Venere era al massimo della luminosità fra i due mesi. La luna il 19 giugno è a tre quarti (tavola in alto) e non al primo, nella cui fase è dipinta (tavola in basso). La luna si trovava in quella fase il 23 maggio. In questo intervallo è stato dipinto il quadro. 22
23. Soggetto della raffigurazione è un paesaggio di un borgo, di notte con dei colli sullo sfondo; la tela venne realizzata durante il soggiorno alla clinica di Saint-Rémy.
Prevale la volta stellata (due terzi del quadro) sul borgo (rimanente un terzo).
I cipressi creano un collegamento fra la tranquillità del borgo e l’energia (provocata dal turbinio dei colori fra loro contrastanti), l’ansia e l’angoscia che Van Gogh provava quando osservava il cielo dalla sua stanza e mentre dipingeva la tela. 23
24. Il cielo notturno è reso da spesse pennellate di diverse tonalità di blu, in contrasto con le tonalità accese e luminose delle stelle, rese da vortici di linee.
Le cime dei cipressi sono rese con pennellate slanciate, le superfici arrotondate fittamente tratteggiate sono i crinali dei monti e le forme geometriche rappresentano l’architettura del paese. 24
25. Petronio - Satyricon Provocato da Trimalchione, un tal Nicerote racconta una storia terrificante. […]
“La luna luceva come a mezzo giorno. Arriviamo a un cimitero: il mio uomo si mette a farla tra le tombe, io mi siedo canterellando e conto le tombe quante sono. Poi, come torno con gli occhi al compagno, quello è lì che si sveste e depone tutti gli abiti al margine della strada. Io avevo il cuore in gola, ero più morto che vivo. Quello allora piscia in cerchio intorno agli abiti e all'improvviso diventa lupo. Badate che non scherzo: non mentirei per tutto l'oro del mondo. Dunque, come dicevo, una volta quel che divenne lupo, incominciò ad ululare e fuggì nelle selve. […] Non riuscii più a chiuder occhio, ma, appena fatto giorno, via di corsa alla casa del nostro Gaio. […] Come poi giunsi a casa, il mio soldato giaceva sul letto che sembrava un bove e c'era un medico che gli curava il collo. Mi fu chiaro che era un lupo mannaro.”
Satyricon 25
26. Autore e datazione dell’opera Se l’autore del Satyricon è il personaggio rappresentato da Tacito negli Annales, allora si tratta di T. Petronius Niger (Tito Petronio Nigro) che Tacito stesso definisce elegantiae arbiter.
Intellettuale e persino console nel 62, fece parte della cerchia di Nerone. Caduto in disgrazia, morì suicida nel 66 per volontà dell’imperatore stesso.
Il romanzo può essere datato intorno al 60 d. C. L’opera venne tramandata con vari titoli ma è conosciuta con quello di Satyricon o Satyrica.
Satyricon: probabilmente deriva dalla parola satura; è genitivo plurale neutro retto da libri, sostantivo sottinteso (simile a Georgicon libri di Virgilio).
Satyrica è formato da due grecismi: satyri (personaggi mitologici) + -ikòs (suffisso).
Ci è pervenuto solo un lungo frammento narrativo che comprende alcuni versi; non sappiamo di quanti libri fosse composto il romanzo. 26
27. Trama Encolpio, il protagonista, narra le avventure che ha vissuto con l’amato Gitone e l’amico Ascilto.
Dopo aver discusso con il retore Agamennone sulla decadenza dell’eloquenza, vengono costretti a partecipare ad un’orgia purificatrice per aver offeso il dio Priapo, divinità che simboleggia il sesso maschile.
Disgustati, i protagonisti prendono parte alla cena Trimalchionis che occupa i frammenti ritrovati; Trimalchione è un liberto arricchito che ostenta le sue ricchezze. In seguito Encolpio incontra Eumolpo, vecchio letterato, che declama la presa di Troia (Troiae halòsis).
Compagni di viaggio ma rivali per causa di Gitone, tutti e tre (Ascilto sembra scomparso dalla scena) si imbarcano sulla nave di Lica e Trifena; dopo che è stata sedata una rissa, Eumpolo racconta la novella della matrona di Efeso. I protagonisti si ritrovano naufraghi a Crotone; qui Eumolpo si finge un ricco senza figli (e i due amanti i suoi servi) per scroccare pranzi e regali dai cacciatori di eredità. Eumolpo recita un poemetto chiamato Bellum civile e intanto Encolpio si innamora di Circe ma diviene impotente per vendetta di Priapo.
Scoperta la truffa, Eumolpo legge il testamento: chi si ciberà del suo cadavere avrà i suoi beni. Qui il racconto si interrompe.
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28. Unicità dell’opera E’ una parodia del romanzo greco: la coppia di innamorati, omosessuali, non viene separata.
L’ erotismo è trattato in maniera comica ed esplicita.
Non esiste morale.
Presenza di prosimetro.
Forte realismo nella descrizione dei luoghi e delle classi sociali, inquadrati nel mondo romano. Non esiste un fine polemico dell’opera. 28
29. Il satellite Luna Unico satellite naturale della Terra e più interno di tutti gli altri del Sistema Solare, la Luna è un corpo celeste privo di luce propria.
Anche se la sua forma dalla Terra sembra sferica, in realtà è un ellissoide a tre assi: è più schiacciata ai poli (il valore dello schiacciamento è 0,0012).
Dalla Terra è visibile sempre la stessa faccia in quanto la durata del moto di rivoluzione eguaglia quello di rotazione. 29
30. Dati fisici e caratteristiche della superficie La Luna è priva di atmosfera e per questo sempre ben visibile: questa mancanza è data dal valore basso della velocità di fuga, cioè il corpo non è in grado di trattenere le particelle, e della forza di attrazione gravitazionale del satellite stesso.
Il passaggio da dì a notte è molto brusco, così come l’escursione termica: la temperatura raggiunge 110 °C sulla faccia illuminata mentre in quella oscura scende a –150 °C. Ciò è dovuto alla mancanza di atmosfera.
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31. Sopra e sotto la superficie Sulla crosta, che ha uno spessore medio di 60 km, troviamo rocce magmatiche di tipo basico (povere di SiO2), assimilabili ai basalti terrestri (quindi effusive):
Basalti scuri.
Basalti chiari( indicate con la sigla KREEP; K= potassio, REE= rare earth elements, P= fosforo).
Anortositi (rare sulla Terra ma simili ai gabbri, roccia basica e intrusiva).
La polvere che ricopre la superficie non è di origine lunare e la sua componente più fine è la regolite. Sono state riscontrate anche tracce di carbonio e metano, trasportati attraverso vento solare, meteoriti e comete.
L’interno della Luna si divide in:
Mantello: parte interna, si divide in litosfera (subito dopo la crosta) e astenosfera.
Nucleo: la parte più interna del satellite ha un raggio di 350 km, meno denso di quello terrestre.
Sono state rilevate zone ad alta densità dette mascons (mass concentrations): queste hanno causato anomalie di gravità e quindi perturbazioni sui tragitti dei meteoriti.
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32. Paesaggio lunare I mari lunari sono grandi aree pianeggianti. Originati probabilmente da colate di lava di precedenti eruzioni vulcaniche (perciò costituiti di basalti), sono ricoperti di polvere proveniente da vari luoghi dello spazio, portati lì dal vento solare.
Le terre alte, indicate anche come altopiani, non hanno aspetto uniforme. Ricoprono l’ 85% della superficie lunare.
I rilievi lunari superano anche i 9000 metri di altitudine (la cima più alta è quella di Leibnitz che arriva a 9900 m).
I crateri sono buchi puntiformi prodotti dalla caduta di meteoriti oppure sono dovuti all’ intensa e passata azione vulcanica. Le dimensioni variano da alcuni centimetri a decine di chilometri; se il diametro supera i 40 km il cratere prende il nome di circo; se invece supera i 240 km allora è un mare.
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33. Moti lunari Il movimento di rotazione si compie intorno all’ asse lunare da Ovest verso Est in 27d7h43m12s, durata uguale a quello di rivoluzione: per questo dalla Terra vediamo sempre la stessa faccia. Dato che la Luna ha forma ellissoidale, la Terra esercita una maggiore attrazione sul rigonfiamento e provoca delle lievi oscillazioni periodiche al moto lunare dette librazioni.
Il movimento di rivoluzione si effettua in senso antiorario lungo un’orbita ellittica, di cui la Terra occupa uno dei due fuochi. L’apogeo è il punto più lontano dalla Terra mentre il perigeo quello più vicino al nostro pianeta. Dato che il piano dell’orbita lunare ha un asse di inclinazione di 5° 9’ rispetto a quello dell’eclittica, i due punti di intersezione sono detti nodi. Il mese sidereo ha la stessa durata del moto di rotazione mentre quello sinodico si riferisce all’allineamento con la Terra e il Sole e dura 2 giorni in più.
Il movimento di traslazione avviene con il Sole e la Terra.
La regressione della linea dei nodi avviene in senso orario in un arco di 18,6 anni.
La rotazione dell’ asse maggiore dell’ orbita lunare si compie in 8,85 anni. 33
34. Fasi lunari Sono dette sizigie:
Novilunio (o Luna nuova): quando si trova dalla stessa parte del Sole rispetto alla Terra (congiunzione).
Plenilunio (o Luna piena): quando si trova dalla parte opposta del Sole rispetto alla Terra (opposizione).
Sono dette quadrature quelle fasi in cui la Luna, la Terra e il Sole si trovano ai vertici di un ideale triangolo rettangolo, con il nostro pianeta dalla parte dell’ angolo retto. Sono chiamate primo e ultimo quarto.
Un antico proverbio dice:
Gobba a ponente, luna crescente;
gobba a levante, luna calante. 34
35. Eclissi Eclisse di Luna: la Terra si trova fra Sole e Luna piena (che si trova in uno dei nodi o nelle vicinanze). Nel primo caso l’eclisse è totale e nel secondo è parziale. Interessano tutte le zone della Terra dove è visibile la Luna in quel momento.
Eclisse di Sole: la Luna ( durante il novilunio in uno dei nodi) si trova fra la Terra e il Sole. Per quella anulare la Terra si deve trovare anche in apogeo. Sono osservabili dalle zone terrestri investite dal cono d’ ombra.
Lucrezio parlò delle eclissi nel V libro del suo De rerum natura:
“Et cur terra queat lunam spoliare vicissim
lunim et oppressum solem super ipsa tenere
menstrua dum rigidas coni perlabitur umbras?”
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36. Origine della Luna Teoria della fissione
Teoria della cattura
Teoria dell’accrescimento
Teoria dell’impatto gigante
36
37. Evoluzione lunare Gli studiosi hanno individuato diverse fasi, che si sono succedute durante la storia del nostro satellite.
Origine della Luna;
Separazione della crosta;
Prima fase vulcanica;
Periodo di bombardamento;
Seconda fase vulcanica;
Declino dell’attività lunare.
Mosaico della Luna in falsi colori, riprese dalla navicella Galileo nel 1992. Gli altipiani si vedono in rosso, le rocce vulcaniche dei Mari in blu/arancio, mentre le piccole aree porpora sono depositi formati in eruzioni vulcaniche esplosive. In basso si vede chiaramente il giovane cratere Thyco. (NASA/JPL). 37
38. Le maree Le maree sono oscillazioni periodiche con innalzamenti (flussi) e abbassamenti (riflussi) del livello marino, quindi si ha rispettivamente alta e bassa marea.
Le cause sono:
La forza di attrazione che la Luna esercita sulla Terra;
La forza centrifuga, dovuta al moto di rivoluzione Terra-Luna.
Nell’ arco di un giorno lunare alta e bassa marea si alternano ogni 6 ore circa. 38
39. Magnetosphere The magnetosphere is a region of the space that surrounds a planet, in which phenomena are dominated or organized by its magnetic field. The magnetosphere is not symmetrical because the particles from the sun, carried in the solar wind, distort its shape. So, in the side facing to the sun it appears compressed, while in the opposite one the magnetosphere shows a long tail. The band that marks the edges of the magnetosphere is called magnetopause.
The surface of the moon is not protected from the solar wind.
A planet’s magnetosphere is provided through its magnetic field. To create a magnetic field, a planet or moon must have magnetic material such as iron.
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40. Magnetic field In physics, a magnetic field is a field that permeates space and which exerts a magnetic force on moving electric charges and magnetic dipoles. Magnetic field surrounds electric currents, magnetic dipoles, and changing electric fields. 40 When placed in a magnetic field, magnetic dipoles tend to align their axes to be parallel with the magnetic field, as can be seen when iron filings are in the presence of a magnet. Magnetic fields also have their own energy, with an energy density proportional to the square of the field intensity. The magnetic field is typically measured in either teslas (SI units) or gauss (cgs units).
41. The Earth’s magnetosphere and the Moon When it is full moon, it is invested by the Earth’s magnetic field. The magnetic field, with the solar wind, extends the magnetosphere to the lunar surface.
The hot and quick particles of the solar wind interact with the lunar sand. This interaction creates sandstorms although the lack of the atmosphere on the moon.
The sandstorms move because of the different electric potentials. The side facing to the sun charges positively while the opposite one charges negatively.
The moon sand is very dangerous to the astronauts because it is abrasive and they risk to get electric shocks. 41
42. “I believe we possess all the resources and talents necessary. […] I have earlier requested for space activities. […]
I believe that this nation should commit itself to achieving the goal, before this decade is out, of landing a man on the moon and returning him safely to the Earth. […]
I believe we should go to the moon”.
Il presidente J. F. Kennedy pronunciò queste parole in un discorso che si tenne al Congresso il 25/05/1961.
Fu la risposta al primato russo del primo uomo nello spazio (Jurij Gagarin sul Vostok 1) avvenuto nell’aprile dello stesso anno.
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43. L’ allunaggio sullo sfondo della Guerra Fredda L’arrivo dell’uomo sulla Luna è avvenuto durante il periodo storico definito Guerra Fredda.
Essa è definita come la situazione di conflitto non bellico che venne a crearsi tra due blocchi internazionali, generalmente categorizzati come Ovest (USA, alleati della NATO e paesi amici) ed Est (URSS, alleati del Patto di Varsavia e paesi satelliti) tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni ’90.
Il termine venne introdotto dal giornalista americano Walter Lippmann nel 1947. 43
44. Est Il potere dell’URSS, dopo la fine della guerra, derivò dallo sfruttamento dei paesi occupati e dall’appoggio di tutti i partiti comunisti del mondo.
CONIFORM: aveva il compito di coordinare tutti i partiti comunisti europei.
COMECON: controllo delle economie dei paesi satelliti.
Patto di Varsavia: organizzazione militare dei paesi comunisti dell’Europa orientale e conferì alla Russia il controllo delle forze militari dei paesi contraenti il trattato, in risposta alla NATO.
Il primato atomico americano finì nel 1945, quando i russi costruirono la bomba atomica. Ovest Alla fine della guerra gli USA hanno la supremazia delle forze armate.
Per agevolare lo sviluppo dei paesi più arretrati, vennero fondati:
Il Fondo Monetario Internazionale.
Banca Mondiale.
L’aiuto agli altri stati venne concretizzato con il Piano Marshall: concessione di prestiti a basso interesse, fornitura di beni di prima necessità e di macchinari per incentivare le imprese europee.
Nel 1949 viene istituita, attraverso il Patto Atlantico, la NATO (North Atlantic Treaty Organization), alleanza a carattere difensivo. 44
45. Dalla conquista dello spazio… Nell’ottobre 1957 i russi lanciarono il primo satellite artificiale, facente parte del programma Sputnik: con il secondo satellite venne inviato anche la cagnolina Lajka. Si distrussero durante il rientro.
Intanto gli americani lanciarono Explorer e dopo due mesi fondarono la NASA (National Aeronautics and Space Administration).
Si susseguirono i lanci di altri satelliti che raccolsero foto e campioni di materiale della Luna.
Nell’aprile 1961 Jurij Gagarin fu il primo uomo nello spazio. 45
46. … Alla Luna – Apollo 11 Il 20 luglio 1969 Neil Armstrong, Edwin Aldrin (Michael Collins rimase in orbita) atterrarono sul suolo lunare nei pressi del Mare della Tranquillità. Dopo aver raccolto campioni e scattato fotografie, lasciarono una targa in acciaio inossidabile:
“Here men from the planet Earth first set foot upon the Moon, July 1969 A.D. We came in peace for all mankind”.
Comunicarono via satellite con il presidente Nixon e piantarono la bandiera a stelle e strisce.
Il 24 luglio la navicella ammarò nel Pacifico, vicino le isole Hawaii.
Gli sbarchi del programma Apollo furono sei, ma dopo un incidente, quelli previsti furono annullati per i costi troppo alti e gli americani persero interesse. 46