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LA SHOAH. IIS Beretta a.s. 2013/’14. SHOAH. In ebraico «catastrofe» Annientamento di un popolo, processo di distruzione (R. Hilberg , storico americano). LA GIORNATA DELLA MEMORIA IN ITALIA.
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LA SHOAH IIS Beretta a.s. 2013/’14
SHOAH • In ebraico «catastrofe» • Annientamento di un popolo, processo di distruzione (R. Hilberg, storico americano)
LA GIORNATA DELLA MEMORIA IN ITALIA • Con la legge n.211 del 20 luglio 2000, il Parlamento italiano ha istituito il «Giorno della memoria» al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che subirono la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che si sono opposti al progetto di sterminio (art.1).
«Conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, affinché simili eventi non possano più accadere» (art.2). • Il fine ultimo è evitare la ripetizione di avvenimenti tragici attraverso la lotta contro l’oblio. FINALITÀ DELLA CELEBRAZIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
Parlare di «olocausto», ha sottolineato il superstite Bruno Bettelheim , «ci consente di padroneggiarlo intellettualmente laddove i fatti nudi e crudi, se fossero chiamati con il loro nome consueto, ci sopraffarebbero emotivamente: perché si è trattato di una catastrofe, che supera ogni comprensione, che supera i limiti della nostra immaginazione». I nazisti parlarono di «soluzione finale».
Olocausto è una parola che si trova nei Salmie crea connessioni improprie, addirittura false tra un perverso assassinio di massa e antichi riti religiosi.
Non si intende dare forma ad una concezione giudeocentricadella storia, o mitizzare il genocidio antiebraico, ma ricordare che la logica aberrante, che ha portato al genocidio degli ebrei, spesso in tante parti del modo ha generato e genera massacri efferati.
«La specificità della Shoah è data dal contesto – l’Europa, la Germania, la prima metà del XX sec. – che sembrava escludere questa possibilità. E la specificità del trauma della Shoah sta nell’assenza della sua iscrizione nelle possibilità culturali note». (Antonio Alberto Semi, psicoanalista)
La Shoah ha posto alla fede due questioni importanti: • 1) alla coscienza universale: come mai un simile avvenimento ha potuto prodursi in seno e dal seno della civiltà universale illuminista e umanista? • 2) alla coscienza ebraica: come è stato possibile, al di là delle responsabilità dei nazisti o della civiltà occidentale nel suo insieme, che tali avvenimenti si siano abbattuti sul popolo ebraico? • (Leon Askenazi)
FONDAMENTALE RIMANE LA MEMORIA UMANA«La memoria umana è uno strumento meraviglioso, ma fallace […]. I ricordi che giacciono in noi non sono incisi nella pietra; non solo tendono a cancellarsi, ma spesso si modificano, o addirittura si accrescono, incorporando lineamenti estranei».(P. Levi, I sommersi e i salvati)
Simon Dubnov, illustre storico ebreo, mentre i nazisti nel 1941 lo strapparono dal ghetto di Riga disse: «Shreibt und farschreibt (yiddish per «scrivete e registrate»)perché la Shoah è un annientamento dell’intera umanità e deve servire come punto terribile di riferimento delle coscienze.
Numerosi storici hanno cercato di interpretare lo sterminio alla luce della sua modernità, perché per la prime volta nella storia un complesso sistema amministrativo, burocratico ed industriale è stato usato per eliminare un popolo in un modo pianificato ed organizzato, me è stato qualcosa di più e di diverso.
Diverse interpretazioni storiche • Gli storici intenzionalisti sostengono che non ha senso ridurre tutto quello che è accaduto in Germania a un’emanazione della volontà di potenza di Hitler. • Gli storici funzionalisti sostengono che non ha senso considerare la Shoah come risultato inevitabile di una radicalizzazione progressiva del sistema e attribuire a Hitler la responsabilità di averne coperto a posteriori gli aspetti aberranti.
Raul Hilberg, autore della monumentale opera La distruzione degli ebrei d’Europa, accettando il metodo degli storici intenzionalisti ha interpretato lo sterminio come la conclusione logica di 1500 anni di persecuzioni antiebraiche
Arno J. Mayer, in La soluzione finale nella storia,affronta il problema del genocidio in un quadro generale di guerra terribile e perdente. L’idea di espansione ad est, il darwinismo sociale e l’antimarxismo furono la miscela che rese possibile la politica nazista radicale, tanto da creare Auschwitz.
Henry Feingold sostiene che Auschwitz fu anche un’estensione del moderno sistema di fabbrica. Invece di produrre merci, sfornava la morte come prodotto finale. Le ciminiere, simbolo della moderna fabbrica, sputavano l’acre fumo prodotto dalla combustione della carne umana.
Hieristkeinwarum Qui non c’è nessun perché È proprio per questo che, dopo Auschwitz, i perché non possono MAI cessare di esistere Un’anonima disse a PRIMO LEVI
Raul Hilberg distingue 4 fasi nella politica antisemita:1.definizione degli ebrei in base ad una rigorosa legislazione2. espropriazione di ogni loro bene3. concentrazione nei ghetti orientali4. sterminio
Lo sterminio ha avuto due momenti: • I ad opera degli Einsatzgruppendall’estate 1941 alla primavera 1942 • II ad opera del funzionamento dei campi e delle camere a gas
La legislazione tedesca: le leggi di Norimberga 15/9/1935 Legge per la cittadinanza del Reich → Il Reichstag ha approvato all’unanimità la seguente legge che qui viene promulgata. I.1. È cittadino dello Stato colui che fa parte della comunità protettiva del Reich tedesco con il quale ha legami che lo impegnano in maniera particolare. II.1. Cittadino del Reich è soltanto l’appartenente allo Stato di sangue tedesco o affine. II.3. Il cittadino del Reich è il solo depositario dei pieni diritti politici a norma di legge.
il Reichstag ha approvato all’unanimità la seguente legge che qui viene promulgata. I.1. Sono proibiti i matrimoni tra ebrei e cittadini dello Stato di sangue tedesco o affine. I matrimoni già celebrati sono nulli anche se celebrati all’estero per sfuggire a questa legge. II. Sono proibiti i rapporti extramatrimoniali tra ebrei e cittadini dello Stato di sangue tedesco o affine. III. Gli ebrei non potranno assumere al loro servizio come domestiche cittadine di sangue tedesco o affine sotto i 45 anni. IV. 1. Agli ebrei è proibito innalzare la bandiera del Reich. (L. Casali, Fascismi, CLUEB, Bologna, 1995)
Il censimentodegli ebrei italiani Nel 1938 il governo fascista aveva introdotto una legislazione antiebraica. L’atto più importante fu in luglio la trasformazione dell’Ufficio centrale demografico in Direzione generale per la demografia e la razza (Demorazza), per lo studio e la messa in atto dei provvedimenti.
La Demorazza gestì il censimento dell’agosto 1938, il primo atto governativo rivolto a tutti gli ebrei italiani e stranieri presenti nella penisola per una vera e propria schedatura di carattere politico, uno strumento essenziale per l’attuazione della legislazione che sarebbe entrata in vigore a partire da settembre.
Non fu solo raccolta di dati anagrafici, ma si chiesero anche l’eventuale data di iscrizione al partito fascista e le benemerenze patriottiche. Censimenti specifici vennero fatti in ogni settore: enti, accademie, istituzioni pubbliche e private. • I dati furono continuamente aggiornati, così al momento dell’occupazione nazista, tutti gli ebrei erano schedati e nel 1943 verranno arrestati e inviati i campi di sterminio.
Le leggi antiebraiche in Italia In settembre 1938 furono emanati i primi decreti che allontanarono studenti e insegnanti dalle scuole e dalle università e imposero agli ebrei stranieri giunti in Italia dopo il 1918 di lasciare la penisola entro sei mesi. Il 17 novembre il decreto legge principale vietò agli ebrei di contrarre matrimoni misti; di possedere aziende di rilievo per la difesa nazionale o con più di 99 dipendenti e di avere terreni o fabbricati che superassero i limiti stabiliti; di avere al proprio servizio domestici non ebrei; di prestare servizio alla dipendenza di amministrazioni pubbliche civili e militari.
Nel giugno successivo la normativa sul lavoro dispose la loro cancellazione dall’albo per la maggior parte delle professioni; si poteva esercitare solo a favore di ebrei. Gli ebrei in possesso di particolari benemerenze vennero esentati da un piccolo numero di divieti, ottenendo la cosiddetta "discriminazione". • Neppure vivere secondo i precetti mosaici fu più possibile, entro la fine dell’anno fu sospesa la pubblicazione di tutta la stampa ebraica.
La Dichiarazione della razza, 6 -7 ottobre 1938 • Il Gran consiglio del fascismo stabilisce: • a) il divieto di matrimoni di italiani/e con elementi appartenenti alla razza semita e altre razze non ariane, • b) il divieto per i dipendenti dello Stato e di Enti pubblici di contrarre matrimonio con stranieri di qualsiasi razza, • c) il matrimonio di italiani/e con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell’Interno. • Ebrei ed ebraismo: il Gran consiglio del fascismo ricorda che l’ebraismo mondiale è stato l’animatore dell’antifascismo in tutti i campi e che l’ebraismo estero italiano durante la guerra etiopica è stato unanimemente ostile al Fascismo. (L. Casali, Fascismi, CLUEB, Bologna, 1995)
L'applicazione delle leggi razziali italiane • L’applicazione delle leggi razziali fu capillare grazie anche alla burocrazia che si impegnò a schedare e informare . • Gli ebrei vennero allontanati da tutti i settoripubblici e privati: l’esercito, gli impieghi statali, gran parte dei posti di lavoro privati, il partito fascista e le sue organizzazioni, le associazioni culturali e per il tempo libero. Si volle cancellare la loro presenza nella vita nazionale, e il loro contributo doveva sparirein ogni sua manifestazione.
La reazione degli ebrei d’Italia alle leggi razziali • Per la grande maggioranza degli ebrei in Italia le leggi costituirono un colpo improvviso, inatteso e doloroso. • Le Comunità ebraichesi impegnarono prima di tutto per organizzare scuolee percorsi di studio per i ragazzi ebrei; rafforzarono anche il loro impegno assistenziale e culturale organizzando raccolte di fondi, incontri, dibattiti, attività per i bambini. Molti – sempre più isolati rispetto al mondo circostante – rinsaldarono i vincoli comunitari altri invece si staccarono definitivamente dall’ebraismo. • L'Unione delle Comunità Israelitiche italiane moltiplicò sia i suoi sforzi di coordinamento e assistenza presso le singole comunità sia i suoi interventi presso le autorità fasciste per ottenere che alcuni provvedimenti fossero almeno attenuati. Circa 6000 ebrei italiani emigrarono (soprattutto verso la Palestina, gli Stati Uniti e il sud America), scelta difficile non solo per motivi economici ed organizzativi, ma ancor più per il profondo e antico radicamento in Italia.
La reazione degli italiani alle leggi razziali • La promulgazione e l’applicazione della legislazione antisemita furono accolte dalla maggioranza degli italiani con indifferenza, favorite da più di un decennio di regime dittatoriale e dal fatto che pochi fra i non ebrei furono direttamente colpiti negli affetti e nelle abitudini. • Alcuni le condannarono nettamente in pubblico o in privato. • Tanti voltarono le spalle ad amici e colleghi; altri cercarono di approfittare della situazione sfruttando le opportunità che i licenziamenti e i divieti creavano. Fu un impegno attivo a sostenere e diffondere le nuove parole d’ordine del regime, nelle scuole e nelle università. In molte città i negozi esposero scritte antisemite. La Santa Sede e la Chiesa cattolica non presero mai posizione contro l’insieme della legislazione antiebraica italiana, limitandosi a intervenire in difesa dei matrimoni misti. Un peso non trascurabile ebbe in questo l’antico retaggio dell’antigiudaismo cattolico e, se il razzismo biologico nazista era condannato, non si ritenne necessario prendere posizione contro la restrizione dei diritti degli ebrei. • In Italia pochi fra i non ebrei colsero la gravità di quanto stava accadendo; fu più facile dall’estero per gli esuli antifascisti stigmatizzare la svolta antiebraica del regime.
→ 21/9/1939 gli ebrei polacchi dovevano essere internati nei ghetti (o quartieri speciali), direttiva di ReinhardtHeydrich.
L’INVASIONE DELLA POLONIA In Polonia, prima dello scoppio della II G.M. vivevano 3.000.000 di ebrei distribuiti fra Governatorato generale e territori annessi al Terzo Reich. Dapprima scapparono sempre più ad est del fiume Bug. Alla fine del 1939 i russi impedirono la fuoriuscita.
→23/11/1939 un’ordinanza del governatore Hans Frank impose a tutti gli ebrei del Governatorato generale di apporre una stella gialla sui vestiti.
→Anni 1940/’41 sfruttamento della manodopera ebraica reclusa nei ghetti.
La guerra italiana e la partecipazione degli ebrei • L’inizio del conflitto, nel giugno 1940, significò un aggravamento ulteriore della situazione degli ebrei; venne ripresa la propaganda antisemita. • Uno dei primi provvedimenti del governo fascista fu l’internamento di tutti gli ebrei stranieri e di quelli fra gli italiani considerati “pericolosi nelle contingenze belliche”. Il binomio ebreo-pericolo veniva così ribadito. Vennero allestiti numerosi campi di internamento nel centro-sud, il più grande a Ferramonti di Tarsia. • Numerosi furono gli atti di violenza antiebraica come le aggressioni, le scritte antisemite, le devastazioni di sinagoghe. • Nel maggio del 1942 venne decretata la precettazione al lavoro obbligatorio per tutti gli ebrei, uomini e donne, che vennero adibiti a lavori manuali di varia natura. • Il 25 luglio 1943 Mussolini venne deposto e il maresciallo Badoglio fu incaricato dal re di formare un nuovo governo. • L’8 settembre 1943 fu annunciata la firma dell’armistizio del Regno d’Italia con gli Alleati, sbarcati il 10 luglio in Sicilia. Nei quarantacinque giorni che intercorsero fra queste due date le condizioni degli ebrei in Italia non subirono sostanziali mutamenti. Nonostante la speranza di una rapida abolizione e le richieste avanzate dai partiti antifascisti e da singoli cittadini italiani, le leggi antiebraiche non furono abrogate.
→ motivazione nazista di tipo ideologico: garantire la sopravvivenza della superiore razza ariana a discapito della criminale e demoniaca stirpe giudaica.
gennaio-luglio 1942 in Polonia orientale furono operativi 3 centri di sterminio:Belzek – Sobibor – Treblinka(parte del progetto denominato AktionReinhard),questi erano luoghi di esecuzione con gas e fucilazioni collettive,Dachau, Buchenwald, Mauthausen erano invece luoghi nati negli anni ‘30 per internare soggetti pericolosi per lo Stato o da rieducare.
→dopo le deportazioni del 1942 dal ghetto di Varsavia, nacque la ZOB (Organizzazione ebraica di combattimento) formata da giovani→16/2/1943 Himler ordinò la completa cancellazione del ghetto di Varsavia→20/4/1943 si ordinò la sistematica distruzione col fuoco di tutti gli edifici del ghetto, compresi quelli sotterranei→tra aprile e maggio forte fu la reazione della ZOB