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Momenti di grazia. Declinazioni di χάρις da Omero ai Cristiani. Storia della Lingua Greca Laurea Magistrale in Filologia, Letteratura e Tradizione Classica a.a. 2010/2011 – C. Neri. camillo.neri@unibo.it.
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Momenti di grazia. Declinazioni di χάρις da Omero ai Cristiani Storia della Lingua Greca Laurea Magistrale in Filologia, Letteratura e Tradizione Classica a.a. 2010/2011 – C. Neri camillo.neri@unibo.it
Chi le Grazie adorò manda agli afflitti / un pietoso sospir simile ai lai / d’usignuol che le meste ombre lusinghi. / E qual vento che lungi al pellegrino / annunzia i pomi dell’arancio e i lauri / all’umane virtù candido arride. / E ad imago del sol quando da bianca / nebbia adugge le tarde erbe maligne / fra cui zampilla il rivo, e di quel foco / fa chiaro il rivo e sol le piante uccide; / così alle Dive mie piace contesto / l’industre vel dell’ironia che i dardi / troppo acuti del ver tempra a’ mortali. (U. Foscolo, Le Grazie, ed. Calbo 2) prologo
momenti di grazia • un’immagine meta-reale di bene e di pace • il bello luminoso contro le erbacce • l’ironia contro i dardi del vero • la grazia come speranza e come difesa
un incontro di persone in ricerca • presentazioni reciproche: attese e obiettivi • presentazione del corso: • gli obiettivi • i modi • programma e calendario • le verifiche • il materiale
gli obiettivi • approfondire una lingua nei suoi contesti • comunicare, insegnare, autovalutarsi • fare ricerca: metodi e strumenti
i modi • lezioni introduttive e finestre di approfondimento • lezioni-Referate • esercizi personali
programma e calendario • il programma e la tabella delle lezioni • C. Neri: 5.10-17.11 • F. Condello: 18.11-23.12 • i libri in programma • date degli appelli
le verifiche • autovalutazione: le schede di verifica • Referate • esame finale: il tema e il saggio
il materiale http://www2.classics.unibo.it/Didattica/Programs/20102011/Neri/
le prime occorrenze della parola Ka-ri-se-u / Ka-ri-si-jo (DMic. I 325s.)
la grazia delle persone • *Χαρισεύς: “chi si rende gradito” • Χαρίσιος: “grazioso”, “gratuito” • Χάρις, Χάριτες • Χαρίδημος, Χαρίκλεια, Χαρικλείδης, Χαρικλῆς, Χαρικλώ, Χάριλα, Χαρίλαος, Χαρῖνος, Χαριξένη, Χαρίξενος, Χάριππος, Χαρίσανδρος, Χαρισθένης, Χαριτώ, Χαρίτων • Ἀνδρόχαρις, Ἐπιχάρης, Εὐχαρίδης, Θεοχάρης
la terribile χάρις di Crise Iliade I 37-42 κλῦθί μοι ἀργυρότοξ᾽, ὃς Χρύσην ἀμφιβέβηκας Κίλλάν τε ζαθέην Τενέδοιό τε ἶφι ἀνάσσεις, Σμινθεῦ εἴ ποτέ τοι χαρίεντ᾽ ἐπὶ νηὸν ἔρεψα, ἢ εἰ δή ποτέ τοι κατὰ πίονα μηρί᾽ ἔκηα ταύρων ἠδ᾽ αἰγῶν, τὸ δέ μοι κρήηνον ἐέλδωρ· τείσειαν Δαναοὶ ἐμὰ δάκρυα σοῖσι βέλεσσιν.
la gratitudine degli dèi • i rapporti di ‘pagamento’ • il do ut des • la grazia come compenso • la grazia come aiuto • la grazia come vendetta
la fatale χάρις di Pandaro Iliade IV 93-96 ἦ ῥά νύ μοί τι πίθοιο Λυκάονος υἱὲ δαΐφρον; τλαίης κεν Μενελάῳ ἔπι προέμεν ταχὺν ἰόν, πᾶσι δέ κε Τρώεσσι χάριν καὶ κῦδος ἄροιο, ἐκ πάντων δὲ μάλιστα Ἀλεξάνδρῳ βασιλῆϊ.
la gratitudine degli uomini • la gloria e la ‘grazia’ • il credito aperto • mors tua gratia mea • la gratitudine di Paride Alessandro • la speranza di ‘grazia’ di uno stolto
quattro definizioni di χάρις • LSJ91978 e 1979 • Chantraine (O. Masson), DELG 1247s. • P. Friedrich, The Meaning of Aphrodite, Chicago-London 1978, 106s. • Beekes, EDG 1606s.
una virtù relazionale • un durevole grappolo di significati • bellezza, avvenenza, fascino • gioia, piacere (= χαρά) • gratificazione attraverso la bellezza e il piacere • gratitudine per servigi / servigi per gratitudine • gratitudine degli dèi / per gli dèi • favore, benevolenza • armonia metafisica e divina
Bacchilide 3,37-39 “Ὑπέρ[βι]ε δαῖ- μον, [πο]ῦ θεῶν ἐστι[ν] χάρις; [πο]ῦ δὲ Λατοίδ[ας] ἄναξ; [ἔρ-] [ρουσ]ιν Ἀλυά[τ]τα δόμοι”
la χάρις degli dèi • “gratitudine-ricompensa” • il “favore” di Creso verso gli dèi • la natura retributiva della χάρις divina • ὄλβος ed εὐσέβεια· l’ὄλβιος sotto scacco • l’iperborea immortalità di Creso, la gloria di Admeto e le speranze di Ierone malato
Bacchilide 3,96-98 σὺν δ᾽ ἀλαθ[είᾳ] καλῶν καὶ μελιγλώσσου τις ὑμνήσει χάριν Κηΐας ἀηδόνος.
la χάρις di Ierone e quella di Bacchilide • la “grazia poetica di questo canto dell’usignolo di Ceo dalla lingua di miele” • l’“amichevole ricompensa” con cui Bacchilide esprime la sua gratitudine al re per avergli accordato fiducia • la “poetica ricompensa” alla “verità delle azioni valorose” e quindi la gloria immortalata dal canto veritiero • la “ricompensa” degli dèi è la “grazia” della poesia
Eschilo, Agamennone 160-183 [1] Ζεύς, ὅστις ποτ᾽ ἐστίν, εἰ τόδ᾽ αὐ- τῷ φίλον κεκλημένῳ, τοῦτό νιν προσεννέπω. οὐκ ἔχω προσεικάσαι πάντ᾽ ἐπισταθμώμενος πλὴν Διός, εἰ τὸ μάταν ἀπὸ φροντίδος ἄχθος χρὴ βαλεῖν ἐτητύμως.
Eschilo, Agamennone 160-183 [2] οὐδ᾽ ὅστις πάροιθεν ἦν μέγας, παμμάχῳ θράσει βρύων, οὐδὲ λέξεται πρὶν ὤν· ὃς δ᾽ ἔπειτ᾽ ἔφυ, τρια- κτῆρος οἴχεται τυχών. Ζῆνα δέ τις προφρόνως ἐπινίκια κλάζων τεύξεται φρενῶν τὸ πᾶν,
Eschilo, Agamennone 160-183 [3] τὸν φρονεῖν βροτοὺς ὁδώ- σαντα, τὸν πάθει μάθος θέντα κυρίως ἔχειν. στάζει δ᾽ ἀνθ᾽ ὕπνου πρὸ καρδίας μνησιπήμων πόνος· καὶ παρ᾽ ἄ- κοντας ἦλθε σωφρονεῖν. δαιμόνων δέ που χάρις βίαιος σέλμα σεμνὸν ἡμένων.
la χάρις e la violenza • onore verso gli dèi? / felicità degli dèi? • grazia? dono? beneficio? clemenza? benedizione? cura? Rettung? Vorsicht? benefica potenza magica? kindness? comfort? • kindness, favour, ricompensa • dolore e comprensione, soffrire e capire • la “ricompensa violenta e forzosa” del πάθει μάθος • “unquestioning acceptance”
Erodoto I 207,1s. παρεὼν δὲ καὶ μεμφόμενος τὴν γνώμην ταύτην Κροῖ-σος ὁ Λυδὸς ἀπεδείκνυτο ἐναντίην τῇ προκειμένῃ γνώμῃ, λέγων τάδε· “ὦ βασιλεῦ, εἶπον μὲν καὶ πρότε-ρόν τοι ὅτι, ἐπεί με Ζεὺς ἔδωκέ τοι, τὸ ἂν ὁρέω σφάλμα ἐὸν οἴκῳ τῷ σῷ, κατὰ δύναμιν ἀποτρέψειν. τὰ δέ μοι παθήματα ἐόντα ἀχάριτα μαθήματα γέγονε. εἰ μὲν ἀθάνατος δοκέεις εἶναι καὶ στρατιῆς τοιαύτης ἄρχειν, οὐδὲν ἂν εἴη πρῆγμα γνώμας ἐμὲ σοὶ ἀποφαί-νεσθαι· εἰ δ᾽ ἔγνωκας ὅτι ἄνθρωπος καὶ σὺ εἶς καὶ ἑτέ-ρων τοιῶνδε ἄρχεις, ἐκεῖνο πρῶτον μάθε ὡς κύκλος τῶν ἀνθρωπηίων ἐστὶ πρηγμάτων, περιφερόμενος δὲ οὐκ ἐᾷ αἰεὶ τοὺς αὐτοὺς εὐτυχέειν.
un μάθος senza χάρις • Creso in Bacchilide e in Erodoto • il τριγέρων μῦθος del δράσαντι παθεῖν • un saggio consiglio mortale? • dal παθὼν δέ τε νήπιος ἔγνω ai παθήματα/μαθήματα • un’assicurazione sul futuro? • il doloroso riconoscimento del senso del passato • la conoscenza della realtà e la scomparsa della χάρις
Lingue letterarie e lingue parlate Il greco (tranne, parzialmente, glosse e iscrizioni, che peraltro sono ‘formalizzate’) è per noi una lingua letteraria (ma ciò, come sempre avviene per le lingue antiche, è dovuto anche al processo della tradizione). Il complesso dei linguisti e il sospetto verso le lingue letterarie: l’esempio del latino da Augusto al Rinascimento (o al Concilio Vaticano II) e del sanscrito, il divaricarsi dei piani. Le lingue letterarie come forme ‘normalizzate’ del parlato e come insiemi compatti di regole fissate e codificate, e le lingue parlate come incerti oggetti di ricerca (quale lingua parlata? quali atlanti linguistici?). L’importanza, anche modellizzante, delle lingue letterarie (es. il gotico di Ulfila, lo slavo o slavone di Salonicco di Cirillo e Metodio, l’armeno dei primi traduttori biblici, l’arabo del Corano) e le lingue comuni in nuce (es. di Dante, Petrarca e Boccaccio). Νon di rado una lingua letteraria diventa lingua comune.
Dal parlato alla ‘letteratura’ Le lingue letterarie, come anche le lingue religiose, sono un tipo particolare di lingue ‘speciali’ o ‘tecniche’. Parlate locali (ogni gruppo locale ha la sua) e parlate speciali (gruppi professionali, esercito, sport). Il carattere esoterico e ‘segreto’ delle lingue speciali, che le rende così difficili da studiare. I caratteri delle lingue speciali: il mantenimento della fonetica e del sistema grammaticale, e la differenziazione lessicale (il lessico ha una certa autonomia ed è più facilmente modificabile: per es. la lingua dei ragazzi); forestierismi, neologismi, slittamenti semantici.
Lingue letterarie religiose e profane Le lingue religiose: il passaggio dall’umano al divino e l’esigenza di discontinuità e di oscurità (terminologica e sintattica: l’es. di Ahura Mazdah); le Gatha, gli inni vedici, il Carmen fratrum Arvalium, l’Inno a Zeus dell’Agamennone di Eschilo. Il processo di laicizzazione delle lingue religiose: l’intervento di elementi esterni (i re stranieri in India) e il proselitismo (l’alfabeto gotico, slavo, armeno). Il processo di cristallizzazione e di irrigidimento indotto dalle lingue religiose divenute letterarie: la chiave di interpretazione della realtà e la meccanizzazione del pensiero. L’internazionalismo delle lingue letterarie. Le lingue letterarie di origine profana: thul islandesi, filé irlandesi, scop anglosassoni, chansons de gestes francesi.
Il greco come lingua profana Il diletto delle aristocrazie, le feste pubbliche, i ritrovi dei gruppi; la scarsa incidenza dell’elemento religioso sulla lingua e sulla letteratura elleniche. I caratteri delle lingue letterarie: arcaismo e dialettalismo (il dialetto diverso da quello su cui riposa la lingua corrente); differenze grammaticali (il passato remoto, il congiuntivo, …), fonetiche (gorod e grad in russo), lessicali (corsiero, affinché, concerne, sono a dirle, èspleta; l’esempio dei Cechi e dei Francesi: ordinateur e computer), di ordo verborum (le esigenze di autonomia e completezza delle frasi letterarie). Parlato (varietas e irregolarità grammaticale, monotonia nei tipi di frase e nel lessico) versus letterario (regolarità [monotonia] grammaticale, varietà nei tipi di frase e nel lessico).
OMERO Il. XIV 159-183, 231-241, 263-276 (la grazia, la riconoscenza e le Grazie di Era)
Il fascino di Era: Il. XIV 159-183 [1] μερμήριξε δ᾽ ἔπειτα βοῶπις πότνια ῞Ηρη ὅππως ἐξαπάφοιτο Διὸς νόον αἰγιόχοιο· 160 ἥδε δέ οἱ κατὰ θυμὸν ἀρίστη φαίνετο βουλὴ ἐλθεῖν εἰς Ἴδην εὖ ἐντύνασαν ἓ αὐτήν, εἴ πως ἱμείραιτο παραδραθέειν φιλότητι ᾗ χροιῇ, τῷ δ᾽ ὕπνον ἀπήμονά τε λιαρόν τε χεύῃ ἐπὶ βλεφάροισιν ἰδὲ φρεσὶ πευκαλίμῃσι. 165 βῆ δ᾽ ἴμεν ἐς θάλαμον, τόν οἱ φίλος υἱὸς ἔτευξεν ῞Ηφαιστος, πυκινὰς δὲ θύρας σταθμοῖσιν ἐπῆρσε κληῗδι κρυπτῇ, τὴν δ᾽ οὐ θεὸς ἄλλος ἀνῷγεν· ἔνθ᾽ ἥ γ᾽ εἰσελθοῦσα θύρας ἐπέθηκε φαεινάς. ἀμβροσίῃ μὲν πρῶτον ἀπὸ χροὸς ἱμερόεντος170 λύματα πάντα κάθηρεν, ἀλείψατο δὲ λίπ᾽ ἐλαίῳ
Il fascino di Era: Il. XIV 159-183 [2] ἀμβροσίῳ ἑδανῷ, τό ῥά οἱ τεθυωμένον ἦεν· τοῦ καὶ κινυμένοιο Διὸς κατὰ χαλκοβατὲς δῶ ἔμπης ἐς γαῖάν τε καὶ οὐρανὸν ἵκετ᾽ ἀϋτμή. τῷ ῥ᾽ ἥ γε χρόα καλὸν ἀλειψαμένη ἰδὲ χαίτας πεξαμένη χερσὶ πλοκάμους ἔπλεξε φαεινοὺς καλοὺς ἀμβροσίους ἐκ κράατος ἀθανάτοιο. ἀμφὶ δ᾽ ἄρ᾽ ἀμβρόσιον ἑανὸν ἕσαθ᾽, ὅν οἱ Ἀθήνη ἔξυσ᾽ ἀσκήσασα, τίθει δ᾽ ἐνὶ δαίδαλα πολλά· χρυσείῃς δ᾽ ἐνετῇσι κατὰ στῆθος περονᾶτο. ζώσατο δὲ ζώνῃ ἑκατὸν θυσάνοις ἀραρυίῃ, ἐν δ᾽ ἄρα ἕρματα ἧκεν ἐϋτρήτοισι λοβοῖσι τρίγληνα μορόεντα· χάρις δ᾽ ἀπελάμπετο πολλή.
Gratitudine al Sonno: Il. XIV 231-241 ἔνθ᾽ Ὕπνῳ ξύμβλητο κασιγνήτῳ Θανάτοιο, ἔν τ᾽ ἄρα οἱ φῦ χειρὶ ἔπος τ᾽ ἔφατ᾽ ἔκ τ᾽ ὀνόμαζεν· Ὕπνε ἄναξ πάντων τε θεῶν πάντων τ᾽ ἀνθρώπων, ἠμὲν δή ποτ᾽ ἐμὸν ἔπος ἔκλυες, ἠδ᾽ ἔτι καὶ νῦν πείθευ· ἐγὼ δέ κέ τοι ἰδέω χάριν ἤματα πάντα. κοίμησόν μοι Ζηνὸς ὑπ᾽ ὀφρύσιν ὄσσε φαεινὼ αὐτίκ᾽ ἐπεί κεν ἐγὼ παραλέξομαι ἐν φιλότητι. δῶρα δέ τοι δώσω καλὸν θρόνον ἄφθιτον αἰεὶ χρύσεον· ῞Ηφαιστος δέ κ᾽ ἐμὸς πάϊς ἀμφιγυήεις τεύξει ἀσκήσας, ὑπὸ δὲ θρῆνυν ποσὶν ἥσει, τῷ κεν ἐπισχοίης λιπαροὺς πόδας εἰλαπινάζων.
Nozze con le Grazie: Il. XIV 263-276 τὸν δ᾽ αὖτε προσέειπε βοῶπις πότνια ῞Ηρη· Ὕπνε τίη δὲ σὺ ταῦτα μετὰ φρεσὶ σῇσι μενοινᾷς; ἦ φῂς ὣς Τρώεσσιν ἀρηξέμεν εὐρύοπα Ζῆν ὡς Ἡρακλῆος περιχώσατο παῖδος ἑοῖο; ἀλλ᾽ ἴθ᾽, ἐγὼ δέ κέ τοι Χαρίτων μίαν ὁπλοτεράων δώσω ὀπυιέμεναι καὶ σὴν κεκλῆσθαι ἄκοιτιν. ὥς φάτο, χήρατο δ᾽ Ὕπνος, ἀμειβόμενος δὲ προσηύδα· ἄγρει νῦν μοι ὄμοσσον ἀάατον Στυγὸς ὕδωρ, χειρὶ δὲ τῇ ἑτέρῃ μὲν ἕλε χθόνα πουλυβότειραν, τῇ δ᾽ ἑτέρῃ ἅλα μαρμαρέην, ἵνα νῶϊν ἅπαντες μάρτυροι ὦσ᾽ οἳ ἔνερθε θεοὶ Κρόνον ἀμφὶς ἐόντες, ἦ μὲν ἐμοὶ δώσειν Χαρίτων μίαν ὁπλοτεράων Πασιθέην, ἧς τ᾽ αὐτὸς ἐέλδομαι ἤματα πάντα.
la χάρις di Era • la toilette della donna invincibile • la grazia dei gesti, delle vesti e degli unguenti • la gratitudine verso il Sonno • la grazia ristoratrice del Sonno • la promessa erotica: la grazia invincibile • il matrimonio con le Grazie • Pasitea: grazia e desiderio
per approfondire... • Il. V 334-342 (le Grazie, sarte di Afrodite), • Il. IX 307-322 (la non-ricompensa e non-gioia di Achille); • Il. IX 606-614 (riconoscenza e reciprocità); • Il. XVIII 380-388 (Grazia, la moglie di Efesto); • Il. XXIII 646-650 (la ricompensa gradita); • Od. II 1-14 (la splendida maturità di Telemaco); • Od. VIII 165-177 (grazia fisica e grazia oratoria); • Od. XXII 310-329 (Leode e la ricompensa del bene e del male); • H. Cer. 206-215 (la maestà di Demetra)
ESIODO Hes. Op. 180-201(la fine di ogni χάρις)
Esiodo, Opere e giorni 180-201 [1] Ζεὺς δ᾽ ὀλέσει καὶ τοῦτο γένος μερόπων ἀνθρώπων, εὖτ᾽ ἂν γεινόμενοι πολιοκρόταφοι τελέθωσιν. οὐδὲ πατὴρ παίδεσσιν ὁμοίιος οὐδέ τι παῖδες οὐδὲ ξεῖνος ξεινοδόκῳ καὶ ἑταῖρος ἑταίρῳ, οὐδὲ κασίγνητος φίλος ἔσσεται, ὡς τὸ πάρος περ. αἶψα δὲ γηράσκοντας ἀτιμήσουσι τοκῆας· μέμψονται δ᾽ ἄρα τοὺς χαλεποῖς βάζοντες ἔπεσσι, σχέτλιοι, οὐδὲ θεῶν ὄπιν εἰδότες· οὐδέ κεν οἵ γε γηράντεσσι τοκεῦσιν ἀπὸ θρεπτήρια δοῖεν· χειροδίκαι· ἕτερος δ᾽ ἑτέρου πόλιν ἐξαλαπάξει· οὐδέ τις εὐόρκου χάρις ἔσσεται οὐδὲ δικαίου οὐδ᾽ ἀγαθοῦ, μᾶλλον δὲ κακῶν ῥεκτῆρα καὶ ὕβριν
Esiodo, Opere e giorni 180-201 [2] ἀνέρα τιμήσουσι· δίκη δ᾽ ἐν χερσί· καὶ αἰδὼς οὐκ ἔσται, βλάψει δ᾽ ὁ κακὸς τὸν ἀρείονα φῶτα μύθοισι σκολιοῖς ἐνέπων, ἐπὶ δ᾽ ὅρκον ὀμεῖται. ζῆλος δ᾽ ἀνθρώποισιν ὀιζυροῖσιν ἅπασι δυσκέλαδος κακόχαρτος ὁμαρτήσει στυγερώπης. καὶ τότε δὴ πρὸς Ὄλυμπον ἀπὸ χθονὸς εὐρυοδείης λευκοῖσιν φάρεσσι καλυψαμένω χρόα καλὸν ἀθανάτων μετὰ φῦλον ἴτον προλιπόντ᾽ ἀνθρώπους Αἰδὼς καὶ Νέμεσις· τὰ δὲ λείψεται ἄλγεα λυγρὰ θνητοῖς ἀνθρώποισι· κακοῦ δ᾽ οὐκ ἔσσεται ἀλκή.
la fine di ogni χάρις • la quinta stirpe • la perdita dell’identità e dei rapporti famigliari • il tempo breve e l’invecchiamento • la scomparsa del rispetto di uomini e parole • la legge della violenza e del più forte • la gelosia • la partenza di Pudore e Rispetto
per approfondire... • Hes. Th. 53-67 (il parto delle Muse, le Cariti e Desiderio); • Hes. Th. 492-505 (la gratitudine degli Uranidi per Zeus); • Hes. Th. 901-911 (Ore, Moire, Grazie); • Hes. Op. 53-82 (la bellezza fallace di Pandora); • Hes. Op. 706-723 (rapporti umani e buona creanza)
La lingua di Omero? Il fantasma del testo di Omero: prima e dopo Alessandria. L’età prealessandrina: il sostrato acheo (arcadico-cipriota); il sostrato eolico (ma tessalico più che lesbico) e le differenti spiegazioni degli eolismi omerici; la fase ionica; l’edizione pisistratidea e l’atticizzazione (?); il metacarakthri-smov~ ionico del 403 (l’esempio di EOS); edizioni kat’ a[ndra e kata; povlin. L’età alessandrina e postalessandrina: il lavoro degli Alessandrini (Zenodoto, Aristofane di Bisanzio) e le edizioni ‘selvagge’ dei papiri; Aristarco e la sua scuola; l’erudizione ellenistica (Aristonico e Didimo, Erodiano e Nicanore: il commento dei quattro); il Venetus A e la tradizione medioevale. Il problema degli arcaismi: il testo come risultato di un continuo compromesso tra le esigenze della tradizione e della metrica da un lato e della modernizza-zione e dell’uditorio dall’altro. La fissazione del testo omerico risale a un’epoca in cui la pronuncia si era già differenziata rispetto a quella degli antichi aedi. Le differenze/oscillazioni (dovute al destinatario: Ioni, Eoli, ecc.) già nel testo antico.
Incoerenze omeriche L’azione del digamma (ü) ‘scoperto’ da Richard Bentley: a) i 350 casi in cui ü fa posizione nei tempi forti dell’esametro (ma non nei deboli). b) i migliaia di casi in cui ü evita lo iato. c) la consonante che si sta indebolendo (il passaggio da Omero a Esiodo). Il dativo plurale delle declinazioni tematiche: le forme antiche ‑oisi e ‑h/si e le forme recenti ‑oi~ e ‑h/~/‑ai~. Forme non contratte e forme contratte: a) il genitivo singolare: ‑oio, ‑oo e ‑ou/‑w. b) le contrazioni indebite (deivdoa ed hjova). c) il caso ei{w~ / e{w~ / h|o~, ei|o~, a\(ü)o~.
La palaia; ÆIav~: diacronia e sincronia Le forme eoliche nelle iscrizioni ioniche di Chio, e le forme eoliche metricamente ‘protette’ (o metricamente ‘necessarie’). Il passaggio di a a h. I duali in ‑a, i gen. in ‑ao e in ‑avwn, laov~ / nhov~. I nomi di Posidone e degli Ioni. Dativi plurali in ‑essi (ποσ(σί), Τρώεσσι) e aoristi in ‑ss‑. Le forme dell’articolo plurale. Forme con nasali geminate e pronomi personali. Esiti di labiovelari (πίσυρες, πέλωρ, βέρεθρον). Desinenze di infiniti. I participi perfetti in ‑nt‑ (κεκλήγοντες) Le varie forme delle preposizioni (prov~, potiv, protiv). Le particelle modali: (οὐ) κεν e (οὐκ) ἄν I nomina agentis: ‑twr/‑thr per i nomi semplici e ‑ta~/‑th~ per i composti (come in eolico). Il destinatario ionico e il sostrato eolico (l’Asia Minore ionicizzata).
Il carattere arcaico della lingua epica La presenza intermittente dell’aumento, non rintracciabile in alcun testo di prosa. L’autonomia degli avverbi, non ancora preposizioni o preverbi. L’alternanza di ‑ss‑ con ‑s‑: tovsso~ e tovso~, mevsso~ e mevso~, (ej)kavlesa ed (ej)kavlessa. La progressiva scomparsa (non rivoluzionante) di alcune libertà e di alcune oscillazioni: la regolarizzazione linguistica del greco post-epico.