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Procedure operative della politica monetaria in Europa

Procedure operative della politica monetaria in Europa. Il tasso di interesse nella conduzione della politica monetaria 2. La BCE: gli strumenti di intervento e la gestione delle riserve 3. Regole per la manovra dei tassi e la previsione dei tassi a breve futuri.

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  1. Procedure operative della politica monetaria in Europa • Il tasso di interesse nella conduzione della politica monetaria 2. La BCE: gli strumenti di intervento e la gestione delle riserve 3. Regole per la manovra dei tassi e la previsione dei tassi a breve futuri

  2. 1.1Il tasso di interesse nella conduzione della pol.mon. • Il tasso ha tre ruoli potenziali: • come variabile strumentale direttamente legata agli obiettivi finali che la BC intende raggiungere • come variabile strumentale legata ad un’altra variabile intermedia • come variabile informativa (da sola od accompagnata ad altre) in questo caso sono i tassi a lungo termine o i prezzi delle azioni. • Oggi prevale il primo modello, relativo ai tassi monetari a brevissimo termine, controllati tramite il costo della liquidità bancaria. I tassi a lungo sono considerati variabili informative assieme ad altre. In genere il controllo del tasso lascia il sistema senza ancora nominale; le autorità sopperirono in passato introducendo il target intermedio monetario o creditizio ed oggi introducendo l’inflation targeting. Negli anni ’90 il target monetario è caduto in tutti i paesi per motivi legati allo sviluppo dei mercati finanziari e all’instabilità della domanda di moneta (la quale non predice più né il reddito né l’inflazione). L’inflation targeting di oggi risolve il problema dell’ancora nominale? Molti paesi che adottano l’inflation targeting hanno tassi di inflazione più bassi. Anche paesi che non adottano l’IT come gli S.U hanno oggi buoni risultati sull’inflazione.

  3. Ms Md r’ Md’ r* r r Md M* M M’ 1.2 Perché le BC sono passate al controllo del tasso • Per “controllo” si intende non solo capacità di determinazione, ma anche il mantenimento del target prescelto per un certo periodo di tempo • Sappiamo che la manovra di BM produce effetti sia su r che su M (non c’è dunque differenza fra quale dei due privilegiare) • Scegliere r o M come obiettivo intermedio non è invece la stessa cosa se le funzioni sono instabili. • Se la domanda di moneta è instabile controllando r si lascia che il sistema determini endogeneamente M, scegliendo M si lascia che sia r ad essere determinato dal mercato.

  4. 1.3 Il miglior target per la stabilità del reddito nel caso di shocks di diversa origine Shock reale:conviene il controllo della moneta Shock monetario-finanziario: conviene il controllo del tasso

  5. 1.4 Perché le BC sono passate al controllo del tasso Negli anni ’90, i paesi hanno abbandonato l'obiettivo intermedio monetario adducendo diverse ragioni, tutte collegabili allo sviluppo dei mercati finanziari: La moneta sfuggiva in genere alla loro volontà di controllo; oppure, se controllata, mutava la sua relazione con il reddito (velocità di circolazione instabile); diventava difficile la scelta dell’aggregato monetario da monitorare. Altre considerazioni facevano optare per il tasso piuttosto che per la moneta: • l'orizzonte temporale di riferimento della politica e la rapidità nell'informazione trasmessa dai due obiettivi intermedi. • Se la Bc controlla i tassi, le aspettative degli operatori sembrano diventare più sicure ed omogenee (il tasso è un indicatore più rapido ed accessibile agli operatori economici) e assumono un ruolo decisivo nella trasmissione della politica monetaria. L'andamento dei tassi è conosciuto quotidianamente, mentre quello degli aggregati monetari ha scadenza minima mensile (devono essere raccolti i dati riferiti ai bilanci degli intermediari finanziari). • Oggi le autorità intervengono solo sul mercato delle riserve bancarie la cui domanda è (se non regolamentata) rigida e instabile: In questo caso la fissazione dell’offerta produrrebbe oscillazioni dei tassi troppo alte e inaccettabili, come vedremo.

  6. 2.La BCE: gli strumenti di intervento e la gestione delle riserve (4/5/05)M.Pifferi, A.Porta, La banca centrale europea, Egea,2003, parr. 3.4-3.5 e capp. 4-5Per gli aspetti istituzionali, Cap.2 • (Organi decisionali e competenze) • (Obiettivo e sua definizione) • Strategia • Dalla base monetaria alla liquidità bancaria • Il mercato delle riserve e il controllo del tasso overnight • Dall’overnight ai mercati finanziari e bancari

  7. 2.1. Organi e competenze dell’ Eurosystem Consiglio direttivo (Governing Council) 18 persone: 6 del Comitato +12 Governatori decisioni prese a maggioranza, 1 voto a testa: i paesi grandi non contano di più dei piccoli Si riunisce 2 volte al mese, ma prende decisioni sui tassi solo 1 volta, all’inizio del mese, finito il periodo di riserva (FOMC 8 volte l’anno, BoE 1 al mese) Comitato esecutivo: 6 Membri: Presidente + 5 membri. Dirigenti a tempo pieno nominati dai governi, sentito il Parlamento europeo e il Consiglio direttivo della BCE Fanno parte dei compiti dell’Eurosystem, sia in maniera accentrata che decentrata, le operazioni sui cambi e la gestione delle riserve ufficiali, ma la BCE non ha capacità decisionale in materia di cambi. Queste sono riservate alle autorità politiche (sentita la BCE). Altri compiti: emissione di banconote, controllo e funzionamento del sistema dei pagamentiTarget. Supervisione prudenziale assieme ale BCN.

  8. 2.2.Obiettivo e sua definizione All’Eurosystem è stato attribuito in statuto l’obiettivo primario della stabilità dei prezzi, e, secondariamente quello di sostenere le politiche economiche della comunità, in conformità del principio di una economia di mercato in libera concorrenza. La BCE nel 1998 decide di definire stabile una variazione dello IACP entro il 2% (precisando: dallo zero al 2%) (è da combattere anche un tasso negativo) E che la stabilità deve essere mantenuta in un orizzonte di medio termine. Non deve preoccupare la volatilità di breve periodo Dal maggio 2003 si è passati da un target a fasce ad uno puntuale con una nuova definizione di stabilità: situazione nella quale il tasso di crescita dei prezzi è vicino al 2% nel medio periodo E’ cambiata contemporaneamente la strategia

  9. 2.3. Strategia • Prima del 2003 strategia mista, a metà tra il Monetary targeting e l’Inflation targeting: • 2 Pilastri: • Definizione di un valore di riferimento per la crescita dell’aggregato monetario, anche se non vincolante. Moneta come variabile informativa privilegiata. 2) Ampio ventaglio di indicatori economici per una valutazione complessiva dell’andamento dei prezzi e della loro stabilità (output dell’area,salari, tassi di cambio, prezzi delle attività finanziarie, ecc.) Le previsioni inflazionistiche non venivano pubblicate. • Dal 2003, i due pilastri sono scambiati, il ruolo della moneta si è ridotto, la strategia è più vicina all’inflation Targeting.: • Analisi economica per identificare i rischi della stabilità dei prezzi (le proiezioni vengono pubblicate) • Analisi della moneta per definire il trend dell’inflazione nel medio e lungo periodo

  10. 2.3.1Inflation targeting e obiettivo operativo • L’Inflation targeting di Lars Svensonn consta di tre elementi essenziali: • Un target inflazionistico numerico preciso ed anche un target per una variabile reale come l’output gap (il primo è di lungo periodo, il secondo è di breve, ma condizionato al primo) • Un processo decisionale interno dove i meccanismi per le proiezioni delle variabili target siano ben identificati. In Europa le projections vengono pubblicate due volte l’anno: giugno e dicembre. • Un alto grado di trasparenza e accountability (responsabilizzazione). Pubblicazione delle proiezioni interne con le motivazioni dettagliate di esse e delle decisioni sui tassi, anche per valutare dall’esterno il comportamento della banca. La trasparenza del processo decisionale interno si può ottenere con il rilascio delle minute (dei verbali) dei meetings, che avviene in genere con qualche ritardo (La BCE non li publica, la FED con un ritardo di 6 settimane, ma dalle quali si possono desumere anche le decisioni individuali) Il tasso di riferimento in Europa è il tasso minimo sulle operazioni di rifinanziamento principale (ORP), negli SU è lo stesso FFR

  11. 2.3.2 Corridoio europeo

  12. 2.4.1 Dalla BM alla liquidità bancaria: Il bilancio dell’Eurosistema Legenda: E= Esogene e costanti nel breve periodo; NC= Non perfettamente controllabili e soggette a variazioni; C= Controllabili

  13. 2.4.2 Controllabilità e prevedibilità delle voci di bilancio • Rapporti con l’estero: l’oro è costante ed esogeno (E) perché non vengono più fatte transazioni di questo tipo; la valuta è considerata NC poiché gli orientamenti di cambio sono decisi dal Consiglio europeo e perché, se le transazioni sono decise dalla BCE, mirano al sostegno del cambio e non al controllo della BM (non sono d’accordo su NC). Ci sono stati pochi movimenti in valuta, sia perché i cambi sono flessibili sia perché la BCE non è voluta intervenire (solo 3 interventi concordati). Il cambio è influenzato dalle pol. mon e fiscali e dal reddito attesi, non dagli interventi effettuati. Il valore della valuta in bilancio viene rivisto al cambio corrente ogni trimestre, per questo varia a scatti. • Rapporti con le AAPP. I debiti delle AAPP sono E perché ereditati dal passato (prima di Maastricht) e non più alimentabili oggi (per l’Italia ex CCTES, poi titoli di stato 1%, poi titoli di mercato trasferiti in AA). I crediti delle AAPP sono conti di deposito molto variabili attraverso cui le amm. gestiscono la propria cassa (non tutti i paesi lo fanno presso le BCN) • Rapporti con le IFM sono le vere voci controllabili e di gestione della pol monetaria. La BCE può influenzare il volume della liquidità richiesta dalle banche, attraverso gli obblighi di riserva (CIFM), e attraverso varie tipologie di prestiti ne soddisferà la domanda, al tasso prescelto. • Rapporti con il pubblico: Le Banconote sono decise dal pubblico e variano nel tempo (NC). Il loro andamento è però prevedibile.

  14. 2.4.3 Dalla BM alla liquidità bancaria • Dal bilancio della BCE si può ricavare anche il mercato della liquidità bancaria: Fonti Assorbimento ORO+EST+DIFM+DAP+AA = BA+CIFM+AP+CAP+CR • Le uniche voci direttamente controllabili dalle autorità sono oggi DIFM (Debiti delle istituzioni finanziarie e monetarie, prestiti) e CIFM (crediti delle IFM presso la BC, depositi) Tutte le altre voci si possono considerare esogene o costanti nel breve periodo: ESO = ORO+EST+DAP+AA-BA-AP-CAP-CR Mercato della liquidità bancaria • La domanda di liquidità sarà determinata esplicitando CIFM. Tale fabbisogno verrà soddisfatto dalle fonti esogene (ESO, se positive) e dai prestiti della BC (DIFM) Off. Dom. ESO + DIFM= CIFM

  15. Determinazione della posizione liquida del sistema bancario

  16. 2.4.4 Gli strumenti della BCE per controllare l’offerta di riserve bancarie • Prevalgono le OMA(in conformità al principio dell’economia di mercato), le bilaterali (tradizionali) vengono praticate solo per funzioni secondarie e specifiche.

  17. 2.4.5 Caratteristiche del Rifinanziamento • RP: Fino a giugno 2000 aste a tasso fisso e quantità predeterminata. • -overbidding (eccesso di richieste rispetto all’offerta e tasso di aggiudicazione molto basso) • -criterio di aggiudicazione non di mercato in quanto in proporzione alle quantità richieste; sia il tasso sia le quantità non segnalavano le condizioni di liquidità del sistema. • -i tassi ion risultavano sempre superiori a quelli fissi e le banche partecipavano all’asta per rivendere le quantità ottenute. • -Il fenomeno si inaspriva sotto aspettative di aumento dei tassi. Nel 1°sem.2000 lo spread (ion –iRP)aumentava e il tasso di aggiudicazione all’asta divenne l’1%. • Dal luglio 2000 aste a tassi variabili e multipli (fino a 10 offerte), ma non inferiori al minimo imposto dalla BCE • La BCE pubblica la stima della liquidità totale necessaria e il tasso minimo di aggiudicazione dell’asta. Dal 2004 il rifinanziamento dura 1 settimana e non si accavalla tra due periodi di mantenimento. Per evitare movimenti speculativi in attesa di un cambiamento di tasso. • Rischio di underbidding,: nel caso di aspettative di tassi decrescenti alcune banche sperano che altre partecipino all’asta ed emettano sul mercato le quantità eccedenti (free-riding); sono poi costrette ad andare al rifinanziamento marginale • Standing facilities (0,3%), due tipologie: • A) Individuale (48%). A fine giornata quando il mercato non è più liquido. Denuncia insufficiente distribuzione della liquidità tra banche • B) Aggregato (52%). Errori di previsione sul fabbisogno aggregato da parte della BCE (raramente deliberati). Fine del periodo di mantenimento

  18. 2.4.6 Tipologia delle operazioni usate dalla BCE Operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema

  19. ion imax imin ESO’+RP+RLT 2.5.1 Offerta di liquidità bancaria Molte Bc oggi (a cominciare dalla BCE) si assicurano che la “posizione liquida netta” delle istituzioni finanziarie e monetarie (fabbisogno di riserve – finanziamento esterno>0) sia strutturalmente deficitaria, in modo da dover sempre ricorrere al loro rifinanziamento. Per far questo la BCE impone obblighi di riserva su aggregati ampi ed aumenta i livelli di CIFM. L’offerta di liquidità controllata dall’istituto di emissione, può prendere diverse forme: RP (Rifinanziamento principale) RLT (Rifinanziamento a lungo termine) RM-DM (Rifinanziamento marginale - Depositi marginali) DIFM= RP+ RLT+RM-DM • Offerta di liquidità in un giorno di non intervento: RPs e RLTs sono date RMs = 0 se ion < imax RMs = ∞ se ion > imax DMs= 0 se ion > imax DMs = -∞ se ion < imax La variazione (aumento) delle fonti esogene viene in genere compensata da variazioni (diminuzioni)del rifinanziamento. Nel caso contrario l’offerta si sposta.

  20. ion kD-1 ROB+RE 2.5.2 Domanda di liquidità bancaria • In un’ottica mensile, o giornaliera se la ROB non è mobilizzabile, ha due componenti che si sommano: La riserva obbligatoria ROB (è commisurata ai depositi del periodo precedente e non è funzione del tasso) ROBd = kD-1 (mensile) • La riserva a scopo precauzionale che si aggiunge a quella obbligatoria (RE). Essa non è remunerata ed è inversamente legata al tasso che ne rappresenta il costo opportunità: Rdt = kD-1+REd (ion) RD

  21. 2.5.3 Domanda giornaliera di riserve mobilizzabili • Se la domanda ROB è ampia e mobilizzabile, con essa potrà essere soddisfatta anche la funzione di regolamento e precauzionale. (E’ importante sapere se la mobilizzazione è sufficiente a tale scopo) • La domanda di riserve libere scompare, per comparire solo all’ultimo giorno di mantenimento, quando ROB non può che essere predeterminata e le riserve libere sono anch’esse rigide. • La mobilizzazione rende la domanda giornaliera di riserve funzione del tasso overnight atteso, in quanto è possibile scegliere se detenere riserve oggi o nei prossimi giorni. • Detenere oggi più riserve rispetto alla media comporta un maggior costo in termini di overnight corrente, ma un maggior ricavo futuro per il risparmio delle riserve future (la convenienza è solo al margine poichè in media le riserve in Europa non costano) • Se il tasso overnight corrente è minore di quello atteso si terranno più riserve oggi, in modo da guadagnare domani mantenendone di meno e prestandole sull’interbancario. • Sia Ti il volume giornaliero di riserve che, se tenuto fino alla fine del periodo permette di rispettare il vincolo mensile di RO. Esso varia nel tempo a seconda delle riserve già mantenute: se più della media obbligatoria, diventa Ti <ROB; se meno della media, Ti>ROB.

  22. ion ione RD Tt Domanda giornaliera di riserve mobilizzabili (seguito) e =shock imprevisto della domanda ion tasso overnight corrente giornalmente instabile ione= tasso ov. atteso, più stabile, coincide in genere con quello dichiarato dalle autorità come ob. Operativo: irife* a=propensione all’arbitraggio intertemporale da parte delle banche. Col passare del tempo a si riduce e la curva diventa più pendente. La dom di riserve deve superare la quota non mobilizzabile (1-t) Tt= volume medio di riserve che rimane ancora da tenere per assolvere agli obblighi

  23. ion RS ione ESO+RP+RLT=Tt 2.5.4 Mercato delle riserve in un giorno di non intervento La mobilizzazione rende la domanda di riserve molto più elastica; l’elasticità aumenta con la propensione all’arbitraggio intertemporale a. La capacità di fare arbitraggi si riduce verso la fine del periodo di mantenimento. L’ultimo giorno la domanda di riserve è verticale

  24. RS ion* ion’ Ion” ESO+RP+RLT=Tt 2.5.5 Politica monetaria temporanea e shocks esogeni Con una domanda elastica l’overnight è molto più stabile attorno al target ion*, di fronte a variazioni impreviste di ESO o shocks della domanda e. La BCE deve intervenire meno (ion’ anziché ion”) La politica mon espansiva ritenuta temporanea ha ugualmente poco effetto sul tasso

  25. ion RS iono ione RP’ ESO+RP+RLT=Tt 2.5.6 La stabilizzazione del tasso overnight Se il tasso corrente è maggiore di quello obiettivo, allora al prossimo rifinanziamento la BC aumenterà l’offerta di riserve (RP’)

  26. La stabilizzazione dei tassi (seguito):Tassi interbancari e target operativi a confronto

  27. Il tasso overnight può scendere fino al tasso sui depositi marginali o salire fino al tasso sul rifinanziamento marginale: Variazione di ESO non prevista e non compensata; in genere, dopo l’ultima ORP del periodo di mantenimento Raramente, situazione voluta per influenzare le aspettative RS A ESO’ ion* B ESO+RP+RLT=Tt R2 R1 2.5.7 Ai limiti del tasso overnight: errori di previsione

  28. irife*= ione’ Rd’ irife*= ione Rd ESO+RP+RLT=Tt 2.5.8 Variazione del tasso overnight atteso Una variazione del tasso sul rifinanziamento principale fa variare il tasso overnight atteso e spostare il livello della curva di domanda (Rd a Rd’) RS

  29. A irife*= ione B ione’ Rd C Rd’ RP’+RLT’ ESO+RP+RLT=Tt 2.5.9 Politica monetaria espansiva attesa permanente La BCE offre una quantità di riserve tale che il tasso sul rifin. principale sia il più possibile vicino a quello minimo da essa dichiarato (obiettivo operativo). Tale tasso è quello che il mercato prevede prevarrà sull’overnight. Se il mercato si aspetta una pol espansiva (riduzione dei tassi di rif.), la domanda si sposterà subito in Rd’ (equilibrio in B) e, al momento della espansione in C. Il tasso si ridurrà più per la riduzione della domanda che per l’aumento dell’offerta.

  30. Gli impulsi della politica monetaria si trasferiscono dai tassi interbancari ai tassi di interesse sulle diverse attività finanziarie e da questi all’economia reale. Una politica comune può essere recepita in maniera asimmetrica dai vari paesi (a seconda delle strutture produttive, reali e finanziarie dei vari paesi). Al di là dei tassi interbancari, i tassi di interesse sono gli stessi in Europa? Prima della politica monetaria unica i paesi europei avevano tassi a 3 mesi molto diversi (inizio ’96 Italia 10%, Germania 4%,ecc). C’è stata una rapida convergenza verso i tassi tedeschi, culminata alla fine del 1998. Il differenziale sui tassi a lungo termine era minore e la convergenza si è attuata un anno prima. Da allora, a parità di aspettative future e di rischio finanziario i rendimenti divergono solo per un eventuale rischio di default (anch’esso comune) e una diversa liquidità (negoziabilità). A differenza dei tassi di mercato e dei titoli pubblici, i tassi bancari attivi e passivi non si sono allineati. In particolare in Germania i tassi sui prestiti erano più bassi di quelli italiani ed ora sono più alti. Viceversa succede ai tassi sui depositi. Rimane comunque un certo differenziale tra i paesi (<2%) 2.6.1 Dall’overnight ai tassi sui mercati finanziari e bancari (integrazione finanziaria)

  31. 2.6.2 Mark-up e mark-down sui tassi bancari • Gli obblighi di riserva (comuni e remunerate) non costituiscono più un motivo di differenziazione dei tassi bancari al dettaglio tra paesi. • La diversa elasticità della domanda di prestiti e di offerta di depositi possono giustificare una diversa politica di prezzo in mercati terrritorialmente segmentati. Dove esistono imprese medio piccole con scarso accesso al mercato dei capitali avranno una domanda di prestiti più rigida. • Il tasso monetario determinato dalle autorità costituisce il CMg per le attività bancarie (prestiti) in quanto costo opportunità (rendimento alternativo) e il RMg per la raccolta bancaria (depositi). Le banche porteranno la propria attività fino al punto in cui: • RMg = CMg = im • Nei paesi in cui i RMg e i CMg sono più rigidi, i tassi corrispondenti (iP, iD)saranno più alti. • I diversi costi operativi e i diversi margini di intermediazione richiesti permarranno a giustificare i differenziali se la concorrenza tra banche rimane bassa.

  32. 3.Una regola per comunicare con il mercato Gli operatori di mercato sottopongono ad un monitoraggio continuo le decisioni delle banche centrali per capire se i livelli osservati dei tassi di policy siano o meno al loro livello di equilibrio. L'esercizio richiede la ricostruzione del modello dell'economia utilizzato dall'autorità di politica monetaria nonché la conoscenza del sistema di funzionamento delle singole banche centrali. • Una regola semplice serve a comunicare con il mercato. Se la funzione di reazione è conosciuta, la prossima mossa sarà facilmente calcolata e prevista: la volatilità dei prezzi e dei cambi si ridurrà notevolmente. • “Con una funzione di reazione prevedibile la reazione anticipata del settore privato compie gran parte del lavoro delle autorità monetarie” A volte le autorità sottolineano la calma del mercato che segue le loro decisioni qualora anticipate. Altre volte le decisioni attese vengono deliberatamente non realizzate • La reputazione di una BC non sta nella prevedibilità di comportamento- deve anche dimostrare di essere indipendente dai mercati e capace di sorprenderli- quanto nella capacità provata di ottenere buone performance macroeconomiche. Non esiste una regola ottima per ogni circostanza. • La politica non deve essere né completamente discrezionale, né compl.rigida

  33. 3.Regole per la manovra del tasso monetario (1) • Regola generale per il tasso monetario determinato dalla BC: rt = gπt + gyyt + r t-1 con:0<<1 y = (Y-YN) gy, gp <1 • Regola di Taylor: (1) r=  +rn +gyy +h(-*) (1’) r=  +rn +gyy +h(e-*) (versione forward looking) r-  = rn +gyy +h(-*) La BC mirerebbe a portare il tasso reale al livello di quello naturale. • Riallocando i termini notiamo la risposta complessiva all’inflazione: r= rn +gyy +(1+h) -h* • dove si nota che: l’intercetta della regola è rn-h* la risposta all’inflazione è (1+h)>1 la risposta all’output gap è ancora gy <1

  34. 1+h>1 r=rn+ r 3,5 rn =2 o =1,5  3.Efficacia della politica antinflazionistica (2) Le BC conducono una politica “attiva”, quando cambiano il tasso nominale ad una velocità diversa dai prezzi: mutano così il tasso reale e con esso influenzano il reddito. Una politica “passiva” (ininfluente) comporta invece un (1+h)=1 Regola convergente verso il tasso naturale Regola convergente: 1+h>1 Per  < o r<rn Pol. Mon.Esp. Per  = o r=rn Pol.Mon. Neutrale Per  > o r>rn Pol. Mon. Restrittiva r= rn +gyy +(1+h) -h* 1+h>1; y=0;*=2; rn =2; Converge verso il tasso naturale: r=rn+ Per i valori di: o =1,5 ro=3,5

  35. 3.3 Stima dellaTaylor's Rule [1] • La TR fornisce uno schema semplice di riferimento per avere una relazione diretta tra strumenti ed obiettivi, evitando di passare per il modello completo dell'economia. • La stima della Taylor rule pone alcuni problemi: • Quale sia la migliore stima del tasso di interesse neutrale e dell'output gap. • I gap devono riferirsi ai valori reali o ai valori attesi dell'inflazione. E’ necessario possedere un modello di previsione dell'inflazione • Devo costruire il modello basandomi sull’ inflazione generale o sulla core? • Come stimare correttamente i pesi dei due obiettivi?

  36. 3.3. Problemi per l’attuazione e la stima della regola (2) Quale rn? Y = f(Y-1, r, x, G, ….)+  IS normale Y = f(Y, r, x, G, ….) IS di steady state Il tasso di interesse reale naturale o neutrale r* è quello che uguaglia il reddito della curva IS di steady state al PIL potenziale, Y*: Tale tasso non è dunque costante, poiché cambia con l’offerta di pieno impiego e con gli spostamenti strutturali della domanda. Tasso di interesse neutrale : rn Reddito potenziale: Y* rn ro IS Y* Yo

  37. Le aspettative di inflazione possono essere ricavate come breakeven inflation dalle obbligazioni vincolate all'inflazione. Equazione di Fisher: (1+Nominal Rate)= (1+real rate)(1+Inflation compensation) 3.4 Break-even inflation [1] • Sia y il rendimento nominale, r il rendimento reale, pil tasso di inflazione da stimare, BEI(p): (1+y)= (1+r)(1+p) ( 1+p)= • L’equazione non tiene conto dell’inflation risk premium, definito come una compensazione per la possibile differenza tra l’inflazione attesa e quella realizzata. • Se l’inflation risk premium è minimo, le aspettative di inflazione possono essere ricavate dalla relazione tra i rendimenti dei bond e degli inflation linked bond

  38. 3.4.Break-even inflation [2] • Si definisce break even inflation la diffrerenza tra il rendimento nominale di un bond ed il rendimento di un equivalente bond indicizzato • L'equazione non tiene invece conto dell'inflation risk premium definito come una compensazione per la differenza che potrebbe esistere tra l'inflazione attesa e quella realizzata.

  39. 3.5.L’esperienza empirica Osservando l’esperienza statunitense, Taylor afferma che il tasso monetario a breve si è sempre mosso pro-ciclicamente, ma la sua risposta è andata aumentando gradatamente nel tempo La regola è drasticamente cambiata nel periodo ’80-97, rispetto al periodo del gold standard e questo rispetto a Bretton Woods (risposte del tasso 10 volte maggiori sotto B-W che sotto il G.S. h risulta negativa negli anni ’60 e ’70, e la politica diventa prociclica. Recentemente, 1+h è diventato 1,53; le fluttuazioni e l’inflazione si sono enormemente ridotte. La Bundesbank si sarebbe comportata in maniera simile alla FED. Il coeff. associato all’inflazione è aumentato nel tempo ed è maggiore che negli US. (già significativo negli anni ’70) Anche il coeff. rispetto al gap di produzione è significativo, indicando l’attenzione di entrambe alle fluttuazioni cicliche.

  40. 3.5.1 L’esperienza statunitense

  41. 3.5.2 La regola di Taylor per la BCE • Poiché si supponeva che, per convincere la Germania ad entrare nell’UME, la BCE avrebbe dovuto imitare la Bundersbank è stata testata per l’Europa la stessa funzione di reazione risultata valida per la B. negli anni novanta. • Il test sulla politica adottata dalla BCE ha avuto risultati migliori addirittura usando dati relativi alla stessa Germania (Rotondi-Vaciago) • Altri hanno ipotizzato per la BCE un mandato sulla stabilità dei prezzi rafforzato rispetto alla Bundersbank.Il coeff. dell’inflazione risulta in effetti aumentato (1,61+0,26) e quello dell’output gap ridotto (0,69-0,36) • Dal 2003 la regola della Bunderbank non va più bene, risulta migliore una regola basata su variabili macroeconomiche dell’area Euro.

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