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L’APPLICAZIONE DELLA TECNICA IN FUNZIONE DELLA MISURA 215 Azioni 2,3 e 4. Autore: Dr Agr Massimiliano Frattale. Argomenti. Azione 2 (Sistemi di allevamento e condizioni di stabulazione ) Azione 3 (Controllo ambientale) Azione 4 (Alimentazione)
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L’APPLICAZIONE DELLA TECNICA IN FUNZIONE DELLA MISURA 215 Azioni 2,3 e 4 Autore: Dr Agr Massimiliano Frattale
Argomenti • Azione 2 (Sistemi di allevamento e condizioni di stabulazione ) • Azione 3 (Controllo ambientale) • Azione 4 (Alimentazione) • Proposta del modello SDI per il tecnico aziendale
Azione 2 - Sistemi di allevamento e condizioni di stabulazione
Tabella 1: superficie di stabulazione minima per bovini da latte in stalle a stabulazione libera da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente
Tabella 2: parametri tecnici per il dimensionamento delle aree di accesso all’esterno/paddocks per i bovini da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente
Tabella 3: superficie di stabulazione minima per bovini da carne in stalle a stabulazione libera da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente
Tabella 4: parametri tecnici per il dimensionamento delle aree di accesso all’esterno/paddocks per i bovini da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente
Tabella 5: parametri tecnici per il dimensionamento delle aree di accesso all’esterno/paddocks per gli ovini da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente
Tabella 6:parametri tecnici per il dimensionamento delle aree di accesso all’esterno/paddocks per i caprini da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente
Finalità progettuali per i ricoveri zootecnici • Fornire agli animali allevati le condizioni ambientali più adatte a valorizzare al massimo le produzioni • Assicurare agli addetti di stalla il massimo comfort e sicurezza in tutte le operazioni di routine • Permettere una razionale organizzazione che eviti spostamenti inutili degli animali, uomini e mezzi meccanici • Contenere i costi di costruzione mediante l’impiego di materiali edili o strumenti acquistabili a prezzi competitivi e/o adottando modelli costruttivi particolarmente convenienti • Limitare gli oneri di esercizio mediante soluzioni tecniche ed organizzative che consentano di contenere le esigenze di manodopera ed i costi energetici • Permettere eventuali adattamenti che si rendessero necessari per consentire l’installazione ed il funzionamento di nuove dotazioni tecnologiche • Ridurre entro limiti accettabili l’impatto ambientale sia dell’attività zootecnica che dell’edificio in sé
Accorgimenti tecnici Calcolo della quota di rimonta Q = (Pa x 100) / Pc Dove: Pa = n. medio parti/animale all’anno Pc = n. medio parti/animale per carriera
Esempio pratico su Bovine da latte Attenzione alle produzioni legittimate!!! Calcolare sempre le produzioni ottenibili rispetto alle quote latte in dotazione dell’azienda! Parametri produttivi riferiti alla Frisona Italiana [Fonte A.I.A.]
Ipotizzando un allevamento di n.100 vacche in produzione e con rimonta interna:
Superficie totale calcolata per la stabulazione all’interno dei ricoveri al fine di aderire alla misura = mq 843 Rapporto mq/capo = 4,5 – 5,0
Superficie totale calcolata per la stabulazione all’esterno dei ricoveri al fine di aderire alla misura = mq 680 ( paddock pavimentato); mq 1.340 (paddock misto); mq 2.037 (terra battuta/ampliamento aree erbacee).
Azione 3 – Controllo ambientale Bovini da latte e Bufalini/Bovini da carne Aumento del ricambio d’aria attraverso la predisposizione di una fessura di colmo nei tetti a due falde, la realizzazione di superfici di entrata e uscita dell’aria sui lati lunghi della stalla, predisposizione di dispositivi ad azionamento manuale o automatico per la regolazione della portata. Installazione di impianti di ventilazione artificiale, installazione di impianti di raffrescamento (ad esempio filtri umidi), eventualmente in abbinamento a impianti di aspersione (docce) in zona di alimentazione e/o in zona di attesa della mungitura. Realizzazione di manti di copertura con isolante termico, predisposizione di ombreggiamenti naturali (piante) o artificiali (teloni ombreggianti).
Ovini/Caprini Aumento del ricambio d’aria attraverso la predisposizione di una fessura di colmo nei tetti a due falde, la realizzazione di superfici di entrata e uscita dell’aria sui lati lunghi della stalla. Realizzazione di manti di copertura con isolante termico, predisposizione di ombreggiamenti naturali (piante) o artificiali (teloni ombreggianti), predisposizione di locali riscaldati per condizioni fredde non adeguate agli agnelli/capretti.
La funzione del ricambio d’aria Le condizioni di benessere degli animali sono mantenute con il ricambio d’aria, che ha la funzione primaria di allontanare dai locali la CO2 ed il vapor acqueo, nonché garantire un corretto comfort termico. Analisi dei parametri di emissione e parametri termici ambientali preventiva!
La termoregolazione e la risposta degli animali La temperatura corporea viene mantenuta costante attraverso meccanismi fisiologici di termogenesi e termo dispersione che a seconda delle condizioni ambientali possono comportare o meno un dispendio energetico. Quando il mantenimento dell’omeotermia non richiede alcun meccanismo fisiologico di compensazione si parla di zona di “comfort termico”, entro la quale le produzioni sono massime; quando invece tale regolazione avviene, ma con un dispendio energetico trascurabile si parla di zona “termoneutrale” (ZTN). Al di sotto e al di sopra delle temperature che delimitano la ZTN di un individuo, il mantenimento della temperatura corporea prevede un costo energetico aggiuntivo. Mediamente la temperatura ambientale ottimale per le bovine da latte va dai 5 ai 15 °C, mentre la ZTN è compresa tra 0 e 25 °C. Nel caso in cui le temperature esterne superino i 25°C, si ha inizialmente una vasodilatazione periferica con un conseguente incremento della dispersione di calore attraverso la pelle, accompagnata dalla riduzione della pressione sanguigna e dall’aumento della frequenze cardiaca e respiratoria. In una fase successiva si assiste ad una diminuzione dell’attività motoria e nel contempo si registra una netta riduzione dell’ingestione (con punte anche del 40%) con lo scopo di limitare il calore prodotto dalle fermentazioni ruminali e dal metabolismo. Malgrado ciò gli animali soggetti a stress da caldo presentano fabbisogni di mantenimento più elevati a causa dell’attivazione dei sistemi di termoregolazione: la sola tachipnea aumenta i fabbisogni del 25.
L’indice THI Il più utilizzato nell’ambito degli animali da reddito risulta l’indice termo igrometrico (THI) che associa valori di temperatura a quelli di umidità relativa. Un valore di THI pari a 72 viene assunto dalla maggior parte degli autori come valore critico per definire la presenza o meno di stress da caldo
La ventilazione naturale – l’effetto camino La ventilazione naturale si ottiene per circolazione spontanea dell’aria che entra dalle finestrature laterali ed esce da quelle di colmo (nei tetti a due falde). Tale fenomeno (detto effetto camino) è tanto più efficace quanto maggiore è la differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno della struttura e quanto maggiore è la differenza di quota tra la zona di ingresso e quella di uscita dell’aria.
Si calcolano i metri quadrati di superficie (Au) occorrenti per far sì che avvenga l’uscita dell’aria alla sommità del tetto, calcolata in base all’effetto camino, si ricava : Au = [(Vmax)/r]*( (Ti)/(2*g* DH* DT) )*1/3600 dove : Au = superficie disperdente dei volumi d’aria (mq) Vmax = portata di ventilazione Ti = temperatura assoluta interna (T= 273+°C) g = accelerazione di gravità (9.813 m/s) DT= diff. Tra temp. Interna e quella esterna DH= dislivello in metri tra aperture interne ed esterne r = coeff. di riduzione delle aperture normalmente indicato con il valore di 0,50 La ventilazione dell’edificio è ottenuta per circolazione spontanea dell’aria, che entra dalle finestre sulla pareti perimetrali della stalla, si riscalda e diventa più leggera, fuoriesce dalle finestre di colmo, ottenendo così un effetto camino. Vmax = [(Q.sa)/(c.s. aria * T°a-T°b)]*Kc dove : Q.sa= n. capi * T°est = calore sensibile prodotto dagli animali; T°a-T°b= differenza di temperatura c.s. = calore specifico dell’aria = 1010 J/Kg Kc (coefficiente per trasformare Kg/sec in mc/h) = 3185
Tab. a) – Valori della portata massima di ventilazione estiva per capo bovino (modificata da Blentz) Fonte: Roberto Chiumenti – Costruzioni Rurali Calderini editore
La ventilazione artificiale – raffrescamento evaporativo • La ventilazione forzata, che è in grado di apportare benefici apprezzabili soprattutto in aree caratterizzate da clima caldo-umido e da scarsa ventosità, può essere abbinata ad un sistema di raffrescamento evaporativo (cooling), il quale può essere adottato in uno dei seguenti modi: • Per NEBULIZZAZIONE in corrente d’aria di acqua ad alta pressione • Per ASPERSIONE degli animali con acqua a bassa pressione
Azione 4 – Alimentazione • Bovini da latte e Bufalini • nella alimentazione il rapporto foraggio/concentrato deve essere maggiore o uguale a 60/40 con possibilità di rapporto 50/50 nei primi 90 giorni di lattazione; • la gestione della fase di transizione deve prevedere la presenza di un’area alimentare per la fase terminale di asciutta (almeno ultimi 30 giorni) ed area alimentare di inizio lattazione (almeno 45 giorni); • deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi a vasca e non a tazzetta; • rapporto Body Conditions Score (d’ora in poi BCS) deve essere maggiore di 2, da attestarsi attraverso la presentazione di una “Scheda di Valutazione BCS”; • deve essere garantita la fase di accesso e permanenza al pascolo per almeno 8 ore per un minimo di 90 giorni durante la fase di lattazione; • presentazione di un “Piano di alimentazione” redatto da un alimentarista determinato anche dai parametri quanti-qualitativi del latte (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche, urea, lattodinamografia) e dall’analisi degli alimenti. • Strutture per l’alimentazione degli animali costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l’accesso contemporaneo degli animali, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l’alimento. • Adeguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e controllo della qualità dell’acqua distribuita
Bovini da carne • deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi a vasca e non a tazzetta; • il rapporto BCS deve essere maggiore di 2 da attestarsi attraverso la presentazione di una “Scheda di Valutazione BCS” • lo svezzamento dei vitelli deve essere effettuato con latte materno e presenza di area alimentare preferenziale per concentrato destinato a vitelli ; • il rapporto foraggio/concentrato per i vitelli ingrasso deve essere maggiore o uguale a 60/40 (50/50 nella fase di finissaggio ammessa per tre mesi); • deve essere garantita la prevalenza del pascolo come fonte alimentare delle vacche nutrici (>50% della Sostanza Secca Ingerita annua); • presentazione di un “Piano di alimentazione” redatto da un alimentarista determinato anche dai parametri quanti-qualitativi del latte (?) (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche, urea, lattodinamografi) e dall’analisi degli alimenti; • strutture per l’alimentazione degli animali costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l’accesso contemporaneo degli animali, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l’alimento; • adeguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e controllo della qualità dell’acqua distribuita.
Ovini/Caprini Deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi; il rapporto BCS deve essere maggiore di 1 da attestarsi attraverso la presentazione di una “Scheda di Valutazione BCS”; nell’alimentazione il rapporto foraggio/concentrato deve essere maggiore o uguale a 60/40; deve essere garantita la fase di accesso e permanenza al pascolo per almeno 8 ore per un minimo di 150 giorni; presentazione di un “Piano di alimentazione” redatto da un alimentarista determinato anche dai parametri quanti-qualitativi del latte (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche urea, lattodinamografia) e dall’analisi degli alimenti; strutture per l’alimentazione degli animali costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l’accesso contemporaneo degli animali, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l’alimento; adeguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e controllo della qualità dell’acqua distribuita
Importanza dell’alimentazione • Deve assicurare la realizzazione del potenziale genetico produttivo dell’animale; • Deve assicurare la produttività, la fecondità e condizioni di salute; • Deve perseguire l’economia di costo per unità di prodotto (IP; kg di latte)
Aspetti analitici per la valutazione quantitativa e qualitativa della razione • Analisi della capacità di ingestione dell’animale; • Studio dei fabbisogni energetici; • Studio dei fabbisogni proteici;
Valutazione della C.I. (capacità di ingestione dell’animale) • Dipende da innumerevoli fattori legati all’animale, alla razione, alla modalità di somministrazione, ad altre condizioni ambientali: i più importanti dipendono dallo sviluppo dei prestomaci e dal fabbisogno energetico, dunque da: • PESO VIVO • LIVELLO PRODUTTIVO • STADIO DI LATTAZIONE Esistono differenti modelli di calcolo che fanno riferimento a specifiche categorie di animale, un esempio, per quanto concerne le bovine da latte è dato dalla seguente: C.I. (kg s.s.) = (P.V. (kg)*0,0185) + (F.M.C. (kg) * 0,305) Dove: P.V. = Peso vivo dell’animale in Kg F.M.C. = fattore di correzione per il latte al 4% di grasso = = lt latte/die * [0,4 + (0,15 * % titolo effettivo in grasso del latte prodotto)]
In un esempio di calcolo per bovina da latte in produzione, supposto un PV = kg 600; con una produzione di latte pari a 35 lt/die; con una % grasso = 3,6%; si ha: • - Calcolo del F.M.C. = • 35 x [0,4 + (0,15 x 3,6)] = 35 x [ 0,4 + 0,54] = 35 x 0,94 = 32,9 lt (al 4% ) • 2. – Calcolo della C.I. = • 600 x 0,0185 + 32,9 x 0,305 = 21,1 kg s.s. / die Al fine di rientrare nella misura 215, supposto che l’animale si trovi nella prima fase di lattazione (fresca), si avrà: S.S. della razione: 21,1*0,50 = 10,55 kg s.s. derivante da foraggi 21,1*0,50 = 10,55 kg s.s. derivante da concentrati
Controllo del peso corporeo (B.C.S.) E’ un supporto utile al management nutrizionale, riproduttivo e sanitario dell’allevamento, ed è indispensabile all’inizio di ogni lattazione, in quanto l’animale, in tale fase, attinge alle proprie riserve e, in special modo nella primissima fase di lattazione, ha il proprio apparato digestivo “sottosviluppato”. • Il punteggio della condizione corporea B.C.S. è un metodo soggettivo di stima, basato sul rilievo visivo e/o tattile dello stato di ingrassamento dell’animale mediante valutazione della quantità di grasso sottocutaneo accumulato in specifiche regione corporee: • LOMBI: processi spinosi delle vertebre, depressione tra i processi spinosi e traversi, area tra processi traversi e fianco; • BACINO: tra le spine iliache e tuberosità ischiatiche; • ATTACCO DELLA CODA: processi spinosi e traversi, vertebre coccigee e fossa ischio-rettale
ATTENZIONE ALL’ANIMALE ECCESSIVAMENTE GRASSO! Patologie puerperali frequenti nella vacca grassa (SINDROME – B.C.S. > 3.7): • Turbe genitali: Difficoltà di parto; ritenzione placentale; Metriti; infertilità 2. Turbe produzione lattea: Edema mammario; mastiti; produzione lattea diminuita; calo della % grasso 3. Turbe metaboliche: Steatosi epatica e renale; collasso puerperale ipocalcemico; paresi puerperali; chetosi; tetanie 4. Turbe digestive: Indigestioni ruminali, abomasiti ed ulcere abomasali; dislocazioni dell’abomaso 5. Turbe varie Sindromi podali, ecc.