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I SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA IN PROVINCIA DI AREZZO: ANALISI E PROSPETTIVE. per la provincia di Arezzo. Arezzo - 17 marzo 2009 Sala dei Grandi - Provincia di Arezzo.
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I SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA IN PROVINCIA DI AREZZO: ANALISI E PROSPETTIVE per la provincia di Arezzo Arezzo - 17 marzo 2009 Sala dei Grandi - Provincia di Arezzo
Principali evidenze della ricerca “I servizi educativi per la prima infanzia in provincia di Arezzo” e spunti di riflessione per la provincia di Arezzo Marco La Mastra - Mario Bracci - Francesca Pecchi
Immigrazione Nuove Povertà Infanzia e Minori Osservatorio scolastico Osservatorio Politiche Sociali Disabilità Profilo di salute
GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA Dimensione e caratteristiche socio-demografiche della domanda potenziale Analisi dei database delle anagrafi comunali che ha permesso difotografare la provincia attraverso la messa a fuoco dei dati sulle tipiche variabili demografiche strutturali (fasce di età, sesso, nazionalità, nuclei familiari), ma anche per consentire un’analisi sui bisogni e insieme sui carichi assistenziali (sempre intesi come potenziali) delle famiglie in relazione al numero dei figli piccoli, alla presenza dei nonni nel nucleo familiare o nella rete familiare intesa in senso ampio, alla presenza o meno di entrambi i genitori
GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA 2 Dimensione e caratteristiche strutturali della rete dei servizi Caratteristiche specifiche di tutti i singoli servizi Scheda di rilevazione ai responsabili dei servizi educativi dei singoli Comuni per censire i servizi educativi per la prima infanzia a titolarità comunale, quelli autorizzati e quelli privati Alla luce della mappatura effettuata, è stato inviato presso ogni struttura un questionario di rilevazione della qualità dei servizi educativi costituito dalle seguenti sezioni: dati generali - sistema di accesso - organizzazione del servizio - costi del servizio per l’utenza – logistica - organizzazione didattica - rapporti con le famiglie - risorse umane
GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA 3 Caratteristiche specifiche di alcune peculiari unità di rilevazione significative rispetto al grado di innovazione La flessibilità del nido aziendale “Bucaneve” La co-progettazione pubblico-privato per il nido “Bagnoro” di Arezzo La “Casa delle Fate”: diario di un’esperienza
Riconoscimenti e ringraziamenti:un lavoro di rete Hanno collaborato alla definizione e alla validazione degli strumenti della ricerca e dei contenuti della pubblicazione i componenti del gruppo di lavoro provinciale specificamente costituito e composto da: - Mara Pepi, Lucia Cheli e Francesca Grasso per la Zona Aretina - Sandra Sonni per la Zona Casentino - Irene Mucelli per la Zona Valdichiana - Stefano Beci e Chiara Resti per la Zona Valdarno Si ringraziano i responsabili dei servizi educativi e scolastici dei Comuni e i responsabili delle strutture educative pubbliche e private presenti in provincia di Arezzo. Si ringraziano inoltre i servizi demografici dei Comuni, gli Assistenti Sociali dei Comuni e della Azienda USL 8 che si sono sottoposti alle interviste, il Responsabile del GOIF della Azienda USL 8.
LA RICERCA • CONTENUTI • Scelte metodologiche e percorso • 1 - La domanda di servizi per la prima infanzia: le famiglie e il carico assistenziale • 2 - La rete dei servizi per la prima infanzia • 3 - Sistemi di accesso e accessibilità • 4 - Le caratteristiche strutturali e organizzative dei servizi • 5 - Esperienze innovative e buone pratiche
Ampiezza dell’offerta 59 nidi d’infanzia (tra i quali 3 sez. primavera) 5 sez. primavera 2 spazio bambini e genitori 6 centri gioco 1 nido domiciliare 73 servizi educativi
Recettività delle strutture Regione Toscana 29,75% 22,10%
Il ruolo dei soggetti privati Provincia AR Regione Toscana 60,7% 81% A gestione privata Dei quali 27 gestiti da cooperative sociali
La governancedell’offerta territoriale 6 in Casentino 1 in Valdarno 4 in Valtiberina 5% popol.
La regolamentazionedell’accesso ai servizi L’indagine ha investigato 3 livelli: 1. prerequisiti per l’accesso 2. requisiti con riserva di accesso 3. requisiti con priorità di accesso Residenza Vs residenza + età Segnalazione servizi sociali In mancanza di un sistema integrato, tale insieme di regole differenzia nettamente il comportamento dei servizi pubblici rispetto a quelli privati. I servizi educativi per la prima infanzia in provincia di Arezzo 1 di 7
Criteri di definizione dellepriorità di accesso Soggetti privati • Incidenza dei criteri relativi a : • Organizzazione familiare • Disagio socio-familiare • Capacità economica familiare Soggetti pubblici
Criteri per la definizionedella retta I servizi educativi per la prima infanzia in provincia di Arezzo 1 di 7
La flessibilità dell’accoglienza • L’orario di apertura più frequente è le 7,30 • L’orario di chiusura più frequente è le 17,30 • L’80% in media dei servizi prevede un’apertura pomeridiana • La percentuale di apertura dei servizi a luglio è ancora bassa nella Zona Aretina e in Casentino • Ad agosto sono aperti soltanto 2 nidi privati • Nel sabato sono aperti soltanto 3 nidi e nessun servizio è aperto alla domenica • 19 nidi offrono alle famiglie la possibilità di proporre l’apertura del servizio in periodi e giorni non ordinari In generale la situazione logistica agevola la raggiungibilità delle strutture
Rapporto mediobambini-operatori Il rapporto bambini-operatori è in media più elevato della media regionale e il gap si alza se si considerano i soli educatori
Rapporto bambini-educatorinelle diverse tipologie di servizio Il rapporto bambini-educatori è sempre inferiore agli standard prefissi dalla normativa
La gestione della mensa Nella grande maggioranza dei casi è coinvolto un nutrizionista
Supervisione, coordinamento,formazione degli educatori • La supervisione psico-pedagogica è presente soprattutto nella Zona Aretina (tutti i servizi comunali + 3 privati) • Il coordinamento pedagogico è pressoché sempre previsto (tranne che in 6 servizi) • Nella maggior parte dei casi tale figura è esterna al servizio educativo • La formazione va dalle 17,6 ore delle strutture comunali del Valdarno a 40 ore dei servizi della Valdichiana
Il servizio educativo comerisorsa per l’inclusione sociale • Nel 2006 i bambini da 0 a 3 anni con disabilità certificata erano 105, tra i quali 49 residenti in Valdarno. • Nell’a.s. 2007-2008 i bambini frequentanti i servizi per la prima infanzia sono stati 19 (18%). • Piani Educativi Individualizzati vengono elaborati essenzialmente soltanto dai servizi comunali, in collaborazione con i servizi sociali (+ 8 privati tra Zona Aretina e Valdarno) • Assistenti Sociali : il nido quale luogo privilegiato ove promuovere la socializzazione, agevolare la riabilitazione, comunicare alla famiglia sostegno e solidarietà, promuovere l’integrazione.
I rapporti con le famiglie Riunioni periodiche colloqui individuali, comunicazione del menù affissione di pannelli sono modalità di interazione e comunicazione ordinarie La Carta dei Servizi è rara nei servizi comunali (14%) L’organizzazione di feste aperta all’esterno è minoritaria tranne che in Valdichiana I Comitati dei genitori sembrano attivati in forma minore presso i servizi privati Il Diario di bordo sembra avere meno successo nei servizi privati e comunque un uso più limitato ovunque Il CD musicale ha pari dignità rispetto agli strumenti soltanto in Valdichiana
L’organizzazione didatticae l’uso degli spazi Aree di investigazione • Articolazione in sezioni • Materiali dei giochi (plastica?) • Collocazione delle attività principali negli spazi interni • Svolgimento di alcune attività (musica, audiovisivi, spettacoli) • Gestione della fase del pasto • Gestione della fase del sonno • Caratteristiche dello spazio esterno (erba?) • Presenza di arredi da esterno
[…..] Amministratori, decisori + Gestori a b Modalità di definizione dei costi di gestione del singolo servizio Qualità del singolo servizio …misurata …percepita Fotografia della struttura della rete dei servizi educativi nella provincia e nelle 5 Zone Indagine presso ogni singola struttura su numerose caratteristiche ai fini di una rielaborazione di dati aggregati