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POLITICHE E SERVIZI EDUCATIVI PER L’INFANZIA. Cesena, 14 marzo 2006. EDUCAZIONE = SITUAZIONE COMPLESSA legata a tutti gli aspetti di vita di una comunità. Alcuni fattori che incidono sulla qualità dell’atto educativo: generali/nazionali; regionali; locali; singola istituzione.
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POLITICHE E SERVIZI EDUCATIVI PER L’INFANZIA Cesena, 14 marzo 2006
EDUCAZIONE = SITUAZIONE COMPLESSAlegata a tutti gli aspetti di vita di una comunità Alcuni fattori che incidono sulla qualità dell’atto educativo: • generali/nazionali; • regionali; • locali; • singola istituzione. N.B.: molteplicità di professioni e ruoli presenti nell’educazione, istruzione e formazione professionale
CRONISTORIA DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA dal 1925 al 2005A) C’era una volta… prima della legge 1044/71 Legge 10 dicembre 1925, n. 2277 Protezione e assistenza della maternità e dell’infanzia: • assistenza delle gestanti e delle madri bisognose o abbandonate, • assistenza ai bambini lattanti e divezzi fino al quinto anno per le cure necessarie e per un razionale allevamento, • assistenza per fanciulli di qualsiasi età appartenenti a famiglie bisognose e per minorenni Regio decreto n. 718/1926 Regolamento attuativo
Legge 26 agosto 1950, n. 860Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madriArtt. 11,12,13 • cameradi allattamento con personale “idoneo per la custodia dei bambini durante le ore di lavoro delle madri” (art. 12) • asili nido aziendali e interaziendali con personale “in possesso dei requisiti didattici per l’assistenza e l’educazione della prima infanzia” (art. 13)
B) Legge 6 dicembre 1971, n. 1044Piano quinquennale per l’istituzione di asili nido comunali con il concorso dello Stato • L’asilo nido comunale è finalizzato alla custodia temporanea dei bambini, all’assistenza alla famiglia e all’accesso della donna nel mondo del lavoro; • Personale qualificato, sufficiente e idoneo per l’assistenza sanitaria e psicopedagogica del bambino; • lo Stato dà gli indirizzi principali e finanzia il piano degli asili nido (Ministero della Sanità); • la Regione legifera sui criteri generali (costruzione, gestione, controllo); • il Comune gestisce gli asili nido sul suo territorio e prevede una regolamentazione degli stessi.
Dal 1972 al 2005 • Già alla fine degli anni ottanta iniziano ad accumularsiproposte di legge di revisione della 1044/71, di cui una anche di iniziativa popolare, che raccolse oltre 150.000 firme, promossa e sostenuta dal Gruppo nazionale Nidi-Infanzia. Saranno proposte tutte destinate all’insuccesso: le legislature si interrompono senza avere esaminato alcun testo
Nel 1997 con l’approvazione della legge n. 285Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, art. 5: servizi integrativi al nido (processo di costruzione del sistema dei servizi educativi); • Legge n. 451Istituzione della Commissione parlamentare per l’infanzia e dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia; - piani d’azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva; • Art. 70 Disposizioni in materia di asili nido della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (finanziaria 2002) • Art. 91 Asili nido nei luoghi di lavoro della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (finanziaria 2003)
Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3(Titolo V della Costituzione) Ridefinizione complessiva dei poteri e delle funzioni • dello Stato • delle Regioni • degli Enti locali Principio di sussidiarietà verticale e orizzontale Autonomia finanziaria di entrata e di spesa Una riformasvuotata di significato in mancanza di leggi attuative, fonte di numerosi conflitti interistituzionali e di attività della Corte costituzionale
Riforma costituzionale • Materie di competenza esclusiva dello Stato (politica estera, difesa, moneta, immigrazione…) • Materie di competenza concorrente: spetta allo Stato solo la definizione dei livelli essenziali, delle norme generali e dei principi fondamentali (istruzione, alimentazione, protezione civile…) e alle Regioni tutto il resto • Materie di competenza delle Regioni: tutte le materie non espressamente riservate allo Stato (sociale, istruzione e formazione professionale…)
SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE N. 370 DEL 2003 i servizi per la prima infanzia da materia di competenza delle Regioni (= sociale)a materia concorrente • Problemi aperti: - discorso dei fondi - legge delega n. 53/2003 (riforma Moratti) e anticipo alla scuola dell’infanzia - legge n. 328/2000 riforma del welfare nazionale (nuovo concetto di sociale, sussidiarietà verticale o orizzontale, integrazione delle politiche, riforma delle IPAB, Piani di zona... )
POLITICHE REGIONALI Attenzione ai diritti dei bambini alle esigenze delle famiglie Costruzione di un patrimonio di servizi di una esperienza educativa, pedagogica, gestionale, organizzativa, amministrativa
Servizi educativi 0-3 anni * Servizi integrativi: Spazi bambini - a.s. 2004/2005 e Centri bambini e genitori - a.s. 2003/2004 ** Servizi sperimentali (educatore familiare e domiciliare): progetti al 31/12/2005
Nidi d’infanzia pubblici e privati per Regione e Provincia autonoma, al 31.12.03 (Osservatorio nazionale) (a) dato parziale; (b) il dato si riferisce alla popolazione 0-2 anni al 1° gennaio 2004; n.d. = non disponibile; n.c. = non calcolabile
STRUMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI REGIONALI DAL 2000 legge 1/2000:Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia - direttiva sui requisiti strutturali e organizzativi (Consiglio regionale n. 1390/2000) - direttiva sull’autorizzazione al funzionamento (Consiglio regionale n. 227/2001) legge 8/2004: modifica della legge regionale 1/2000 - direttiva sui requisiti organizzativi, strutturali e sulla autorizzazione al funzionamento (Consiglio regionale n. 646/05)
LEGGE REGIONALE 1/2000 E SUCCESSIVE MODIFICHE • tre tipologie di servizi: - nidi d’infanzia - servizi integrativi (spazio bambini, centri bambini e genitori) - servizi sperimentali (educatrice familiare, domiciliare…)
ruolo centrale dei Comuni: - garanti della qualità e quantità dei servizi - formazione del personale - autorizzazione e accreditamento servizi privati - vigilanza • ruolo delle Province: - programmazione servizi ed equilibrio territoriale - monitoraggio dei servizi - istituzione della commissione tecnica provinciale - coordinamento pedagogico provinciale
Funzioni della Regione • Normazione • Programmazione: programma triennale e annuale per: - estensione dei servizi: fondi in conto capitale - consolidamento: fondi per la gestione - qualificazione: cura della formazione in servizio, coordinamento pedagogico nei servizi pubblici e privati, coordinamento pedagogico provinciale • Progetti pluriennali: - cura della formazione di base: convenzione con l’Università di Bologna - documentazione pedagogica - scambi pedagogici • Monitoraggio
COORDINATORE PEDAGOGICO • laurea specifica ad indirizzo pedagogico e psicologico • funzioni e compiti di • coordinamento dei servizi educativi • indirizzo e sostegno al lavoro degli operatori • promozione e valutazione della qualità • monitoraggio e documentazione delle esperienze • sperimentazione e ricerca • raccordo con altri servizi sociali, scolastici, sanitari • collaborazione con e sostegno alle famiglie • ponte verso la comunità locale
COORDINAMENTO PEDAGOGICO a)comunale o territoriale • raccordo tra servizi educativi del territorio • continuità degli interventi • efficienza organizzativa e gestionale • concorso alla definizione degli indirizzi e qualificazione del sistema locale dei servizi b) provinciale • composto da tutti i coordinatori pedagogici • compiti di • formazione e autoformazione • scambio e confronto di esperienze • raccordo con i Centri per le famiglie e con istituti di ricerca • supporto all'innovazione, sperimentazione e qualificazione del sistema provinciale • sostegno all'attività programmatoria provinciale
ATTIVITA' DEL SERVIZIO POLITICHE FAMILIARI, INFANZIA E ADOLESCENZA • servizi 0-6 anni (servizi educativi e qualificazione scuole dell'infanzia) • promozione dei diritti dei bambini e ragazzi • tutela dell'infanzia e adolescenza • accoglienza in famiglia (adozioni e affidamenti) e in comunità (familiare, educativa, pronta accoglienza, casa famiglia…) • centri per le famiglie • centri e case per donne maltrattate • banche del tempo • osservatorio regionale infanzia e adolescenza
ATTIVITA’ PROMOZIONALI SUI DIRITTI PER L'INFANZIA E ADOLESCENZA • Cosa si intende: connotazione più estesa e dinamica di benessere sociale • Cosa sono: diritti di personalità e di cittadinanza: partecipazione alla vita della comunità e alle sue scelte (assunzione in una pratica amministrativa integrata dei diritti di cittadinanza) • Cosa richiede: - messa in atto di contesti e garanzie per lo sviluppo e la crescita armonica del bambino e dell’adolescente • - accompagnamento, sostegno e ascolto da parte dei familiari, educatori... • A cosa mira: - a rendere consapevoli dei diritti propri e di quelli degli altri, - allo sviluppo di una cultura dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
Alcuni esempi di diritti • - Il diritto alla tutela della “buona” nascita • - il diritto di vivere in un ambiente familiare adeguato e responsabile • - il diritto ad un ambiente vivibile attento anche al superamento precoce delle diseguaglianze • - il diritto alla protezione da malattie infettive e una corretta informazione ed educazione alla salute • - il diritto ad essere curato appropriatamente nella quotidianità per una crescita armoniosa • - il diritto del bambino e dell’adolescente ad essere ascoltato
CENTRI PER LE FAMIGLIE • 21 Centri comunali o territoriali • Offrono: -servizi informativi • percorsi di preparazione alla genitorialità • sostegno alla genitorialità anche attraverso corsi, gruppi o consulenza educativa • mediazione familiare • progetti interculturali • documentazione e sperimentazione • 14 Centri hanno attivato il servizio “INFORMA FAMIGLIE” con: • mappatura delle risorse (sociali, sanitarie, scolastiche, culturali…) del territorio per genitori e bambini • sito internet • operatore di sportello per informazioni e accesso presso il Centro per le famiglie
OSSERVATORIO SULL'INFANZIA E L'ADOLESCENZA • L’osservatorio sull'infanzia e adolescenza (legge 451/97) si interessa di raccolta, studio, pubblicazioni di flussi informativi sui minori • l’osservatorio intende offrire agli amministratori e agli operatori un quadro aggiornato e più vicino alla realtà possibile della condizione e dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza • aree di indagine: - bambini, ragazzi e famiglie; - educazione, istruzione e formazione - difficoltà del crescere e tutela - nuovi bisogni sociali e sanitari - opportunità per i bambini e i ragazzi.
Cura la pubblicazione di testi generali e di approfondimento • notizie, • materiali, • approfondimenti sono sul sito: www.regione.emilia-romagna.it/infanzia/
TAVOLO INTERASSESSORILElegge regionale 10/2004 “Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Associazione Nazionale Italiana "Città amiche dell'infanzia e dell'adolescenza (Camina)" • più Assessorati curano politiche che hanno risvolti sulla vita dei bambini e ragazzi • gruppo interassessorile di valutazione dell'impatto di atti regionali sulla condizione dell'infanzia e adolescenza • programmazione e valutazione delle attività per le città amiche dei bambini e dei ragazzi
FIGURA DI SISTEMA • professionista a ciò dedicato • ambito territoriale d’intervento è il distretto o la zona sociale • obiettivo principale è la messa in sinergia degli interventi dedicati a infanzia e adolescenza da: sociale, scuola, sanità e aree educativa e ricreativa • lavora per prevenire nuove forme di disagio sociale • è in dialogo con i coordinamenti provinciali • costruisce rapporti tra pubblico e privato • cura la proposta e l’attuazione del programma territoriale per l’infanzia e l’adolescenza
PROPOSTA DI LEGGE SUI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA DI INIZIATIVA POPOLARE del dicembre 2004 La proposta di legge • nel Titolo I “Disposizioni generali” - caratteristiche del sistema integrato per l’infanzia; - nidi e servizi integrativi (vedi art. 5 della legge 285/97); - servizi innovativi e sperimentali (le Regioni libere di prevederli e normarli); - scuole dell’infanzia (generalizzazione);
nel Titolo II “Norme generali, principi fondamentali, livelli essenziali e funzioni” - livelli essenziali (titoli, rapporto bambini e servizi, standard minimi strutturali e di funzionamento, coordinamento pedagogico, rapporto educatori/ insegnanti e bambini, partecipazione dei genitori, accoglienza delle diversità); - funzioni e compiti dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali (autorizzazione e accreditamento);
nel Titolo III “Piano nazionale per il sistema integrato per l’infanzia” -il piano d’azione nazionale pluriennale del sistema integrato; - la partecipazione economica delle famiglie (max 30% e ISEE); - copertura finanziaria (imposta sulle successioni e donazioni: legge 383/2001): da 400 milioni per il primo anno fino a 650 nel sesto anno di attuazione; - abrogazioni.
Scuole dell'infanzia - a.s. 2004/2005 Fonte: elaborazioni su dati MIUR