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Unità n. 7 I modelli della didattica e la valutazione

Unità n. 7 I modelli della didattica e la valutazione. Evoluzione della scienza 1. Teoria di Kuhn Alternarsi di fasi normali e fasi paradigmatiche VS Evoluzione come accumulo. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Evoluzione della scienza 2.

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Unità n. 7 I modelli della didattica e la valutazione

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Presentation Transcript


  1. Unità n. 7I modelli della didattica e la valutazione

  2. Evoluzione della scienza 1 Teoria di Kuhn Alternarsi di fasi normali e fasi paradigmatiche VS Evoluzione come accumulo Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche

  3. Evoluzione della scienza 2 Anomalia non spiegabile col paradigma dominante Mutamento di paradigma

  4. Paradigma 1 Non tanto modello (amo, amas, amat…) quanto: «una costellazione di punti di arrivo, che comprendono valori, tecniche, ecc, condivisa da una comunità scientifica e da essa usata per dare legittimità a problemi e soluzioni» (T. Kuhn)

  5. Paradigma 2 Scienze esatte Approccio paradigmatico Approccio pluriparadigmatico Scienze umane Coloro la cui ricerca si basa sui paradigmi condivisi dalla comunità scientifica s’impegnano ad osservare le stesse regole e gli stessi modelli nella loro attività scientifica. (Kuhn)

  6. P. della conoscenza e P. didattici e valutativi

  7. Conoscenza lineare Fondamento: Scienza caratterizzata da concezione realista della realtà. Il pensiero rispecchia la realtà, rispecchia il mondo, che esiste con le sue regole indipendentemente dal soggetto che lo conosce, il cui pensiero lo riproduce Razionalità scientifica

  8. Costruzione della conoscenza Ciò che noi percepiamo della realtà non è una riproduzione della realtà esterna. La conoscenza ha sempre una componente soggettiva che non si può eliminare, che cambia da soggetto a soggetto ed è interna a ciascuno. La realtà esiste, i nostri sensi ci danno conto di questo, ma noi organizziamo la nostra percezione in base a dei veri e propri pregiudizi. La conoscenza ha una componente interpretativa per cui il soggetto non è passivo ma partecipa significativamente alla sua costruzione

  9. P. didattici dell’apprendimento-Galliani Razionalista - informazionista Sistemico - interazionista Costruttivista - sociale Teorie della comunicazione e della conoscenza

  10. Trasferimento di informazioni da D (Emittente) ad A (Ricevente) Retroazione (feed - back) Autoregolazione Docente Allievo/i M2 Docente M1 Allievo R P. razionalista - informazionista

  11. P. razionalista - informazionista Sapere cosa Senso dato in partenza Programmazione per obiettivi_Meccanicismo_Mastery_ Comportamentismo_Valutazione diagnostica, formativa e sommativa

  12. P. sistemico - interazionista Sapere come Senso mediato per risolvere i problemi Ricerca (azione sugli oggetti della conoscenza) Relazioni interpersonali Ricerca di senso Interazione: relazioni tra docente e alunni e nei gruppi Strumenti valutativi di natura qualitativa_ Docente facilitatore_

  13. P. costruttivista - sociale Senso costruito, condiviso e distribuito Saper fare, sapere perché, quando e dove Conoscenza situata Collaborazione e negoziazione sociale Apprendimento individuale ma nella comunità di apprendimento Esperienza Valutazione autentica_ Compiti significativi. Sostegno all’apprendimento_ Progetto

  14. Programma_V. selettiva e sommativa_Prodotto Razionalista - informazionista Sistemico - interazionista Programmazione_L.517/77_ Processo e prodotto Progetto_Sostegno all’apprendimento Costruttivista - sociale P. didattici dell’apprendimento- Piu Normativa e scuola reale

  15. Pagella Grazie alla studentessa Sabrina Ceraso

  16. Scheda personale Frontespizio

  17. Scheda personale . Quadro 1

  18. Scheda personale . Quadro 2a ELEMENTI DA REGISTRARE A CURA DEL CONSIGLIO DI CLASSE. Giudizi analitici motivati per ciascuna disciplina in rapporto alla programmazione didattica, desunti dalle osservazioni sistematiche …

  19. Scheda personale. Quadro 2b Valutazione adeguatamente informativa sul livello globale di maturazione …

  20. E ora? Autonomia scolastica, nell’ambito dell’unitarietà del sistema nazionale Indicazioni per il curricolo Progetto d’istituto, nel rispetto delle linee generali

  21. I modelli di Damiano

  22. I quattro paradigmi della valutazione Della decisione; Dell’informazione; Dell’interpretazione; Della formazione

  23. 1. Il paradigma della decisione • Storicamente si rifà a Piéron: razionalità scientifica: docimologia votata al perfezionamento dei metodi destinati ad assicurare le “graduatorie umane” • Psicometria: misurazione delle prestazioni degli alunni (prove oggettive) per rendere scientifica la decisone

  24. Il paradigma della decisione Parole d’ordine: Assicurare la misura Bonniol e Vial: modello della valutazione come misura

  25. Il paradigma della decisione: punti di forza • Una maggiore oggettività nella misurazione dei risultati finali; • Una minore relatività dei giudizi e nei voti anche intermedi; • Una maggiore consapevolezza della ineliminabile soggettività (Hadji)

  26. Il P. della decisione: punti di debolezza • Giudica ma non spiega • Giudica ma dimentica che è funzione della valutazione essere strumento di formazione; • Giudica e dimentica che suo interesse è facilitare l’azione

  27. 2. Il P. dell’informazione • La valutazione al servizio dell’insegnamento e dell’insegnante (che non è solo l’esaminatore finale ma che valuta nel quadro delle sue azioni di formazione); • «Risalire, per quanto riguarda l’alunno, dal prodotto (“il compito scolastico”) al produttore e ai processi di produzione e, per quanto riguarda il valutatore, dal voto, espressione – risultato della valutazione all’attività di valutazione nella sua complessa globalità»

  28. Il P. dell’informazione:il cuore del problema «Non si tratta più di misurare, ma di analizzare, di diagnosticare: concentrarsi sull’alunno per conoscerlo meglio, al fine di aiutarlo meglio […] lungi dall’essere una misura, la valutazione è un atto sociale, che si pone nel quadro di un rapporto sociale di comunicazione» che ha almeno due protagonisti (insegnante – alunno). (Hadji),

  29. Il P. dell’informazione: la parola d’ordine … • Valutazione formativa ossia • valutazione nei e dei processi e non solo dei prodotti: «il contenuto non si può considerare indipendente dal problema pedagogico»

  30. La dimensione informativa … deve raccogliere informazioni, senza le quali non può svolgere il suo ruolo, che è quello di assistere l’apprendimento (dissoluzione nella didattica?)

  31. …. La valutazione • ha il compito di fornire giorno per giorno informazioni che assistano la pratica dell’insegnamento; • consiste «nella raccolta e uso d’informazioni circa i mutamenti nel comportamento degli allievi allo scopo di prendere decisioni riguardo al programma educativo» (Crombach)

  32. La dimensione informativa: e nella scuola italiana? • La legge 517/77 • Sostituisce ai voti i giudizi (quelli analitici e quelli globali), adotta la scheda personale. Bonniol e Vial: modello della valutazione come gestione

  33. Ma oggi tutto questo basta? • La società complessa. L’incertezza e le differenze (Edgar Morin) • L’apprendimento schizofrenico (Gregory Bateson) • I luoghi dell’apprendimento informali, non formali e informali • La società della conoscenza • Il pensiero riflessivo • L’eterotopia (l’altrove del pensiero che fa cambiare il nostro pensiero)

  34. No, non basta Parlare di valutazione comporta la ricerca di metodologie interpretative. Il soggetto in apprendimento diventa un soggetto da ascoltare, ha una storia cognitiva da raccontare, un romanzo di formazione che aiuta a comprendere il senso di quella storia. La conversazione autobiografica della valutazione è una delle strade promettenti; la sua cultura è un “testo” da interpretare, se l’insegnante ha competenze etnografiche o ermeneutiche (L. Fabbri, F. Batini)

  35. Il paradigma dell’interpretazione: lo sfondo Il costruttivismo socio – interazionista

  36. 3 Il P. dell’interpretazione: lo sfondo • L’era della differenziazione culturale; • Il pensiero migrante • L’apprendimento è situato (e quindi è contestualizzato, è negoziato, è condiviso, è collaborativo.) • In quanto collaborativo l’apprendimento «fornisce l’opportunità di fruire di quella “zona di funzionamento psicologico detta di sviluppo prossimale” (VygotskiJ, 1978) entro la quale il soggetto può svolgere assieme agli altri, pari o adulti più esperti, attività cognitive che non assolverebbe altrimenti da solo» (Varisco, 1996)

  37. Valutare No a metodologie standardizzate e quantitative, Sì “pratiche individuali, locali, particolari, specifiche, che hanno a che fare con elementi biografici ed autobiografici sul versante cognitivo, che raccontano la storia, narrano cioè i passi percorsi nella storia formativa, irrepetibile di un soggetto” Sì alla riflessione (Fabbri e Batini)

  38. P. dell’interpretazione Bonniol e Vial: modello della valutazione come ricerca di senso

  39. 4 - Il paradigma della formazione Parole d’ordine: Mente plurima e flessibile nella società della conoscenza Riflessività, criticità, dialogicità Controllo interno vs controllo esterno Autonomia dei soggetti

  40. Dall’etero all’autoV Il fine ultimo, ma proprio ultimo, è L’autovalutazione (dell’allievo, del docente, del micro e del macro sistema)

  41. Autovalutazione • Pensiero riflessivo • Autonomia cognitiva (il soggetto co-protagonista nella costruzione della sua conoscenza) VS • Valutazione eterodiretta

  42. In bocca al lupo per gli esamiauguri per la vostra vita

  43. In bocca al lupo per l’esame Auguri per la vostra vita. Con tutto il cuore.

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