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Non si può dire che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale Benedetto XVI GLOBALIZZAZIONE

Non si può dire che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale Benedetto XVI GLOBALIZZAZIONE.

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Non si può dire che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale Benedetto XVI GLOBALIZZAZIONE

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Presentation Transcript


  1. Non si può dire che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondialeBenedetto XVIGLOBALIZZAZIONE Processo (o insieme di processi) consistente in una trasformazione nell’organizzazione spaziale della relazioni e delle transazioni sociali che produce flussi e reti transcontinentali o interregionali di attività, interazioni e potere

  2. Cosa provoca Estende attività sociali, politiche ed economiche attraverso le frontiere politiche, le regioni e i continenti

  3. Cosa provoca Intensifica la dipendenza reciproca con il progressivo aumento dei flussi di commercio, investimenti, finanza, migrazione e cultura

  4. Cosa provoca ‘Accellera’ il mondo. L’introduzione di nuovi sistemi di trasporto e comunicazione implica un più rapido movimento di idee, beni, informazioni, capitali e persone

  5. Cosa provoca Dal locale al globale Dal globale al locale Riguarda le connessioni (economiche, finanziarie, criminali, culturali, ambientali) tra le diverse regioni del mondo

  6. Cosa comporta • E’ la fine degli STATI-NAZIONE? • E’ la fine della POLITICA?

  7. Che si intende perMERCATO INTERNAZIONALE • Interscambio commerciale che esiste tra differenti compratori e venditori oltre le frontiere dei singoli Stati-nazione. • Interscambio commerciale tra i differenti paesi del mondo

  8. Perché il mercato internazionale è complicato? • I principali venditori sono le imprese multinazionali • I compratori o ‘consumatori’ sono le persone di ogni paese • Le imprese multinazionali sono a loro volta compratrici • I lavoratori vendono la loro forza-lavoro in cambio di un salario

  9. Cosa si vende nel mercato internazionale? Non si vendono solo prodotti (televisori, auto) Si vende e si compra denaro Si scambiano materie prime (petrolio, gas) Si vende manodopera

  10. AGENTI DELLA GLOBALIZZAZIONE Chi sta dietro la globalizzazione? • Le imprese multinazionali • Le banche multinazionali • I governi conservatori e neo-liberal • Gli organismi finanziari internazionali

  11. LE MULTINAZIONALI Le multinazionali sono imprese molto grandi che operano in molti paesi attraverso le filiali. Non sono in nessun luogo ed in tutti allo stesso tempo. La maggior parte delle multinazionali ha le sue sedi principali nei paesi più ricchi del mondo Sono molto potenti e controllano il mercato dei prodotti più importanti

  12. Multinazionali Ad esempio: solo 10 compagnie gestiscono il mercato e l’industria dell’informatica 9 controllano l’89% del mercato mondiale dell’informazione

  13. Per avere un’idea La quantità di vendite delle 100 maggiori imprese multinazionali non finanziarie equivale al 93% del PIL (prodotto interno lordo) dei paesi ‘sottosviluppati’ed è pari a 5 volte l’insieme delle esportazioni di tutti i paesi del ‘terzo mondo’ Esse hanno circa 12 milioni e mezzo di dipendenti ed hanno un peso economico uguale ai 100 maggiori paesi ‘più poveri’ dove abitano quattro miliardi e 150 miloni di persone

  14. IL MONDO É PICCOLO E IL CAPITALE NON HA PATRIA Nelle multinazionali nulla è nazionale (nemmeno la proprietà) e le leggi dei singoli paesi sul commercio internazionale sono solo un disturbo Le multinazionali si dispongono geograficamente seguendo due obiettivi: • Avere nelle vicinanze materie prime e manodopera a basso costo • Presenza di un buon mercato per i propri prodotti

  15. LE BANCHE MULTINAZIONALI Le banche multinazionali finanziano le imprese allo scopo di produrre più denaro. Non investono in processi produttivi, ma in operazioni finanziarie da cui ricavano più denaro D-D’ Il mercato del capitale finanziario (del denaro) si svolge nelle piazze finanziarie (Londra, New York, Tokio etc.)

  16. Un po’ di storia Alla fine del XIX e inizio del XX secolo nascono le prime imprese multinazionali Nel 1944 Stati Uniti e i loro alleati europei si riunirono a Bretton Woods per stabilire condizioni che avrebbero dovuto evitare crisi analoghe a quella che aveva portato alla II guerra mondiale: disordine monetario mondiale caduta del commercio internazionale elevato indebitamento

  17. A Bretton Woods emergono due posizioni • Britannica, che con Keynes proponeva la creazione di una moneta mondiale (Bancor) e la creazione di uno Stato sovranazionale internazionale che mantenesse l’equilibrio economico e finanziario • Statunitense, che sosteneva che Gli USA, usciti illesi dalla guerra, potevano dirigere la ricostruzione mondiale

  18. GLI USA SI IMPONGONO Il dollaro divenne la ‘divisa’ di scambio o riserva di valore a livello mondiale Piano Marshall per la ricostruzione in Europa GATT per il commercio intenazionale FMI per regolare il sistema monetario internazionale BIRs Banca internazionale per la Ricostruzione e l’Incentivazione allo scopo di fornire crediti per la ricostruzione

  19. GATT 1947 nasce il GATT ( Accordo Generale sul Commercio e sui Dazi doganali) Organismo che ha l’obiettivo di sostenere la liberalizzazione del commercio mondiale, eliminando barriere doganali imposte dai singoli paesi nell’attività di commercio internazionale Il GATT (come organizzazione) è stato sostituito, dal 1 gennaio1995, dall'Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization - WTO)

  20. OMC (WTO) • L'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), World Trade Organization (WTO), è un'organizzazione internazionale creata allo scopo di supervisionare numerosi accordi commerciali tra i 150 stati membri. Detiene il 97% di beni e dei servizi del mondo. • Il WTO è stato istituito il 1 gennaio1995, alla conclusione dell'Uruguay Round

  21. Obiettivo generale del WTO è quello dell'abolizione o della riduzione delle barriere tariffarie al commercio internazionale; a differenza di quanto avveniva in ambito GATT, oggetto della normativa del WTO sono, però, non solo i beni commerciali, ma anche i servizi e le proprietà intellettuali.

  22. Gli accordi WTO coprono: Beni Servizi Proprietà intellettuali

  23. BANCA MONDIALE La Banca Mondiale è parte delle Nazioni Unite ma la struttura direzionale della Banca differisce da quella dell'ONU: ciascuna delle istituzioni facenti parte del gruppo ha, infatti, come "azionisti" i governi dei paesi membri, come sottoscrittori delle quote di capitale, i cui voti sono proporzionali alle quote azionarie possedute. La partecipazione come paese membro assicura, infatti, un certo numero di diritti di voto uguali per tutti i paesi ma ulteriori diritti di voto vengono attribuiti in dipendenza dei contributi finanziari del paese membro Come risultato di tale suddivisione la Banca Mondiale ed il FMI sono controllati, principalmente, dai paesi occidentali, mentre i paesi dove tali istituzioni operano sono stati e sono quasi esclusivamente paesi in via di sviluppo.

  24. Cosa non va? Alcuni critici sostengono che una diversa struttura organizzativa potrebbe garantire una maggiore attenzione ai bisogni dei paesi beneficiari: dal momento che (al 1 novembre2004) gli Stati Uniti detenevano il 16.4% del totale dei diritti di voto, il Giappone il 7.9%, la Germania il 4.5%, Francia e Gran Bretagna il 4.3% ciascuna e che le decisioni più importanti necessitano di una maggioranza qualificata dell'85% un solo paese od un gruppo ristretto di paesi possono, da soli, bloccare qualsiasi riforma.

  25. FMI Il Fondo Monetario Internazionale (International Monetary Fund, di solito abbreviato in FMI in italiano e in IMF in inglese) è, insieme al Gruppo della Banca Mondiale, una delle organizzazioni internazionali dette di Bretton Woods, dalla sede della Conferenza che ne sancì la creazione. L'Accordo Istitutivo acquisì efficacia nel 1945 e l'organizzazione nacque nel maggio1946. Attualmente gli Stati membri sono 185. L'FMI si configura anche come un Istituto specializzato delle Nazioni Unite.

  26. Fini del FMI • Fini statutari del FMI • Nell'articolo 1 dell'Accordo Istitutivo gli scopi del FMI sono così definiti: • Promuovere la cooperazione monetaria internazionale • Facilitare l'espansione del commercio internazionale • Promuovere la stabilità e l'ordine dei rapporti di cambio, evitando svalutazioni competitive • Dare fiducia agli Stati membri rendendo disponibili, con adeguate garanzie, le risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti • In relazione con i fini di cui sopra, abbreviare la durata e ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti degli Stati membri.

  27. Come funziona il FMI • Dei membri del Consiglio Esecutivo 5 sono permanenti e appartengono ai 5 Stati che detengono la quota maggiore (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia e Regno Unito) mentre gli altri sono eletti dal Consiglio dei Governatori sulla base di un sistema di raggruppamenti di nazioni Il FMI dispone di un capitale messo a disposizione dai suoi membri e il voto all'interno dei suoi organi è ponderato a seconda della quota detenuta. Questo fa sì che, considerato che per prendere le decisioni più importanti sono necessarie maggioranze molto alte (2/3 o i 3/4 dei voti). Gli Stati Uniti e il gruppo dei principali paesi dell'Unione Europea si trovano ad avere un potere di veto di fatto, presi singolarmente (nel caso della maggioranza dei 3/4) o insieme (maggioranza dei 2/3).

  28. Cosa fa il FMI Oggi il FMI si occupa per lo più di concedere prestiti agli Stati membri in caso di squilibrio della bilancia dei pagamenti. Il FMI si occupa anche della ristrutturazione del debito estero dei paesi del cosiddetto Terzo Mondo. Il FMI impone di solito a questi paesi dei piani di aggiustamento strutturale (PAS) come condizioni per ottenere prestiti o condizioni più favorevoli per il rimborso del debito che costituiscono l'aspetto più controverso della sua attività. Questi piani sono infatti modellati su una visione neoliberista dell'economia e sulla convinzione che il libero mercato sia la soluzione migliore per lo sviluppo economico di questi paesi..

  29. I PAS (Piani di aggiustamento strutturale) I PAS sono infatti modellati su una visione neoliberista dell'economia e sulla convinzione che il libero mercato sia la soluzione migliore per lo sviluppo economico di questi paesi. Tra i punti principali essi comprendono: • la svalutazione della moneta nazionale • la riduzione del deficit di bilancio da conseguire con forti tagli alle spese pubbliche e aumento delle imposte • privatizzazioni massicce • l'eliminazione di qualsiasi forma di controllo dei prezzi.

  30. Condizioni per la globalizzazione • Sviluppo della tecnologia moderna • Globalizzazione finanziaria • Mercato mondiale

  31. 1. Globalizzazione e tecnologia • Produzione di massa e a ritmi accelerati • Segmentazione del processo produttivi (un prodotto viene fabbricato in molti luoghi, in molte fabbriche anche in paesi differenti e distanti tra loro,dove è più facile avere materie prime e manodopera a basso costo, per ridurre i costi)

  32. Tecnologia e consumi La tecnologia fa in modo che • i prodotti che si fabbricano siano uguali per i consumatori di tutto il mondo e che le forme di consumo siano uguali a prescindere dalle culture differenti • ci sia flessibilità nella produzione per rispondere in fretta al cambiamento dei gusti • permette di controllare la produzione, gli acquisti, le vendite • Assicura rapidità ed efficienza nel trasporto merci

  33. 2. Capitale finanziario e deregulation Gli Stati hanno eliminato barriere, leggi, burocrazia, tasse per far entrare od uscire denaro da un paese,con la conseguenza che la vera globalizzazione è quella finanziaria. Il capitale finanziario non occupa spazio e tempo e si trasporta facilmente

  34. 3. Mercato mondiale Non esiste un mercato mondiale perché il capitale commerciale e quello produttivo non hanno la stessa libertà di quello finanziario per dislocarsi nel mondo. • Non tutte le merci hanno libera circolazione • La forza lavoro non ha libera circolazione • Con lo sviluppo tecnologico si produce di più con meno lavoro

  35. Conseguenze della globalizzazione La globalizzazione fa più ricchi i ricchi e più poveri i poveri Ulteriore frattura tra il Nord e il Sud Aumento delle povertà anche nei paesi ‘ricchi’ Aumento della disoccupazione Mancanza di potere decisionale dei governi dei singoli Stati

  36. Per ultimo, ma non ultimo: distruzione ambientale • Distruzione ed esaurimento delle risorse naturali • Mondializzazione del deterioramento ecologico

  37. CHE FARE? • A problemi mondiali, soluzioni mondiali • I governi dei paesi del cosiddetto Terzo Mondo devono unirsi per negoziare con BM, FMI, Banche multinazionali in difesa degli interessi nazionali e della popolazione tutta • Devono cioè riprendere un ruolo politico

  38. Lavoratori e lavoratrici • Lavoratori e lavoratrici di un paese devono comunicare ed organizzarsi per concordare fra loro e richiedere diritti umani e sul lavoro • Creare reti mondiali di informazione e comunicazione

  39. Per fare il punto La globalizzazione riduce gli spazi di partecipazione sociale Negli Stati ci deve essere maggiore democrazia Bisogna fare in modo che il capitale finanziario non sia più fine a se stesso, ma al servizio della produzione e della generazione di ricchezza sociale Gli equilibri sociali sono più importanti di quelli economici La questione ambientale è vitale per l’esistenza del pianeta

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