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PON B 10 POSEIDON. TOPOI E TEMI LETTERARI “Ulisse nel labirinto”. Scuola Secondaria di I grado Classi I A – I B- I C– II A – II B – II C Progetto coordinato dalle prof.sse Andriani R., Dolce M., Florio M. Sommario. Parte Prima: I CLASSICI Parte Seconda: ODISSEO. Fine.
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PON B 10POSEIDON TOPOI E TEMI LETTERARI “Ulisse nel labirinto” Scuola Secondaria di I grado Classi I A – I B- I C– II A – II B – II C Progetto coordinato dalle prof.sse Andriani R., Dolce M., Florio M.
Sommario • Parte Prima: I CLASSICI • Parte Seconda: ODISSEO Fine
Collegate ogni parola chiave alle sue definizioni αβ Classico αβ Autore αβ Biblioteca αβ Moderno αβ Libro
Dopo aver discusso sui collegamenti effettuati, esponete le vostre riflessioni servendovi delle definizioni date.
Italo Calvino Perché leggere i classici 1.I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: «Sto rileggendo...» e mai «Sto leggendo...»
2. Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
3. I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare sia quando s'impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.
4. D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima. 5. D'un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura.
6.Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
7.I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume).
8.Un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.
9.I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire,tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.
10. Chiamasi classico un libro che si configura come equivalente dell'universo, al pari degli antichi talismani.
11. Il «tuo» classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.
12. Un classico è un libro che viene prima di altri classici; ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello, riconosce subito il suo posto nella genealogia.
13. È classico ciò che tende a relegare l'attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno. 14. È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l'attualità più incompatibile fa da padrona.
Ogni gruppo selezioni le definizioni più vicine al proprio concetto di classico e moderno e ne motivi la scelta.
E per il prossimo incontro preparatevi ad un combattimento senza esclusione di colpi (?)
J. Swift, La battaglia dei libri Una immaginaria battaglia tra i libri antichi e moderni Esercizio di scrittura INVENTATE STORIE A PARTIRE DAL TITOLO LA BATTAGLIA DEI LIBRI Tenete conto che stiamo lavorando su racconti che parlano di libri: che storia può venir fuori da un titolo del genere?Per facilitarvi il lavoro vi diamo, di seguito, alcuni possibili inizi che sottolineano la loro importanza.
La lite è scoppiata all’inizio (stando a quanto mi ha riferito un vecchio abitante del quartiere) a causa di un piccolo spiazzo che si estende su una delle due cime del colle del Parnaso, la maggiore e più alta delle quali sembra sia stata possesso indiscusso, da tempi immemorabili, di certi inquilini chiamati Antichi; l'altra cima, invece, è tenuta dai Moderni. Quest’ultimi, però, scontenti della posizione che occupavano inviarono agli Antichi degli ambasciatori lamentando che la maggior altezza dell’altra cima del Parnaso provocava loro un grave disagio, privandoli completamente della visuale, soprattutto in direzione Est; e pertanto, onde evitare una guerra, proponevano una scelta fra le seguenti soluzioni: o gli Antichi si degnavano di trasferire loro stessi e i loro effetti sulla cima più bassa, cosa che i Moderni avrebbero graziosamente concesso al fine di prendere il loro posto; oppure, i suddetti Antichi avrebbero dovuto consentire ai Moderni di salire su con piccozze e badili per livellare, di quel tanto che avrebbero ritenuto conveniente, la sommità del colle in questione. A questo gli Antichi replicarono quanto segue: che mai si sarebbero aspettati un messaggio del genere da parte di una colonia che solo per pura degnazione avevano ammesso nelle immediate vicinanze; quanto poi alla sede, ne erano loro gli occupanti aborigeni e perciò discutere di trasloco o di qualsivoglia cessione era come parlarsi in una lingua straniera; che, se l’altezza del colle riduceva la visuale dei Moderni, era uno svantaggio per il quale non potevano farci niente, pur invitandoli a riflettere se il danno (ammesso che lo si dovesse considerare tale) non fosse largamente compensato dall’ombra e dal riparo di cui godevano; che, proporre vuoi di livellare o di scavare era semplicemente follia o ignoranza dato che, ne fossero consapevoli o no, quel versante del colle era fatto di una roccia compatta che avrebbe infranto i loro attrezzi e le loro forze, senza subire neppure una scalfittura; che, in conclusione, suggerivano ai Moderni di elevare il loro lato del colle piuttosto che sognarsi di buttare giù quello degli Antichi, nel qual caso avrebbero non solo ricevuto il consenso ma anche un consistente aiuto. Assai indignati, i Moderni respinsero queste controproposte, continuando ad insistere su una delle loro due soluzioni. E fu così che da tale divergenza scaturì una guerra lunga e ostinata, sostenuta - da una parte - dalla determinazione e dal coraggio di alcuni leaders e alleati; ma sostenuta - dall’altra - dalla superiorità numerica che consentiva di arruolare sempre reclute per rimpiazzare le perdite. (da J. Swift, La battaglia dei libri, ed. Liguori 2002)
B. Nell’angolo estremo di un’ampia finestra aveva preso dimora un Ragno, che si era gonfiato a proporzioni eccezionali grazie alla strage di un numero infinito di mosche, le cui spoglie giacevano disseminate davanti ai cancelli de suo palazzo, come ossa umane davanti alla caverna di un gigante. I viali che conducevano al castello erano difesi da barriere e palizzate, tutte conformi ai moderni sistemi di fortificazione. Oltrepassati diversi cortili, si arrivava al centro e alla presenza del connestabile, insediato nei suoi appartamenti che avevano finestre e aperture di fronte a ogni viale, nell’eventualità di dover far sortite per predare o difendersi. In questa residenza egli viveva da tempo in pace e abbondanza, senza temere alcun pericolo alla sua persona dall’alto, da parte delle rondini, né al suo palazzo dal basso, da parte delle scope; finché il capriccio del caso non volle condurre lì un’Ape bighellona che, curiosando, aveva scoperto un pannello rotto nel vetro e si era intrufolata all’interno. Dopo aver girovagato per un po’ , aveva finito con l’atterrare su una delle mura esterne della cittadella del Ragno che, cedendo sotto il peso mal distribuito, era crollata sprofondando. Tre volte l’Ape tentò di aprirsi a forza un varco e tre volte il centro tremò. Avvertendo i tremendi scossoni, il Ragno dapprima ipotizzò che la natura stesse avvicinandosi alla dissoluzione finale; poi, che Belzebù in persona fosse arrivato con tutte le sue legioni a vendicare la morte di migliaia di sudditi che il Ragno, suo nemico, aveva ammazzato e divorato. Ciò nonostante, egli prese alla fine l’audace decisione di spingersi fuori e andare incontro al suo Fato. (da J. Swift, La battaglia dei libri, ed. Liguori 2002)
Prova ad immaginare come possono continuare le due storie.Procederete in questo modo: formate dei gruppi che lavoreranno alle storie; ognuno si inserirà nel gruppo di compagni che hanno scelto lo stesso incipit, lo stesso inizio (dalla voce verbale latina incipit, "comincia") e proverà con loro a inventare il seguito. Non dovete impiegare più di 20-30 minuti per abbozzare la trama, poi potete procedere alla stesura della storia, sia collettivamente sia individualmente, a vostra scelta.
La battaglia dei libri (A) Nel bel mezzo della guerra, Omero, un personaggio della fazione degli Antichi, era stanco di combattere per la differenza di altezza delle due cime del monte Parnaso e decise di abbandonare il suo schieramento e di rifugiarsi a valle. Avveniva la medesima cosa per i Moderni: Dacia si ribellò al suo gruppo e si recò a valle. Qui scoprì di non esser sola: Omero sembrava aspettarla da tempo. Le loro mani si incrociarono, i loro pensieri si incontrarono e fu amore a prima vista. Da quando il sole aveva fatto capolino sul fronte della montagna, i due non avevano smesso di confrontare le proprie idee sulla guerra scoppiata inutilmente, fino a che la palla infuocata non fu completamente scomparsa sulla linea dell’orizzonte. In quelle lunghe ore, i due capirono che avevano bisogno l’uno dell’altro e vollero ritornare dai loro schieramenti per raccontare ciò che avevano scoperto. Ma né gli Antichi né i Moderni condivisero la loro motivazione. La coppia non ottenne i risultati sperati. Fu proprio in quel momento che la dea Afrodite, che aveva seguito la loro storia d’amore sin dall’inizio, intervenne per aiutarli facendo dimenticare alle due parti il motivo del loro litigio. Dacia e Omero si recarono nuovamente dai compagni per spiegare loro che i Moderni hanno bisogno degli Antichi in quanto ispiratori dei loro racconti e senza i quali non sarebbero stati ideati. Lieta fu ai Moderni la notizia, ma agli Antichi sorse un dubbio: “Per quale ragione dovevano sacrificarsi per i Moderni?” Omero spiegò che se non ci fossero stati i Moderni gli Antichi sarebbero stati dimenticati e la loro eredità non avrebbe alimentato il sapere umano. A quel punto gli Antichi e i Moderni capirono la loro reciproca importanza, ringraziarono Omero e Dacia e giunsero ad una conclusione conveniente per entrambi: unificare le due cime del colle in un’unica grande montagna: la M.A.L. ( moderni,antichi libri). E vissero per sempre felici e contenti. Mario Bonucci, Sara Casalino, Alessia Florio, Pietro Guglielmi, Patty Tarantino, Angelo Terlizzi
LA BATTAGLIA DEI LIBRI (A) Sull’Olimpo, gli Dei si dividono in due gruppi: quelli che parteggiano per gli Antichi sono capitanati da Ermes, coloro che parteggiano per i Moderni sono guidati da Afrodite. Vi chiederete perché Ermes è dalla parte degli Antichi e Afrodite dei Moderni!? Ermes ritiene che gli antichi siano ermetici e misteriosi e che quando un mortale li legge ne rimane affascinato per gli insegnamenti che contengono. Afrodite preferisce i Moderni perché sono molto più immediati (anche se fanno tesoro del mondo degli Antichi per comprendere il proprio presente). Gli Dei, pur essendo in disaccordo, cercano di porre fine alla battaglia interrogando il Destino. Nel frattempo nel campo di battaglia, un Classico, disgustato da tanta inutile violenza, si rifugia nel bosco vicino per riflettere sullo scontro. Per caso, un Moderno codardo si nasconde nello stesso posto e, accortosi del Classico, lo pugnala alle spalle. Questi, prima di morire, lascia le sue ultime riflessioni all’avversario. Il Moderno, a quelle parole, si pente e decide di persuadere il suo popolo a lasciare i Classici al loro posto. Così, i Moderni mandano degli ambasciatori a chiedere la pace, ma i Classici si limitano a sospendere la battaglia per riflettere sul da farsi. La maggior parte dei combattenti sono contrari alla pace fra i due popoli, finché il signore degli Dei, li convince ad accettarla. Ancora oggi i classici si trovano nel punto più alto del monte Parnaso. Chiapparino Paola, Laddaga Caterina, Lamuraglia Emanuele, Mastrodonato Raffaella, Nanna Federica, Nolasco Benedetta, Visci Viviana
LA BATTAGLIA DEI LIBRI (B) Appena uscito, vide l’Ape che gli spiegò il perché fosse atterrata sulla mura della cittadella del Ragno: era stata avvertita dagli animaletti del castello che lì c’era una biblioteca piena di libri e, se voleva leggere i libri, doveva liberarsi del Ragno per sempre e impedirgli di mietere altre vittime. Scoppiò subito una violenta battaglia che si tenne nella biblioteca del grandissimo castello. In aiuto dell’Ape giunse Omero (antico scrittore greco, famoso per aver scritto l’Iliade e l’Odissea), mentre in aiuto del Ragno giunse Federico Moccia (il famoso scrittore di libri d’amore). Così avviene la memorabile battaglia fra Classico (Ape) e Moderno (Ragno). La battaglia fu difficile e si concluse con un pacifico patto fra l’Ape e il Ragno: l’Ape poteva costruire una cittadella vicino a quella del Ragno ma questi doveva promettere di non mangiare gli animaletti del castello che l’Ape aveva deciso di rendere colti. Il Ragno poteva però godere del miele, suo principale alimento, e della cera, con la quale costruiva candele per far luce sulla biblioteca, unico luogo rimasto in decadenza e senza una finestra che la illuminasse. Dopo parecchi giorni, il vecchio castello si ritrovò invaso da tanti ragnetti e tante api. Infatti, l’Ape aveva portato con sé l’alveare e allora il vecchio ragno solitario, osservando tutta l’amicizia che c’era fra le api, decise di permettere agli altri ragni di entrare nel suo castello. Così, l’Ape e il Ragno decisero di condividere tutto quello che avevano e costruirono un'unica grande città, abitata da api e ragni, situata sotto gli scaffali della biblioteca. Nella città c’era un enorme parco con una imponente statua che rappresentava l’Ape e il Ragno che si stringevano la mano. Però, dopo molti anni, quando l’Ape e il Ragno erano ormai morti, i Ragnetti iniziarono a ritenersi gli unici a poter restare nella città. Le api erano gentili e cercavano di farle calmare, dicendo che c’era abbastanza spazio per entrambe le specie, fino a quando un giorno un Ragno, con una V rossa sul petto, andò nel magazzino di miele delle api e rubò tutto il miele. Le Api, che non volevano che nessuno mangiasse il loro Miele, cercarono di resistere alla tentazione di vendicarsi ma vennero indirizzate alla guerra da una Vespa. Iniziò così una nuova battaglia capeggiata dal Ragno con la V rossa sul petto per i Ragni e dalla Vespa per le Api. Nel bel mezzo della battaglia, però, il portone del castello si spalancò: erano dei ragazzi che avevano deciso di fare del castello il loro ritrovo e quindi, notando le tante ragnatele e i tanti alveari, vollero uccidere i piccoli abitanti. “Ehi,guardate! Una biblioteca! Chi abitava qui doveva essere un vero idiota per leggere degli stupidi libri!” disse uno di loro e prese alcuni libri e li rovesciò sul pavimento. La Vespa e il Ragno con la V rossa decisero di affrontare i ragazzi da soli e vennero miseramente schiacciati. Così, quando i Ragni e le Api si accorsero del pericolo, capirono che l’unico modo per annientare i Ragazzi era quello di allearsi. Non potevano permettere a dei ragazzini di rovinare degli oggetti speciali come dei libri! Così, capirono che entrambi facevano parte dell’indistinguibile valore dei libri, seppur fossero molto diversi fra loro e si unirono e insieme sconfissero gli umani. Avevano capito il motivo per cui gli antenati si erano alleati. Non per il miele, non per la seta, ma perché Classici e Moderni erano indispensabili gli uni agli altri. Da quel giorno tutti ricordarono le due guerre e le due alleanze e, in caso di bisticci, per far pace gli era sufficiente osservare sia la statua dei loro antenati che la nuova statua che rappresentava la battaglia di Api e Ragni contro Ragazzi. Patierno Domenico - Denora Michele – De Marino Cinzia – Nuzzi Matteo
LA BATTAGLIA DEI LIBRI (B) Il Ragno va a liberare l’Ape che, spaventatasi, si nasconde tra i libri della biblioteca. Il Ragno, furibondo, incomincia a cercare l’Ape dappertutto, facendo cadere uno per volta i libri sul pavimento, e dopo pochi minuti va a cercarla tra i cassetti del bancone. Il Ragno trova l’Ape rannicchiata tra i fogli sparsi. L’Ape, spaventata, fugge in volo dal Ragno e s’intrufola tra le pagine del libro classico “Divina Commedia” e il Ragno inseguendola finisce anch’esso in questo racconto. Improvvisamente, il poveretto si ritrova sul fiume Acheronte e invoca disperatamente aiuto. L’Ape, sentendosi in colpa, chiede aiuto a Caronte il traghettatore delle anime dannate, per salvare la vita al Ragno. Ma il Ragno non prova gratitudine per l’Ape, anzi s’infuria ancora di più perché non vuole l’aiuto di nessuno, perché lui sa cavarsela da sé, come ha sempre fatto nei precedenti anni di vita solitaria. Il Ragno, stanco di stare in quella storia, attira l’Ape verso il libro moderno “Harry Potter e il calice di fuoco ” e fa in modo che Harry la catturi facendo una magia; ma l’Ape agilmente riesce a deviare l’incantesimo con l’aiuto dello specchio e la magia ricade sul Ragno. Questi rimane paralizzato e anche in questo libro moderno il Ragno invoca aiuto. Ancora una volta l’Ape si convince ad aiutarlo e fa sparire l’incantesimo. Finalmente entrambi escono dal libro e il Ragno, grato, consente all’Ape di vivere nel suo regno. AUTORI: Dalia Capone Angela Calderoni Nietta Stasolla Giuseppe Urgo Filippo Simone Enzo Marchetti LUOGO: Biblioteca del castello del Ragno TEMPO: XVI secolo DATA: 1598.
LA BATTAGLIA DEI LIBRI (B) Il Ragno chiamò il suo esercito e così ebbe inizio la battaglia contro Belzebù, il capo delle mosche. Uscito dal suo regno si rese conto che non era l’esercito di Belzebù ad attaccarlo ma un’Ape che, ignara della residenza del Ragno, esplorava il territorio circostante alla ragnatela. Il Ragno chiese all’Ape: “Cosa stai facendo vicino alla mia ragnatela ?”; e l’Ape gli rispose: “Sono rimasta incastrata in questa finestra”. Il Ragno, vedendo che l’Ape nel muoversi distruggeva la sua ragnatela, la uccise. Le api dell’alveare, non vedendo la loro amica ritornare a casa, si preoccuparono e andarono a cercarla. Scoprirono che la loro amica era stata uccisa dal Ragno e decisero di fargli guerra. Il combattimento fu lungo e doloroso. Dopo molto tempo, vedendo che nessuno prevaleva sull’altro, Maio, capo delle api, e il Ragno decisero di fare la pace: il ragno non avrebbe più ucciso le api e tutte le api non sarebbero più entrate nel territorio del Ragno. AQUILINO ISABELLA, ZAGARIELLO FRANCESCO, TUCCI FRANCESCO, TARANTINO GRAZIA
LA BATTAGLIA DEI LIBRI (B) Entrambi organizzarono il loro esercito; quello di Ragno era a prima vista potente, ma non molto compatto, a causa delle ragnatele che si dissolvevano facilmente con la luce solare. A differenza di quello di Ape che era molto ben costruito e quindi era il favorito. Molti animali parteggiavano per le api poiché esse producevano il miele che a loro piaceva tanto. I ragni, per la battaglia, avevano preparato un fitta serie di ragnatele collegate tra loro, così si sarebbero potuti muovere più facilmente e quindi sarebbero riusciti a raggiungere l’esercito di Ape. I due schieramenti cominciarono ad avviarsi verso la grande biblioteca, piena di libri, che sarebbero serviti molto come nascondiglio per le tattiche di combattimento. E così la guerra ebbe inizio; entrambi gli eserciti erano agguerriti e assetati di battaglia, volevano assolutamente vincere. Si muovevano molto agilmente, fino a che giunsero faccia a faccia. D’un tratto Ragno e Ape urlarono ai loro eserciti comandi di incitamento allo scontro finale. Così le due parti si mischiarono, si poteva notare che l’esercito di Ragno era in superiorità numerica e anche tattica. Molti corpi erano sparsi per la sala e sulle ragnatele. Pochi invece erano quelli dei ragni. Le api furono costrette ad abbandonare il campo e la prima battaglia, quindi, fu aggiudicata ai ragni… Gennaro Vitucci, Samantha Chaambi, Benny Leone, Daniele Loglisci, Mariagrazia Raguso
J. Swift, La battaglia dei libriUna immaginaria battaglia tra i libri antichi e moderni Valutate gli elaborati tenendo in considerazione i seguenti aspetti (voto: 1 basso, 2 medio, 3 alto): • correttezza ortografica e morfo-sintattica; • correttezza e completezza dei contenuti; • capacità di sintesi; • capacità di rielaborazione; • creatività e originalità; • capacità di gestione del lavoro cooperativo; • capacità di avvicinarsi al testo originale.
correttezza ortografica e morfo-sintattica (riservato alle docenti); • correttezza e completezza dei contenuti; • capacità di sintesi; • capacità di rielaborazione; • creatività e originalità; • capacità di gestione del lavoro cooperativo (riservato al gruppo); • capacità di avvicinarsi al testo originale.
Inventate dei giochi linguistici che esprimano i concetti chiave fin qui appresi; ovviamente non prima di aver ricapitolato le caratteristiche dell’ape e del ragno nonché le motivazioni che spingono gli antichi e i moderni. IL CLASSICO IN… ENIGMISTICA
REBUS (meno AR) Il ha bi come il (meno LLA) d (meno QUA) neces ri ll’ r t (meno CIT) co del cl CHIAVE: (2-8-2-7-3-7-4-2-7-9-4-8-3-8)
Cruciverba a chiave (8 lettere) 1. Tesse la tela 2. Lo produce l’Ape. 3. Omero è un autore ……… 4. Produce cera. 5. E’ facile trovarla in luoghi abbandonati. 6. L’ Ape e il ragno sono ….. 7. Chi è superiore al padre degli Dei. 8. Italo Calvino è un autore …………
CruciPuzzle Chiave: 11 1) Aedo 2) Aggiungere 3) Antagonista 4) Antico 5) Autore 6) Biblioteche 7) Classico 8) Dacia 9) Dei 10) Esordio 11) Ilo 12) Indice 13) Inediti 14) Italo 15) Moderno 16) Muse 17) Omero 18) Proemio 19)Titolo 20) Lia
CRUCIPUZZLE • Chiave (11): • AEDO AGGIUNGERE • APE • AUTORE • AUTOREVOLE • DIVINA • LUCE • MODERNO • MUSA • RAGNO • ROZZO • SAGGIA • SWIFT • TOPOS • VATE • VEGGENTE • VERBO
Scoprila frase nascosta abbinando ad ogni numero la lettera corrispondente. 9 10/ 3 10 1 17 17 9 3 13/ 14 13 16 18 1/ 17 19/ 4 9/ 17 5/ 9 10/ 14 1 17 17 1 18 13/ 10 1 17 3 9 1 12 4 13 12 5/ 18 16 1 3 3 9 1/ 12 5 10/ 6 19 18 19 16 13 • A • B • C • D • E • F • G • H • I • L • M N O P Q R S T U V Z
Ricapitolando A partire dalle seguenti parole, formulate delle frasi attinenti l’argomento fin qui trattato AEDO – AGGIUNGERE – APE – AUTORE – AUTOREVOLE – DIVINA – LUCE – MODERNO – MUSA – RAGNO – ROZZO – SAGGIA – SWIFT – TOPOS – VATE- VEGGENTE – VERBO • L’aedo era cieco • Autore significa aggiungere • L’ape è una protagonista del libro “La battaglia dei libri” di Swift • Italo Calvino è un autore moderno • Il classico è autorevole • Le Muse danno ispirazione divina • Le Muse “danno luce” all’autore • Il moderno prende spunto dal classico • La Musa ispira l’autore • Il ragno rappresenta il moderno • Nel “La battaglia dei libri” Swift qualifica il ragno rozzo • Nel “La battaglia dei libri” Swift qualifica l’ape saggia • Swift è l’autore del “La Battaglia dei libri” • Il topos è una caratteristica che si ripete • Il vate è l’autore classico che scrive per ispirazione • Il veggente è l’autore moderno che scrive per auto ispirazione (è onnisciente) • Il verbo è la parola “verità”
Classico: lat. classicus da classis (classe). I cittadini dell’antica Roma furono divisi da Servio Tullio in sei classi. Coloro che possedevano una sostanza non minore a 100000 assi o libbre di metallo vennero, per antonomasia, chiamati CLASSICI. Essi avevano la predominanza sugli altri che perciò erano detti infra classem.
Autore: lat. Auctorem, dal tema auctus (p.p. di augeo: accresco, aumento). Colui che inventa, che scrive cose nuove per forza del suo ingegno o che è l’artefice di un fatto e simili.
Biblioteca: lat. Bibliothéca, gr. Bibliothèke (comp. di biblìon – libro e thèke – ripostiglio). Luogo dove si conservano libri
Moderno: lat. Modernus da modus (misura, limite, termine) e desinenza –ernus indicante appartenenza. Che appartiene ai limiti del tempo, quindi al nostro tempo presente.
Libro: lat. Librum, scorza interna dell’albero. Gr. Byblos dall’omonima città fenicia che produceva la sostanza fibrosa del papiro. Quantità di fogli stampati e uniti in volume
Odisseo nel Labirinto di pietra Labirinto marino
Aspetti dominanti di Odisseo Nel Proemio • Ingegno (merito che a lui spetta di aver distrutto la “rocca sacra di Troia” ) • -Esperienza conoscitiva (“di molti uomini le città vide e conobbe la mente”) • -Coraggio morale, perseveranza, sopportazione (eroe del ritorno in patria) Ed ora inizia il tuo viaggio nel labirinto
I prova: Solo se darai la risposta corretta, Itaca comparirà all’orizzonte Canto V “Ma se sapessi nell’animo tuo quante pene t’è destino subire, prima di giungere in patria, qui rimanendo con me, la casa mia abiteresti e immortale saresti, benché tanto bramoso di rivedere la sposa, che sempre invochi ogni giorno” (vv. 206/210) Odisseo rifiuta il dono Odisseo accetta il dono
Bravo! Per te Itaca s’avvicina Odisseo rifiuta l’immortalità. Il suo rifiuto è una scelta libera o voluta dagli dei? Rifletti!