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Patrick. Ireland. Patrick Ireland (alias Bryan O'Doherty) nasce nel 1928 in Irlanda e, dopo aver iniziato la carriera medica, all'inizio degli anni '60 si dedica completamente all'arte: scrittura, pittura, scultura, istallazioni. Pioniere del concettualismo e artista sempre in evoluzione.
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Patrick Ireland Patrick Ireland (alias Bryan O'Doherty) nasce nel 1928 in Irlanda e, dopo aver iniziato la carriera medica, all'inizio degli anni '60 si dedica completamente all'arte: scrittura, pittura, scultura, istallazioni. Pioniere del concettualismo e artista sempre in evoluzione. Ora Patrick Ireland riposa in pace mentre è “ritornato in vita” Brian O’Doherty, artista irlandese che nel 1972 decide di adottare lo pseudonimo Patrick Ireland per firmare le sue opere fino a quando le forze militari britanniche fossero rimosse dall’Irlanda del Nord e a tutti i cittadini fossero garantiti i diritti civili.
La casa dipinta La piccola casa , collocata nel centro storico, in via “ Mura Antiche 25”, nel cuore medievale di Todi, è un’ opera di inestimabile valore Questa piccola casa ottocentesca distribuita su tre piani venne acquistata nel 1975 dall'artista irlandese Bryan O'Doherty e da sua moglie, la docente universitaria e critica d'arte Barbara Novak. Patrick Ireland ha trasformato la piccola e semplice dimora in un'opera d'arte in divenire, usando soprattutto un linguaggio che proprio in quegli anni stava perfezionando e cioè la riproduzione di tre parole che riassumevano tutto il suo pensiero artistico : “Uno, Qui, Adesso”. Il tutto espresso con un alfabeto celtico, l' Ogham, usato nell'Irlanda del sud fino al VII secolo: questo linguaggio di segni riproduceva l'alfabeto romano con 15 consonanti e 5 vocali. Antonini F., Buondonno S., Foglietta V., Giardinieri M., Pini A.
Alfabeto celtico L’alfabeto celtico è stato creato dall’ omonima popolazione che tradusse quello romano in linee nel VII secolo d.C. L’artista Patrick Ireland, alias Brian O’Doherty, utilizza proprio questo alfabeto, chiamato anche Ogham, per creare un linguaggio efficace, semplice e sintetico, con il quale arrivare facilmente al cuore e alla mente di chi osserva tali segni. Patrick scoprì questo alfabeto, che veniva utilizzato nell’Irlanda del sud tra il III e il VII secolo d.C. , visitando un museo dove c’erano pietre miliari in questa lingua. L’alfabeto è composto da venti lettere di cui quindici sono consonanti e cinque sono vocali. Queste sono poste in correlazione con una linea orizzontale di riferimento; infatti vengono disegnate sopra o sotto questa oppure la intersecano perpendicolarmente o obliquamente. L’artista usufruisce di questo alfabeto in alcune opere presenti nel primo piano della sua “Casa dipinta” presso Todi e lo utilizza per descrivere la sua filosofia di vita che può essere tradotta con queste parole: ONE, HERE, NOW. Secondo Brian ognuno di noi è un microcosmo a sé stante che vive in un unico luogo e in unico istante. Ambrogi A. , Coata M. , Manni L. , Scappito C. , Scimmi C.
Cinque, venticinque volte su fondo azzurro Entrando dalla porta si accede al piano terra, che consiste in cucina e sala da pranzo. La prima opera che notiamo è il "Cinque, venticinque volte su fondo azzurro", che troviamo sulla destra. Nel dipinto troviamo dei segmenti di cinque colori diversi, raggruppati in cinque gruppi per ogni colore. Ognuno di questi rappresenta la lettera "I" (il pronome Io in inglese), scritta nell'alfabeto OGHAM, un antico linguaggio celtico riscoperto e riproposto dall'artista in gran parte delle opere dell'abitazione.
Dizionario dell’I L'opera successiva, sempre sulla destra, è il "Dizionario dell'I": anche in questo viene utilizzato l'alfabeto OGHAM e la lettera "I" viene scritta quindici volte in una grigia di 3x5; in questo caso i segmenti sono raggruppati in vari modi e questi sono in alcuni casi sostituiti anche da punti, linee curve o disegni reali, come ad esempio una mano.
Omaggio al cubismo Nella parte sinistra , sopra al piano di cottura, troviamo tre cubi di linee che definiscono il cubo di sei piani: questo è un omaggio al cubismo che sin dalla metà degli anni '60 è stato un tema caro all'arista. Barbato P., Gazzella A., Guarnello M., Pompili L., Ruspolini M.
Il trittico L’opera del Trittico è sita al secondo piano della Casa Dipinta, rappresenta un omaggio al Trittico medievale ed in tal senso, pur essendo dipinta sul muro, sembra essere dipinta su di una tavola. E’ un’opera concettuale, a prevalere è quindi l’idea che vuole dare l’artista, più che le regole stilistiche, coerentemente alla corrente concettuale a cui lo stesso appartiene. Il dipinto è composto da una parte centrale di forma quadrata e di colore giallo che rimanda alla scena sacra principale del Trittico medievale, più spesso una Madonna con il Bambino. I due lati di colore grigio rappresentano gli sportelli, la parte in basso di colore blu è la predella che nel Trittico medievale rappresenta scene di santi. Infine la parte in alto triangolare di colore rosso è quella che nel Trittico medievale rappresenta gli angeli e le nuvole. L’opera va osservata ad alcuni passi di distanza con le ginocchia leggermente piegate ed un occhio chiuso, l’attenzione va posta sui fili che dall’opera salgono al soffitto, facendoli coincidere con il perimetro stesso, così facendo si ha la percezione che gli sportelli sono staccati dal muro come se si stessero chiudendo, quindi si ha un effetto tridimensionale. Abbiamo apprezzato molto la Casa Dipinta, sia le opere relative al linguaggio dei disegni che quelle più concettuali, come il Trittico, sia quelle dipinta con colori pastello, che quelle in cui l’artista ha utilizzato tinte vivaci e decise. Più specificatamente ci ha colpito l’effetto tridimensionale dell’opera e la sua idea concettuale. Cascianelli R., Paparelli E., Nardoni M., Petrucci L.
Il 3° pianoLa camera da letto Arrivando alla camera da letto possiamo notare la prima opera dell’autore: il puntinismo. Un’opera composta da venticinque riquadri riempiti da quantità precise di puntini di diverso colore e grandezza. Quest’opera, la prima dell’autore, doveva essere cancellata per dare spazio a nuove opere, ma grazie alla moglie dell’artista è ancora visibile.
Procedendo nella camera sono presenti due autoritratti: uno dell’artista, l’altro della moglie. Entrambi i soggetti sono rappresentati di profilo. Gli altri dipinti rappresentano i quattro momenti della giornata: la NOTTE, l’ALBA, alla destra della porta del bagno, la MATTINA e il MEZZOGIORNO, che lascia intravedere un mare lontano e un cielo blu, attraverso il tracciato di una finestra con persiane. Brian O’ Doherty decise di raffigurare i momenti della giornata per mostrare alla moglie i panorami dell’ Umbria che non potevano essere visti, in quanto la stanza da letto non riporta finestre volte verso il panorama della città. Bellacicco G. , Elena B. , Italiani S. , Miccinatti F.
Il bagno situato al terzo piano della casa è posto accanto alla camera da letto. Nella parete che ospita la porta d’accesso alla stanza sono presenti una serie di fasce concentriche dipinte con colori sempre diversi e vivaci. L’opera è un chiaro omaggio alla Divina Commedia di Dante Alighieri: i cerchi simboleggiano infatti i gironi del paradiso narrati dal poeta nella sua famosissima opera. Nella stanza sono inoltre presenti i classici elementi di una stanza da bagno, ma con delle particolarità. Sopra al lavandino c’è uno specchio che sebbene all’apparenza, sembri assolutamente normale, in realtà se visto da un’angolazione particolare riflette un’immagine tridimensionale. Inoltre se ci si mette seduti sul vaso mantenendo la porta aperta si ha una visione ottimale dell’immagine posta al disopra del letto. L’opera è una delle quattro finte finestre dipinte, presenti all’interno della camera: che rappresentano quattro diversi momenti della giornata. Le opere sono nate dalla volontà della moglie dell’artista di poter osservare il magnifico paesaggio tuderte. Questo dipinto in particolare, rappresenta il mezzogiorno. La finta finestra presenta due persiane socchiuse rispettivamente di colore giallo e arancione. Attraverso la finestra si può osservare un mare con acque limpide e un cielo terzo senza nuvole. Angeloni N., Baglioni J., Verducci F., Zekiri E.