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RECUPERO E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE nell’anziano e nella persona con disabilità

RECUPERO E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE nell’anziano e nella persona con disabilità. Disabilità. Definizione:

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RECUPERO E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE nell’anziano e nella persona con disabilità

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Presentation Transcript


  1. RECUPERO E RIEDUCAZIONE FUNZIONALEnell’anziano e nella persona con disabilità

  2. Disabilità Definizione: • Nel contesto delle conoscenze e delle esperienze sanitarie si intende per disabilità qualsiasi restrzione o carenza (conseguente a una menomazione) delle capacità di svolgere un'attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano. Caratteristiche:La disabilità é caratterizzata da scostamenti, per eccesso o per difetto, nella realizzazione dei compiti e nella espressione dei comportamenti rispetto a ciò che sarebbe normalmente atteso. Le disabilità possono avere un carattere transitorio o permanente ed essere reversibili o irreversibili, progressive o regressive. Le disabilità possono insorgere come conseguenza diretta di una menomazione o come reazione del soggetto, specialmente da un punto di vista psicologico, a una menomazione e come tale riflette disturbi a livello della persona. Classificazione delle Disabilità • Disabilità nel comportamento • Disabilità nella comunicazione • Disabilità nella cura della propria persona • Disabilità locomotorie • Disabilità dovute all'assetto corporeo • Disabilità nella destrezza • Disabilità circostanziali • Disabilità in particolari attività • La disabilità si riferisce a capacità funzionali estrinsecate attraverso atti e comportamenti che per generale consenso costituiscono aspetti essenziali della vita di ogni giorno. Ne costituiscono esempio i disturbi nell'adozione di comportamenti appropriati: nella cura della propria persona (come il controllo della funzione escretoria e la capacità di lavarsi e alimentarsi), nell'esecuzione delle altre attività della vita quotidiana e nella funzione locomotoria (come la capacità di camminare).

  3. Menomazione Definizione:Nel contesto delle conoscenze e delle opere sanitarie, si intende per menomazione qualsiasi perdita o anomalia a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche.(N.B.: "Menomazione" è un termine più comprensivo di "disturbo", poiché riguarda anche le perdite: ad es., la perdita di una gamba è una menomazione ma non un disturbo). • Caratteristiche:La menomazione è caratterizzata da perdite o anormalità che possono essere transitorie o permanenti e comprende l'esistenza o l'evenienza di anomalie, difetti o perdite a carico di arti, organi, tessuti o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali. La menomazione rappresenta l'esteriorizzazione di uno stato patologico e, in linea di principio, essa riflette i disturbi a livello d'organo.N.d.T.: Per motivi di uniformità il termine inglese "impairment", utilizzato nei titoli delle varie categorie, è stato sempre tradotto con il corrispondente italiano "menomazione" anche quando la terminologia corrente ricorre ad altri termini di uso più frequente: disturbo, deficit, insufficienza, ecc. Classificazione delle Menomazioni • Delle capacità intellettiva • Altre menomazioni psicologiche • Menomazioni del linguaggio • Menomazioni auricolari • Menomazioni oculari • Menomazioni viscerali • Menomazioni scheletriche • Menomazioni deturpanti • Menomazioni generalizzate, sensoriali, e di altro tipo

  4. L’handicap è la conseguenza del deficit: • "l'handicap è la condizione di svantaggio conseguente ad un deficit (menomazione o disabilità) che limita l'adempimento del ruolo normale per tale soggetto, in relazione all'età, sesso e fattori socio-culturali".

  5. Definizione:Nel contesto delle conoscenze e delle opere sanitarie, si intende per handicap una condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita e impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio. Caratteristiche:L'handicap riguarda una situazione o esperienza individuale quando essa si scosta dalla normalità. Esso è caratterizzato dalla discrepanza tra l'efficienza o lo stato del soggetto e le aspettative di efficienza e di stato sia dello stesso soggetto che del particolare gruppo di cui egli fa parte.L'handicap rappresenta le conseguenze culturali, sociali, economiche e ambientali che per l'individuo derivano dalla presenza della menomazione e della disabilitàLo svantaggio proviene dalla diminuzione o dalla perdita della capacità di conformarsi alle aspettative o alle norme proprie dell'universo che circonda l'individuo. L'handicap si manifesta pertanto allorché vi è una compromissione della capacità di sostenere quelle che possono essere definite "funzioni della sopravvivenza" Classificazione degli Handicap E' importante rendersi conto che la classificazione degli handicap non rappresenta una tassonomia dello svantaggio, nè una classificazione di casi individuali. Si tratta piuttosto di una classificazione di circostanze nelle quali i disabili possono riconoscersi, circostanze che pongono queste persone in condizioni di svantaggio nei confronti dei loro simili considerati sulla base delle convenzioni sociali. Handicap nell'orientamento Handicap nell'indipendenza fisica Handicap nella mobilità Handicap occupazionali Handicap nell'integrazione sociale Handicap nell'autosufficienza economica

  6. torniamo al RECUPERO e alla RIEDUCAZIONE FUNZIONALELa RIDUZIONE PARZIALE O TOTALE DEL DEFICIT avviene ATTRAVERSO L’UTILIZZO DELLE FUNZIONI INTEGRE

  7. Il corpo è organizzato in unità funzionali, ciascuna suddivisa in piccole unità che hanno la propria funzione.Tutto concorre all’unità dell’essere umano.

  8. Le funzioni integre vanno perciò valutate in una ottica globale e localee possibilmente ricondotte al globale

  9. Chi, come, quando? • Chi: la valutazione va fatta possibilmente in equipe e dovrebbe coinvolgere il paziente (se ne è in grado) e i familiari • Come: esistono tabelle specifiche, test di competenza specifica per ciascuna figura professionale (dagli OSS, ai fisioterapisti, ai medici) • Quando: il processo di valutazione evolve assieme alla vita del paziente

  10. Bisogna essere elastici!

  11. Criteri generali • Valutare lo stato cognitivo (p.es. chiedere nome e cognome, che giorno è, dove si trova ecc.) • Chiedere al paziente di fare il meglio che può, (senza farsi male) nelle funzioni che stiamo valutando: lavarsi, vestirsi, pettinarsi, ecc. • Osservare se mette in atto strategie o se rinuncia (magari manca la motivazione)

  12. GLOBALITÀ dell’INTERVENTO Bisogni, contesto sociale, ambiente fisico, disabilità

  13. Bisogno:va considerato con il paziente (e / o con i familiari)

  14. Valutare il bisogno echiarire che potrà raggiungere (una totale o parziale) indipendenzaè necessario anche a motivare la persona al recuperoIl bisogno della persona è il punto chiave su cui dovrebbero agire gli operatori che l’aiutano nel recupero.Il suo bisogno non il nostro!

  15. Contesto sociale • La famiglia • Il lavoro • Le persone che in qualche modo circondano il paziente Tutti sono coinvolti/coinvolgibili nel recupero Tutti influiscono sul recupero

  16. Ambiente fisico

  17. Per ambiente fisico intendiamo il contesto ambientale in cui vive il paziente.La casa,una struttura di accoglienza, un pensionato, perfino l’ospedale possono essere adattati alle sue esigenze con opportuni accorgimenti.Tale compito spetta istituzionalmente al T.O.(terapista occupazionale), ma ancora una volta , tutti gli operatori possono interessarsene e partecipare alla valutazione ed all’adattamento dell’ambiente.

  18. Disabilità(qualsiasi restrzione o carenza (conseguente a una menomazione) delle capacità di svolgere un'attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano).

  19. Il contesto sociale e l’ambiente fisico partecipano nel creare la disabilità

  20. La globalità dell’intervento favorisce il reupero completo

  21. e aiuta a (ri) ORGANIZZARE LA VITA DEL PAZIENTE ANZIANO Affinché possa vivere il maggior numero possibile di esperienze gratificanti, pur avendo subito limitazioni motorie e cognitive

  22. Organizzare la vita del pazienteaffinché possa vivere il maggior numero di esperienze gratificanti, inizia con il gestire gli elementi: bisogno, contesto sociale ambiente fisico, disabilità (ancora una volta) sottolineiamo che è un lavoro che va svolto in equipe e in collaborazione con paziente e suoi familiari

  23. INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI PRIMARI E DEL MODO PER SODDISFARLI

  24. Questi esempi non sono forse quel che si intende come veri e propri bisogni primari, ma sottolineano, nella diversità di obbiettivi che il paziente si può porre, l’importanza di un elemento fondamentale per il recupero:

  25. MOTIVAZIONE LA PARTECIPAZIONE ATTIVA è necessaria PER L’OTTENIMENTO DEL RECUPERO Senza motivazione lottiamo contro i mulini a vento

  26. “non c’è nessuna guarigione senza la modificazione di sé”

  27. Obbiettivi chiari (e raggiungibili) • Per il paziente: lo aiutano a iniziare, compiere, concludere, qualunque compito • Per i familiari: li aiuta a delineare il livello di impegno • Per l’operatore: vanno identificati nell’ambito delle proprie mansioni, rispetto al paziente e nel rispetto di sé

  28. BISOGNI PRIMARI • Sopravvivere • Proteggersi • Spostarsi • Conoscere – integrarsi – fare esperienza

  29. In tutti i casi entra in gioco la COMUNICAZIONE

  30. Alimentarsi (bere, mangiare) A seconda del grado di autonomia del paziente, va considerato il ‘processo’ che va dalla semplice alimentazione, alla collaborazione e/o preparazione del pasto Sopravvivere

  31. (sopravvivere) • Evacuare • Comunicare • … Respirare !

  32. Proteggersi

  33. (proteggersi) • Lavarsi (igiene) • Vestirsi • Manifestare esigenze (comunicare) • …

  34. Spostarsi

  35. Spostarsi • Nel letto • Dal letto alla carrozzina, dalla carrozzina al letto • Dal letto/carrozzina al deambulatore • Con il deambulatore, con ausili, con l’assistenza di una persona • Dalla carrozzina al WC • In casa • All’esterno • …

  36. Conoscere – integrarsi – fare esperienza

  37. (conoscere – integrarsi – fare esperienza)

  38. Per esempio? • riprendere i contatti col mondo esterno • Compiere le attività possibili in base alla patologia • per il paziente in stato di coma può significare l’essere guidato nel contatto con gli oggetti • …

  39. L’operatore è un tramite, e accompagna la persona disabile o l’anziano anche verso…

  40. Soddisfazione dei bisogni secondari legati al rapporto con gli altri l’ACCETTAZIONE DELLA DIVERSITÀ

  41. Il termine disabilità,  a volte viene sostituito da diversa abilità, diversamente abile. Così nell’accettazione della diversità siamo per prima cosa alla ricerca del superamento dell’immagine che blocca, per invece scoprire e valorizzare qualcosa. Ma il tutto si complica se la scoperta è difficile e se anche realizzandola si tende a non prendere in considerazione la disabilità banalizzandola e  perdendone il senso, nella costruzione della relazione.

  42. Accettazione della diversità Possiamo trovare pazienti che a seguito di un evento lesivo presentano PARALISI : perdita completa della funzione motoria .* PARESI : perdita incompleta della funzione motoria .* MONOPLEGIA : perdita della motilita' di un solo arto .* PARAPLEGIA : perdita della motilita' dei due arti superiori od inferiori ; la paralisi dei due arti superiori viene anche definita diplegia brachiale . TETRAPLEGIA : perdita della motilita' nei quattro arti .* EMIPLEGIA : perdita' della motilita' di meta' del corpo . turbe del linguaggio Perdita della deambulazione autonoma (per esempio in pazienti con Parkinson, o sclerosi multipla, ecc. dopo crisi)

  43. Difficoltà • “Sicuramente chi ha delle sofferenze e chi risolve o pensa di aver risolto le proprie in una situazione che chiamiamo assistenziale, può rischiare quello che viene chiamato il vittimismo, cioè la possibilità che nasca una considerazione positiva del proprio ruolo di vittima. Il soggetto, essendo vittima, organizza continui e (nella propria aspettativa) permanenti risarcimenti alla sua condizione, evitando di uscirne, trascurando quindi di ridurre gli handicap, proprio perché tale riduzione potrebbe comportare la perdita dei vantaggi secondari”. Nel disabile, divenuto tale a seguito di un evento traumatico, può essere difficile accettare la stabilità della propria disabilità; ritenendola una fase transitoria, potrebbe non impegnarsi a ri-organizzare la sua vita sulle conseguenze permanenti. Occorre considerare la disperazione per la condizione in cui ci si trova improvvisamente; le reazioni sono naturalmente sono diverse: da una eccessiva richiesta ad altri, perché risolvano i propri problemi. Alla negazione del bisogno Nella persona disabile (anche di lunga data), che vive o ha vissuto in una dimensione di tipo assistenziale, cioè costruita attorno alla  disabilità come elemento permanente, il disabile si attende spesso che gli altri si preoccupino di organizzarsi per dare: per dare aiuto, sussidi, risposte, per risolvere i bisogni.

  44. L’accettazione della diversità inizia con l’accettazione di sé Motivare Inventare strategie Imparare a ridere di sé

  45. Imparare a ridere di sé

  46. Motivare… … E (far) comprendere come ottenere maggiore possibilità di autonomia Per esempio, per evitare che il disabile (o anziano) senta di essere un peso, si può allargare gli aiuti a una rete sociale “la diversità non sta nel negare uguali aspirazioni, uguali bisogni…”

  47. Inventare strategie “la diversità … sta nel capire che occorre un percorso originale”. • immaginare un nuovo modo di rapportarsi con gli altri • Immaginare il movimento e adattare le facoltà residue, trasformando le vecchie strategie: il percorso della mano abile per raggiungere un oggetto è immediato, per il disabile occorre un adattamento particolare o, meglio, speciale. Adattare il percorso, o il movimento, prima istintivo e diretto, alla propria situazione: significa compiere delle riorganizzazioni delle informazioni

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