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Immanuel Kant

Immanuel Kant. L’Estetica Trascendentale. ?. Per capire in che modo il soggetto condiziona l'oggetto occorre ripercorrere l'analisi delle facoltà conoscitive che Kant svolge nella Critica della Ragion Pura. Le facoltà conoscitive.

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Presentation Transcript


  1. Immanuel Kant L’Estetica Trascendentale

  2. ? Per capire in che modo il soggetto condiziona l'oggetto occorre ripercorrere l'analisi delle facoltà conoscitive che Kant svolge nella Critica della Ragion Pura

  3. Le facoltà conoscitive • la conoscenza umana si divide in due “tronchi”, senso e intelletto: • al primo gli oggetti sono dati (sono percepiti), col secondo sono pensati, • la differenza è qualitativa (non quantitativa); • bisogna perciò studiarli separatamente e cominciando dal senso (le cose devono essere percepite sensibilmente prima di essere pensate).

  4. Struttura della CRP Senso Intelletto Ragione

  5. Trascendentale • Nella Scolastica sono trascendentali quei concetti (uno, bene, vero…) che si predicano di tutte le cose. • In Kant • È ciò che trascende l’esperienza (= a priori), • ma in quanto la rende possibile, ne è condizione (come il verde degli occhiali). • Trascendentale non è trascendente.

  6. Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupi, in generale, non tanto di oggetti quanto del nostro modo di conoscere gli oggetti, nella misura in cui questo deve essere possibile a priori. Critica della Ragion Pura

  7. Estetica trascendentale • L’Estetica è la dottrina che studia la conoscenza sensibile (dal greco “àisthesis”, “sensazione”) • La conoscenza sensibile è • intuizione: cioè conoscenza diretta, immediata (=non mediata; ≠ subitanea) • dei fenomeni: con i sensi non conosciamo le cose quali sono in se stesse, ma come si manifestano. Senso

  8. Materia e forma del fenomeno • Nei fenomeni intuiti distinguiamo: • Una materia, costituita dalle sensazioni (cioè dalle modificazioni prodotte in noi dall’oggetto) che è un elemento a posteriori; • una forma che è il modo in cui il soggetto ordina i dati sensoriali che è un elemento a priori (il modo di ordinare l’esperienza, precede l’esperienza) Senso

  9. Spazio e tempo • Kant osserva che tutti gli oggetti esterni che intuiamo sensibilmente sono semprecollocati in uno spazio e in un tempo. • Spazio e tempo non vanno intesi come realtà ontologiche e proprietà delle cose ma sono funzioni proprie del soggetto, il modo di operare della sensibilità. • Sono le forme trascendentali della sensibilità. Senso

  10. Dimostrazione • La loro conoscenza non può derivarci dall’esperienza, perché spazio e tempo sono condizioni indispensabili affinché ci sia una tale esperienza: • posso conoscere una realtà esterna solo se ho già la nozione di spazio; • posso conoscere una successione solo se ho già la nozione di tempo. Senso

  11. Differenza tra spazio e tempo • lo spazio è la forma del senso esterno (dei fenomeni che ci appaiono fuori di noi); • il tempo è la forma • del senso interno, cioè dei fenomeni che ci appaiono interni alla nostra coscienza (percezioni, volizioni...) • e del senso esterno, in quanto colloco la percezione degli oggetti esterni nel flusso temporale della mia coscienza. Senso

  12. Intuizioni pure • Le forme dei fenomeni possono essere intuite a sé, senza alcuna materia: • queste intuizioni della sola forma dei fenomeni si chiamano intuizioni pure, • contrapposte a quelle che comprendono anche la materia che sono dette intuizioni empiriche. • Sulle intuzioni pure si basano giudizi sintetici a priori di geometria e aritmetica Senso

  13. Le basi della matematica • I giudizi della geometria sì basano sull’intuizione pura a priori dello spazio(io intuisco che la retta è la distanza più breve tra due punti: non lo ricavo né dai concetti, né dalla figura). • I giudizi della aritmetica si basano sul tempo(quando contiamo, consideriamo una successione, enumeriamo una cosa dopo l'altra). Senso

  14. Limiti della matematica • In quanto forme della sensibilità, spazio e tempo sono applicabili solo ai fenomeni e non significano nulla al di fuori di essi, non posso riferirli agli oggetti in sé; • così i giudizi di aritmetica e geometria che su essi si basano, sono validi a priori, ma con un limite: valgono solo per “gli oggetti di una possibile esperienza”, cioè, per i fenomeni. Senso

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