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A SCUOLA IMPARO O… “IMPARATICCIO?”

A SCUOLA IMPARO O… “IMPARATICCIO?”. Laboratorio di ricamo: “MACRAMÉ” Scuola secondaria di primo grado “Da Vinci - Colombo” Sede associata di Olmo. IL macramè: questo sconosciuto. Il macramè è un pizzo a nodi che si realizza attraverso il solo uso delle mani. Origine del nome

Antony
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A SCUOLA IMPARO O… “IMPARATICCIO?”

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Presentation Transcript


    1. A SCUOLA IMPARO O IMPARATICCIO? Laboratorio di ricamo: MACRAMɔ Scuola secondaria di primo grado Da Vinci - Colombo Sede associata di Olmo

    2. IL macram: questo sconosciuto Il macram un pizzo a nodi che si realizza attraverso il solo uso delle mani. Origine del nome Il termine macram di origine Araba e secondo alcuni deriva da mahramatun (fazzoletto) secondo altri da migramah (frangia per guarnizione) da cui derivano anche le parole turche mahramah e makram che significano asciugamano e fazzoletto da capo. Non a caso in Liguria chiamato macram un tessuto speciale con cui si fanno asciugamani e con lo stesso nome viene chiamato il fazzoletto che le donne del 400 portavano in testa a difesa delle intemperie e dal sole.

    3. ORIGINE DELLA TECNICA Il termine macram di origine Araba, ma non Araba l invenzione della tecnica di annodare fili. Lorigine della lavorazione antichissima e giunge in Italia intorno al 1400 forse portato dai marinai imbarcati sui velieri che durante le lunghe traversate passavano il tempo mettendo in pratica questa tecnica imparata in Arabia. Secondo alcuni sarebbero stati proprio i marinai ad inventare il macram, poich da sempre il marinaio e stato lartista del nodo , in quanto per necessit e forse poi per diletto ha inventato molte tipologie di nodi. Sicuramente con il macram confezionavano cinture, tracolle e anche borsette ma non possiamo dire che ne furono gli inventori, perch per creare i pizzi raffinati di un asciugamani erano necessarie mani delicate , non callose e bruciate dal sole, quindi mani femminili. Un altra teoria vede nei crociati di ritorno dalla Terra Santa gli importatori del macram attraverso oggetti di ricordo o di razzia confezionati con questa tecnica che in seguito le donne avrebbero ricopiato . Sicuramente lorigine pi remota dellarte dei nodi va di pari passo con le origini della tessitura e ne segue le vicende . Nel procedimento della tessitura infatti una volta terminato il prodotto , il metodo pi sicuro per fermare gli orditi quello di formare una frangia annodata in modo pi o meno complesso che permette di fissare le trame con in pi un effetto decorativo . Non si pu individuare un sicuro luogo di nascita n una data precisa per la comparsa del macram.

    4. IL MACRAME' IN ITALIA In Italia il macram si diffonde intorno al 1400 dapprima in Liguria, per mezzo dei marinai,che con i loro viaggi hanno favorito gli scambi commerciali di pizzi,trine,tessuti e ricami. Il macram un esempio lampante di questo gusto e i diversi tipi di nodi accostati e raggruppati fra di loro a formare colonnine, conchiglie, pallini, moschine, reti traforate, fiori stilizzati e ventagli , creando disegni infiniti di grande bellezza . I bordi pi antichi che le donne liguri cominciano a produrre, riprendono dame e cavalieri, vascelli e animali fantastici.

    5. SCUOLE DI MACRAME' Tra la fine dell 800 e linizio del 900 , sorge a Bergamo una scuola di macram per opera delle sorelle Maurizio di Vicosoprano; linsegnamento viene esteso anche allistituto per Sordomute della citt. In questa epoca nascono scuole di ricamo e merletto in tutta Italia a scopo sociale e umanitario . Si intendeva educare le bambine e le donne del popolo a un lavoro manuale e fornire loro , una istruzione base , per far si che si potessero creare una dote e contare su una piccola fonte di guadagno. Fra la fine del secolo XIX e linizio del XX il gusto estetico dellArt Nouveau rivaluta le arti decorative e quelle di gusto moresco ,cosi anche il macram riceve un ulteriore inpulso e riviste femminili a manuali insegnano a confezionare non solo frange , ma cinture , cordoni per ventagli, collane con inserimento di perline di vetro,intarsi per ombrellini ,babbucce,borse,tende ,cuscini. Dopo la seconda guerra mondiale linteresse per il macram e per le arti femminili in genere viene meno e solo recentemente stato riscoperto.

    6. I NODI BASE AVVIATURA Per avviare il lavoro annodate i fili su un filo teso orizzontalmente tra due spilli. Di solito i fili necessari per un lavoro macram sono in un numero pari e, per un lavoro di medie dimensioni, devono essere lunghi circa sei volte la lunghezza del lavoro finito. Prima di iniziare il lavoro piegate tutti i fili in due ed esattamente a met. Il filo sul quale si formano i nodi detto filo porta nodi,i fili che si annodano sono chiamati fili annodatori.

    7. NODO SEMPLICE Pu essere eseguito con la costina verso destra o verso sinistra. Costina verso destra: prendete il filo di sinistra e tenetelo teso verticalmente con la mano sinistra. Con la destra avvolgete laltro filo e, facendolo scorrere su quello teso,chiudete il nodino. Costina verso sinistra:eseguite al contrario loperazione precedente. Ripetendo questi movimenti, verso destra o verso sinistra, otterrete delle stanghette formate da nodi simili al punto festone.

    8. CORDONCINO ORIZZONTALE E uno dei nodi base del macram. Dopo aver avviato diversi fili, si esegue avvolgendo ogni filo con un nodo semplice per due volte, usando come portanodi il primo filo di sinistra nel caso di cordoncino che vada da sinistra a destra, il primo filo di destra nel caso contrario. Il portanodi deve rimanere orizzontale e ogni nodo va stretto il pi possibile. tenete in mano lestremit libera dei portanodi.

    9. CORDONCINO OBLIQUO Si esegue come quello orizzontale, tenendo per il filo portanodi obliquo. La mano che tiene il portanodi sempre quella nel cui senso si fa il cordoncino; con laltra si eseguono i nodi. Eseguite un cordoncino obliquo, da sinistra a destra, con la met dei fili avviati. Ripetete loperazione da destra a sinistra con la stessa inclinazione fino al centro. Riprendete la diagonale, da sinistra a destra, annodando tutti i fili con la stessa inclinazione poi, partendo sempre dal centro, terminate il cordoncino da destra verso sinistra.

    10. NODO PIATTO Di solito si usano 4 fili. Avviate 4 fili e tenete i 2 fili centrali ben fermi poi, con il filo di destra, formate un anello passandolo sopra i 2 fili centrali e sotto il filo di sinistra. Passate quindi il filo di sinistra sotto i fili centrali e dentro lanello, dal basso verso lalto. Tirare il primo e il quarto filo contemporaneamente e fate scorrere lintreccio verso lalto. Prendete il filo di sinistra e formate con esso un anello passando sopra i fili centrali e sotto il filo di destra. Passate il filo di destra sotto i fili centrali e dentro lanello di sinistra. Tirate i fili laterali facendoli scorrere in alto. Molte sono le combinazioni che si possono ottenere variando la disposizione dei nodi.

    11. PICCOLA CATENA Si ottiene semplicemente alternando nodi semplici: 1 a destra e 1 a sinistra.

    12. CATENA DOPPIA Si esegue nello stesso modo della piccola catena adoperando per 2 coppie di fili o anche pi.

    13. CATENA A TRE FILI Occorrono 3 fili di cui 1, il centrale, rimane sempre fermo e teso. Su questo eseguite nodi semplici alternati, una volta con il filo di destra e una volta con il filo di sinistra.

    14. NODI PIATTI SCAMBIATI Avviate un numero di fili multiplo ed eseguite una fila di nodi piatti in senso orizzontale. Per la seconda riga tralasciate i primi 2 fili ed eseguite una fila di nodi piatti utilizzando 2 fili appartenenti al primo nodo piatto della riga superiore e 2 fili di nodo seguente.

    15. NODO A PALLINO Dopo aver eseguito alcuni nodi piatti ripiegate i due fili centrali dal davanti sul dietro passando attraverso i 4 fili. Chiudete con un nodo piatto tenendo come fili centrali i fili girati.

    16. Nelle ultime lezioni, unendo e mescolando i punti base appresi, siamo riusciti a realizzare piccoli oggetti come: braccialetti di diversi colori, trine e merletti, segnalibri, stelle e gufetti portafortuna. Queste creazioni sono il frutto dell insegnamento della signora Anna Barola che, con molta pazienza, riuscita a far muovere le nostre mani con maestria e precisione.

    17. La maestra e gli artisti ANNA BAROLA Castraberti Martina Minciotti Diletta Sforna Jessica Shala Xheisj Ottavi Susanna Venturini Camilla Tini Valentina Pizzuti Anna Papini Nicola Remoli Martina Belloni Camilla Pisan Emanuela Pedini Caterina Cianetti Emma Gentili Marta Radicchi Serena Ferranti Nina Limongi Angelica Valente Giuditta Capaccioni Arianna Kouassi Jemina Martire Giammaria Kowacz Mateusz Lelay Florian

    18. LA SCUOLA RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE: La sig.ra Anna Barola, maestra di ricamo Banca di Credito Cooperativo di Mantignana Comune di Perugia Regione Umbria

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