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CARTELLA STAMPA. La cartella stampa è scaricabile dal sito www.educazionesviluppo.org. Campagna Tende 2003-2004. Dal 1972 in cammino per lo sviluppo umano AVSI , Associazione Volontari per il Servizio Internazionale , è una organizzazione non governativa senza scopo di lucro nata nel
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CARTELLA STAMPA La cartella stampa è scaricabile dal sito www.educazionesviluppo.org
Campagna Tende 2003-2004 Dal 1972 in cammino per lo sviluppo umano AVSI, Associazione Volontari per il Servizio Internazionale, è una organizzazione non governativa senza scopo di lucro nata nel 1972 e impegnata con progetti di cooperazione allo sviluppo in 35 paesi poveri del mondo. AVSI è riconosciuta dal 1973 dal Ministero degli Affari Esteri come Organizzazione non governativa di cooperazione internazionale; - è accreditata dal 1996 presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite di New York (Ecosoc); - è accreditata con Status consultivo presso Unido di Vienna (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo dell’Industria); - è inserita nella Special List delle organizzazioni non governative di ILO a Ginevra (Organizzazione Internazionale delle Nazioni Unite per il Lavoro). AVSI è presente in 35 Paesi dell’Africa, America Latina, Medio Oriente ed Est Europa con circa 100 progetti pluriennali nei settori della sanità, cura dell'infanzia, educazione e formazione professionale, recupero delle aree marginali urbane e ambiente, agricoltura, ed emergenza umanitaria. Opera in collaborazione e con finanziamenti del Ministero degli Affari Esteri, dell'Unione Europea, delle agenzie delle Nazioni Unite, UNICEF, UNDP, UNCHS Habitat, di enti internazionali come Banca Mondiale e Programma Alimentare Mondiale; coopera inoltre con Enti locali, istituzioni di solidarietà internazionale e associazioni di categoria, imprese e privati cittadini. Oltre 300 volontari professionalmente qualificati (medici, ingegneri, agronomi, assistenti sociali, psicologi) si sono succeduti nei Paesi d'intervento e si succedono tutt’ora. Il 50% circa dei fondi di AVSI provengono da donatori privati. In questa quota sono comprese le oltre 24.000 adozioni a distanza a favore di bambini e ragazzi nel mondo. AVSI è un Ente Autorizzato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali a curare le procedure di adozione internazionale in Italia e all’estero. AVSI aderisce alla Federazione dell’Impresa Sociale della Compagnia delle Opere Le Tende Dal 1990 ogni anno viene organizzata da EDUS in sinergia con AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) e Compagnia delle Opere una campagna tematica di sensibilizzazione e raccolta fondi che coinvolge migliaia di volontari in centinaia di iniziative nel periodo che va da Natale a Pasqua, per sostenere dei progetti di cooperazione allo sviluppo nei paesi più poveri del mondo nei quali AVSI lavora e sensibilizzare l’opinione pubblica su alcuni temi di interesse sociale. Numerosissimi sono per tipologia gli eventi promossi là dove la gente e i giovani vivono, lavorano e studiano, in Italia come in alcune altre parti del mondo. Tutte queste iniziative si chiamano le “Tende”.
EDUS – EDUCAZIONE E SVILUPPO EDUS – CHI SIAMO EDUS è un’associazione senza scopo di lucro con personalità giuridica costituita nel 2001, continuando il lavoro e l’impegno dell’ex AVSI Trento, costituita nel 1993. L’associazione ha sviluppato competenze proprie e ha iniziato ad operare con una struttura organizzativa stabile che si avvale di 13 collaboratori, 65 soci e circa 150 volontari che prestano gratuitamente tempo e risorse. Nei 10 anni di attività l’associazione si è mobilitata per la realizzazione di oltre 30 progetti destinati prevalentemente all’infanzia e alla gioventù in 13 paesi dell’Africa, dell’America, dell’Est Europeo e del Medio Oriente. EDUS aderisce al network AVSI INTERNATIONAL del quale fanno parte 24 fra associazioni e ONG di paesi europei, africani, latinoamericani che collaborano alla realizzazione di progetti di sviluppo e di campagne di sensibilizzazione sulle tematiche inerenti lo sviluppo dei PVS. Aderisce alla Federazione dell’Impresa Sociale della Compagnia delle Opere no Profit. • PROGETTI • EDUS, in collaborazione con il network AVSI, opera prevalentemente nei settori della sanità, dell'igiene, della formazione scolastica, professionale e dell'assistenza sociale, privilegiando gli interventi a favore dell'infanzia e dell’adolescenza. Dal 1993 l'Associazione si è mobilitata per la realizzazione di oltre 30 progetti in Africa, America Latina ed Europa dell'est. • EDUS promuove anche interventi di emergenza in conseguenza di catastrofi naturali o di eventi bellici (Conflitto serbo bosniaco, alluvione Piemonte, guerra civile Uganda, crisi Kossovo, eruzione vulcano Goma, conflitto Palestina, crisi economica Argentina, terremoto Molise, guerra Irak). • CAMPAGNA DI SOLIDARIETA’ • Da oltre 10 anni EDUS si adopera per raccogliere fondi attraverso iniziative di varia natura. Ogni anno durante il periodo delle festività natalizie aderisce alla campagna nazionale di solidarietà promossa dall’ONG AVSI, EDUS e altre ong italiane operanti nel campo della cooperazione internazionale a favore dei PVS. Ogni anno in 400 città italiane si attivano circa 100.000 i volontari per la realizzazione della campagna che quest’anno è intitolata “Condizione per lo sviluppo è l’educazione alla carità” a favore di 5 progetti educativi in Sud Sudan, Congo, Giordania, Palestina ed Egitto. • PROMOZIONE E CULTURA • EDUS organizza incontri pubblici, dibattiti, workshop, convegni, mostre fotografiche ed interviene nelle scuole con volontari espatriati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche inerenti lo sviluppo dei paesi poveri e la solidarietà internazionale. • Dal 2000 EDUS collabora con l’Università degli Studi di Trento per programmi di sviluppo nel campo della cooperazione internazionale tramite la fornitura di proprio personale e risorse tecniche. • Gli eventi più significativi realizzati nella storia di EDUS: • Incontro con Padre Ronald Marino Responsabile del Migration Office New York • Incontro con Anna e Livio Michelini volontari Avsi in Brasile a Salvador de Bahia e Belo Horizonte, vincitori del premio Global 500 indetto dall’Onu • Workshop internazionale per operatori della cooperazione • Convegno dal titolo “Il debito estero e lo sviluppo” • Allestimento di 4 mostre con foto di Paolo Pellegrin e Francesco Fantini; • Concerto della pianista ucraina Anna Kravtchenko • COLLABORAZIONI • EDUS collabora stabilmente con l’Università degli Studi di Trento, con la quale nel 2000 ha stipulato una Convenzione con l’Università degli Studi di Trento per la collaborazione in programmi di sviluppo nel campo della cooperazione internazionale. • EDUS aderisce al network AVSI International, rete di 24 Ong di paesi europei, africani, latinoamericani, operante da 30 anni nell’ambito della cooperazione e del sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Il network gestisce attualmente 86 progetti in 35 paesi del mondo. • EDUS aderisce alla Federazione dell'Impresa Sociale della Compagnia delle Opere
3. Le opere sociali non si contrappongono, ma si integrano a un sano e generalizzato sviluppo economico. Infatti non ci sono solo multinazionali imposte con le armi, non c’è solo una globalizzazione nemica dell’uomo. C’e anche un’attività economica diffusa, fatta di commerci tra imprese, scambi, localizzazione non colonialista, cooperazione finalizzata alle infrastrutture per lo sviluppo. La collaborazione a grandi opere come la diga di Assuan, le opere realizzate dall’ENI insieme ai Paesi produttori di risorse energetiche, il tentativo sistematico di creare un’area economica integrata, perseguito fino agli anni 80, ne sono un esempio. 4. E’ fondamentale, a questo proposito, il ruolo degli Stati che dovrebbero evitare le guerre preventive e la vendita di armamenti, al pari di disimpegni ipocriti alla ricerca di improbabili equidistanze verso il terrorismo. Ma ancora non basta. Occorre una sussidiarietà internazionale che aiuti la carità, la nascita di opere, la costruzione di infrastrutture per lo sviluppo, l’integrazione economica dal basso. 5. C’è però una condizione imprescindibile perché avvenga quanto detto. Senza istruzione e formazione professionale, senza quegli investimenti in capitale umano pubblici e privati previsti dal documento dell’Unione Europea di Lisbona 2000, mancherebbero gli strumenti tecnici per dar vita a opere, imprese, progetti politici per la sussidiarietà. Senza un’educazione intesa come introduzione alla realtà, alla verità di se stessi, alla rilettura critica delle proprie tradizioni, persino la carità si ridurrebbe a solidarietà e generosità senza futuro. E non nascerebbe un soggetto idealmente capace di generare equilibrate azioni sociali, economiche e politiche. L’uomo educato ed istruito è il cuore dello sviluppo. Editoriale condizione per lo sviluppo è educare alla carità di Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà Cosa fare di più per permettere una pace e uno sviluppo duraturi per i popoli di Mediterraneo, Medioriente e Africa sub-sahariana, martoriati non solo da guerre e terrorismo, ma anche da povertà, sottosviluppo, immigrazione clandestina, instabilità economica e politica? 1. Innanzitutto nessun progetto economico, sociale e politico sostituisce quel dono commosso di sé di un uomo verso un altro uomo che è la carità, quel vero amore al destino dell’altro che spinge a farsi carico dei bisogni spirituali e materiali del prossimo, senza aspettare alcun tornaconto prossimo o futuro. Come ci insegna don Giussani nella sua ultima intervista, chi è mosso dalla “percezione dell’incombente dipendenza che si attribuisce alla natura di ogni cosa, prima di partire in ogni impresa…” vede ogni suo simile come incommensurabile mistero e perciò lo considera sacro, inviolabile, degno di infinita cura e attenzione. E’ ciò che fanno quei cristiani che, vivendo il cristianesimo come il fatto di un Dio che si è incarnato per vincere la solitudine brutale dell’uomo, vogliono vivere l’amicizia con Lui cercando di imitarne la “magnanimità verso l’uomo concreto”. Sono già in molti, al di qua e al di là del Mediterraneo, in Paesi fondamentalisti o moderati, laici o religiosi a vivere quotidianamente così. 2. Invece, da reali gesti di carità nascono le opere: ospedali, scuole, università, centri di formazione, interventi di assistenza. Sono “progetti sociali” non basati su un uomo astratto, ma sulla vita concreta delle persone, sui loro bisogni, affrontati senza sostituirsi a chi si assiste. Le missioni cattoliche ne sono un esempio: dalla carità di don Bosco e dei Salesiani nasce la formazione professionale in tutto il mondo; da S. Pietro Clavier, un aiuto al superamento della schiavitù; da Daniele Comboni, nello stesso tempo, l’evangelizzazione e miriadi di opere nell’Africa sub-sahariana; dai Francescani, le università; dai Fatebenefratelli, gli ospedali nel Medioriente.
I 5 progetti della campagna L’uomo educato e istruito è il cuore dello sviluppo. Non esiste sviluppo senza un’educazione alla carità. Un impegno concreto, sussidiario, capace di far crescere e dare nuovo slancio alle realtà già presenti sul territorio. È sempre più necessaria quindi un’educazione intesa come introduzione alla realtà, alla vita quotidiana: dall’educazione scolastica di base dei primi anni di vita a quella professionale lavorativa, necessaria per il futuro. I progetti delle Tende di quest’anno vogliono segnare una nuova meta: la carità come condizione per lo sviluppo. Partendo dal Mediterraneo, inteso come nuovo mare di dialogo tra i popoli e non solo come via di fuga per il mancato sviluppo dell’Africa e Medio Oriente. Cinque progetti a sostegno di opere educative e professionali. Cinque progetti che dal cuore dell’Africa arrivano al Mediterraneo. 1. Sud Sudan: ristrutturazione e sostegno - Scuola primaria St. Kizito a Isohe Dopo 20 anni di guerra e 2 milioni di morti, ora il Sudan sta affrontando il difficile e lento processo di pace con i suoi 4 milioni di sfollati. In Sud Sudan sono circa 1 milione i bambini in età scolare e si calcola che il 75% non abbia accesso all’istruzione scolastica. Ma gli insegnanti preparati sono pochi e le lezioni si tengono prevalentemente sotto un albero e senza materiale didattico. Con questo progetto delle Tende AVSI vuole ristrutturare e sostenere la scuola di St. Kizito, che già rappresenta un’opportunità per 1.500 bambini. Ma c’è molto da fare. Da opere di ristrutturazione e costruzione per ampliare le classi, ancora troppe in capanne con tetti di paglia, e i dormitori che ospitano gli alunni, perché le strutture sono solo dei semplici e precari fabbricati. La scuola ha bisogno anche di materiale didattico, corsi di formazione per gli insegnanti e sostegno economico per il pagamento della retta scolastica degli studenti, che permette loro di mangiare, dormire e frequentare le lezioni. Nonostante sia molto bassa, il 75% degli allievi non è in grado di sostenerla. 2. Rep. democratica del Congo: ristrutturazione sostegno Scuola elementare di Karambo Ex Zaire, un paese lacerato da 2 guerre devastanti in meno di 10 anni, 3 milioni di morti e un accordo di pace ancora (giugno 2004) in precario equilibrio. La scuola sorge nel territorio d Rutshuri, nel villaggio di Jomba, nella provincia del Nord Kiwu, al confine con Rwanda, Uganda e Burundi, la regione più tribolata del paese. Le immense ricchezze minerarie della zona, sono la causa di decine di conflitti d’interesse, spesso mascherati da scontri etnici. Anche se la guerra è già finita ufficialmente, gli spari non sono mai cessati e il numero delle vittime continua a crescere. Il Paese è in pezzi, le infrastrutture inesistenti. Le scuole sono, per la maggior parte, baracche di fango senza gli strumenti didattici basilari. Un bambino su 5 non arriva a compiere sei anni. La prima causa di morte è ancora la malaria. La malnutrizione miete più vittime delle pallottole. L’età media è di poco sopra i 40 anni. L’inflazione è al 520%. Il 32% dei bambini della zona non ha possibilità di accedere all’istruzione di base. La scuola primaria di Karambo accoglie 340 bambini e 18 insegnanti. L’obiettivo di AVSI è quello di ristrutturare 14 classi, fornendo anche tutto l’arredamento necessario, come banchi, sedie e lavagne; il materiale didattico per tutti, dai registri e libri per gli insegnanti ai quaderni per gli alunni; e realizzare corsi di formazione e aggiornamento per 180 insegnanti della zona. 3. Giordania: sostegno e sviluppo Scuola - Patriarcato Latino di Gerusalemme a Zarqa Nord Zarqa Nord è una città di circa 1.500.000 abitanti situata a 30 km a nord ovest di Amman, la capitale della Giordania. Le condizioni di vita della maggioranza dei giordani sono di grande miseria, sebbene non sia questa l’immagine che il paese da’ nel mondo. La sola speranza per un futuro migliore è costituito da un buon livello d’istruzione, molto difficile da trovare nelle scuole pubbliche. Ma il costo di quelle private è del tutto sproporzionato rispetto agli stipendi dei pochi fortunati che lavorano, e per i tantissimi senza lavoro diventa quindi impossibile far studiare i figli. La scuola del Patriarcato Latino di Gerusalemme opera in un contesto di povertà e di convivenza multietnica e multireligiosa e da sempre ospita immigrati provenienti dai paesi vicini: Siria, Israele, Palestina e ora anche molti dall’Iraq. Il grande agglomerato urbano è pertanto caratterizzato da intere famiglie in stato precario e non riconosciute dallo Stato. Fondata negli anni ’50 da un missionario italiano, oggi la scuola è gestita dalle suore Doratee e accoglie 700 studenti, dalla materna alle superiori. Oltre all’istruzione, la scuola offre ai ragazzi anche la merenda, il pranzo e la cena; in più dispone di un laboratorio tessile che permette alle ragazze di imparare un nuovo mestiere. Sono già diversi anni che AVSI collabora al sostenimento scolastico di circa 300 bambini di questa scuola grazie al sostegno a distanza. Il progetto delle Tende di AVSI si prefigge come obiettivo la ristrutturazione dei locali della scuola e la completa fornitura di attrezzature e materiali didattici per allievi e insegnanti.
I 5 progetti della campagna 4 Egitto: sostegno Scuola Saint Charles Lwanga a Il Cairo Crocevia di rapporti tra Africa e Mediterraneo: la periferia de Il Cairo ha accolto in questi ultimi anni decine di migliaia di profughi sudanesi che fuggono da una realtà di persecuzione e di guerra civile. Per questo motivo sono nate diverse opere di accoglienza che cercano di dare sostegno a famiglie sprovviste di tutto, dalla casa alla scuola per i propri figli, in attesa di avere il permesso di essere accolti definitivamente in altri paesi con lo status di profughi. Il problema è che il “passaggio” dall’Egitto può anche durare 10 anni, nei quali i bambini non hanno il diritto di frequentare la scuola pubblica egiziana. In questo contesto quindi di precarietà e di povertà è nata la scuola Saint Charles Lwanga. La scuola è stata fondata negli anni ’50 dai padri Comboniani con lo scopo di poter dare ai bambini più poveri della periferia de Il Cairo la possibilità di ricevere un’ educazione adeguata. Negli ultimi anni ha accolto quasi esclusivamente profughi sudanesi, sia cristiani che musulmani. Attualmente accoglie oltre 2.000 studenti, e recentemente, per fornire aiuto a profughi che abitano in altre zone, sono state aperte altre 4 succursali, per un totale di circa 2.500 studenti. La scuola copre dalle elementari alle superiori, con corsi anche di formazione professionale di informatica e artigianato. L’obiettivo delle Tende è quello di ristrutturare tutti i locali e di fornire l’attrezzatura didattica necessaria, anche per i corsi professionali, sia per gli alunni, sia per gli insegnanti. 5 Palestina: formazione professionale per artigiani e piccole imprese di Betlemme Un nuovo progetto in Terra Santa, dedicato alla formazione professionale necessaria per dare un nuovo sostegno alle attività già presenti sul territorio, ma anche per insegnare un nuovo lavoro a chi non ce l’ha. Da corsi professionali per opere di artigianato, principalmente coinvolte al lavoro manuale del legno come insegna l’antica tradizione di Betlemme, a quelli per dare vita a nuove piccole imprese capaci di dare nuovi impulsi e stimoli all’economia locale. Il progetto delle Tende si pone infatti come obiettivo la realizzazione di corsi profesionali di “arti e mestieri” a Betlemme, in collaborazione con l’Università Cattolica e con la Camera di Commercio della città. Un’iniziativa nata in risposta alla necessità quotidiana di gran parte della popolazione afflitta dalla precaria situazione economica e politica in cui versa l’intero paese, affinché, attraverso l’educazione al lavoro, si trovi insieme la strada dello sviluppo.
Monica Maggioni testimonial di AVSI n Nord Uganda Un’emergenza umanitaria. Un progetto. Un’amicizia. Il 95% della popolazione sfollata per la guerra. Echo assegna ad AVSI la realizzazione di un’importante campagna televisiva di sensibilizzazione per quest’inverno. Monica Maggioni, inviata del Tg1 Rai, accetta d diventare il testimonial. L’agenzia pubblicitaria McCann Erickson collabora gratuitamente al progetto. Il viaggio, la testimonianza di Monica Maggioni con le immagini di Franco Nerozzi. E' cominciato tutto una mattina di luglio, ero tornata in Italia da qualche giorno dopo due mesi passati in Iraq. Squilla il cellulare, dall’altra parte c’è Alberto Piatti, direttore generale di AVSI. “Senti Monica, fra qualche mese inizieremo una grande campagna di sensibilizzazione sul Nord Uganda in collaborazione con Echo, l’agenzia per gli aiuti umanitari dell’Unione Europea, racconteremo cosa fa AVSI da quelle parti con i suoi fondi. Pensiamo di realizzare un documentario e una serie di spot televisivi, per i quali ci darà una mano lo staff creativo dell’agenzia McCann Erickson e che verranno poi mandati in onda quest’inverno. Ci è venuta un’idea. Non è che tu ci faresti da testimonial?” Non ho bisogno di rifletterci. “Si, devo solo chiedere l’autorizzazione alla RAI, ma per quel che mi riguarda ci sono”. “Meraviglioso! Ehi, ma guarda che poi devi anche andare in Uganda”. “E dov’è il problema? Non vedo l’ora!” È cominciato tutto con quella telefonata. Due mesi dopo ero già seduta sull’aereo che mi stava portando a Kampala. L’ultimo mio viaggio africano era stato cinque anni prima, nel Mozambico travolto dall’alluvione. Il primo tanti, tantissimi anni prima. Nella mia famiglia l’Africa l’abbiamo tutti nel cuore. Ho uno zio che ci ha trascorso quasi tutta la vita. Da quando ero piccola ho imparato ad associare la parola viaggio con la parola Africa. Ogni volta che ci vado ho la sensazione del ritorno, mi sembra di sentirne persino più forte la mancanza. Essere in aereo e sapere che con Franco stiamo per atterrare a Kampala è proprio una bella sensazione. Franco, mio amico e collega, farà le immagini con le quali racconteremo la storia. Una parte della storia, perché l’altra parte ha già cominciato a raccontarla un po’ di mesi fa Gian Micalessin, amico giornalista. Alla fine ci troveremo tutti insieme a mettere insieme i capitoli di questo racconto. Di questo giro dentro il Nord Uganda a seguire quello che AVSI fa da quelle parti. All’aeroporto di Entebbe c’è Pippo Ciantia, rappresentante AVSI a Kampala. Ci aspetta con l’enorme Tojota bianco, probabilmente la macchina più africana del mondo. E’ sera tardi, l’unica cosa di cui mi rendo conto è che sulle sponde del lago Vittoria vive un sacco di gente che la sera va in giro, si muove, sente la musica. Un cambiamento impressionante dopo l’Iraq. E mi ricordo di colpo che gli africani sorridono. Molto più di chiunque altro al mondo. Abbiamo solo una manciata di ore per stare con Pippo, sua moglie e i bimbi, da 20 anni in Africa. Alle dieci del mattino ci aspetta l’aereo per il nord. Destinazione: Kitgum. L’Uganda vista da sopra è spettacolare, di un verde straordinario tagliato solo dalle strisce rosse delle strade di terra battuta nella vegetazione. E la pista di atterraggio non è diversa dal resto. Una spianata di terra in mezzo al verde. Pietro arriva a recuperarci tutto trafelato. “Scusate, sono in ritardo, non ho sentito il rumore dell’aereo”. È così che si vive da queste parti. L’aereo atterra quasi nel giardino di casa. Con Pietro, Filippo, Lucia e gli altri dobbiamo fare i piani di cosa andare a raccontare in questi giorni. Lo giuro mi sento un po’ a disagio, il mio lavoro di solito non è quello di testimonial, ma di giornalista, eppure stavolta devo riuscire a fare tutte e due le cose. Non è facile spiegare a chi si occupa di “fare” che bisogna anche “raccontare”, ma stavolta ce la faccio e da subito cominciamo a vedere cosa succede qui intorno. Il campo che raccoglie i bambini che sono riusciti a scappare dai ribelli è il primo choc vero. Arriviamo e ci guardano obbedienti, si presentano, ci presentiamo. Gli chiediamo di disegnare per noi e ancora una volta è l’orrore puro che esce dalle loro penne colorate. Eppure anche davanti alla telecamera raccontano, quasi fosse altro da loro quel ricordo mostruoso. Non è una cosa con cui è facile fare i conti. Avere davanti a te un bimbetto di nove anni che ti spiega come ha ucciso a bastonate un suo coetaneo perché altrimenti i ribelli avrebbero finito lui in quello stesso modo. Un bimbo di nove anni che ha dovuto uccidere per sopravvivere. Quelli che rimangono in un angolo sono i ragazzini arrivati per ultimi qui al centro di accoglienza. I loro occhi sono.
Aiuta i bambini a restare bambini con McCann Tutto è nato da un’amicizia. Alberto Contri conosce AVSI. Sa bene cosa fa nel mondo. Una nuova emergenza: creare per Echo uno spot televisivo capace di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza umanitaria in Nord Uganda. Ma bello. Non il solito strappalacrime. Abbiamo un testimonial fantastico: Monica Maggioni, inviata del Tg1. “Conosco le persone giuste: Milka e il suo sfaff”. Milka Pogliani è il direttore creativo della McCann Erickson, un gigante internazionale capace di decidere, a colpi di parole, la sorte di un prodotto. Francesca ed Erick lavorano con lei. Armati di penna e cervello. Ascolano le nostre esigenze, incontrano Monica. “In agenzia di pubblicità noi lavoriamo quasi sempre in un clima di emergenza. – Affermano Francesca ed Erick - I clienti considerano il loro spot “urgentissimo” e ogni dettaglio del messaggio “di vitale importanza”. E così ci capita di dimenticare che stiamo parlando di bibite o caramelle e che in caso di errore non ne andrà della vita di nessuno e nemmeno della testa (anche se tentiamo di non fare saltare le nostre). Dà invece tutt’altro tipo di soddisfazione lavorare per un’associazione come AVSI, sapendo che se il lavoro è ben fatto, se il messaggio coglie il segno, se qualcuno ci pensa tre secondi in più, quei tre secondi possono cambiare il destino di un bambino in Nord Uganda.” Il prodotto finale? Una sorpresa: lo vedrete presto in tivù. Un’anticipazione? “AVSI aiuta i bambini a restare bambini”. Non cambiate canale al momento della pub- sfuggenti. Non incontrano mai gli sguardi, hanno la paura disegnata in ogni gesto. O il timore del giudizio? Le giornate corrono veloci, ci infiliamo nei campi sfollati. Capanne su capanne, nessuno spazio per vivere. Gli uni addosso agli altri. I ribelli là fuori hanno fatto questo. Rapiscono i ragazzini, costringono la gente a vivere ammassata in posti in cui nulla più della vita tradizionale può essere mantenuto. E chi è più fortunato e di giorno vive nel suo villaggio, scappa la notte. Come formiche sbucano da tutti gli angoli i bimbi al tramonto. Sulla testa hanno arrotolato il fagottino delle coperte per la notte. I genitori rimangono a casa, ad aspettare il mattino e pronti alla fuga in caso di attacco. I bimbi arrivano qui nel centro della città, alla missione, all’ospedale. AVSI costruisce per loro i rifugi. Poi prima di addormentarsi, Giorgio e sua moglie li fanno leggere. “È un modo per far ritrovare loro un po’ di vita normale” ci spiegano. Nei campi c’è tutto da fare. Bisogna fare in modo che la gente si costruisca le latrine, ricominci a coltivare qualche pezzetto di terra. “Lo facciamo con loro, non gli diamo nulla di pronto, di distante dal loro modo di essere” - di questo lavorare con loro, costruire con loro Pietro (Galli, responsabile AVSI dei programmi di emergenza) ha fatto la sua stessa ragione d’essere. È qui da anni. Ogni tanto corre in Sudan per missioni durissime, cercando di dare aiuto a villaggi e popolazioni che da anni sono abbandonate al loro destino di guerra. Lavora dalla mattina alla sera, ma sembra felice. Le confessioni più dure le sentiamo a Pajule, alla scuola per il recupero psicosociale degli ex ribelli già adulti. Ragazzi di diciassette, diciotto anni che raccontano con pudore dei traumi subiti, della difficoltà della vita normale. L’unica cosa che può cambiare loro la vita, ce lo ripetono di continuo, è proprio il fatto si venire qui a scuola. Ecco perché Lucia (Castelli, team leader AVSI in Nord Uganda) insisteva tanto sull’istruzione. Aveva ragione lei. Loro i bimbi contano sul fatto di imparare un mestiere, di apprendere cose che possano rivalutarli agli occhi dell’altra gente. Del resto del villaggio che oggi li lascia in disparte o li maltratta a causa del periodo passato con i ribelli. È l’ingiustizia più atroce. Anche quando sopravvivono e tornano a casa questi ragazzi continuano a essere vittime. La prima volta perché sono stati rapiti, strappati alle famiglie, torturati. La seconda adesso, accusati o additati come responsabili di crimini commessi loro malgrado. Quante volte hanno ripetuto che solo grazie ad AVSI e alla scuola sperano di ricominciare a vivere. E quelle erano le loro parole, la loro realtà. Io ero lì per fare uno spot. Loro no. Monica Maggioni
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Le prossime iniziative delle Tendenella provincia di Trento TRENTO 17 dicembre 2004 CONCERTO DI BENEFICENZA Mnogaja Leta Quartet e Corale città di Trento - TRENTO Venerdì 17 dicembre 2004 ORE 21.00 Auditorium Santa Chiara STENICO ROVERETO 27 novembre 2004 Spettacolo :"La leggenda del santo bevitore" dal racconto di J. Roth.Compagnia del Teatro d'Artificio con Calo Pastori e Marino Zerbin. Teatro Rosmini - Rovereto Sabato 27 novembre ore 20.30. Ingresso a offerta libera. Il ricavato andrà a sostegno del progetto Alvorada RIVA DEL GARDA PIANA ROTALIANA 28 novembre 2004 Domenica 28 novembre ore 16.30 presso il Teatro San Gottardo di MEZZOCORONA l'Associazione "Amici di Grazie alla vita" propone a sostegno del progetto Alvorada lo spettacolo "BABAU" dell'Associazione culturale teatrale "Naviganti e sognatori" di Caravaggio (BG). Ingresso € 3 . Età consigliata: 3 - 10 anni. BANCHETTI SCUOLE SUPERIORI ALTRE INIZIATIVE in programmazione a Pergine, Moena, Cavalese, Vigolo vattaro, Caldonazzo