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Economia internazionale -2- Produttività del lavoro e vantaggi comparati: il modello di Ricardo

Explore the concept of comparative advantage and the benefits of international trade. Learn about trade-offs, limited resources, and how countries can specialize to increase global production and improve living standards.

alicia
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Economia internazionale -2- Produttività del lavoro e vantaggi comparati: il modello di Ricardo

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  1. Economia internazionale -2- Produttività del lavoro e vantaggi comparati: il modello di Ricardo

  2. Perchè si commercia a livello internazionale • I motivi che inducono i paesi a commerciare tra di loro (e a specializzarsi) sono sostanzialmente due: • I paesi sono diversi tra loro in termini di dotazione dei fattori della produzione (clima, terra, capitale, lavoro) oppure in termini di tecnologie (efficienza nel produrre i beni) • I paesi cercano di conseguire economie di scala nella produzione, indipendentemente dall’essere o meno diversi dai partner commerciali • Il modello di Ricardo (del XIX secolo, ma attualissimo! V. “Sui Principi dell’economia politica e delle imposte” 1817) è basato sulle differenze tecnologiche tra paesi • Tali diversità tecnologiche si riflettono in differenze nella produttività del lavoro

  3. Un concetto non ovvio: il vantaggio comparato fiori freschi a New York il 14 febbraio! • Nel giorno di San Valentino (pieno inverno) la domanda statunitense di rose si impenna: sono tutte di produzione statunitense? • Coltivare rose negli Stati Uniti d’inverno è molto costoso • E’ necessario l’uso di serre riscaldate (energia + altri input) • Il costo dell’energia, del capitale e del lavoro impiegati è notevole • Le risorse per la produzione di rose potrebbero essere impiegate per produrre altri beni, per esempio computer: le risorse (i fattori) sono limitate. Se vengono impiegate per produrre un bene si deve rinunciare alla produzione di qualcos’altro: c’è dunque un trade-off; se si producono rose si deve rinunciare a produrre una certa quantità di computer (e viceversa)

  4. Concetto di vantaggio comparato: trade-off costo opportunità  vantaggio comparato • Trade-off • Risorse limitate: se i fattori produttivi vengono destinati alle rose, devono essere sottratti dalla produzione di computer • Costo-opportunità • Il costo-opportunità delle rose in termini di computer è il numero di computer che si sarebbero potuti ottenere con le risorse che vengono, invece, impiegate per produrre “in casa” le rose richieste dai cittadini statunitensi: computer a cui si rinuncia per avere rose • Vantaggio comparato • Un paese ha un vantaggio comparato nella produzione di un bene se il costo-opportunità della produzione di quel bene (computer a cui si deve rinunciare per produrre rose) è minore che in altri paesi

  5. Esemplificazione del vantaggio comparato: rose/computer; Usa/Messico • Si supponga che negli Usa le risorse utilizzate per produrre 10 milioni di rose potrebbero essere utilizzate, in alternativa, per produrre 100.000 computer • Si supponga che ci sia un altro paese, Messico, dove le risorse per produrre quegli stessi 10 milioni di rose potrebbero essere utilizzate, in alternativa, per produrre 30.000 computer • I lavoratori messicani sono relativamente meno produttivi (dei lavoratori statunitensi) nella produzione di computer e relativamente più produttivi (degli americani) in quella di rose

  6. “Vantaggi” per tutti: Messico e Usa sono diversi; possibilità di riorganizzare la produzione internazionale in modo vantaggioso per entrambi • Se ogni paese si specializza nella produzione del bene con il minore costo-opportunità, allora il commercio internazionale può essere benefico per tutti i paesi • Le rose hanno un costo-opportunità minore in Messico (le risorse per ottenere rose consentono di produrre in Messico un numero di computer inferiore che negli Usa) • I computer hanno un costo-opportunità minore negli Stati Uniti (le risorse per ottenere rose consentono di produrre negli Usa un numero di computer maggiore che in Messico) • Messico ha un vantaggio comparato nelle rose; Usa nei computer; il primo ha convenienza a specializzarsi nelle rose, i secondi nei computer • Se i due paesi si specializzano secondo le indicazioni dei vantaggi comparati, maggiori quantità di beni disponibili per i consumatori di tutto il mondo; aumento potenziale del tenore di vita per tutti

  7. Negli Usa per produrre 10.000 rose si rinuncia a 100 computer; in Messico si rinuncia a 30 computer: chi deve produrre rose, chi computer? Ipotetiche variazioni della produzione: se ciascun paese segue le proprie vocazioni produtive (vantaggi comparati) si hanno benefici a livello globale (una produzione complessiva maggiore)

  8. Il concetto di vantaggio comparato • L’esempio rose/computer illustra l’idea dei “vantaggi” derivanti dal seguire i vantaggi comparati: • Se ogni paese esporta i beni nei quali gode di un vantaggio comparato (costi-opportunità minori), allora tutti i paesi possono in linea di principio avvantaggiarsi dagli scambi • Cosa determina il vantaggio comparato (il fatto che il Messico è relativamente più bravo degli Usa nel produrre rose e meno bravo nel produrre computer)? • Rispondere a questa domanda “nel mondo” di Ricardo significa indagare sulle differenze tecnologiche tra i paesi che effettuano lo scambio

  9. Modello ricardiano (differenze nella tecnologia): un’economia a un solo fattore • Consideriamo un paese che chiamiamo A. In questo paese: • Esiste un solo fattore di produzione: il lavoro, la cui disponibilità complessiva (l’offerta) è data dalla dimensione della popolazione (può essere considerata fissa) • La popolazione è anche l’insieme dei consumatori che domandano solo due beni: vino V e formaggio F; solo due beni vengono quindi prodotti • La tecnologia nelle due produzioni è rappresentata dalla quantità di ore di lavoro necessarie per ottenere rispettivamente un’unità di V e un’unità di F: coefficiente tecnico di produzione, “altra faccia” della produttività • In tutti i mercati (del vino, del formaggio, del lavoro), vigono condizioni di concorrenza perfetta

  10. Modello ricardiano: economia a un solo fattore • Il coefficiente tecnico di produzione (reciproco della produttività del lavoro) è quindi specificato come il lavoro necessario per ottenere un’unità di prodotto: • lavoro impiegato per unità di prodotto: numero di ore di lavoro necessarie a produrre un’unità di bene • aLV= Lv /Qv, lavoro impiegato per unità di V (cioè se aLV = 2, allora ci vogliono 2 ore di lavoro per produrre un litro di vino). • aLF= LF /QF, lavoro impiegato per unità di F (cioè se aLF = 1, allora ci vuole 1 ora di lavoro per produrre un chilo di formaggio) • Il lavoro complessivamente disponibile è definito da L, l’offerta totale di lavoro (cioè se L = 120, allora l’economia è dotata di 120 ore di lavoro o di 120 lavoratori) • La risorsa produttiva lavoro è limitata; c’è quindi un trade-off tra la produzione di V e di F

  11. Modello ricardiano: economia a un solo fattore • Possibilità produttive • La frontiera delle possibilità produttive (PF): quantità massima di un bene (ad esempio, il vino) che è possibile produrre una volta deciso il livello di produzione dell’altro bene (il formaggio) o viceversa, dato il vincolo costituito dalla disponibilità di lavoro • La PF si ottiene dal vincolo della disponibilità di lavoro LV + LF = L (es. prec., LV + LF = 120) • La PF, ricordando che aLV= LV / QV e aLF= LF / QF, è quindi data da: aLVQV + aLFQF = L (es prec., 2QV + QF = 120) • Per cui la quantità massima producibile di V, data la quantità di F prodotta e il vincolo dell’offerta di lavoro, è QV = L/aLV – aLF/aLV QF (es prec., QV = 120/2 – 1/2QF) • Il costo opportunità del formaggio in termini di vino (“rinunciando a un chilo di formaggio quanti litri di vino in più si possono ottenere”) è dato da dQV / dQF = – aLF /aLV (es prec., costo opportunità = – ½, rinunciando a un 1 Kg di formaggio si produce mezzo litro di vino in più; oppure, il concetto è lo stesso, si rinuncia a 1/2 litro di vino per produrre 1 Kg di formaggio in più)

  12. Modello ricardiano: economia a un solo fattore Produzione di vino di A, QV, in litri l’inclinazione (negativa) è il costo-opportunità del formaggio in termini di vino P F Produzione di formaggio di A, QF, in chili Frontiera delle possibilità produttive di A L/aLV L/aLF

  13. Modello ricardiano: economia a un solo fattore • La PF indica tutte le infinite combinazioni di vino e formaggio ottenibili con le tecnologie esistenti; “da sola” non dice quale sarà la combinazione dei due beni prescelta; per determinare il mix di produzione manca qualcosa • Per determianre le quantità dei due beni che vengono prodotte occorre tenere conto del prezzo di V e di F • Denotiamo con PF il prezzo del formaggio e con PVil prezzo del vino. Denotiamo con wV il salario nel settore del vino e con wF il salario nel settore del formaggio • Nell’ipotesi di concorrenza perfetta, la condizione di profitti non negativi implica salario=valore del prodotto (marginale) di un’unità di lavoro: • PV / aLV = wV • PF / aLF = wF • da cuiwF > wV se PF / aLF > PV / aLV ; wF< wV se PF / aLF < PV / aLV • da cuiwF > wVse PF / PV > aLF / aLV ; wF< wV se PF / PV < aLF / aLV

  14. Modello ricardiano: economia a un solo fattore • Le relazioni sopra indicate implicano che se il prezzo relativo del formaggio (PF / PV ) è maggiore del suo costo-opportunità (aLF / aLV), allora l’economia si specializzerà nella produzione di formaggio (e viceversa) • In assenza di scambi, in economia chiusa, entrambi i devono essere prodotti perchè entrambi vengono domandati dai consumatori; la legge della domanda e dell’offerta conduce a PF / PV = aLF /aLV

  15. Il commercio internazionale nel modello ricardiano: si considerano due paesi • Assunzioni del modello: • Esistono nel mondo due paesi (A e B) • Ciascuno dei due paesi produce entrambi i beni (vino e formaggio) • Esiste un solo fattore di produzione, il lavoro • L’offerta di lavoro in ogni paese è data dalla dimensione della popolazione • La produttività del lavoro in ogni bene nei due paesi è data • Il lavoro non è mobile tra i due paesi • In tutti i mercati vigono condizioni di concorrenza perfetta • Le variabili del paese B sono indicate con asterisco

  16. Il commercio internazionale nel modello ricardiano • Vantaggio assoluto • Un paese ha un vantaggio assoluto nella produzione di un bene se il lavoro necessario per produrre un’unità di quel bene è minore rispetto al paese estero • Se sia aLF < a*LF sia aLV < a*LV il paese A gode di un vantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni: A è più produttivo di B nella produzione di entrambi i beni • Il vantaggio assoluto non ha alcuna rilevanza: anche se il paese A ha un vantaggio assoluto in entrambi i beni, sono possibili scambi vantaggiosi per entrambi i paesi • La struttura dei flussi commerciali è determinata dal vantaggio comparato, non da quello di vantaggio assoluto

  17. Il commercio internazionale nel modello ricardiano • Il vantaggio comparato • Non si fanno ipotesi sui vantaggi assoluti perchè non sono rilevanti (non importa chi è più produttivo in asosluto); i vantaggi relativi sono rilevanti. Si supponga che aLF /aLV < a*LF /a*LV • il paese A richiede nella prodzione di F comparativamente (in rapporto cioè alla produzione di V) meno lavoro che il paese B • Il costo-opportunità del formaggio in termini di vino è minore in A che in B • In altre parole, in assenza di scambi, il prezzo relativo del formaggio in A è minore del prezzo relativo del formaggio in B • Il paese A gode di un vantaggio comparato nel formaggio e lo esporterà in B in cambio di vino

  18. Produzione di vino di B, Q*V, in litri F* P* Produzione di formaggio di B, Q*F , in chili Il commercio internazionale nel modello ricardiano: il paese B Frontiera delle possibilità produttive del paese B L*/a*LV L*/a*LF

  19. Il commercio internazionale nel modello ricardiano: prezzi e costo-opportunità • In assenza di commercio, quando le due economie A e B sono chiuse agli scambi, si ha in A: PF / PV = aLF /aLV ; in B: P*F / P*V = a*LF /a*LV • Quindi P*F / P*V > PF / PV (essendo a*LF /a*LV > aLF /aLV); ne consegue che con lo scambio internazionale sarà conveniente vendere formaggio prodotto da A nel paese B e vino prodotto da B nel paese A • Questi spostamenti tenderanno a fare salire PF / PV e a fare scendere P*F / P*Vfino al punto in cui i due prezzi relativi convergeranno verso un unico valore del prezzo relativo (mondiale) del formaggio in termini di vino

  20. Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore • Determinazione del prezzo relativo dopo gli scambi • Cosa determina il prezzo relativo (cioè, PF / PV) dopo gli scambi? • Per rispondere a questa domanda dobbiamo definire l’offerta relativa e la domanda relativa di formaggio nel mondo • L’offerta relativa di formaggio è pari alla quantità totale di formaggio offerta dai due paesi per ogni dato prezzo relativo divisa per la quantità totale di vino offerta, (QF+ Q*F)/(QV+ Q*V) • La domanda relativa di formaggio nel mondo è un concetto analogo

  21. Il commercio internazionale nel modello ricardiano a un solo fattore: l’offerta mondiale • se PF / PV < aLF /aLV nessun paese produce formaggio, l’offerta relativa di formaggio è zero • se PF / PV = aLF /aLV il paese B non ha convenienza a produrre formaggio, mentre in A i produttori ottengono lo stesso guadagno nel formaggio e nel vino, quindi in questo caso A è disponibile a produrre qualunque quantità relativa dei due beni, dando luogo a una sezione piatta dell’offerta relativa mondiale di formaggio • se aLF /aLV < PF / PV < a*LF /a*LV; A si specializza producendo solo formaggio, B si specializza producendo solo vino; l’offerta relativa mondiale di formaggio è (L / aLF)/(L / a*LV) • se PF / PV = a*LF /a*LV; per i produttori di B è indifferente produrre formaggio o vino, per cui l’offerta relativa mondiale di formaggio torna a essere piatta • se PF / PV > a*LF /a*LV; nessuno produce vino e l’offerta relativa di formaggio tende a infinito

  22. Il commercio internazionale nel modello ricardiano: domanda e offerta relative Prezzo relativo del formaggio, PF/PV RS RD RD' L/aLF L*/a*LVW Q' Quantità relativa di formaggio, QF + Q*F QV+ Q*V Domanda e offerta relative mondiali a*LF/a*LV 1: aLF/aLV <PF/PV< a*LF/a*LV 2 aLF/aLV

  23. Il commercio internazionale nel modello ricardiano • I vantaggi dal commercio internazionale • Se i paesi si specializzano in base ai loro vantaggi comparati, allora beneficiano tutti da tale specializzazione e dal commercio internazionale • Dimostreremo tali vantaggi dal commercio internazionale in due modi: 1) il commercio internazionale espande le possibilità di consumo dei cittadini dei paesi che si integrano rispetto a una situazione di chiusura; 2) il commercio internazionale è un modo efficiente per produrre indirettamente ciò che non si è in grado di fare “al meglio” con le proprie tecnologie

  24. Il commercio internazionale nel modello ricardiano: espansione delle possibilità di consumo • Il commercio internazionale influenza il consumo in ognuno dei due paesi: apre più possibilità di consumo • La frontiera delle possibilità di consumo evidenzia la quantità massima di consumo di un bene che un paese può ottenere per ogni data quantità consumata dell’altro bene • In assenza di commercio, le possibilità di consumo coincidono con la frontiera delle possibilità produttive • Il commercio internazionale consente di espandere le possibilità di consumo per ognuno dei due paesi: ciascun paese supera i limiti dettati dalla tecnologia nazionale, “accedendo” alla frontiera produttiva del partner commerciale; i consumatori di A accedono alla maggior offerta di vino proveniente da B; i consumatori di B accedono alla maggior offerta di formaggio da parte di A

  25. Quantità di vino, Q*V Quantità di vino, QV F* T P F T* P* Quantità di formaggio, QF Quantità di formaggio,Q*F Il commercio internazionale espande le possibilità di consumo Il commercio internazionale nel modello ricardiano: espansione delle possibilità di consumo (a) Paese A (b) Paese B

  26. Il modello ricardiano: scambio internazionale come modo più efficiente per produrre (indirettamente) i beni in cui si ha uno svantaggio comparato • Prima degli scambi prezzo relativo del microchip rispetto alle scarpe Italia=2; Usa = 0,5 • Con lo scambio, prezzo internazionale si colloca tra 2 e 0,5; per esempio a 1 • Con apertura agli scambi gli Usa, pur più produttivi in assoluto nei 2 beni, hanno convenienza a produrre solo il bene dove sono relativamente più efficienti, cioè microchip (vantaggio comparato), e importare scarpe italiane • Se gli Usa realizzassero scarpe in casa, con un’ora di lavoro avrebbero 0,5 unità di scarpe; se invece impiegassero quell’ora di lavoro per produrre microchip, ottengono un’unità di microchip che scambiano nel mercato mondiale al prezzo relativo di 1 ottenendo un’unità di scarpa italiana • Scambio internazionale = produzione indiretta

  27. Il modello ricardiano: ai vantaggi comparati di produttività corrispondono vantaggi comparati di costo del lavoro • L’industria nei 2 paesi si divide così: Italia scarpe 80% microchip 20%; Usa scarpe 20%, microchip 80%. Quindi Produttività media Italia =0,80x0,33+0,20x0,17=0,3 Produttività media Usa= 0,20x0,5+0,80x1=0,9 • Gli Usa pagano un salario triplo rispetto all’Italia. Nonostante ciò gli Usa conservano un vantaggio comparato di costo nei microchip perché in questa industria la produttività di un lavoratore americano è 6 volte maggiore di quella di un lavoratore italiano (1/0,17) • L’Italia è meno produttiva degli Usa in entrambe le produzioni. Nonostante ciò presenta un vantaggio comparato di costo nella produzione di scarpe. Questo perchè i salari italiani sono 1/3 di quelli americani, mentre la produttività italiana nelle scarpe è solo 2/3 di quella americana nello stesso settore (0,33/0,5) • Clup italiano nelle scarpe più basso nonostante la più bassa produttività; clup Usa nei microchip più basso nonostante i più alti salari: è qui il motivo dell’interscambio

  28. Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati • Produttività e competitività • Luogo comune 1: il libero scambio è vantaggioso solo se un paese è abbastanza forte (produttivo) da sostenere la concorrenza straniera • Questo argomento fallisce nel riconoscere che il commercio internazionale è basato sui vantaggi comparati e non sui vantaggi assoluti • La questione dei bassi salari • Luogo comune 2: la concorrenza estera è sleale e danneggia gli altri paesi quando è basata su bassi salari • Nel nostro esempio il paese Usa ha salari maggiori, tuttavia continua a trarre vantaggio dal commercio

  29. Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati • Sfruttamento • Luogo comune 3: il commercio internazionale peggiora le condizioni dei lavoratori nei paesi con i salari più bassi • In assenza di commercio, questi lavoratori starebbero peggio • Negare l’opportunità di esportare significa condannare la gente povera a rimanere tale

  30. Fraintendimenti a proposito dei vantaggi comparati Variazioni dei salari e dei costi del lavoro per unità di prodotto

  31. Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni • Costruzione del modello • Due paesi: A e B; entrambe le economie consumano e sono in grado di produrre un numero elevato, N, di beni diversi; un solo fattore della poduzione • Salari relativi e specializzazione • La struttura dei flussi commerciali dipenderà dal rapporto tra i salari del paese A e quelli del paese B • I beni saranno sempre prodotti dove è meno costoso farlo • Per esempio, indicando con w e w*i salari pagati rispettivamente nei due paesi A e B, sarà meno costoso produrre il bene i nel paese A se waLi < w*a*Li , o riorganizzando i termini se a*Li/aLi > w/w* • In generale si avrà una catena di N vantaggi comparati aL1 /a*L1< aL2 /a*L2<....< aLi /a*Li<....<aLN /a*LiN talché il paese A produrrà tutti i beni per i quali aLi /a*Li<w*/w oppure, considerando le produttività relative, per i quali a*Li/aLi > w/w*

  32. Modelllo ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni Costi del lavoro per unità di prodotto nei paesi A(home) e B (foreign)

  33. Modello ricardiano: vantaggio comparato in presenza di più beni • Quale paese produce quali beni? • Un paese ha un vantaggio di costo in ogni bene per il quale la sua produttività relativa è maggiore del suo salario relativo. • Se, per esempio, w/w* = 3, A produrrà mele, banane e caviale, mentre B produrrà solo datteri e focacce. • Entrambi i paesi beneficieranno dei vantaggi della specializzazione.

  34. Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni • Determinazione del salario relativo nel modello a più beni • Per determinare i salari relativi in un’economia a più beni, dobbiamo considerare le domande di lavoro implicite nelle domande relative dei beni (cioè, le domande di lavoro relative derivate). • In A, la domanda relativa di lavoro diminuisce all’aumentare del rapporto tra i salari di A e quelli di B.

  35. Salario relativo, w/w* RS Mele 10 Banane 8 Caviale 4 3 Datteri 2 Focacce 0.75 RD Quantità relativa di lavoro, L/L* Modello ricardiano: il vantaggio comparato in presenza di più beni Determinazione dei salari relativi

  36. Introduzione dei costi di trasporto e dei beni non commerciati • Ci sono tre ragioni principali per le quali la specializzazione nell’economia internazionale reale non è estrema (vale a dire alcune produzioni si realizzano solo nel paese A, le altre nel paese B): • l’esistenza di più di un fattore produttivo. • i paesi talvolta proteggono i settori dalla concorrenza straniera. • il trasporto di beni e servizi è costoso • L’introduzione dei costi di trasporto rende alcuni beni non commerciati; per es, se il costo di trasporto è pari al 100% del valore del costo di produzione, nel caso precedente, con un rapporto tra salari nazionali ed esteri pari a 3, non vi sarà convenienza, nonostante le differenze di produttività, a commerciare caviale e datteri che continueranno quindi a essere prodotti in entrambe le economie • In alcuni casi, il trasporto è virtualmente impossibile. • Esempio: servizi quali il taglio dei capelli o la riparazione dell’automobile non possono essere commerciati internazionalmente

  37. Limiti del modello ricardiano • Prevede un estremo grado di specializzazione: alcune produzioni si concentrano esclusivamente in un determinato paese, le altre nell’altro; ciò è estremamente raro • Esclude che il commercio internazionale abbia effetti negativi per alcune categorie di lavoratori; questo perchè suppone che il lavoro “espulso” dalle produzioni che si perdono a vantaggio della concorrenza estera (dove si ha quindi uno svantaggio comparato) si sposti immediatamente nelle produzioni di vantaggio comparato • Non prevede che differenze diverse da quelle tecnologiche possano spingere al commercio internazionale e alla specializzazione; in particolare, la differente dotazione di risorse è una causa altrettanto importante della specializzazione commerciale • Trascura il possibile ruolo delle economie di scala come causa degli scambi; questo comporta che tale modello non contempli la possibilità che vi siano scambi commerciali tra paesi perfettamente identici sotto il profilo tecnologico • Nonostante questi limiti il modello di Ricardo è un ottimo schema per porre in luce alcuni meccanismi essenziali del commercio internazionale (vantaggio comparato e “luoghi comuni” circa le conseguenze negative dell’integrazione commerciale); esso riesce anche a “spiegare” il tipo di specializzazione che prevale in molti paesi

  38. La previsione di fondo del modello di Ricardo (i paesi esportano ciò in cui sono relativamente più produttivi) è verificata Produttività e esportazioni

  39. Sommario • Abbiamo esaminato il modello di Ricardo, il più semplice fra i modelli che mostrano come differenze nelle caratteristiche dei paesi diano luogo al commercio internazionale e come da esso derivino vantaggi reciproci • In questo modello, il lavoro è il solo fattore di produzione ed i paesi si differenziano soltanto per la produttività del lavoro nei diversi settori dell’economia • Nel modello di Ricardo, un paese esporterà il bene nel quale ha un vantaggio comparato (non un vantaggio assoluto) intermini di produttività del lavoro

  40. Sommario • Il fatto che il commercio internazionale avvantaggi un paese può essere mostrato in due modi: • possiamo pensare al commercio internazionale come a un modo indiretto di produzione. • possiamo mostrare che il commercio internazionale espande le possibilità di consumo di un paese. • La distribuzione dei vantaggi derivanti dal commercio internazionale dipende dai prezzirelativi dei beni che i due paesi producono.

  41. Sommario • Estendendo il modello ad un fattore produttivo e due beni al caso di più beni consente di mostrare che i costi di trasporto possono dare luogo a beni non commerciati. • La previsione principale del modello di Ricardo - cioè che i paesi tenderanno ad esportare i beni per i quali hanno una produttività relativamente elevata - è stata confermata da numerosi studi empirici.

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