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Alcuni esempi tra cinema video e arte contemporanea. Una premessa. Ad accomunare tutte le installazioni di seguito presentate è il fatto di aver debuttato quasi tutte alla LI Biennale d'Arte di Venezia diretta nel 2005 dalle spagnole Maria de Corral e Rosa Martinez. Candice Beritz.
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Una premessa • Ad accomunare tutte le installazioni di seguito presentate è il fatto di aver debuttato quasi tutte alla LI Biennale d'Arte di Venezia diretta nel 2005 dalle spagnole Maria de Corral e Rosa Martinez
Candice Beritz • Nata nel 1972 e cresciuta a Johannesburg Candice Breitz appartiene alla generazione di Sud Africani che hanno conosciuto la dittatura dell’Apartheid sperimentando l’imposizione di una forza politica che ha fatto della divisione e della disinformazione le proprie armi di conquista
Candice Beritz • Le memorie di infanzia dell’artista sono legate a un modello educativo che fomentava le divisioni razziali cancellando le possibilità di contatto evitando già a livello di scuola elementare che i diversi gruppi etnici potessero disporre di una lingua comune
Candice Beritz • Immersa in una continua babele linguistica fatta di un insieme di suoni ai quali non poteva ricondurre un preciso significato Breitz descrive questa esperienza come una situazione di costante straniamento. Tale radicale momento formativo ha influenzato il suo percorso alimentando la sua idea di arte quale strumento di conoscenza capace di aprire modelli altrimenti chiusi
Candice Beritz • La ricerca di un terreno di comunicazione immediata e il desiderio di fuggire dalla tentazione di produrre un’arte di natura autobiografica hanno portato Breitz ad impiegare la cultura di massa adottando quale materia per il proprio lavoro la musica leggera i video clip di MTV i serial televisivi e il cinema delle grandi case di produzione americane
Candice Beritz • Tali forme di espressione mediatica rappresentano secondo le parole dell’artista una “lingua franca” un ambito comune capace di unire pur secondo un denominatore intenzionalmente “basso” esperienze linguistiche culturali e sociali altrimenti separate
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Mother & Father (Madre e Padre) 2005 rappresenta uno dei progetti più complessi ad oggi realizzati dall’artista. L’opera si articola in due installazioni distinte ciascuna composta da sei video trasmessi su schermi al plasma
Candice Beritz Mother & Father (2005) • La prima intitolata Mother (Madre) ha come protagoniste le attrici hollywoodiane Faye Dunaway Susan Sarandon Meryl Streep Diane Keaton Julia Roberts Shirley MacLaine mentre in Father (Padre) i sei padri hanno i volti di altrettanti attori che includono Tony Danza Dustin Hoffmann Harvey Keitel Steve Martin Donald Sutherland Jon Voight
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Per ciascuna installazione Breitz si è appropriata di immagini pre-esistenti in questo caso film hollywoodiani incentrati sulle relazioni famigliari e rispettivamente su diverse tipologie relative alla figura materna e a quella paterna
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Impiegati quale materia grezza tali film che includono pellicole drammatiche come “Kramer contro Kramer” (1979 di Robert Benton) e commedie leggere quali “Il padre della sposa” (1991 di Charles Shyer) vengono sottoposti dall’artista a un’operazione complessa che attraverso numerosi passaggi arriva infine ad articolare una nuova opera
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Atto a scomporre le dinamiche e gli intrecci su cui ciascuna pellicola si regge il meticoloso procedimento di Breitz per la prima volta implica in questo progetto una totale alterazione dell’impianto narrativo incontrato per concentrarsi invece sui personaggi ed esporre gli elementi chiave con i quali essi vengono costruiti ad uso del grande pubblico
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Portata alle conseguenze più estreme l’analisi è esasperata attraverso una specifica elaborazione digitale attraverso la quale l’artista cancella il contesto che circonda il personaggio all’interno di ogni scena e isola determinati fotogrammi per rimontarli poi secondo un proprio copione
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Quasi si trattasse di giovani attori sottoposti a una crudele audizione alcuni tra i più noti volti di Hollywood vengono così diretti dall’artista a loro insaputa • Sospese in un vuoto fatto solo di parole espressioni facciali e gesti corporei le inedite interazioni dei personaggi filmici danno vita allo spazio teatrale dell’opera di Breitz
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Burattini nelle mani di un nuovo maestro gli attori offrono un’interpretazione assolutamente originale e i dialoghi che ne scaturiscono portano l’idea di finzione a un nuovo livello
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Simulacri digitali le madri e i padri elaborati dall’artista sono ostaggi bloccati entro uno specifico repertorio emotivo che mette in questione i canoni secondo i quali gli stessi media – soprattutto il cinema e la televisione – si impongo quali genitori tecnologici educando il pubblico a vivere attraverso lo schermo esperienze che invece appartengono alla vita
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Estratto digitalmente dai rispettivi film un cast non più al servizio di Hollywood libero dai segni esteriori che solitamente lo contraddistinguono interpreta due nuovi drammi: i fili degli attori sono ora saldamente nelle mani della Beritz che li «rapisce» e li costringe all'interno di una composizione saldamente organizzata
Candice Beritz Mother & Father (2005) • Facendoli balenare dai rispettivi schermi in modo ritmico e ossessivo l'artista trasforma gli attori e i fotogrammi di pellicola da loro «abitati» nelle note della partitura della sua installazione ed anche quando essi si trovano brevemente insieme nel corso di alcuni momenti caratterizzati da coerenza narrativa le sequenze cinematografiche utilizzate lungi dall'essere un modo per riciclare storie di successo minimizzando i rischi vanno a tessere una forma di storia speculativa
Candice Beritz Mother & Father (2005) • La contemplazione spostata dalla sua consueta e statica frontalitàè messa alla prova in un apprendimento dinamico e forse se di cinema si tratta la composizione della Beritz è il remake di un ruolo istituzionale: quello del genitore
Candice Beritz Mother & Father (2005) • L'opera di Beritz i suoi frammenti di cinema al tavolo con tutte le arti della rappresentazione depongono in favore della non esistenza di una possibilità classificatoria per il corpo dell'Arte • Questo corpo articolato in maniera non divisibile privo di parti morte senza rigidità coniuga un senso di complessa contiguità
William Kentridge e Georges Méliès • Una contiguità evidente e dimostrata anche quando l'opera sembra riverberare semplicemente una strana forma di contagio con la «Settima Arte» (si pensi all'omaggio agli albori della cinematografia e alle magiche sperimentazioni di Georges Méliès nell'opera di William Kentrige)
Il potere della “Visibilità” • Un occhio disposto a contagiare e a farsi contagiare da ciò che vede uscito dallo spazio dell'installazione di Kentrige rivede — forte del potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi che Calvino riconosce alla Visibilità nelle sue Lezioni americane — colori forme suoni della video installazione di Douglas Gordon Through the looking glass
Douglas Gordon Through the looking glass (1999) • Through the looking glass era alla XLVIII Biennale di Venezia ed è un monologo di Robert De Niro tratto da Taxi Driver (1976) di Martin Scorsese. La scena dura circa settanta secondi e Gordon pensando a De Niro come fosse davanti a uno specchio nella sua installazione fa partire la sequenza due volte contemporaneamente
Douglas Gordon Through the looking glass (1999) • Le due proiezioni partono assieme perfettamente sincronizzate e poi a poco a poco si allontanano l'una dall'altra per infine rincorrersi • Ecco allora che lo spettatore si trova proprio al centro dello specchio in cui De Niro sembra riflettersi e quel luogo sospeso tra la superficie dello specchio e la superficie del vetro è il gioco dell'arte che un occhio attento riconosce
Perejaume Gustave Courbet (2000) • In questo video lo spagnolo Perejaume filma (come un ready made) una tela prodotta dal pittore francese intorno al 1860. In questa tela Courbet ha dipinto un cervo e Perejaume rimuovendo l'immagine dipinta del cervo sostituisce ad essa un branco di cervi veri che brucando l'erba attorno alla firma di Courbet che è sul lato destro del quadro sono la chiave per ripensare il realismo dell'artista
Perejaume Gustave Courbet (2000) • Perejaume ripensa il realismo di Courbet attraverso un doppio movimento: quello iniziale dell'adozione dell'oggetto riconoscibile e per questo passibile di un incontro cordiale con lo sguardo dello spettatore e quello della formalizzazione
Perejaume Gustave Courbet (2000) • Attraverso la separazione di un elemento (le tele di Courbet) da un preesistente sistema di insieme e una sua riconversione in un diverso collegamento (il video di Perejaume) in cui incontra altri elementi (i cervi) estrapolati da altri altrove il procedimento segue il metodo costitutivo della natura morta
Perejaume Gustave Courbet (2000) • Il contesto da cui Perejaume recupera i dati è senz'altro diverso da quello in cui operava Courbet ma pure l'elaborazione formale del video lungi dal costruire una diversa attenzione dello spettatore ne riconverte la disattenzione infatti l’esigenza di misurarsi con la realtà che anima Courbet è un nodo attorno a cui si è dipanato anche il realismo cinematografico ed ecco perché l'operazione di Perejaume lungi dall'essere la volgarizzazione del realismo fornisce un forte stimolo e un prezioso terreno di confronto
Perejaume Gustave Courbet (2000) • Se il tentativo di Courbet è quello di sottolineare la ricchezza del reale in modo che lo spazio tra la vita e il quadro diventi nulla con Gustave Courbet Perejaume racconta la realtà di ciò che riprende come fosse una storia per cogliere in essa una logica e evidenziare – un po' dissolvendo il realismo nel melodramma – il reale usando gli strumenti che il cinema offre per il grande racconto
Francesco Vezzoli Comizi di non amore (2005) • “Comizi di non amore” è un reality show conduce il gioco Ela Weber: tre corteggiatori devono sedurre delle donne simbolo della storia dello spettacolo: Catherine Deneuve Antonella Lualdi Marianne Faithfull Jeanne Moreau e la giovane attrice televisiva Terry Schiavo
Francesco Vezzoli Comizi di non amore (2005) • Il pubblico vota e esclude il corteggiatore meno efficace poi come in una specie di gioco della torre l'ospite sceglie • Creata la coppia il pubblico è invitato a salire sul palco a fare i propri commenti • Infine per applauso viene decretata la coppia vincente che consuma un fittizio matrimonio su un talamo coperto da candidi veli
Francesco Vezzoli Comizi di non amore (2005) • Per un'ora assistiamo a un narcisismo rudimentale e violento con cui i corteggiatori mettono a nudo l'idea di se stessi • Le dive guardano con stupore e distacco reggendo da grandi attrici questa parte mentre progressivamente si percepisce il disinteresse per quel tipo di bellezza cinematografica • l'Icona Femminile dalla carta patinata dallo schermo passa direttamente in scena e «si mostra» al pubblico del «mondo dell'Arte»
Vezzoli Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula (2005) • Vezzoli usa il trailer come chiave per evidenziare le possibilità trasformistiche dell'immagine • I registi girano solo raramente i trailer per promuovere i loro film • Il meccanismo pubblicitario ammiccante da sensale sotteso al promo delle pellicole non sembra infatti avere accesso ai loro occhi
Vezzoli Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula (2005) • Proprio per questo Trailer for a remake of Gore Vidal's Caligulaè nel suo essere cinema la negazione più forte dello stesso • Vezzoli nel suo piccolo film usa la Storia come lo spazio che nobilita il suo raccontare di persone divenute Personaggi • Personaggi (Benicio del Toro Milla Jovovich Adriana Asti) di cui il pubblico si vuole nutrire come fosse a una grande festa per gli occhi che se fans debbono ri-conoscerli
Vezzoli Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula (2005)
Vezzoli Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula (2005)
Vezzoli Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula (2005)
Pipilotti Rist Homo sapiens sapiens (2005) • Homo sapiens sapiens proiettato su tutta la volta della navata centrale della chiesa tardo barocca di San Stae a Venezia è un video che è fiaba reminiscenza sacra o mitologica e viaggio psichico ancestrale • Fra le figure di santi martiri e putti che «abitano» abitualmente la chiesa è un balzo violento all'indietro verso l'universo prima del peccato originale il giardino delle delizie incontaminato il piacere panico generato dal contatto con la natura
Pipilotti Rist Homo sapiens sapiens (2005) • La carrellata di immagini liquide – senza storia senza parole – descrive un erotismo ingenuo sussurrato ibridato col paesaggio e sfondando la copertura della chiesa spalanca la visione • L'occhio assume nuovamente su di sé il ruolo di coscienza critica del mondo e del sistema mediatico e fatalmente proprio in quel momento l'idea di lasciare allo spettatore la possibilità di concludere spaventa