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PSICOLOGIA DELL’ADOLESCENZA (4 CFU) Prof.ssa Paola Corsano. PROGRAMMA Panoramica sui modelli classici ed attuali di interpretazione dell’adolescenza, in particolare quello psicodinamico e quello psico-sociale.
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PSICOLOGIA DELL’ADOLESCENZA (4 CFU)Prof.ssa Paola Corsano PROGRAMMA Panoramica sui modelli classici ed attuali di interpretazione dell’adolescenza, in particolare quello psicodinamico e quello psico-sociale. Processi di cambiamento (fisico-corporeo, cognitivo, emotivo ed affettivo, sociale). Costruzione dell’identità, tra bisogni relazionali e bisogni di autonomia.
PSICOLOGIA DELL’ADOLESCENZA(4 CFU)Prof.ssa Paola Corsano BIBLIOGRAFIA Maggiolini, A., PietropolliCharmet G. (2004). Manuale di psicologia dell’adolescenza. Compiti e conflitti. Milano: Franco Angeli. Confalonieri E., Grazzani Gavazzi I. (2006). Adolescenza e compiti di sviluppo. Milano: Unicopli (Nuova Edizione). Corsano, P. (2003). Adolescenza e solitudini. In P. Corsano (a cura di), Processi di sviluppo nel ciclo di vita. Saggi in onore di Marta Montanini Manfredi. Milano: Unicopli. Modalità d’esame: solo orale
LO STUDIO DELL’ADOLESCENZA Lo studio dell’adolescenza pone tre interrogativi fondamentali: ? ? ?
LO STUDIO DELL’ADOLESCENZA La nascita dell’adolescenza come categoria a sé: • società pre e proto industriali: continuum tra infanzia ed età adulta • XIX e XX secolo: nascita dell’adolescenza • adolescenza come categoria letteraria • adolescenza come categoria psicologica (Burnham, 1891; Lancaster, 1897; Hall, 1904) • nascono i vari modelli (biologico, socio-antropologico, psicoanalitico, psicosociale)
LO STUDIO DELL’ADOLESCENZA La durata dell’adolescenza: • limiti cronologici: pubertà e…? • essere adulti: “amare e lavorare” (Freud), “intimità e impegno” (Erikson), autonomia affettiva ed economica…
LO STUDIO DELL’ADOLESCENZA Adolescenza o adolescenze ? • vari esiti, sia in senso cronologico, sia rispetto alle società e culture di riferimento, sia a variabili individuali: a. adeguata, ritardata, sacrificata, dissociale (Canestrari) • oggi, in una prospettiva che rimanda a Erikson, Havighurst e Rutter, si ritiene che esistano diversi percorsi di adolescenza, che nei diversi anni si costruiscono sulla base delle proprie risorse e del contesto di appartenenza, e rispetto al superamento dei compiti di sviluppo.
MODELLO PSICO-BIOLOGICO (1) • L’autore di riferimento e’ Stanley Hall (Clark University, Boston). • Opera di riferimento: “Adolescenza: sua psicologia e sua relazione con la fisiologia, antropologia, sociologia, sesso, crimine, religione ed educazione” (1904). Metodo: questionari. • E’ stato il primo psicologo scientifico ad individuare nel contesto socio-economico un fattore che influenza lo sviluppo umano. • L’approccio è tuttavia biologico-evoluzionistico, secondo cui l’ontogenesi ricapitola le tappe della filogenesi: cioè l’adolescenza è il periodo di passaggio dall’infanzia all’età adulta e corrisponde al passaggio (nella filogenesi) dalla statura pigmoide a quella attuale e dalle società di natura, senza regole, alle società civili regolate socialmente.
MODELLO PSICO-BIOLOGICO (2) • L’adolescenza e’ una fase di rottura, una “nuova nascita”, in cui l’individuo si rinnova completamente da tutti i punti di vista: aspetto fisico-somatico; personalità; apertura verso l’esterno/interno; attenzione per la realtà fisica circostante,.. • L’adolescenza e’ un periodo drammatico, caratterizzato da forti tensioni, conflitti, contrasti, inquietudini, che traggono origine principalmente dal cambiamento che avviene sul piano biologico. Perciò l’adolescenza e’ un fenomeno universale.
MODELLO SOCIO-ANTROPOLOGICO (1) • L’autrice di riferimento è Margareth Mead, che ha scritto “Adolescenza a Samoa” (1928). • Ha utilizzato il metodo dell’”osservazione partecipante”, anticipando il metodo etnografico. • L’idea di fondo risiede nel considerare l’adolescenza un fenomeno culturalmente determinato. • L’autrice confronta la vita sociale a Samoa (Pacifico meridionale) con quella americana dell’epoca, attribuendo i conflitti e le inquietudini all’organizzazione restrittiva e autoritaria della società e della famiglia americane.
MODELLO SOCIO-ANTROPOLOGICO (2) • Punti deboli: interpretazione ingenua, che non tiene conto della semplicità dell’organizzazione di vita e lavoro di Samoa, e che minimizza i conflitti comunque presenti (Freeman, 1984). • Punti forti: ha il pregio di avere posto l’attenzione sul fattore socio-culturale, al quale oggi si dà molta rilevanza in tutto il percorso evolutivo (v. Rogoff, Bruner,…).
MODELLO PSICODINAMICO • L’adolescenza costituisce una fase critica della formazione del carattere, inteso come modalità stabile di approccio ai dati della realtà. • L’interpretazione psicanalitica ha costituito dagli anni ’30 in poi il modello principale di riferimento per comprendere alcuni tratti peculiari degli adolescenti. • Vi sono diverse posizioni, ma alcune teorie fondamentali sono considerate classiche, in questo ambito: quelle di Anna Freud, di Peter Blos e di Donald Meltzer.
MODELLO PSICODINAMICO TEORIA DELLA “RICAPITOLAZIONE” DI A. FREUD (1936) • L’adolescenza costituisce la prima ricapitolazione della sessualità infantile, il primo momento, cioè, in cui si attua una sorta di “riepilogo” e ciò che è accaduto prima può aiutare a comprendere il presente. E’ una sorta di punto critico. La seconda ricapitolazione si avrà nel climaterio. • In seguito alle stimolazioni della pubertà si verifica, dopo la fase di latenza, il riemergere dell’ES, notevolmente rafforzato, mentre l’IO e il SUPER-IO in parte sono rigidi, in parte deboli. Dallo scontro (conflitto) tra l’ES e l’IO e il SUPER-IO può generarsi o il carattere, o una nevrosi.
MODELLO PSICODINAMICO TEORIA DELLA “RICAPITOLAZIONE” DI A. FREUD (1936) Tale conflitto si esplica mediante la messa in atto di meccanismi di difesa, che spiegano alcuni atteggiamenti o modi di essere peculiari dell’adolescenza: • Intellettualizzazione: tendenza alla discussione, alla speculazione intellettuale • Ascetismo: scelta di vita rinunciataria • Narcisismo: centrazione su di sè • Rimozione: isolamento (perché vengono rimossi gli oggetti infantili) • Disinvestimento affettivo (anche del Super-IO): senso di solitudine e antisocialità • Spostamento: ammirazione e idealizzazione di amici o di altri adulti L’esito del conflitto (nevrosi o carattere)dipende dall’intreccio di diversi fattori: 1)la forza degli impulsi dell’ES (pubertà); 2) la capacità dell’IO di tollerare gli impulsi; 3) il tipo e l’efficacia dei meccanismi di difesa dell’IO.
MODELLO PSICODINAMICO TEORIA DI BLOS (1962) La formazione del carattere avviene attraverso alcune sfide (che implicano l’affrontare dei compiti di sviluppo) La prima e più importante è costituita dal II processo di separazione/individuazione, che avviene attraverso: • il disinvestimento affettivo dei genitori: determina senso di vuoto, di isolamento, perché bisogna de-idealizzare le immagini dei genitori costruite nell’infanzia, ma consente di impegnarsi affettivamente in nuove relazioni, sperimentando nuove identità. • la regressione : consente di difendersi dal senso di vuoto e dall’angoscia che derivano dal disinvestimento precedente, e si manifesta attraverso un ritorno all’azione rispetto al pensiero e alle parole, attraverso l’ammirazione incondizionata nei confronti di altri adulti (reminiscenza dell’idealizzazione dei genitori), attraverso l’attivazione di stati emozionali di tipo fusionale (all’interno di gruppi religiosi, ideologici, ecc..), attraverso un’attività frenetica per colmare il vuoto.
MODELLO PSICODINAMICO TEORIA DI BLOS (1962) • La seconda sfida è la rielaborazione dei traumi infantili(la regressione consente, tornando indietro, di affrontare i conflitti irrisolti; le nuove capacità dell’Io consentono di affrontarli superando l’impressione infantile di difficoltà schiacciante) • La terza è la costruzione della continuità dell’io: l’adolescente deve trovare una coerenza e una costanza nel tempo tra le nuove individuazioni vissute • La quarta è la formazione di un’identità sessuale
MODELLO PSICODINAMICO TEORIA DI BLOS (1962) Questo percorso avviene attraverso alcune sottofasi distinte: • preadolescenza (pubertà) • prima adolescenza (avvio del processo di separazione dai genitori) • adolescenza vera e propria (investimento su altri oggetti) • tarda adolescenza (compimento dell’individuazione- formazione del carattere) Alla fine del percorso il giovane acquisisce un sé stabile, precisi confini tra sé e il mondo oggettuale, un Super-io sempre meno edipico, autonomia dalle fonti esterne di sostegno.
MODELLO PSICODINAMICO (5) TEORIA DI D. MELTZER (anni ’70) • Donald Meltzer ha centrato l’attenzione sul processo di de-idealizzazione dei genitori, che investe soprattutto la sfera cognitiva. • I genitori non vengono più visti come onnipotenti ed onniscienti, quindi la conoscenza deve essere affrontata “in solitudine”, con fatica e sofferenza, non può essere trasmessa dal genitore come se si trattasse di una sorta di investitura. • A seconda di quanto e come l’adolescente è in grado di tollerare questa nuova condizione, si possono descrivere alcune tipologie: • Adolescenza adeguata: accettazione della propria condizione, dell’appartenenza ad una comunità incerta e confusa. La crescita comporta sofferenza. • Conformismo: accesso passivo al mondo adulto. • Adolescenza precoce: tentativo di superare i genitori, bruciare le tappe. • Isolamento: rinuncia alla fatica, ripiegamento su di sé.
MODELLO PSICO-SOCIALE (1) • Erikson fa da ponte tra l’interpretazione psicodinamica e quella psicosociale dell’adolescenza. • Egli amplia e colloca in un quadro anche sociale lo sviluppo psicosessuale proposto da Freud, considerando l’adolescenza una delle diverse fasi del “life span”, il cui esito è determinato da una crisi e da un conflitto. • Ne sono derivati i concetti base, in ambito psicosociale, di compito di sviluppo e di strategie di coping per affrontarli. • Tali concetti sono stati approfonditi, riguardo all’adolescenza, da Havighurst, Coleman, Palmonari e altri.
MODELLO PSICO-SOCIALE (2) COMPITI DI SVILUPPO (Havighurst, 1952, 1953) • In generale, sono i problemi, i compiti che devono essere affrontati e risolti nelle diverse fasi del ciclo di vita. • Possono essere sia di tipo biologico/fisico, sia culturale/sociale • Possono essere ricorrenti/non ricorrenti
MODELLO PSICO-SOCIALE (3) COMPITI DI SVILUPPO (Havighurst, 1952, 1953) L’adolescenza, secondo l’A., implica i seguenti compiti: • Instaurare relazioni nuove e più mature con coetanei di entrambi i sessi • Acquisire un ruolo sociale connesso al proprio genere sessuale • Accettare le trasformazioni e il nuovo assetto del proprio corpo • Rendersi indipendenti affettivamente ed economicamente dai propri genitori • Prepararsi per una professione • Orientarsi verso una relazione sessuale/ affettiva stabile • Assumere un comportamento socialmente e civilmente responsabile • Acquisire un sistema di valori, una coscienza etica, un’ideologia di riferimento.
MODELLO PSICO-SOCIALE (4) Secondo Palmonari la molteplicità dei compiti evolutivi dell’adolescenza può essere ricondotta a tre obiettivi fondamentali, che sono tra loro interconnessi:
MODELLO COGNITIVO I fenomeni del’’adolescenza vengono interpretati alla luce delle nuove capacità cognitive e delle caratteristiche del pensiero
MODELLO COGNITIVO: Piaget Il pensiero diventa “ipotetico-deduttivo”, proposizionale, combinatorio. Questo cambiamento comporta, nell’adolescente: • Atteggiamento speculativo/introspettivo • Interesse e ragionamento rivolto al “possibile” • “Smarrimento” epistemologico • Egocentrismo intellettuale • Propensione alla discussione e al pensiero critico • Idealismo • Interesse per discipline astratte
MODELLO COGNITIVO: Bruner • Parallelamente al pensiero logico evolve anche il pensiero narrativo (di tipo sintagmatico, sequenziale, organizzatore di significati). • Poiché il pensiero narrativo si attiva soprattutto in presenza di situazioni non “canoniche” esso assume particolare importanza proprio nell’adolescenza, fase di cambiamenti radicali. • Attraverso la narrazione è possibile individuare il percorso seguito dall’adolescente per dare significato agli eventi e ai cambiamenti che lo riguardano, e in particolare rilevare precisi indicatori del Sé.
MODELLO COGNITIVO: Berzonsky SecondoBerzonsky (anni ‘90), l’identità è una struttura cognitiva che agisce come schema di riferimento per interpretare le esperienze e per affrontare la vita quotidiana. Tre stili cognitivi di identità diversi: • Stile informativo (di tipo esplorativo) • Stile normativo (conformista) • Stile diffuso/evitante (porta a rimandare le scelte)