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Montieri e la sua storia. A cura di Sarah Corsini a.a. 2003/2004. Montieri… il luogo e il nome.
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Montieri e la sua storia A cura di Sarah Corsini a.a. 2003/2004
Montieri… il luogo e il nome A chi lo guarda disteso mollemente sui fianchi del suo “Poggio”, immerso nel magnifico bosco dei suoi castagni, Montieri si offre pigro quasi sdegnato di rivelarsi oggi calmo e tranquillo, lui che conobbe in altri tempi una febbrile sonante attività e che, terra di ricchissimi giacimenti minerari, fu per secoli oggetto di aspra contesa, di conquista agognata e campo, lui stesso, di ardite innovazioni politiche, economiche e sociali. Le origini di Montieri sono certamente collegate alla scoperta del rame e dell'argento, di cui questa zona fu ricca: lo stesso nome di Montieri, mons aeris, monte del rame, sta a indicare questa ricchezza fin dai tempi più antichi. Il nome del paese appare per la prima volta in un documento del 973, in cui si parla di una vendita fatta da Lamberto degli Aldobrandeschi al prete Ropprando (la stessa carta ricordata a proposito del castello di Campiano).
Montieri e… gli Etruschi Il paese sorge a 705 m di altitudine, dove ai boschi di querce si alternano, grazie al clima fresco, anche faggi e castagni. Le sue origini sembrerebbero ricondursi ad epoca etrusca: così suggerisce, infatti il toponimo Bulugno, riferito ad una località presso l'abitato, che altro non è che l'etrusco Volumnio. E' dunque comunemente accettato dagli studiosi che anche intorno a Montieri gli Etruschi coltivassero miniere: l'ipotesi è resa attendibile da notizie secondo le quali gli Etruschi, già nel IV secolo a.C., conoscevano e sfruttavano i giacimenti cupriferi ed argentiferi della zona compresa tra Volterra, Massa Marittima, Siena e Vetulonia, e pare che la stessa Vetulonia, uno dei centri più ricchi, estendesse il suo territorio fino alla zona di Montieri e Gerfalco. A conferma si è inoltre constatato che le loppe fusorie ritrovate in grande abbondanza intorno a Montieri, hanno la stessa natura delle scorie minerarie rinvenute presso il centro siderurgico etrusco di Populonia. Oggi è possibile visitare cunicoli e gallerie scavate presso Montieri, che conservano caratteri di lavorazione tali da far pensare sicuramente ad opera etrusca: così la Buca delle fate, nel territorio subito sopra Montieri.
Montieri…e la contesa Appartenne a Populonia e nel corso del XII secolo ai vescovi di Volterra. In quel periodo si era venuta affermando l'importanza di Montieri come centro minerario e già Siena esercitava pressioni per conseguire un controllo politico ed economico. Nel 1181 i senesi, allora impegnati nella coniazione di una propria moneta e per questo ancor più desiderosi di disporre di una riserva di argento, acquistarono il dominio su un quarto del castello e del territorio di Montieri, con un contratto che fu in seguito rinnovato, data anche la situazione di indigenza in cui si erano venuti a trovare i vescovi volterrani, impeganti da contrasti interni ai Pannocchieschi (alla cui consorteria essi appartenevano) e dall'affermarsi, in Massa Marittima, di un'organizzazione comunale. Dopo alterne vicende, durante le quali Montieri fu contesa tra le varie parti, fino all'intervento dell'imperatore Federico II, si giunse, nel 1326, alla definitiva conquista del castello da parte dei Senesi, nei confronti dei quali Montieri stipulò un atto di sottomissione. Distrutte nel XIV secolo dai soldati di ventura inglesi, la rocca e le mura furono ricostruite nel 1371 per iniziativa dei cittadini. .
Il Breve e il Grosso Il documento scritto del 1219, detto “breve”, è importante dal punto di vista organizzativo del comune che stava nascendo e dal punto di vista storico-letterario, in quanto si tratta dell’unico “breve” in volgare esistente, forse consistente nella copia destinata ad essere letta pubblicamente al popolo prima della traduzione in latino. Inizia con questo documento la storia comunale di Montieri che in un primo periodo si basava sulle “compagnie” a cui aderivano le famiglie più importanti del comune. In questa epoca Montieri diventa anche sede della Zecca; già nel 1214 il vescovo aveva concesso ad una compagnia di fiorentini di battere moneta. Notizie più certe si hanno su attività di conio successive (intorno al XIII secolo): la moneta coniata avrebbe avuto inciso sul recto il nome di Ranieri vescovo, e sul verso la legenda Crux est victoria nostra. Il grosso di Montieri in argento del 1258
L’episodio di Giacomo Papocchi L’ambiente del castello in quella prima metà del secolo XIII era instabile, turbinoso e condizionato da ricatti e rivendicazioni economiche, da sete di libertà e di rinnovamento globale, da decadenza dell’autorità vescovile spinta fino alla cattura del presule, da disagio religioso in presenza di correnti ereticali. Di questi elementi dovette far parte Giacomo Papocchi giovane esuberante insoddisfatto e disposto, come i suoi amici, alla protesta ed al rischio incontrollato, specialmente quando l’occasione lo favorisse o le condizioni economico-sociali lo richiedessero. Narrano le cronache che una notte del 1242 alcuni giovinastri del paese introdottisi negli edifici della miniera a sottrarre minerale d’argento, sorpresi dai guardiani si dettero alla fuga. Uno di essi Giacomo Papocchi di 30 anni fu raggiunto, cacciato nelle prigioni del cassero e secondo le leggi del tempo fu punito con la mutilazione della mano destra e del piede sinistro. Il giovane, già tanto esuberante e irrequieto, così crudelmente mutilato si dette a vita di preghiera e pentimento; dopo alcuni anni ottenne dal vescovo il permesso di ritirarsi in penitenza nella cella costruita appositamente a fianco della chiesa di San Giacomo Apostolo. Ci rimase fino alla morte avvenuta il 28 Dicembre 1289 dopo 46 anni di segregazione e penitenza.
Montieri… oggi Sorgono ancor oggi in Montieri, a testimonianza dell'antico splendore, numerosi edifici dei sec. XIII e XIV: il Cassero, Casa Narducci, Casa Biageschi, La Fonte di Piazza. Quanto al castello, le mura e le porte non si riconoscono, mentre si conservano le torri in filarotto: una è adibita a campanile, incastrata fra la chiesa e il municipio; la torre situata nell'angolo Sud-Est delle antiche mura (la Casa Narducci, appunto), per quanto mozza, mostra ancora sul lato una porta ad arco acuto originaria; dell'altra più a ovest (casa Mazzarocchi) è rimasta praticamente solo la base. Nella parte più alta del paese sorge ancora il cassero in filarotto, che conserva sulla facciata una porta ad arco acuto ed una ad arco tondo, parzialmente interrate, ed al primo piano una piccola porta e due finestre ad arco tondo. Il lato a valle è invece totalmente nascosto dalle costruzioni che vi sono state addossate.
La citata Casa Biageschi sorge vicino alla chiesa ed ha una porta ad arco acuto eccedente e finestre con architrave su mensole convesse, sormontata da arco tondo. Nel paese, poi si riconoscono ancora numerose costruzioni medievali: particolarmente interessanti le antiche fonderie. La parrocchiale settecentesca, con capitelli romanici provenienti dall'antica chiesa di S.Paolo, conserva una tavola quattrocentesca attribuita a Taddeo Gaddi raffigurante la Madonna col Bambino, una Annunciazione di Ilario Casolani e quattro tele con diversi oggetti sacri (la Natività, la Crocifissione, Maria Immacolata col Bambino e San Francesco venerato dai Santi Ludovico ed Elisabetta d'Ungheria), attribuibili forse a Giuseppe Nasini
Le fonti e la bibliografia Per ricavare le notizie sulla storia di Montieri è possibileconsultare i documenti che si trovano nell’Archivio di Stato di Siena (Pergamene di Montieri, Statuti di Montieri e Reformagioni) e nell’Archivio Vescovile di Volterra (Carte Montieri). Analizzando tali documenti il prof. Giuseppe Vatti ha composto un piccolo volume sulla storia del comune di Montieri; testo di riferimento anche per la stesura di questo mio breve opuscolo.
Periodizzazione L'unica periodizzazione che può avere senso per delineare i vari periodi storici del comune di Montieri deve essere fatta secondo lo sviluppo o la decadenza economica del comune. Le fonti che abbiamo a disposizione, infatti, ci presentano la descrizioni delle attività economiche e sociali del comune a seconda dei vari possedenti (Siena e Volterra) mettendo in evidenza i momenti di favoloso sviluppo e i momenti invece di disinteresse e decadenza. La storia di Montieri si dice abbia inizio già all’epoca degli Etruschi ma l’unica prova che abbiamo di tale ipotesi sono resti di materiale estratto dalle miniere e fuso che presentano delle analogie con i resti trovati a Populonia e Vetulonia. La prima fonte scritta, su Montieri, in cui compare per la prima volta il nome del paese, si trova in un documento di vendita fatto da Lamberto degli Aldobrandeschi al prete Ropprando del 973.
“Il Medioevo montierino” Il Medioevo di Montieri credo si possa far partire proprio dalla data di questo atto scritto: Montieri e i suoi numerosi giacimenti erano nelle mani di Volterra che era pronta a sfruttarli appieno.(973) 1181 Siena acquista un quarto del castello e delle miniere, poiché è impegnata nella coniazione di una moneta propria; inizia così lo sviluppo del castello ma anche le varie contese per il dominio sul territorio che culminano nel 1219 con la stesura del “Breve”. Documento che sanciva la nascita delle “compagnie”, composte dalle famiglie più importanti del comune, e rivendicava l’indipendenza dai padroni di sempre. Nel 1214 viene coniato il grosso e Montieri diventa a tutti gli effetti la sede della Zecca. Nel 1326 grazie all’intervento di Federico II Montieri viene conquistata definitivamente dai senesi, nei confronti dei quali la popolazione stipula un patto di sottomissione (1341). Da questo momento in poi inizia la decadenza del comune di Montieri.
“L’Età Moderna” Dalla decadenza iniziata a partire dal 1341 non troviamo più per Montieri documenti interessanti che riguardano l’economia e il rendimento delle miniere fino al 1700-1800 quando riprende l’attività mineraria, questa volta legata all’estrazione della pirite, nelle zone del comune montierino. Del periodo che va dal Medioevo all’età presa in considerazione ci restano solamente alcuni scritti riguardanti l’attività parrocchiale e le vicende che interessavano le famiglie più potenti dell’epoca. 1801 i francesi passarono da Montieri e distrussero tutto ciò che trovarono sulle loro strade, come è descritto in un documento del 13 marzo, venne anche innalzato un monumento a Napoleone come dice il documento detto sopra. Nel 1808 vennero allontanati i frati presenti nel paese e soppresso il convento. Nel 1814, passata la bufera napoleonica, i montierini abbatterono il monumento a Napoleone e venerarono per la prima volta la Madonna dei Castagni come protettrice del paese. Da allora ogni tre anni si svolgono le Feste Triennali.
“L’Età Moderna” Il 21 Novembre 1833 il granduca Leopoldo II di Lorena visitò Montieri e fu accolto con grandi onori dalla popolazione. Lo stesso anno furono assegnate al comune di Montieri le frazioni di Boccheggiano, Gerfalco e Travale. Nel 1837 passò dalla provincia di Siena a quella di Grosseto. Montieri tornò allora alla sua tranquillità ed alla coltura dei suoi campi e dei suoi boschi; in quel periodo le miniere ripresero attività soprattutto vicino alla frazione di Boccheggiano dove furono trovati numerosi filoni di pirite di rame e di ferro.
“L’Età Contemporanea” Il presente di Montieri inizia con la chiusura della miniera di Campiano, vicino a Boccheggiano, nel luglio del 1994. Fino ad allora, nonostante il Comune fosse, vista la posizione geografica, abbastanza isolato, aveva risorse economiche sufficienti per la popolazione che vi si trasferiva per necessità lavorative. Con la chiusura della miniera il processo si è invertito, la popolazione e diminuita vertiginosamente e il territorio si ripopola solamente nei mesi estivi quando quasi tutti ritornano nella terra natale. Oggi a Montieri si vive di ricordi dei tempi passati con la speranza che come è successo in precedenza vi sia una nuova ripresa e una nuova fioritura del territorio e del paese. Ben augurante è la scoperta di risorse geotermiche nella zona di Travale.