380 likes | 865 Views
Il metodo sperimentale. L’osservazione del fenomeno. I due obiettivi fondamentali della scienza sono: a) la spiegazione di un fenomeno; b) la previsione del fenomeno stesso.
E N D
L’osservazione del fenomeno • I due obiettivi fondamentali della scienza sono: a) la spiegazione di un fenomeno; b) la previsione del fenomeno stesso. • Una teoria è dotata di capacità esplicativa quando descrive analiticamente il fenomeno e consente di spiegarne le cause. • Una teoria è predittiva quando indica le condizioni indispensabili per la riproduzione del fenomeno osservato.
La sperimentazione • Sperimentare consiste nel variare gli elementi costitutivi di una situazione, allo scopo di provocare un fenomeno e misurarne l’evoluzione (Rossi, 1993). • Lo sperimentatore costruisce situazioni che: • permettono di raccogliere dati suscettibili di convalidare ipotesi, di confermare previsioni o, più generalmente, rispondere a quesiti. • Solitamente l’esperimento è elaborato al fine di analizzare come si modificano le risposte variando le caratteristiche degli stimoli, le situazioni, i compiti oppure i soggetti.
La sperimentazione • L’esperimento va distinto dall’inchiesta e dall’insieme dei metodi comparativi o quasi sperimentali nei quali il ricercatore controlla le variabili attraverso la scelta delle caratteristiche del campione e dell’organizzazione dei protocolli, ma non le manipola propriamente, sia perché: • i campioni possibili non dipendono da lui, • e/o tratta di fattori che sfuggono all'azione umana.
Il processo di ricerca • Le fasi di questo percorso sono: • identificazione del problema di ricerca; • pianificazione del disegno sperimentale; • fase delle osservazioni; • fase delle analisi dei dati; • fase dell'interpretazione dei dati; • fase della comunicazione dei risultati.
LE VARIABILI • Una sperimentazione consiste dunque nell’osservazione di variabili. • Tutte le variabili vengono tenute costanti, mentre viene modificata solo la variabile indipendente. • In questa maniera se avviene un cambiamento nel dato di nostro interesse (variabile dipendente), sarà dovuto alla variabile indipendente
Relazione di causa-effetto • Tra variabili indipendenti e variabili dipendenti viene spesso ipotizzata una relazione di tipo causale. • Questa relazione causale non può essere dimostrata senza poter manipolare direttamente una delle due variabili.
In Psicologia la variabile indipendente è lo stimolo • La variabile indipendente è una variabile stimolo cioè un evento che ha un reale o potenziale effetto sulle risposte di un organismo. Queste risposte sono quindi le variabili dipendenti, dette in questo caso variabili risposta. • Le variabili stimolo possono essere molto specifiche come un fascio di luce per un tempo controllato, ma anche generali, come l’habitat naturale in cui si osserva il comportamento di un animale o la classe in cui si studia il rendimento dei bambini.
ANALISI FATTORIALE • Quando il controllo delle variabili che possono influenzare la variabile dipendente è irrealizzabile, si ricorre ai “piani fattoriali”: essi permettono di valutare l’effetto combinato di due o più variabili, chiamate fattori, quando vengono utilizzate contemporaneamente. • L’informazione che si ottiene è più completa di quella ottenuta dagli esperimenti con una sola variabile sperimentale (indipendente), proprio perché permette di valutare le interazioni tra più variabili.
ANALISI FATTORIALE • Per esempio, in un esperimento con maschi e femmine, il fattore “A” (sesso: A1 = maschi, A2 = femmine) viene definito “FRA I SOGGETTI” (“BETWEEN”); altri due fattori come il tipo di stimolo (B1 = visivo e B2 = acustico) e mano impiegata nella risposta agli stimoli (C1 = destra, C2 = destra) sono “ENTRO I SOGGETTI” (“WITHIN”). • I fattori B e C sono “entro i soggetti” in quanto ogni soggetto si trova in ognuna delle loro possibili combinazioni. • La suddivisione fra fattori “between” e “within” è importante poiché permette di stabilire quali dati sono ottenuti dallo stesso soggetto e quindi sono correlati tra loro.
ESAME DEL PROBLEMA • Tra diversi tipi di terapia psicologica si possono distinguere quella individuale (per esempio la psicoanalisi di Freud), quella relazionale (terapia della famiglia), quella di gruppo (per esempio psicodramma). • Le terapie di gruppo sono numerose, ma solo poche sono accettate dalla comunità scientifica. L’unico mezzo per entrare a far parte delle terapie tradizionali è provare la propria validità attraverso il metodo sperimentale.
ESAME DEL PROBLEMA • Tra le terapie di gruppo, quelle ad alto coinvolgimento corporeo sono quelle che adottano, assieme alla comunicazione delle proprie problematiche attraverso la parola, esercizi di respirazione e rilassamento. • Per esempio nello psicodramma il paziente “mette in azione”, “mette in scena” la propria vita, i suoi dubbi, i suoi blocchi, i suoi desideri, i suoi bisogni. L’elemento più Importante è il coinvolgimento del CORPO nella terapia.
OSSERVAZIONE • In gruppi che hanno scelto una terapia psicologica ad alto coinvolgimento corporeo si può osservare la frequente presenza di blocchi e tensioni muscolari. • Si esamina quindi la letteratura sull’argomento scelto: molti studiosi affermano che una postura riflette un atteggiamento psicologico. • Per esempio, se una persona ha una determinata tensione muscolare (atteggiamento fisico), questa è collegata all’erezione psicologica (atteggiamento mentale) di una barriera nei confronti del mondo esterno.
Ipotesi • La terapia (variabile indipendente) contribuisce all’abbassamento della tensione posturale (variabile dipendente)? • Misurazione della tensione corporea del gruppo sperimentale rispetto ad un gruppo di controllo, allo scopo di: • verificare se esiste una tensione maggiore nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo; • per verificare se la tensione è diminuita nel gruppo sperimentale dopo il trattamento terapeutico.
Soggetti: • Gruppo sperimentale: estratto casualmente da una lista di gruppi coinvolti in una terapia di gruppo ad alto coinvolgimento corporeo. • L’indagine mira infatti a cogliere le peculiarità di un fenomeno collettivo facendo ricorso ad un CAMPIONE, cioè a un sottoinsieme opportunamente scelto della popolazione interessata. • Il numero dei partecipanti è 12 Fascia d’età = tra i 35 ed i 45 anni. Sesso= 5 maschi e 7 femmine.
Errori • Non esistono errori apportati dall’intervistatore (condizionamenti, errate registrazioni delle risposte). • Non si può parlare di errore dell’intervistato nel senso di risposte menzognere o mancanza di memoria. Potrebbe essere presente però l’errata comprensionedella domanda. • Per quanto riguarda l’OSSERVAZIONE,l’errore dovuto allo strumento (domande mal formulate)dovrebbe essere raro. • L’errore dovuto alle modalità di somministrazionenon si è presentato poiché la somministrazione è avvenuta sempre con le stesse modalità.
Strumenti • Scelta dello strumento: Test di percezione della tensione posturale (Body Perception Test, di Ruggieri e Tosi, 1983). • Il test è costituito da semplici istruzioni e da una figura umana suddivisa in quadranti e visibile anteriormente e posteriormente. • Per ciascun quadrante il soggetto deve indicare il grado di intensità percepita (in quel momento) in 27 zone corporee.
Questionario sulla tensione posturale • Età ____ L’elenco che segue riporta in modo analitico le varie parti del corpo. Si sieda comodamente; legga con attenzione ogni termine e quantifichi l’intensità della tensione percepita in quel distretto con un punteggio da 0 a 10 scrivendolo direttamente sulla parte corrispondente della figura.
Consegna • Nel test il soggetto deve specificare: • il valore di intensità della tensione con un valore compreso tra 0 e 10. • la percezione della tensione relativa all’insieme dei distretti corporei (nuca, fronte, ecc.) • la localizzazione della tensione (destra e sinistra).
Procedura • Affinché la procedura di somministrazione del test sia identica e ripetibile per tutti i soggetti del gruppo vengono precedentemente fissati: • Luogo di somministrazione del test per esempio una sala appositamente predisposta dell’IPAE (Istituto di Antropologia Esistenziale e di Psicoterapia Analitica Esistenziale. • Durata, per esempio circa 15 minuti; • Modalità, ossia se avviene singolarmente o in gruppo. • La somministrazione al gruppo di controllo avviene con le stesse modalità.
Elaborazione dei dati • Si verifica se esiste una differenza nelle medie del gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. • La media della variabile “nuca” varia nei soggetti del gruppo sperimentale rispetto ai soggetti del gruppo di controllo?
I valori medi statistici:Media • Si definisce media aritmetica di n valori il numero che si ottiene dividendo la loro somma per n, ovvero il totale diviso il numero degli addendi. Per esempio se i valori sono 30 – 10 – 50, bisogna addizionare 30 + 10 + 50 (=90) e dividere per 3 (30,10 e 50 sono 3 numeri) = la media è 30.
I VALORI MEDI STATISTICILA MEDIANA • LA MEDIANA di un insieme di dati statistici, ordinati in senso crescente, è il dato che occupa la posizione centrale. • Per esempio con i valori • 21 21 25 26 28 30 I II III I II III la mediana è 25.
I VALORI MEDI STATISTICIMODA • LA MODA è il dato che in una distribuzione statistica si presenta con la frequenza maggiore. • Per esempio CLASSE FREQUENZA Femmine 30 Maschi 10 Totale 40 La moda è “Femmine”.
VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE • I valori medi statistici ci permettono di ottenere un’unica misura riassuntiva dei dati, ma non ci dicono in che modo i dati sono distribuiti. • Per esempio consideriamo due gruppi di allievi. Sebbene i due gruppi possano mostrare lo stesso livello medio di apprendimento, i due gruppi possiedono caratteristiche diverse.
VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE • Per esempio, consideriamo il numero di pasti consumati presso la mensa universitaria nell’arco di una settimana da tre gruppi di 10 studenti ciascuno: 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 1 3 2 3 3 3 4 2 4 5 1 3 3 5 3 5 1 1 3 5. • La media aritmetica non consente di cogliere le differenze tra le distribuzioni, ossia la VARIABILITA’.
VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE • In termini statistici la VARIABILITA’ è “la dispersione dei singoli dati di un insieme statistico rispetto a un valore medio assunto come riferimento”. • Un indice di dispersione è la varianza: maggiore è la varianza, maggiore è il numero di valori lontani dalla media.
Analisi dei risultati • L’esperimento ha dimostrato che le medie tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo sono differenti. • Le differenze sono state individuate solo in alcune variabili: nuca, mandibola, zona intorno ombelico, zona sotto ombelico dx, Mandibola sx • Le differenze riguardano i valori: nel gruppo sperimentale sono superiori a 5, nel gruppo di controllo inferiori a 5.
Conclusione • Il gruppo sperimentale presenta una tensione maggiore rispetto al gruppo di controllo. • Nella seconda somministrazione il gruppo sperimentale presenta una minore tensione muscolare. • L’ipotesi risulta confermata.
ESERCIZI • Uno studente universitario ha riportato negli esami del primo biennio le seguenti votazioni: 18 24 23 24 19 27 25 22 28 20 Calcolane la media aritmetica. -Qual è la moda delle votazioni conseguite dallo studente dell’esercizio precedente? - Scrivi un insieme di 7 numeri aventi come media 15.