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Il lupo e l'agnello. Lavoro realizzato da Luca D’Arrigo Classe IV A – Scuola Beata Eustochia. Informazioni. La favola. Il video. Il lupo e l'agnello.
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Il lupo e l'agnello Lavoro realizzato da Luca D’Arrigo Classe IV A – Scuola Beata Eustochia Informazioni La favola Il video
Il lupo e l'agnello Un lupo e un agnello erano giunti al medesimo ruscello spinti dalla sete; il lupo era superiore (in un luogo più in alto), l’agnello era di gran lunga in basso. Allora il brigante, sollecitato dalla sua insaziabile fame, suscitò un pretesto per litigare. Perché mi hai reso torbida l’acqua che bevevo? In che modo posso, di grazia, fare ciò di cui ti lamenti? L’acqua scorre da te alle mie labbra.
Quello spinto dalla forza della verità. Hai sparlato di me, seimesi fa! In verità non ero nato.
Tuo padre in verità, quello aveva sparlato di me! E così afferra l’agnello e lo sbrana per un’ingiusta morte.
Morale Questa favola è stata scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.
Informazioni Agnello Lupo • Caratteristiche • Biologia • Agnello e Cristianesimo • Immigrazione • Progetto lupo Svizzera • Il lupo e l’ uomo • Il lupo e il bestiame
Biologia • Aspetto • Alimentazione • Habitat • Comportamento
Aspetto Il lupo è presente praticamente in tutto l'emisfero settentrionale e nel corso dei millenni si è adattato agli ambienti più diversi. Per questo oggi non tutti i lupi si assomigliano e i biologi li hanno classificati in diverse sottospecie. In effetti ogni bambino sa quale sia l'aspetto di un lupo: assomiglia a un cane pastore tedesco, ma è in media un po' più grande. A seconda della sottospecie, il peso di un lupo adulto varia da 12 a 80 kg; quello del Lupo italiano, e cioè della popolazione che sta espandendosi verso la Svizzera, è compreso in media tra 25 e 35 kg. Un cane pastore tedesco pesa circa 32 kg. La lunghezza del lupo è di 1-1.5 m, alla quale bisogna aggiungere ancora 30-50 cm di coda. La colorazione del pelo è molto variabile: esistono lupi bianchi, neri, grigi e macchiati. Il colore della pelliccia non varia solo a seconda della sottospecie, ma anche da individuo a individuo, così può succedere che in un'unica cucciolata ci siano lupacchiotti bianchi, neri e grigi. La pelliccia dei lupi in Italia e Francia ha per lo più una colorazione marrone-rossiccia, più grigia in inverno e nei giovani.
Alimentazione Il lupo è un carnivoro che si ciba anche di carogne; le sue prede vanno dal topo fino all'alce. È un opportunista che caccia di preferenza le prede più numerose e più facili da catturare come animali giovani, vecchi e malati. In Europa caccia per lo più cervi, caprioli, camosci, mufloni e giovani cinghiali, come pure animali da reddito, soprattutto pecore e capre. A volte i lupi si nutrono anche di uccelli, rettili, anfibi, insetti e frutti; se il nutrimento è difficile da reperire, vengono visitate anche le discariche di rifiuti. Un lupo necessita in media di ca. 4 chili i carne al giorno (il Lupo italiano 2,5); in un anno ciò corrisponde a circa 25 cervi. Quando cacciano, i branchi di lupi non hanno sempre successo: in uno studio americano si è osservato che su 131 incontri con possibili prede, i lupi sono riusciti a catturarne solo 6.
I lupi cacciano spesso in gruppo: cercano di avvicinarsi il più possibile alla preda senza mostrarsi, appena quest'ultima fugge viene rincorsa velocemente, saggiandone la forza; se l'animale si mostra in buone condizioni fisiche la caccia viene di regola interrotta, mentre se i lupi si sentono più forti essa può essere rincorsa anche per diverse centinaia di metri finché non viene raggiunta. L'uccisione di prede di medie dimensioni, come caprioli o pecore, dura di regola solo pochi secondi: il lupo morde la preda, in corsa, al collo o sulla nuca e lo shock che segue questo morso porta all'arresto cardiaco o alla rottura della spina dorsale. L'attacco ad animali più grandi dura più a lungo e può diventare pericoloso anche per i lupi stessi.
Habitat Il lupo vive negli ambienti vitali più disparati. Elementi importanti per la sua sopravvivenza sono la presenza di spazi in cui possa nascondersi durante il giorno e nutrimento a sufficienza; nel caso in cui abbia a disposizione questi due elementi, la specie può vivere anche molto vicino all'uomo: sono diventati famosi i cosiddetti "lupi mangia spaghetti" che si nutrivano nelle discariche di rifiuti alla periferia di Roma. Un branco di lupi vive in un territorio le cui dimensioni possono variare notevolmente: in America si sono misurati territori da 50 a 1800 km2; negli Abruzzi (Italia) i branchi di lupi occupano territori di 120-200 km2, nel Mercantour (Francia) di 200 km2. Lupi solitari vivono negli spazi tra i territori dei branchi.
Comportamento Ilupi vivono in piccoli gruppi, composti da una coppia con i cuccioli nati durante l'anno e, a volte, negli anni precedenti (in Italia i branchi raggiungono di regola al massimo 10 individui), che presentano una struttura sociale ben definita. Ciò offre loro numerosi vantaggi: possono difendere meglio il loro territorio, sfruttare meglio il nutrimento a disposizione e, soprattutto, allevare i piccoli in condizioni di sicurezza. All'interno del branco vige una chiara gerarchia: la coppia 1 sta al vertice, seguita dal maschio 2; più sotto troviamo gli individui, maschi e femmine, più giovani o molto vecchi. Il gradino più basso è occupato dagli animali di un anno e dai cuccioli. La coppia 1 determina le attività più importanti del branco come la caccia, la difesa del territorio o gli spostamenti; il compito più importante è però la regolazione della riproduzione: la femmina 1 impedisce infatti alle altre femmine del branco di riprodursi. Solo quest'ultima mette quindi al mondo dei cuccioli, anche se le altre femmine spesso partecipano al loro allevamento. Per fare in modo che la vita nel branco funzioni, i lupi necessitano di un "linguaggio" ben comprensibile. I membri del branco comunicano fra loro per mezzo di espressioni facciali, sguardi, posizioni del corpo, ululati, guaiti, ringhi e odori. I giovani di 1-2 anni possono lasciare il branco, a volte solo provvisoriamente, per cercare un partner e un territorio per fondare un nuovo branco. ULULATI GUAITI RINGHI
Immigrazione Il lupo ha deciso di immigrare - in Svizzera!
In Italia il lupo è sempre sopravvissuto. All'inizio degli anni '70, la popolazione italiana di questo carnivoro si trovava però ad un minimo storico: contava, infatti, ancora solo un centinaio d'individui. Grazie a diversi fattori, tra cui l'abbandono delle campagne e delle montagne, l'aumento delle popolazioni di ungulati selvatici e diverse misure di protezione, nel corso degli ultimi vent'anni la popolazione di lupi è di nuovo aumentata (attualmente ca. 500 esemplari); la specie ha risalito l'Appennino verso nord e poi verso ovest, raggiungendo la Francia. Singoli esemplari sono già comparsi anche in Svizzera.
Progetto lupo Svizzera Le popolazioni di lupo in Italia e Francia sono in espansione; singoli lupi hanno già raggiunto la Svizzera e hanno causato una forte eco presso l'opinione pubblica. La Svizzera vuole e deve quindi prepararsi a questo ritorno che dovrà essere affrontato con metodi scientifici, in maniera che uomo (colpiti saranno soprattutto gli allevatori di bestiame minuto) e lupo possano nuovamente convivere con successo. La politica svizzera in quest'ambito si basa su tre pilastri: sostegno agli allevatori di bestiame minuto per quanto riguarda le misure di protezione; risarcimento in caso di danni; permessi di abbattimento in caso di danni insostenibili.
Progetto lupo Svizzera Cani da protezione e asini Si sta valutando l'efficienza delle diverse razze di cani da difesa delle greggi, svizzere ed estere, nel far fronte agli attacchi del lupo, tenendo conto anche del loro comportamento verso l'uomo. Questi studi sono effettuati contemporaneamente in due regioni pilota. Nel caso i risultati fossero positivi si potrebbe, ad esempio, allevare i cani da difesa delle greggi in tutte le regioni colpite. Oltre ai cani si stanno sviluppando e valutando mezzi dissuasivi fisico-chimici, come pure l'uso di asini per la protezione delle greggi.
Lavoro con il pubblico e monitoraggio I ricercatori lavorano in stretto contatto anche con gli allevatori di bestiame per valutare l'efficacia delle misure di protezione. Per chi ha subito danni da parte del lupo è stato creato un punto di contatto e informazione Nel Canton Vallese è già iniziato anche il monitoraggio del lupo: tutti gli indizi di presenza della specie vengono raccolti sistematicamente. Allo scopo di verificare l'origine dei lupi presenti, i materiali raccolti (escrementi, peli, ecc.) vengono analizzati. Una volta che in una regione la presenza del lupo è confermata, vengono installate trappole fotografiche per cercare d'identificare e distinguere i singoli individui. Le trappole fotografiche sono apparecchi fotografici automatici che vengono azionati da fotocellule. Un'immagine di questo tipo ha confermato la presenza di almeno un lupo in Val Ferret nel 1995-96. Se possibile, s'intende catturare gli animali e munirli di un radiocollare per ottenere maggiori informazioni sul modo di vita della specie sull'arco alpino.
IL LUPO E L'UOMO Il lupo e l'uomo vivevano uno accanto all'altro, quali cacciatori di grandi prede, già alla fine del periodo delle glaciazioni. Erano concorrenti perché cacciavano le stesse prede, ma non erano nemici. Secondo la leggenda vengono abbandonati Romolo e Remo; una lupa, impietosita, li allatta e li alleva. Nel luogo del loro salvataggio i fratelli fondano la città di Roma, in onore della lupa. Nel Medioevo il lupo viene perseguitato senza tregua quale concorrente nella caccia e predatore di animali da reddito. Nel 1498 viene pubblicato il libro "Hexenhammer", un manuale per riconoscere streghe e lupi mannari. Durante il periodo ricco di superstizioni del Medioevo e dell'Inquisizione moltissime persone vengono condannate ad una morte atroce perché considerate lupi mannari. Nel XIX secolo, nella raccolta di favole dei fratelli Grimm, appare “Cappuccetto Rosso". Attorno al 1930 appare il Libro della giungla, di R. Kipling. Mowgli, il suo protagonista, viene allevato da un branco di lupi. Oggi nella nostra mente coesistono due immagini del lupo: 1. l'animale pericoloso che digrigna i denti e 2. la creatura a torto perseguitata, simbolo della natura selvaggia e della libertà.
Il lupo e il bestiame I nostri antenati hanno completamente sterminato tutti i grandi carnivori (orso, lupo e lince) sul territorio svizzero. In questo modo non era più necessario proteggere le greggi dai predatori e i sistemi di protezione sviluppati nei secoli passati scomparvero. Ora i grandi carnivori stanno tornando e quindi si rende di nuovo necessario creare sistemi di protezione. In diverse regioni europee, dove il lupo non è mai scomparso o è già tornato, gli allevatori di bestiame hanno (nuovamente) imparato a convivere con questo carnivoro
Il lupo e il bestiame Cani da protezione delle greggi Esistono diversi metodi per proteggere le greggi dai grandi carnivori. Quello probabilmente più conosciuto ed efficiente è il cane da protezione, da non confondere con il comune cane da lavoro su bestiame che viene utilizzato per condurre il gregge o la mandria. Nel caso del cane da protezione si tratta di un cane grosso e robusto, che può pesare da 30 a 70 kg (cane dei Pirenei, pastore maremmano-abruzzese) e che vive assieme al gregge, difendendolo da lupi, linci e in parte anche dagli orsi. Dove la pressione dei predatori è particolarmente forte, i pastori equipaggiano i cani con collari a punte di ferro per proteggerli dai morsi al collo in caso di attacchi; nella maggior parte dei casi è comunque sufficiente la presenza di questi attenti guardiani per dissuadere gli eventuali predatori dal tentare un attacco al bestiame. Perché un cane di questo tipo possa adempiere al suo compito è comunque necessario che cresca nel gregge a partire dai primi mesi di vita, in maniera che possa sviluppare un forte legame sociale con il bestiame che dovrà proteggere; deve inoltre imparare, per esperienza diretta o da altri cani adulti presenti nello stesso gregge, a conoscere i predatori, le loro tecniche di predazione e la maniera per sventare gli attacchi.
CARATTERISTICHE La pecora è un mammifero, della famiglia dei Bovidi, genere Ovis. Il suo aspetto è noto a tutti. In realtà sussistono delle evidenti differenze tra le diverse razze, in relazione ai diversi habitat: vi possono essere pecore nane e altre mastodontiche, alcune slanciate e altre tozze. In generale, ciò che accomuna le diverse razze è la forma del muso, la fronte pianeggiante e le labbra mobili; le corna possono essere presenti in ambo i sessi o solo nei maschi. Il mantello è solitamente costituito da “lana”, ossia da un insieme di peli sottili, delicati e soffici.
CARATTERISTICHE Solitamente, la pecora è in grado di riprodursi dopo il secondo anno di vita. Partorisce una volta all’anno, dopo una gestazione di circa cinque mesi. La femmina dà alla luce uno o due agnellini, raramente tre o quattro. La mamma accudisce con estrema dolcezza il nascituro leccandolo e scaldandolo. Dopo circa un paio d’ore il piccolo è in grado di muovere i primi passi e di seguire la madre. Tra tutti gli animali domestici, la pecora detiene sicuramente il primato di docilità e mansuetudine. Gli ovini sono sicuramente animali sociali e non potrebbero vivere isolati o intraprendere singolarmente delle azioni. Infatti, se il capo-gregge si sposta tutte le pecore lo seguono, indipendentemente dagli ostacoli che possono incontrare lungo il cammino. A sua volta, il capo-gregge si sposta al comando del pastore o del cane, che è il vero arbitrio del gregge a lui affidato.
CARATTERISTICHE Il nome pecora (lat. pecus "bestiame di piccolo taglio" passato poi ad identificare un singolo animale) è riservato all'adulto femmina, il maschio della specie si chiama Ariete o montone, mentre il piccolo è denominato agnello fino ad un anno di età. La pecora viene allevata per il latte, per la carne e per la lana. Quest'ultima è usata come fibra tessile, mentre il latte non viene consumato come bevanda come quello di vacca, ma è molto usato nell'industria casearia per la produzione di formaggio pecorino. Gli agnelli vengono allevati principalmente per la carne, solo una parte viene infatti allevata per essere destinata alla riproduzione. È tradizione diffusa in molte zone d'Italia mangiare carne d'agnello nel giorno di Pasqua, l'agnello è del resto l'animale sacrificale per eccellenza nelle culture che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
Agnello e Cristianesimo L'Agnello Pasquale del Nuovo Testamento è, per il Cristianesimo, il figlio di Dio Gesù Cristo. L'ultimo profeta per la cristianità Giovanni Battista lo chiama agnello, quando Gesù si presenta presso il Giordano per ricevere il battesimo. “Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che prende su di sé il peccato del mondo” (Gv 1,29).
Agnello e Cristianesimo In queste poche righe la Chiesa vede l'anello di congiunzione tra l'agnello pasquale del Vecchio Testamento e i tempi nuovi. L'agnello della tradizione ebraica veniva immolato il giorno precedente la Pasqua ebraica, e Gesù Cristo venne ucciso appunto in quel giorno. La chiesa considera l’agnello come simbolo dello stemma di Cristo. Spesso le grandi famiglie, nobili e potenti, pongono nei loro stemmi degli animali feroci come leoni o orsi oppure rapaci come l'aquila, a indicare la loro forza e potenza. La Chiesa ha scelto l'agnello un animale che è esattamente l'opposto. Appunto per indicare la sua intima filosofia, il debole e l'umile saranno innalzati e i potenti dispersi nei loro pensieri.