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Società e cultura nell’Alto Medioevo. Dal mondo antico al Medioevo Una fine catastrofica Società curtense Nuove divisioni sociali Mentalità e religione medievali Tempo e spazio L’influenza religiosa Il simbolismo medievale Modelli culturali Ideali sacri, eroici e cortesi
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Società e cultura nell’Alto Medioevo • Dal mondo antico al Medioevo • Una fine catastrofica • Società curtense • Nuove divisioni sociali • Mentalità e religione medievali • Tempo e spazio • L’influenza religiosa • Il simbolismo medievale • Modelli culturali • Ideali sacri, eroici e cortesi • Forme letterarie • Una cultura di contrapposizioni I.I.S. “Carlo Urbani” – Ostia A cura del prof. Luigi O. Rintallo
Società e cultura nel Medioevo Dal mondo antico al Medioevo Cosa comporta la caduta dell’Impero romano? Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C), si determina una crisi profonda che assume presto un carattere catastrofico. Carestie e penurie di beni devastano l’agricoltura e si registra una riduzione consistente della popolazione. In Italia, dal sec. V al sec. X si passa da 7,7 milioni a 4,5 milioni di abitanti. Queste le principali conseguenze: - rottura delle comunicazioni. Le strade diventano malsicure, ma ciò non impedisce i viaggi a lungo raggio. - spopolamento. Aumentano gli spazi vuoti, con prevalenza di boschi su aree coltivate. Le popolazioni abbandonano i fondovalle (spesso paludosi e insani), per salire sulle colline. A causa di ciò cala il rendimento delle colture, creando una condizione di penuria e ridotta disponibilità di beni che sarà una costante dell’Occidente sino alla Rivoluzione industriale del ’700. - ruralizzazione. Vi è una prevalenza della campagna sulla città. Pur continuando a esistere la moneta, si estende la pratica del baratto e dello scambio di merci. Come cambia il processo di produzione? Nell’Alto Medioevo (secc. V-XI), si afferma la grande proprietà terriera. Gestita secondo i criteri della cosiddetta SOCIETA’ CURTENSE (da “CURTIS”, l’unità autonoma costruita attorno al castello del proprietario), ha questi tratti caratteristici: autosufficienza. Consuma quanto produce nei campi ed è parzialmente autonoma sul piano economico; - divisione fra terre dominiche e terre tributarie. Le terre dominiche sono gestite direttamente dal proprietario (dominus=signore), a mezzo di servi. Le terre tributarie sono la pars massaricia, suddivisa in poderi lavorati da coloni, che corrispondono al proprietario una rendita in natura. Quali sono le innovazioni tecniche dell’Alto Medioevo? È un errore ritenere che il Medioevo sia un’età immobile, priva di cambiamenti sul piano tecnologico. Nei secoli dal V all’XI sono introdotte diverse innovazioni: - Mulino ad acqua, già a partire dal 500 d.C. - Aratro pesante (in ferro anziché in legno), dal 600 d.C. - Rotazione agricola dei campi, dal 700 d.C. - Ferro di cavallo e basto, dall’800 d. - Aratro versoio (che rovescia e frantuma le zolle), si diffonde fra il 900 e il 1000. Come si trasforma l’organizzazione sociale? Nel Medioevo vi è la riduzione della schiavitù, che non interviene tanto per motivi ideali quanto perché troppo gravosa per i proprietari. Al suo posto, si costituisce un nuovo stato di non-libertà in cui si trovano tutti i lavoratori soggetti a prestazioni (SERVI DELLA GLEBA). Il potere è esercitato dai SIGNORI (grandi proprietari terrieri), che incarnano l’aristocrazia dei nobili. Ad essi si deve anche il monopolio dell’uso delle armi, in quanto guerrieri. La divisione di ADALBERONE DI LAON – Per l’autore del Carmen ad Robertum regem Francorum, la società è tripartita in base ai diversi compiti svolti da ciascun ordine sociale. I bellatores (cavalieri e nobili) devono combattere e difendere le terre; gli oratores sono i chierici della Chiesa, cui spetta di pregare (orare); i laboratores sono i contadini dediti all’agricoltura.
Società e cultura nel Medioevo Mentalità e religione medievali Tempo e spazio medievali Nell’Occidente cristiano manca un criterio cronologico uniforme. Questo perché le condizioni materiali di vita (comunicazioni difficili, ridotte informazioni sul passato) impediscono il suo formarsi. Il tempo quotidiano è scandito solo dai ritmi naturali (giorno/notte; stagioni agricole). A questi si affiancano i ritmi liturgici delle preghiere e delle feste religiose. Nel Medioevo lo spazio non è concepito nella sua astrattezza. Mancano le misurazioni moderne. Conta solo l’esperienza sensibile. È un atteggiamento non scientifico, che si collega a una concezione del mondo impregnata di soprannaturale, tipica della religione cristiana. L’universo visibile è una specie di maschera, posto sempre a confronto con l’invisibile, con il mondo spirituale di Dio. È un confronto che può basarsi sulla somiglianza (il mondo conforme a Dio), oppure sulla contrapposizione (il mondo come luogo della corruzione e del male). La Terra non è uno spazio geografico, ma il luogo in cui l’umanità vive il suo dramma morale. Come influisce la religione cristiana nella cultura medievale? La presenza religiosa è determinante nelle vicende culturali. Si possono individuare due percorsi: 1) quello delle credenze comuni, delle convinzioni e delle superstizioni diffuse a livello popolare, che costruiscono una mentalità collettiva rivolta verso il soprannaturale; 2) quello dottrinale, che forma il simbolismo letterario e si basa sull’appropriazione e rifiuto del mondo pre-cristiano e pagano. Persone colte e masse popolari hanno la stessa mentalità? Vi sono differenze fra la mentalità delle persone colte e quella delle masse. Infatti, fra queste ultime il sentimento religioso si mescola ancora con visioni arcaiche e primitive, dove magia e religione si confondono nella spiegazione dei fenomeni. A livello dottrinale, invece, tali spiegazioni si basano su interpretazioni simboliche elaborate consapevolmente. Per questo simbolismo i fatti alludono sempre a qualcos’altro, non si spiegano mai da soli. Cosa cela il simbolismo medievale? Ogni fenomeno, per tale simbolismo, è un segno da decifrare, che nasconde le intenzioni segrete del divino. Il mondo più che osservato, è interpretato. Le ridotte conoscenze scientifiche e storiche, unite al bisogno di dare sempre un significato agli eventi, producono vari effetti: - la diffusione di numerose invenzioni fantastiche (fiabe, leggende, creature meravigliose e mostruose, angeli e demoni); - la ricerca di continue analogie, di somiglianze tra aspetti diversi della natura e della morale (colle/valle= ascesa/caduta nel peccato). Un simbolismo particolare è quello degli animali, i cui caratteri assumono spesso significati morali; - l’elaborazione di gesti, oggetti, comportamenti e parole ha sempre un forte senso simbolico, come ad esempio nella codificazione dei comportamenti cavallereschi o nell’uso della donna quale segno della poesia cortese, rappresentativo della somma delle aspirazioni psicologiche e sociali della piccola nobiltà; - infine, attraverso le interpretazioni allegoriche e simboliche si trovano nei testi della cultura greco-romana i significati riconducibili a un’ottica cristiana.
Società e cultura nel Medioevo Modelli culturali medievali Omogeneità dei modelli culturali medievali A fronte di una realtà sociale e politica molto frammentata e popolata da figure irregolari (eremiti, giullari, eretici…), le espressioni della cultura scritta del Medioevo, circolando in aree ristrette (chierici, università), erano invece molto omogenee tanto da costituire dei modelli che sono un insieme coerente di aspetti costanti ed hanno un valore di norma per i vari autori che ad esso si attengono. Di questi modelli se ne possono individuare almeno tre: quello ecclesiastico, il laico dell’aristocrazia feudale e, più tardi, quello cortese cavalleresco. Laddove il primo si fonda sull’esperienza religiosa e gli insegnamenti dottrinari della Chiesa, gli altri due esprimono i valori della classe nobiliare dominante nella società del tempo. Insieme forniscono tanto ideali sacri ed eroici, che aristocratici e cortesi. Dove trovano espressione gli ideali eroici e quelli cortesi? Due sono i generi letterari che incarnano questi ideali. Il primo si ritrova nelle “canzoni di gesta”, che rappresentano la nuova epica del Medioevo, fatta di imprese guerresche a difesa dei valori della religione cristiana. Il secondo si manifesta principalmente nei romanzi cortesi e cavallereschi dei secc. XI-XII. Quale immagine del mondo scaturisce da questi modelli culturali? L’immagine del mondo espressa da questi modelli culturali è fortemente contrapposta. La propria cultura è considerata l’unica esistente, del tutto separata dal resto dell’umanità. Coloro che ne sono esclusi, non sono portatori di nessun altra concezione. Quali sono le contrapposizioni principali espresse dalla cultura medievale? Una prima contrapposizione è tra cristiani e pagani: di questi ultimi si ignorano gli usi, essi riassumono tutti i caratteri del “nemico” di Cristo. L’altra contrapposizione si ha tra cortesi e villani e, ben presto, si dilata da un significato sociale ad uno morale, per cui la cortesia designa i comportamenti esemplari mentre la villania è innanzi tutto un non-valore. L’ideale della cortesia si fonda perciò sulla superiorità di alcuni uomini rispetto alla massa, la cultura dei cavalieri cortesi è cultura di iniziati.