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Fonologia

Fonologia. Fonemi, coppie minime. Fonemi: segmenti minimi con valore distintivo (distinguono coppie di parole). Coppie minime: parole che differiscono solo per un fonema: mano, nano; sono, sogno /so  o/; fini, vini; lana, rana.

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Fonologia

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Presentation Transcript


  1. Fonologia

  2. Fonemi, coppie minime • Fonemi: segmenti minimi con valore distintivo (distinguono coppie di parole). • Coppie minime: parole che differiscono solo per un fonema: mano, nano; sono, sogno /soo/; fini, vini; lana, rana. • Oltre alle proprietà segmentali, anche certe proprietà soprasegmentali possono essere distintive. • La lunghezza consonantica è distintiva in italiano: papa, pappa /pap:a/; fato, fatto; caro, carro; cala, calla; nona, nonna. • Così anche la posizione dell’accento: àncora, ancòra, pàpa, papà; ecc. • La lunghezza vocalica è distintiva in latino: mālus (melo), mălus (malvagio), ecc.

  3. Tratti distintivi • I fonemi sono ulteriormente scomponibili in proprietà articolatorie più elementari, i tratti distintivi, caratterizzati dalla presenza o assenza di una data proprietà (Trubeckoj, Jakobson): • + Sonoro: le corde vocali vibrano: /v/-/f/, ecc. • +Nasale: l’aria passa attraverso le fosse nasali: /m/-/b/ • +Continuo: il flusso d’aria è ininterrotto: /s/-/t/ • +Sonorante: il passaggio dell’aria è piuttosto libero: /l/-/k/ • +Laterale: l’aria passai ai lati della lingua: /l/-/r/. • +Arrotondato: le labbra sono arrotondate: /u/-/i/. • +Posteriore: il corpo della lingua è arretrato: /u/-/i/, /k/-/t/.

  4. Allofoni • Gli allofoni suoni distinti che però non hanno valore distintivo in una data lingua, non determinano coppie minime. • Es.: la pronuncia velare della nasale in ancora /akora/, angora /agra/, ecc. • NB: Una distinzione allofonica in una lingua può essere fonemica in un’altra. Per es., il carattere velare della nasale ha valore distintivo in inglese: sin /sn/, sing /s/). • Gli allofoni sono varianti di uno stesso fonema che possono essere libere o condizionate. Le varianti condizionate sono determinate da regole fonologiche.

  5. Scelta dei tratti • Dato l’inventario di tratti messo a disposizione dalla grammatica universale, e accessibile al sistema di produzione e percezione umana, ogni lingua ne seleziona un sottoinsieme per differenziare le parole del suo lessico. • Per es., il tratto di lateralità che distingue l e r è utilizzato con valore distintivo in italiano, ma non in diverse lingue dell’estremo oriente (cinese, giapponese,…); • il tratto di posteriorità delle nasali è usato con valore distintivo in inglese ma non in italiano; • il tratto di nasalità delle vocali è distintivo in francese (chasse /as/, chance /ãs/), ma non in italiano.

  6. Apprendimento per dimenticanza • Alla nascita, il bambino è in grado di discriminare tutte le distinzioni fonetiche che possono essere utilizzate dalle lingue del mondo con valore distintivo. • L’acquisizione di un particolare sistema fonologico consiste nello scartare, o “dimenticare” i tratti non utilizzati dalla lingua a cui il bambino è esposto (“apprendimento per dimenticanza”, secondo Mehler e Dupoux). • Tali tratti sono già “dimenticati” alla fine del primo anno di vita nell’acquisizione del sistema consonantico, e ancor prima nell’acquisizione del sistema vocalico. • Il bambino di un anno non discrimina più i contrasti che non sono distintivi nella lingua a cui è esposto.

  7. Regole fonologiche • Modificano i segmenti fonologici in base a proprietà del contesto. • In-abile, in-discreto, in-capace, in-stabile, • *in-maturo, *in-ragionevole, *in-logico • Immaturo, irragionevole, illogico • n  {l, r, m} / __ {l, r, m} • Le regole operano in realtà non su liste arbitrarie di fonemi, ma su classi naturali, in quanto definite da tratti distintivi; per es., la regola precedente assimila n alla sonorante adiacente.

  8. Regole fonologiche • Dis-fare, dis-togliere, dis-connettere • Dis-dire, dis-brogliare, dis-gelare • Diz-dire, diz-broare, diz-delare • s  [+sonoro] / ___ [+sonoro] • questa regola produce un’assimilazione nel tratto di sonorità.

  9. Regole fonologiche • asino /azino/, ancora /akora/, angora /agra/ • n  / ___ {k, g} • n  [+posteriore] / ___ [+posteriore] • Il tratto di posteriorità è determinato dalla ritrazione del corpo della lingua rispetto alla posizione di riposo. I fonemi consonantici posteriori sono le velari k e g.

  10. Regole fonologiche • Dico, dici, dice, dica • Leggo, leggi, legge, legga • Piango, piangi, piange, pianga • {k,g}  {t, d} / __ {e, i} • {k,g}  [-posteriore] / ___ [+sillabico], [-posteriore] • Questo processo di palatalizzazione è innescato dalle vocali palatali nei paradigmi verbali.

  11. Regole in varietà regionali • Parole come polso, corsa, penso in varie parlate regionali comportano l’affricatizzazione della fricativa: /polso/, /cortsa/, /pentso/: • s  ts / {l, r, n} ___

  12. Processi fonosintattici • Certi processi fonologici si applicano non solo all’interno della parola, ma anche tra parole diverse, in fonosintassi: • Affricatizzazione: Il sale, per sapere, non so.  • Velarizzazione della nasale: con Carlo, con Gabriella

  13. Cancellazione • Certe regole comportano un cambiamento nella costituzione in tratti (assimilazione), altre un inserimento di segmenti (affricatizzazione), altre ancora una cancellazione di tratti o anche di interi segmenti, come i processi di elisione: • Una casa, una rima, un’epoca, un’oca, un’isola,… • Una  un’ / ___ [+sillabico] • Ma una iena (*un’iena), una iattura (*un’iattura) perché qui la parola comincia con una semiconsonante: /una jena/.

  14. Gorgia toscana •  Casa, per casa, la casa • /kasa/ • /per kasa/ • /la hasa/ • Percorso, trascorso, ricorso • /perkortso, /traskortso/, /rihortso/ • Prima approssimazione: • k  h / V __ V

  15. Gorgia toscana • Ma le cose sono più complesse: • la chiesa, /la hjsa/, la quota, /la hwta/ • la crisi /la hrisi, declino /dehlino/ • Dunque, k preceduta da una vocale e seguita da una sonorante sottostà alla regola. • Ma non in L’acme, l’acmonital, l’acne, l’aracnide: la sonorante non può essere nasale. • k  h / [+voc] __ [+sonorante], [-nasale]

  16. Variazione nelle strutture sillabiche • Le lingue differiscono in parte nella costituzione possibile di questi elementi. • La struttura sillabica più elementare è CV, e alcune lingue ammettono solo questa, ma altre lingue ammettono una più grande varietà sillabica, con attacco e coda complessi: • stan-co CCVC – CV. • stram-bo CCCVC – CV

  17. La sillaba • La sillaba consiste di tre parti: attacco, nucleo e coda. • Il nucleo e la coda formano la rima.

  18. Massimo attacco • Principio del massimo attacco: in caso di scansione sillabica ambigua, si massimizza l’attacco della sillaba seguente (non la coda della sillaba precedente): • pe-ra, non *per-a, e-ra, non *er-a, • pro-tru-so, non *prot-ru-so perché tr- è un attacco possibile, • mentre pren-de-re, non *pre-nde-re perché *nd non è un attacco possibile.

  19. Gerarchia di sonorità • Gerarchia di sonorità: la sonorità deve salire (dall’attacco al nucleo) e scendere (dal nucleo alla coda) in modo continuo: non sono ammesse discese e risalite nella stessa sillaba: • tre clero smeriglio snaturato • *rte *lce *mse *nsa • Quindi: cer-to, non *ce-rto perché rt non è un’attacco possibile in base alla gerarchia di sonorità, ma la sequenza può sorgere come incontro tra una coda e un inizio legittimi.

  20. Ancora la gorgia • Possiamo ora capire meglio perché le liquide, ma non le nasali, creano un appropriato contesto sinistro per la gorgia: • la [h]risi, re[h]riminare, auto[h]lave, re[h]luso, ma l’acme, l’acne, acmonital, aracnidi. • cr, cl sono attacchi possibili in italiano, ma non cm, cn. Quindi, la regola è semplicemente • k  h / [+voc] [σ ___ • ma si applica solo agli attacchi sillabici. In acme, ecc., la velare forma la coda della prima sillaba, visto che in italiano cm non è un attacco possibile, e quindi la regola non si applica.

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