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INDAGINE IRES SUL LAVORO VECCHIO E NUOVO

CGIL FOGGIA. INDAGINE IRES SUL LAVORO VECCHIO E NUOVO. AGRICOLTURA (Agricoltura, Forestazione) INDUSTRIA (Metalmeccanica, Edilizia, Industria Agroalimentare, ecc..) SERVIZI (Pubblico impiego, Commercio, Turismo, ecc..)

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INDAGINE IRES SUL LAVORO VECCHIO E NUOVO

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Presentation Transcript


  1. CGIL FOGGIA INDAGINE IRES SUL LAVORO VECCHIO E NUOVO AGRICOLTURA (Agricoltura, Forestazione) INDUSTRIA (Metalmeccanica, Edilizia, Industria Agroalimentare, ecc..) SERVIZI (Pubblico impiego, Commercio, Turismo, ecc..) Sintesi dell’indagine elaborata a cura della CGIL FOGGIA

  2. IL LAVORO CHE CAMBIA Un’indagine di massa dell'IRES ( Istituto di Ricerca Economica e Sociale della CGIL Nazionale) [...] Obiettivo della ricerca è fornire il quadro più ampio e differenziato possibile delle condizioni di lavoro, delle percezioni dei lavoratori, dei fattori che li influenzano in positivo e in negativo. Un quadro – e questa è tra le novità della ricerca – con una forte portata intersettoriale, che copre i diversi comparti produttivi (il che significa anche il variegato insieme dei servizi pubblici e privati) e i lavori ovunque prestati, con tutto il ventaglio possibile dei rapporti di impiego (a tempo indeterminato e determinato, stabili e discontinui). Particolare attenzione è dedicata all’analisi delle modalità e delle condizioni d’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, alla messa a fuoco delle aspettative dei lavoratori, alle valutazioni sulle flessibilità e sulle prospettive di tenuta del sistema produttivo italiano, alle domande di formazione e di mobilità sociale, all’individuazione delle priorità dell’azione sindacale ai diversi livelli di contrattazione. La ricerca sarà realizzata attraverso 6.000 interviste (4.000 utilizzando la rete Cgil; 2.000 con rilevatori esterni, per intercettare il campione costituito da artigiani, atipici, co.co.pro., lavoratori irregolari), mediante la somministrazione di questionari. È su scala nazionale, con un’articolazione territoriale per le aree del nord, del centro e del sud Italia. Un’indagine di massa, quindi, che per l’ampiezza e per le qualità statistiche garantisce un’adeguata rappresentatività sociale e scientifica. Entro la fine del 2005 saranno disponibili i primi dati, ossia le frequenze generali con un commento di sintesi. La presentazione del rapporto finale è prevista per il marzo 2006, cui seguiranno le opportune iniziative editoriali e di pubblicizzazione.

  3. IL LAVORO CHE CAMBIA - CGIL FOGGIA Valutazioni indicative sul dato globale a livello territoriale A questa ricerca, la CGIL di Foggia è stata interessata somministrando il questionario ad un campione di 200 lavoratori, così suddivisi: agricoltura 28 %, industria 25 %, servizi 47%. Dalla nostra indagine è emerso che circa il 41% è occupato in aziende che non superano i 15 dipendenti e nelle quali non è applicato l’art.18. Il 42,5% degli intervistati (quasi 1 lavoratore su 2) ha una valutazione pessima o mediocre dell’ambiente e della sicurezza del luogo in cui lavora. Il 34% (1 lavoratore su 3) non riesce a conciliare adeguatamente lavoro e vita. Il 71,50% degli intervistati giudica pessime o mediocri le possibilità di una propria crescita professionale. Per 2 lavoratori intervistati su 3 è positivo il giudizio sulle tutele sociali e previdenziali.. Solo il 36% ritiene di utilizzare in qualche modo nel lavoro che svolge la propria formazione scolastica. 3 lavoratori su 4 avvertono l’esigenza di momenti di formazione per sviluppare la propria professionalità, ma solo il 17,5% degli intervistati dice di trovare risposte adeguate in azienda, mentre il 15,2% vorrebbe che fosse slegata dal lavoro che svolge. Oltre la metà degli intervistati ritiene che il proprio lavoro non richieda elevate competenze professionali. Il 35,5 % degli intervistati dichiara di svolgere un secondo lavoro, oltre a quello principale (somma delle risposte continuamente, spesso e saltuariamente); il restante 64,5 % non svolge mai un secondo lavoro. Alla domanda come immagini la tua condizione futura si nota una visione preoccupata degli intervistati particolarmente nella fascia intermedia (31 – 50) dove il 65% pensa che la propria condizione futura sarà peggiore dei propri genitori o uguale . Nella ricerca le donne hanno rappresentato il 38,5 %, il settore in cui c’è una maggioranza d’intervistate è stato quello dell’agricoltura (44,6 %) seguito dai servizi (39,4 %) e, per ultimo, quello industriale (27,9 %).

  4. AGRICOLTURA Nel settore agricolo la stragrande maggioranza degl’intervistati è assunta con contratti a tempo determinato (stagionali); il tempo indeterminato (16,3 %) è rappresentato essenzialmente dai dipendenti del corpo forestale. La percentuale degli intervistati del settore che reputa pessimo o mediocre l’ambiente e la sicurezza del luogo in cui lavora è del 60.9%. Non riesce a conciliare adeguatamente lavoro e vita il 41.2% di lavoratori e lavoratrici agricoli intervistati. Il 78,8% degli intervistati giudica pessime o mediocri le possibilità di una propria crescita professionale. Per il 55,3% dei lavoratori del settore è negativo (pessimo o mediocre) il giudizio sulle tutele sociali e previdenziali.. La flessibilità è gestita quasi esclusivamente dal datore di lavoro (79,6 %). I livelli di reddito mensili si attestano fra 400-800 € (42,9 %) e 801-1000 € (36,7 %). Una minima percentuale percepisce una quota aggiuntiva di salario (13,9 %) la quale nel 50,2 % è contrattata con le organizzazioni sindacali, il restante 49,8 % è ripartito equamente fra discussa con il reparto, discussa con i singolilavoratori e distribuita a nero. L’incertezza del posto di lavoro nel settore agricolo è molto sentita, infatti l’81,7 % degl’intervistati ritiene che il proprio posto di lavoro sia poco sicuro o per niente sicuro, quindi è forte la preoccupazione di perdere il proprio lavoro; questa preoccupazione è rimarcata dalla domanda “se perdessi il tuo lavoro in quanto tempo lo ritroveresti:” il 65,3 % indica “non so se lo troverei”. La visione futura: il 42,9 % immagina che sarà peggiore dei miei genitori, il 26,5 % uguale ai miei genitori e il 30,6 % migliore dei miei genitori.

  5. INDUSTRIA Al contrario del settore agricolo, in quello industriale la grande maggioranza degl’intervistati è assunta con contratti a tempo indeterminato (65,2 %); il tempo indeterminato è concentrato soprattutto negli over51 in cui si attesta al 90 %; negli under30 e nei 31 – 50 la percentuale di tempo indeterminato diminuisce di molto e compaiono forme di lavoro precarie quali: il tempo determinato, l’ex Co.Co.Co. attuale Co.Co.pro. e socio lavoratore di cooperativa. Nel settore industriale la flessibilità non è gestita solo dal datore di lavoro (51,2 %) ma viene anche contrattata collettivamente (27,9 %). Il 42% degli intervistati dell’industria ha una valutazione pessima o mediocre dell’ambiente e della sicurezza del luogo in cui lavora. Il 44% non riesce a conciliare adeguatamente lavoro e vita. Il 64% degli intervistati giudica pessime o mediocri le possibilità di una propria crescita professionale. Per il 74% degli intervistati dell’industria (3 lavoratori su 4) è positivo il giudizio sulle tutele sociali e previdenziali.. I livelli di reddito mensili salgono fra 801-1000 € (20,9 %) e 1001-1300 € (39,5 %). Una ridotta percentuale percepisce una quota aggiuntiva di salario (30,6 %) la quale nell’80 % dei casi è contrattata con le organizzazioni sindacali. L’incertezza del posto di lavoro si fà sentire anche nel settore industriale, infatti il 69,7% degl’intervistati ritiene che il proprio posto di lavoro sia poco sicuro o per niente sicuro, quindi è forte la preoccupazione di perdere il proprio lavoro; questa preoccupazione è rimarcata dalla domanda: se perdessi il tuo lavoro in quanto tempo lo ritroveresti. Infatti il 46,5 % indica “non so se lo troverei”. Riguardo alla visione futura, il 41,9 % immagina che sarà peggiore dei miei genitori, il 41,9 % migliore dei miei genitori ed il 13,9 % uguale ai miei genitori.

  6. SERVIZI Nel settore dei servizi (Pubblico impiego, Commercio, Turismo, Società multiservizi ecc.) la maggioranza degli intervistati è assunta con contratti a tempo indeterminato (59,3 %), il tempo determinato si attesta intorno al 17,3 %. In questo settore cresce la fetta dei lavoratori atipici, che rappresentano il 23,4 %; queste tipologie di contratti sono maggiormente presenti negli under30 e nella fascia 31-51; negli over50 queste forme di lavoro sono praticamente inesistenti e la tipologia di contratto più diffusa è il tempoindeterminato (83,3 %). Il 33% degli intervistati (1 lavoratore su 3) ha una valutazione pessima o mediocre dell’ambiente e della sicurezza del luogo in cui lavora. Il 24,4% dei lavoratori dei servizi (in particolare quelli occupati presso le imprese commerciali, turistiche, delle pulizie) non riesce a conciliare adeguatamente lavoro e vita. Anche nel settore servizi una alta percentuale degli intervistati, il 70,3%, giudica negativamente la possibilità di una propria crescita professionale. Il 74,5% dei lavoratori del comparto, in misura evidentemente ancora più accentuata nella pubblica amministrazione, esprime un giudizio positivo sulle tutele sociali e previdenziali.. Nel settore servizi la flessibilità non è gestita solo datore di lavoro (35,8 %) ma viene anche contrattata collettivamente (32 %) e contrattata individualmente (23,5 %). I livelli di reddito mensili si attestano fra 400-800 € (31 %), 801-1000 € (16 %) e da 1001-1300 € (27,2 %). Il 32,1 % degl’intervistati percepisce una quota aggiuntiva di salario, la quale per il 76,9 % è contrattata con le organizzazioni sindacali. L’incertezza del posto di lavoro è sentita anche nel settore dei servizi infatti il 45,7% degl’intervistati ritiene che il proprio posto di lavoro sia poco sicuro o perniente sicuro, quindi è forte la preoccupazione di perdere il proprio lavoro, questa preoccupazione è rimarcata dalla domanda: se perdessi il tuo lavoro in quanto tempo lo ritroveresti. Il 63 % indica “non so se lo troverei”. La visione futura: il 49,4 % ha risposto di immaginarla migliore dei miei genitori, il 32,1 % peggiore dei miei genitori ed il 18,5 % uguale ai miei genitori.

  7. CGIL FOGGIA INDAGINE IRES SUL LAVORO VECCHIO E NUOVO • GRAFICI AGRICOLTURA • Quale rapporto di lavoro hai? • Esprimi un giudizio ai seguenti aspetti della tua • condizione lavorativa: ambiente fisico e…………… • Nel tuo lavoro la flessibilità è: gestita dal………… • Quanto hai guadagnato nell’ultimo mese? • Percepisci una quota aggiuntiva di salario? • Da chi viene contrattata la tua quota aggiuntiva di salario? • Ritieni che il tuo posto di lavoro sia: sicuro, abbastanza………… • Se perdessi il lavoro in quanto tempo lo ritroveresti? • Come immagini la tua condizione futura? • Sintesi dell’indagine elaborata a cura della CGIL FOGGIA

  8. CGIL FOGGIA INDAGINE IRES SUL LAVORO VECCHIO E NUOVO • GRAFICI INDUSTRIA • Quale rapporto di lavoro hai? • Età < 30 anni • Età 31 – 50 anni • Età > 51 anni • Esprimi un giudizio ai seguenti aspetti della tua • condizione lavorativa: ambiente fisico e…………… • Nel tuo lavoro la flessibilità è: gestita dal………… • Quanto hai guadagnato nell’ultimo mese? • Percepisci una quota aggiuntiva di salario? • Da chi viene contrattata la tua quota aggiuntiva di salario? • Ritieni che il tuo posto di lavoro sia: sicuro, abbastanza………… • Se perdessi il lavoro in quanto tempo lo ritroveresti? • Come immagini la tua condizione futura? • Sintesi dell’indagine elaborata a cura della CGIL FOGGIA

  9. CGIL FOGGIA INDAGINE IRES SUL LAVORO VECCHIO E NUOVO • GRAFICI SERVIZI • Quale rapporto di lavoro hai? • Età < 30 anni • Età 31 – 50 anni • Età > 51 anni • Esprimi un giudizio ai seguenti aspetti della tua • condizione lavorativa: ambiente fisico e…………… • Nel tuo lavoro la flessibilità è: gestita dal………… • Quanto hai guadagnato nell’ultimo mese? • Percepisci una quota aggiuntiva di salario? • Da chi viene contrattata la tua quota aggiuntiva di salario? • Ritieni che il tuo posto di lavoro sia: sicuro, abbastanza………… • Se perdessi il lavoro in quanto tempo lo ritroveresti? • Come immagini la tua condizione futura? • Sintesi dell’indagine elaborata a cura della CGIL FOGGIA

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