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La promozione dell’allattamento al seno nell’IRCCS Burlo Garofolo. Pierpaolo Brovedani UO Neonatologia Trieste. Gli obiettivi dell’ospedale. Implementazione dell’allattamento esclusivo al Nido Formazione del personale Integrazione con i servizi territoriali.
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La promozione dell’allattamento al seno nell’IRCCS Burlo Garofolo Pierpaolo Brovedani UO Neonatologia Trieste
Gli obiettivi dell’ospedale • Implementazione dell’allattamento esclusivo al Nido • Formazione del personale • Integrazione con i servizi territoriali
Aumento dell’allattamento parziale:i problemi • Aumento del cut-off point dell’ipoglicemia (a 45 mg/dl) • Maggior uso dell’idrolisato al posto della glucosata • Minore rigore nella supplementazione • Rooming-in notturno ancora sul 60%
Ospedale di rete (Tz) 600 nati 6 pediatri 12 ginecologi 10 ostetriche 24 infermiere ped Osp. Regionale (TS) 1700 nati 31 pediatri 30 ginecologi 25 ostetriche 135 infermiere ped La formazione del personale…è anche un problema di dimensioni
Obiettivi: gli strumenti • Il gruppo di lavoro aziendale • I corsi di formazione UNICEF • I corsi di 40 ore • Il bollettino sull’allattamento al seno
Gruppo di lavoro ospedaliero • Già operante da qualche anno, ora ricostituito nel 2003 • 4 reparti afferenti: Neonatologia, Clinica Pediatrica, PS Primo Accoglimento, Ostetricia • Composizione: 5 medici, 5 infermiere pediatriche, 3 ostetriche
Obiettivi • promuovere la discussione nei singoli reparti sulle “Raccomandazioni regionali per la promozione dell’allattamento al seno” del novembre 2002, per arrivare alla proposta di linee guida entro il 2004. • costituire gruppi di studio su temi specifici • Spremitura manuale del seno • Gestione dell’allattamento al seno nel lattante ammalato
QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE SPREMITURA MANUALE La Signora ____________________________ mamma di ___________________________ ha ricevuto la spiegazione da parte del personale del Nido sulla spremitura manuale? • Si, durante il corso di preparazione al parto • Si, alla dimissione • Si, durante la degenza, prima della dimissione • Si, alla dimissione + corso preparazione al parto • No, nessuno mi dato istruzioni • Non risponde
“Protocollo per la spremitura manuale del seno” - 1(C. Pavan, V. Sardi, S. Vellenich) Il modo più facile per spremere il latte è quello manuale. Non è necessario alcuno strumento, quindi una donna può spremerlo in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. E’ facile farlo quando il seno è morbido. E’ più difficile quando il seno è ingorgato e dolente. Perciò va insegnato ad una madre a spremersi il latte nel primo o nel secondo giorno dopo il parto, senza aspettare fino al terzo giorno, quando il seno sarà pieno. E E -
“Protocollo per la spremitura manuale del seno” -2(C. Pavan, V. Sardi, S. Vellenich) Consigli pratici: • sedersi tranquillamente e in disparte o con una persona amica. • Avere il più possibile un contatto pelle a pelle, se possibile, con il bambino; la madre può tenere il bambino sul proprio grembo mentre si spreme il latte. - • bere qualcosa di caldo ( evitando bevande eccitanti ). • tenere il seno caldo: per esempio, può applicare un impacco o può fare una doccia calda • stimolare i capezzoli; uò stirarli delicatamente o massaggiarli con le dita. • massaggiare o accarezzare leggermente il seno, con la punta delle dita o con il pugno chiuso in direzione del capezzolo. • farsi massaggiare la schiena (riflesso ossitocinico).
“Protocollo per la spremitura manuale del seno” -3(C. Pavan, V. Sardi, S. Vellenich) COME SPREMERE IL LATTE CON LE MANI Va insegnato alla madre a farlo da sola.( Non farlo al suo posto). - Stare comoda, seduta o in piedi, tenendo il contenitore vicino al seno. - Mettere il pollice sulla mammella SOPRA il capezzolo e l’areola, con l’indice SOTTO il capezzolo e l’areola, di fronte al pollice. Deve sostenere la mammella con le altre dita. - Premere pollice ed indice leggermente verso il torace. - A volte è possibile palpare i seni galattofori; sono come dei bozzoli o delle noccioline. Se può sentirli, sarà più facile comprimerli. - Comprimere e rilasciare, comprimere e rilasciare, in continuazione. Ciò non dovrebbe essere doloroso; se duole, la tecnica è sbagliata. - Comprimere e rilasciare allo stesso modo da tutti i lati, spostando pollice ed indice in senso orario ed antiorario, per assicurare che il latte sia spremuto da tutti i quadranti della mammella. - Evitare di sfregare o far scorrere le dita sulla pelle. - Evitare di schiacciare il capezzolo. - Drenare un seno per almeno 3-5 minuti, fino a che il flusso rallenta; quindi passare all’altro seno, continuando anche per 20-30 minuti, specialmente nei primi giorni quando se ne produce solo una piccola quantità.
“Protocollo per la spremitura manuale del seno” -4(C. Pavan, V. Sardi, S. Vellenich) Con quale frequenza la mamma dovrebbe spremersi il latte? - La madre dovrebbe cominciare a spremersi il latte già dal primo giorno, se possibile entro sei ore dalla nascita. - All’inizio utile la raccolta con siringa anche di poche gocce di colostro per non sprecare niente. - In seguito la spremitura va fatta con la frequenza con cui il bambino succhierebbe (3-4 ore) - Se una madre spreme il latte poche volte o con lunghi intervalli, potrebbe non produrre latte a sufficienza. Come mantenere sufficiente la produzione di latte per un bambino malato ? Il latte va spremuto con la stessa frequenza con cui il bambino succhierebbe, almeno ogni tre ore. Come aumentare la produzione di latte, se sembra diminuire dopo alcune settimane? Spremere con maggiore frequenza per qualche giorno (anche ogni 30-60’) e almeno ogni 3 h la notte. Cosa fare quando si lavora?Spremere tutto il latte possibile prima di andare a lavorare, per lasciarlo al bambino, è importante anche spremerlo mentre si è fuori, per mantenere alta la produzione. Come alleviare sintomi quali l’ingorgo mammario?Spremere solo la quantità necessaria. Come mantenere sana la pelle del capezzolo? Spremere qualche goccia di latte e massaggiarlo sul capezzolo dopo il bagno o la doccia.
“Gestione dell’allattamento al seno nel lattante malato”(C. Germani, MT. Tucci e M. Filaferro). Schematicamente le principali situazioni patologiche del lattante che arriva in Pronto Soccorso sono: • impegno respiratorio/ bronchiolite • inappetenza o scarsa suzione da infezione • vomito da gastroenterite • disturbo da reflusso gastro-esofageo. Ognuna di queste situazioni comporterà: - inadeguata stimolazione del seno con riduzione dello stimolo ossitocinico - rischio di ingorgo mammario - preoccupazione o depressione della madre.
“Gestione dell’allattamento al seno nel lattante malato”(Germani, Tucci e Filaferro). Che fare? • tranquillizzare la madre. • evitare l’ingorgo e stimolare la produzione di latte con spremitura manuale o tiralatte. • Da qui la necessità di un tiralatte sempre presente nel reparto di competenza e non solo al Nido. • Somministrare eventualmente il latte materno col sondino naso-gastrico. Necessità di una valutazione anche durante i giorni festivi. • disponibilità di un’ostetrica della sala parto • un’ostetrica nel reparto di degenza. • infermiera pediatrica
Formazione • Corsi UNICEF 18 ore • Corso pratico di counselling di 40 ore • Corso di formazione per formatori
Ospedale di rete (Tz) 5 corsi in 6 mesi 100% infermiere ped. 100% ostetriche 100% pediatri 56% ginecologi Osp. Regionale (TS) 10 corsi in 5 anni 75% personale non medico 16% medici Corsi 18 ore UNICEF
Ospedale di rete (Tz) 600 nati 6 pediatri 12 ginecologi 10 ostetriche 24 infermiere ped Osp. Regionale (TS) 1650 nati 31 pediatri 30 ginecologi 25 ostetriche 135 infermiere ped Ospedali diversi
Corso pratico di counselling di 40 ore • Collaborazione tra Burlo e ASS 1 Triestina • 5 giorni (3 al Burlo e 2 nel Distretto territoriale) • Partecipazione mista (50% Burlo e 50% territorio)
Corso 40 ore: gli obiettivi • Formare gli operatori del settore materno infantile nelle abilità di sostegno e promozione dell’allattamento al seno, in un contesto di compresenza ospedale-territorio • Acquisire le competenze nel counselling, abilità di ascolto, capacità di infondere fiducia • Confrontare diverse pratiche e routine assistenziali
Corso 40 ore: i contenuti • Fisiologia dell’allattamento al seno • Valutazione e sostegno di una poppata • I problemi del seno e della scarsa produzione • Il bambino con basso peso e patologia • Aumentare la produzione di latte • Il riallattamento • Saper ascoltare e apprendere • Infondere fiducia e sostegno alle madri • L’allattamento nelle diverse realtà sanitarie • La routine assistenziale in ospedale e sul territorio
Corso 40 ore : i partecipanti • Ginecologo • Infermiera pediatrica • Ostetrica ospedaliera • Pediatra di famiglia • Pediatra di comunità • Assistente sanitaria • Infermiera professionale • Ostetrica di consultorio
Corso 40 oreSuggerimenti dei partecipanti • Approfondire le patologie del seno • Maggior attenzione al legame mamma- bambino • Approfondire il tema della continuità terapeutica tra ospedale e territorio • Verifica a distanza dell’efficacia dei metodi proposti nella realtà dei servizi
Corso 40 oreProposte conclusive • Maggior interazione tra ospedale e territorio • Creazione di un gruppo di lavoro comune • Ripetizione del corso • Creazione di protocolli scritti • Miglior definizione delle urgenze • Modifiche strutturali (es. fasciatoi nelle stanze) • Scheda di dimissione con informazioni sull’allattamento • Invio strutturato dei casi al distretto • Spazi adeguati per l’allattamento sul territorio
NuovoCORSOper FORMATORI sul’ALLATTAMENTO al SENOSistema formativo5 (+3)
OBIETTIVO PRINCIPALE del corsoacquisire le COMPETENZE METODOLOGICHE per gestire le attività di formazione e l’organizzazione della formazione di base (corsi di 3 giorni)
Caratteristiche del corso?*frutto di competenze multidisciplinari * durata di 5 giorni (ma non è il corso di 40 H OMS!)* prepara a dare corsi di 3 gg (sistema 5+3)* lezioni di metodologia didattica* lezioni di programmazione della formazione* autonomizzazione delle ASL e maggior economicità nella promozione dell’allattamento al seno
Grazie per la cortese attenzione