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Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché di essi è il regno dei cieli. È beato.
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Beati quelli che hanno fame e sete della giustiziaperché di essi è il regno dei cieli.
È beato... ... è felice, soddisfatto, colui che si batte per un mondo più giusto, per far sì che tutti abbiano ciò che spetta loro di diritto. È colui che si batte perché l’uomo non diventi una merce da vendere.
Isidoro Meschi è nato a Merate, in provincia di Lecco, nel 1945. Sin da piccolo si interessò al Vangelo, perciò entrò in seminario a quattordici anni, con l’intento di diventare prete. Dal seminario viene indirizzato alla parrocchia di Busto Arsizio, città dove ricopre, fra l’altro, la carica di professore al liceo Crespi. Negli anni 80, dopo il dilagare dell’eroina fra i giovani, crea la fondazione “Marco Riva”, che da centro d’ascolto si trasforma presto in una comunità di recupero per ragazzi tossicodipendenti.
Per portare avanti il suo impegno di guida per la riabilitazione, rinuncia a numerose offerte ecclesiastiche, anche piuttosto prestigiose. Don Isidoro Meschi è stato ucciso nel 1991, per mano di Maurizio Debiaggi, che lo accoltellò, causandone la morte. Questo ragazzo, con gravi problemi psichiatrici, era da tempo in cura nel centro di riabilitazione di Don Isidoro. Ogni anno, a Busto Arsizio, il giorno di San Valentino a Isidoro Meschi viene dedicato un concerto.
Perché Isidoro è un uomo beato... Già durante il suo funerale, il cardinale della diocesi di Milano lo paragonò ad un santo: “Chissà che egli non diventi un giorno un segno per tutta la Chiesa, facendo parte della santità della Chiesa. Perché è santità di un prete che ha vissuto santamente la sua vita, di un prete generoso che non ha risparmiato per nulla la sua vita, e che ha rischiato fino in fondo per amare come Gesù". Don Isidoro Meschi può essere definito un uomo beato perché per tutta la vita si è impegnato nell’aiutare le persone in difficoltà, come i tossicodipendenti, fino al punto di essere ucciso per la sua sete di giustizia.